Il terzo volume degli scritti giornalistici di Renzo De Felice, il 23 aprile una nuova presentazione online

Domani, venerdì 23 aprile 2021 – alle ore 18.30 -, verrà presentato in modalità streaming sul canale YouTube “La finanza sul web” (https://www.youtube.com/user/Lafinanzasulweb) il terzo volume degli scritti giornalistici di Renzo De Felice “Facciamo storia, non moralismo”. 1989-1996 (Luni Editrice-Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Milano 2019), curato da Giuseppe Parlato e Giuliana Podda. Ne parlerà in un’intervista, organizzata da Horafelix Libreria di Roma, il presidente della Fondazione e curatore Giuseppe Parlato.

Disponibile a settembre il nuovo fascicolo (1/2020) degli “Annali della Fondazione”

Superate, almeno parzialmente, le difficoltà produttive causate dall’emergenza Covid-19, è preparazione il primo fascicolo semestrale del 2020 degli «Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice» (Anno II, n. 1/2020 XXXII, nuova serie). Il fascicolo, edito dalla Fondazione con Bardi Edizioni, sarà disponile in settembre e può naturalmente essere prenotato con le modalità indicate nella finestra PUBBLICAZIONI del sito.
Il fascicolo, ricco di contributi originali, è essenzialmente dedicato alle iniziative già attuate nel quadro del gli anniversari di Renzo De Felice e Ugo Spirito e si aprirà con gli Atti del Convegno di studi “Insegnare la complessità. Magistero scientifico e impegno civile in Renzo De Felice a novant’anni dalla nascita”, tenutosi a Rieti il 7 novembre 2019. Gli autori dei contributi sono: Gianni Scipione Rossi, Quel giorno alla Sapienza; Gianni Oliva, Il merito di De Felice è aver aperto nuove strade; Marcello Veneziani, De Felice restituì il Fascismo all’Italia; Luigi Compagna, De Felice e l’idea di Nazione; Pasquale Chessa, Storicità della storia. De Felice e il giornalismo; Mario Ciampi, De Felice, storiografia e impegno civile; Giuseppe Parlato, Renzo De Felice e il sogno di una storia normale. Tra i documenti, un’intervista inedita a De Felice di Fernando Ferrigno.
La seconda sezione conterrà gli Atti del Convegno di studi “La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore. L’opera e il pensiero di Ugo Spirito nel quarantennale della morte”, tenutosi ad Arezzo il 23 novembre 2019. Con contributi di: Giuseppe Parlato, La parabola di Ugo Spirito; Hervé A. Cavallera, Ugo Spirito e l’arte; Rodolfo Sideri, Ugo Spirito e la filosofia; Alessandra Cavaterra, L’archivio e la biblioteca di Ugo Spirito.
Completeranno il fascicolo le recensioni e le notizie sull’attività della Fondazione.

È già in preparazione anche il secondo fascicolo semestrale del 2020, la cui pubblicazione è prevista per il mese di dicembre.

Presentato in Fondazione il terzo volume degli “Scritti giornalistici” di Renzo De Felice

Mercoledì 18 dicembre 2019, dalle ore 17.30, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), si è tenuta la presentazione del terzo volume degli Scritti giornalistici di Renzo De Felice, intitolato «Facciamo storia, non moralismo» (Luni, Milano 2019), curato da Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, con prefazione di Gianni Scipione Rossi.

L’apertura dei lavori è stata affidata a Giuseppe Parlato, Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, che ha introdotto non solo il contenuto dei volumi degli Scritti giornalistici, ma anche le future attività della Fondazione inerenti all’opera dello storico reatino: si prevede infatti, oltre alla pubblicazione del carteggio Bottai-Spirito, l’uscita per il 2020 di un volume contenente le principali prefazioni scritte da De Felice nel corso della sua lunga carriera. Dopo l’introduzione, Parlato ha messo in evidenza i principali elementi di interesse del terzo volume degli Scritti, evidenziando la lungimirante lettura della contemporaneità – negli altri volumi è «più storico e politico» –, la centralità delle lettura storiografiche, emerse ad esempio nelle discussioni con Bobbio, e non ultimo il modo in cui gli Scritti giornalistici abbiano contribuito a mettere a nudo la più nota “vulgata” sul suo Maestro: quella di essere rimasto «prigioniero» della destra e del Mussolini.

L’intervento di Giuliana Podda, co-curatrice del volume, è servito per fornire ai futuri lettori e agli ascoltatori presenti le note metodologiche in merito alla costruzione del lavoro. Dalla fase di raccolta – svolta partendo dalla bibliografia di Fiorenza Fiorentino e dalla ricerca d’archivio – a quella di selezione e annotazione, i passaggi delineati racchiudono il senso della “fatica” di un percorso pensato e iniziato nel 2013.

Nella sua relazione, Luciano Zani, ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma e allievo come Parlato di De Felice, ha toccato con sensibilità e ironia molti punti fondamentali. Iniziando dal condividere il contenuto e il “distacco” della Prefazione di Rossi, Zani ha rimarcato sia la caratura scientifica di De Felice, sia l’aspetto umano del suo essere storico. In primo luogo, a colpire Zani è stata la percezione postuma dell’impressionante mole di scritti pubblicati da De Felice e il diverso approccio stilistico, più agile rispetto ai libri; in secondo, la «lezione di metodo» e il ruolo di interprete della cultura contemporanea, da un lato, come animatore di dibattiti e di ricerche – l’esempio citato è quello degli “Annali” della Fondazione –, dall’altro, come osservatore attento, scrupoloso, dubbioso e al contempo disilluso del presente. L’uomo De Felice ha così concluso Zani non era un Nero Wolfe scontroso e burbero: si apriva nell’ascolto, soprattutto delle forti critiche e delle molte contestazioni ricevute, nelle amicizie – è stato ricordato il profondo legame con Romeo – e nel confronto libero con allievi e colleghi.

Al dibattito conclusivo hanno preso parte anche il prefatore e vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi, che ha ancora una volta richiamato l’attenzione sul lascito defeliciano, il giornalista e saggista Pasquale Chessa, intervenuto per i rapporti personali avuti con De Felice nel tempo, e il responsabile dei corsi di formazione della Fondazione Rodolfo Sideri, con un quesito un’osservazione sul ruolo della costruzione dell’identità nazionale nella storiografia defeliciana e sulla questione, annosa, del De Felice “storico militante”.

Numeroso il pubblico presente in sala, composto di estimatori e studiosi, tra cui Brunello Mantelli, professore di Storia delle relazioni internazionali all’Università della Calabria.

Gli Annali della Fondazione: una storia. 4/1992

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.

Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Il quarto fascicolo degli “Annali”. Il 1992

Il 1992 è un anno di passaggio sia per l’Italia, che con la fine della cosiddetta Prima Repubblica si avviava a vivere una stagione di profonda incertezza, sia per la Fondazione. La nuova presidenza di Renzo De Felice produrrà infatti un deciso cambiamento di rotta sul piano culturale e un ampliamento notevole delle prospettive scientifiche. Il fascicolo degli “Annali” in esame ne è una prima, importante dimostrazione.

Per il 1992, come indicato già nella Presentazione iniziale, il volume presenta «rispetto ai tre precedenti, alcune differenze sostanziali» (p. 9); la ragione principale è legata alla scelta di pubblicare integralmente gli Atti del Convegno “L’attualità di Ugo Spirito a cinquant’anni da La vita come arte” che, di conseguenza, ha implicato l’elisione delle sezioni Inediti e Ricerche. Risultano presenti invece le Note, le Recensioni – alle quali viene riservato un ampio spazio all’interno del fascicolo – e le consuete comunicazioni relative alle Iniziative della Fondazione.

Il cuore degli “Annali” 1992 è dunque costituito dai già richiamati Atti del Convegno su Spirito, i cui lavori si sono svolti a Napoli, nella prestigiosa sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il 1° e il 2 ottobre 1992. La sezione si compone di ben quattordici contributi e fornisce una lettura interpretativa, si potrebbe dire, olistica sulla Vita come arte di Ugo Spirito, in continuità con l’opera – più generica e ad ampio spettro – di aggiornamento e approfondimento avviata dagli studi presentati al Convegno internazionale del 1987 (organizzato dalla Fondazione e dall’Istituto della Enciclopedia Italiana, cfr. Gli Annali della Fondazione: una storia. 1/1989) sul filosofo aretino.

Dopo l’Introduzione, affidata ad Aldo Trione, seguono in ordine gli interventi di Armando Rigobello (Il trascendentale estetico tra arte e vita), Vittorio Stella (L’antinomia romantica ne “La vita come Arte”), Antimo Negri (Ugo Spirito: “Il corpo è tutta la nostra vita, tutta la nostra vita come arte”), Maria Lizzio (Rileggendo “La vita come arte”), Hervé A. Cavallera (La dissoluzione nell’arte e l’unificazione pedagogica. Lo emergere del postmoderno in Ugo Spirito), Antonio Russo (Ugo Spirito: da “La vita come ricerca” a “La vita come arte”), Clementina Gily Reda (La prima forma dell’onnicentrismo spiritiano: “La vita come arte”), Vittorio Mathieu (Lo stato etico di Ugo Spirito), Maria Luisa Cicalese (Il pensiero politico di Ugo Spirito negli anni Cinquanta: rivoluzione con cautela?), Gaetano Rasi (Etica, economia e mercato in Spirito e Polanyi), Massimo Finoia (Ugo Spirito e la scienza economica), Vincenzo Terenzio (Ugo Spirito e l’odierna coscienza filosofica), e Renato Testa (Ugo Spirito e la fine della metafisica).

All’ampia sezione dedicata agli Atti seguono le Note, per questo fascicolo con due contributi firmati da Pietro de Vitiis, L’attualismo e il superamento della metafisica del soggetto, e Giuseppe Parlato, Tra identità sindacale e ruolo politico: note e appunti in margine ad un recente volume sul movimento sindacale italiano (si trattava degli Atti di Convegno Operai e contadini tra bisogni e ideali. Il movimento sindacale in Italia dall’età liberale all’Europa unita, in «Incontri Meridionali», 1-2, Messina 1992).

Come anticipato in apertura, al fine di dimostrare «un’attenzione più puntuale – qualitativamente e quantitativamente – al dibattito culturale, sia nel campo filosofico, che in quelli storico ed economico» (p. 9), le Recensioni rappresentano, con gli Atti di Spirito, il fulcro principale del fascicolo 1992. Risulta evidente dallo scorrere delle eterogenee pagine, soprattutto per la maggiore presenza rispetto agli anni precedenti di titoli legati alla Storia contemporanea, la nuova impronta defeliciana.

Hervé A. Cavallera si è occupato di Antimo Negri, L’inquietudine del divenire. Giovanni Gentile (Le Lettere, Firenze 1992); Andrea Paris di Augusto Del Noce, Da Cartesio a Rosmini. Scritti vari, anche inediti, di filosofia e storia della filosofia (a cura di F. Mercadante e B. Casadei, Giuffrè, Milano 1992); Giovanni Dessì di Norberto Bobbio, Profilo ideologico del Novecento italiano (Garzanti, Milano 1992); Tommaso Dell’Era di Ernst Nolte, Dopo il comunismo. Contributi all’interpretazione della storia del XX secolo (Sansoni, Firenze 1992); Alessandra Tarquini di Giovanni Gentile, La mia religione e altri scritti (a cura di Hervé A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1992); Gisella Longo di Intellettuali e cultura antidemocratica tra le due guerre mondiali (in «Storia contemporanea», a. XXII, n. 6, dic. 1991, pp. 961-1198); Roberto Chierichini sia di Gilles Deleuze, Nietzsche e la filosofia (Feltrinelli, Milano 1992) che di Francesco Saverio Chesi, Gentile e Heidegger. Al di là del pensiero (Egea, Milano 1992); Pietro Neglie di Sergio Turone, Storia del sindacato in Italia. Dal 1943 al crollo del comunismo (Laterza, Roma-Bari 1992) e di Andrea Ciampani, Lo statuto del sindacato nuovo (1944-1951) (Edizioni Lavoro, Roma 1991); Ornella Cilona di Mauro Canali, Cesare Rossi: da rivoluzionario a eminenza grigia del fascismo (il Mulino, Bologna 1991); Costantino Rossi di Walter Laqueur, L’Europa del nostro tempo. Una storia (Rizzoli, Milano 1992); e Paolo Tamassia di Figure dell’erranza. Immaginario del percorso nel romanzo francese contemporaneo (a cura di Gianfranco Rubino, Bulzoni, Roma 1991).

Come per le annate precedenti, la parte finale è occupata dalle Iniziative della Fondazione. La sezione si apre con i testi delle relazioni presentate in occasione della Presentazione degli “Annali” 1991, tenutasi il 3 dicembre 1992 a Roma, Residenza di Ripetta. All’incontro hanno partecipato Gaetano Calabrò, Renzo De Felice, Gaetano Rasi e Vincenzo Saba. Tra le relazioni è presente anche quella di Bruno Bottai, prevista in programma con tema la figura di Riccardo Del Giudice, ma non presentata quel giorno per l’assenza dell’Ambasciatore, in quel periodo segretario generale del Ministero degli Affari Esteri. Per le attività, è presente una notizia convegnistica e varie su Archivio e Biblioteca. La prima notizia è relativa al Convegno bergamasco sulla figura di Pietro Capoferri (10-11 ottobre 1992, Biblioteca civica “Angelo Mai”), corredata di ampia rivisitazione dei contenuti; le altre sono invece relative alla continua opera di catalogazione dei fondi e all’inserimento nel Sistema Bibliotecario Nazionale dell’ampio patrimonio posseduto, un’esigenza che si accompagnava non solo alla dimensione organizzativa, ma anche a un fondamentale passaggio oggi consolidato e routinario, ma nel ’92 embrionale ed eccezionale (tanto da farne una notizia): la transizione dai sistemi di archiviazione cartacei all’automazione digitale.

 

Gli Annali della Fondazione: una storia. 3/1991

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.

Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Il terzo fascicolo: gli “Annali” del 1991

Con il 1991 entra nel vivo un decennio di profondo cambiamento sia sul piano internazionale, con il definitivo collasso dell’impero sovietico e la disgregazione del sistema dei “satelliti” – che molte questioni porrà al processo d’integrazione europea –, sia sul piano interno. Si avvicina infatti un altro “collasso”: quello del radicato sistema partitico conosciuto in Italia a partire dal cruciale biennio 1943-45.

Gli “Annali” si presentano con una nuova e più strutturata veste redazionale, invero, rispetto al 1989 e al 1990 – anni in cui, ferma restando la direzione di Gaetano Rasi, la redazione era composta da soli tre membri: Giuseppe Parlato, Gianni Scipione Rossi e Antonio Russo –, per il 1991, sempre sotto la direzione di Rasi, entrano nel comitato di redazione anche Gianni Dessì, Gisella Longo (come segretaria di redazione) e Pietro Neglie, in aggiunta ai già richiamati Parlato – che diviene coordinatore –, Rossi e Russo.

Sul piano contenutistico, l’ulteriore novità è costituita dall’introduzione della sezione Ricerche che completa un fascicolo molto corposo e composto dalle già note sezioni: Saggi, Inediti, Note, Recensioni e Iniziative.

I tre saggi presenti negli “Annali” 1991, tutti di ambito filosofico, si incentrano sulle figure di Ugo Spirito, Giovanni Gentile e Marino Gentile. Il primo, di Hervé A. Cavallera, tratta de L’idea di Roma nel pensiero di Giovanni Gentile e di Ugo Spirito; il secondo, di Clementina Gily Reda, analizza criticamente a distanza di cinquant’anni la Vita come arte di Ugo Spirito (titolo completo dall’indice: 1991: cinquant’anni dalla Vita come arte di Ugo Spirito); e il terzo, di Giovanni Romano Bacchin, esamina L’attualismo nel pensiero di Marino Gentile.

Lo spazio riservato agli Inediti, costante elemento di spicco per la valorizzazione dei fondi documentari acquisiti nel tempo, è occupato da un ampio scritto di Giuseppe Parlato, intitolato Riccardo Del Giudice: dal sindacato al governo, che funge da introduzione alle Memorie del sindacalista di Lucera, le cui carte arrivarono in Fondazione nel 1988.

Nella ricca parte dedicata alle Note, sono presenti cinque contributi di cui quattro su temi filosofici e uno, pubblicato da Rasi, di ambito economico. La sezione si apre proprio con il lavoro di Gaetano Rasi, intitolato Su due recenti collane sugli economisti italiani, per poi seguire con gli scritti di Gianni Dessì (Le origini della critica al razionalismo in Augusto Del Noce), Antonio Russo (In margine ad alcuni studi italiani su Vico), Roberto Chierichini (Il pensiero filosofico di Carlo Diano) e Giovanni Salmeri (Le scienze ontiche nel primo Heidegger. Ipotesi a partire da Phänomenologie und Theologie).

La nuova sezione Ricerche, inserita ai fini della categorizzazione di tematiche inerenti a percorsi di ricerca in itinere e multidisciplinari, presenta tre studi: uno, di Rossana Villani, su Popolazione, politica demografica, e pensiero economico in Italia fra le due guerre; il secondo, di Bianca Lucia Mazzei, su Il dibattito sulle forme di mercato in Italia negli anni Trenta; e l’ultimo, di Biagio Genovesi, su Il modello olistico di Ugo Spirito.

Lo spazio riservato alle Recensioni ospita, per il 1991, la revisione critica di tre testi: Felicita Di Vetta si è occupata del volume L’intelligenza della poesia. Baudelaire-Verga-L’ermetismo-Fubini (di Vittorio Stella, Bonacci Editore, Roma 1990); Anna Rita Guaitoli del libro Un’arte per lo Stato (di Alessandro Masi, Marotta, Napoli 1990); e Massimo Finoia del testo di De Felice Mussolini l’alleato. L’Italia in guerra, 1940-1943; vol. I, Dalla guerra “breve” alla guerra lunga e vol. II, Crisi e agonia del regime (Einaudi, Torino 1990).

All’interno del fascicolo, l’ultima parte, le Iniziative, si apre con il testo dei contributi esposti in occasione della Presentazione degli “Annali” 1990, tenutasi a Roma nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana il 7 maggio 1991. Le relazioni dell’incontro sono state di: Eugenio Viola, Gaetano Rasi, Marco Maria Olivetti, Luciano Pellicani, Giuseppe Vacca e Renzo De Felice. Per il 1991 si è poi optato per una generica voce di chiusura, sempre sotto Iniziative, denominata Attività della Fondazione. In tale breve paragrafo risultano: la cronaca della riunione della Commissione Scientifica della Fondazione (15 giugno 1991); una notizia sulla partecipazione della Fondazione ai convegni di Trento (gennaio 1991) e Capri (settembre 1991), rispettivamente su archivi dei partiti politici e archivi di famiglia; un aggiornamento d’archivio sulla prima fase di acquisizione delle carte in copia di Camillo Pellizzi (settembre 1991) e sulla donazione – sempre in copia – delle carte politiche e corporative di Giuseppe Bottai; i resoconti dell’Incontro con la Fondazione a Torino, con Rasi e Mathieu (libreria Fògola, 17 ottobre 1991) e della terza conferenza nazionale degli Istituti culturali (dicembre 1991); e un’importante nota sintetica sull’avvicendamento alla presidenza della Fondazione tra Luigi Coda Nunziante – eletto Presidente onorario – e Renzo De Felice, avvenuto nel CdA del 18 febbraio 1992. Una svolta di centrale importanza per il futuro della Fondazione e degli “Annali”.

Gli Annali della Fondazione: una storia. 2/1990

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.

Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Gli “Annali” del 1990

L’anno 1990 segnò una fase intermedia tra due estremi molto significativi del Novecento: il crollo del Muro di Berlino – datato 9 novembre 1989 – e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, decretata da un fallito colpo di Stato contro Gorbačëv, nell’estate del 1991, e dal collasso definitivo del dicembre 1991. La sensazione data dalla “fine di un’epoca” non poteva non investire anche l’ambito filosofico, d’altro canto, secondo quanto sottolineato da Hervé A. Cavallera all’interno del fascicolo, «l’attenzione al presente» – non riferita, in questo caso, a un preciso “presente” – costitutiva «una delle caratteristiche principali del pensiero di Ugo Spirito» (p. 27).

Pur non essendovi riflessioni direttamente correlate alla stretta attualità del tempo, permane l’approccio problematico nei confronti dei problemi storico-filosofici, una nota metodologica funzionale all’impostazione critica per lo studio della contemporaneità, specialmente in un fondamentale passaggio verso il nuovo Millennio.

Gli “Annali” di apertura dell’ultimo decennio del XX secolo presentano una struttura invariata rispetto al precedente fascicolo; si riscontra, infatti, sempre una suddivisione in cinque sezioni. L’unica eccezione significativa è rappresentata dalla sostituzione delle Rassegne con le Note, che ospitano, come vedremo, tre contributi.

Il volume si apre con la sezione Saggi, occupata da due studi su Spirito: il primo, pubblicato dal filosofo Armando Rigobello e intitolato Ugo Spirito: dal problema all’affermazione, si soffermava nello specifico sul problematicismo spiritiano e sulla possibilità dell’affermazione testimoniata dall’opera Ho trovato Dio; il secondo, del già richiamato Hervé A. Cavallera, allievo del filosofo aretino, analizza invece L’occhio del pensiero: Ugo Spirito tra gli anni ’60 e gli anni ’70, un’ampia disamina delle tante, cruciali e diverse problematiche che Spirito si trovò ad osservare nell’arco temporale indicato (la costruzione del futuro, la velocità, le simmetrie, la funzione sociale dell’arte, l’educazione delle masse, l’umanesimo scientifico, il saper vivere, gli anni di piombo, il mondo di domani).

Per quanto concerne gli Inediti, frutto anche in questo caso della ricerca d’archivio, gli “Annali” 1990 contengono due importanti testi. Il primo, di Giuseppe Parlato, futuro presidente della Fondazione, relativo a Il convegno italo-francese di studi corporativi (1935), introduce gli Atti integrali dei prestigiosi incontri romani tenutisi tra il 20 e il 23 maggio 1935 nella Villa Aldobrandini, sede dell’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato; il secondo, redatto da Vittorio Mathieu, presenta invece l’inedito «documento» spiritiano L’io e le sue implicazioni – si può aggiungere, seguendo la riflessione di Mathieu – «dell’oggi» (p. 265).

Le Note, novità del 1990, presentano come già accennato, tre scritti di cui due inerenti all’ambito filosofico e uno all’ambito storico. La nota di apertura della sezione, di Tommasina Mazzone, ha come titolo L’istituzione del giudice popolare valutata da Spirito ed esamina uno degli aspetti dell’interesse spiritiano per i temi giuridici e in particolare per il diritto penale; Pietro Neglie, in una nota di carattere storiografico, si interroga invece sul fascismo di sinistra (il titolo è, invero, Note e considerazioni in margine a una recente pubblicazione sul fascismo di sinistra) partendo dalla lettura critica del testo di Luca Leonello Rimbotti, Il fascismo di sinistra (Settimo Sigillo, Roma 1990); la terza nota, curata da Gianni Dessì, si sofferma su Augusto Del Noce e la modernità. Il momento genetico della riflessione delnociana, un rapporto complesso e nodale nel percorso intellettuale del filosofo pistoiese.

Lo spazio riservato alle Recensioni ospita per il 1990 cinque contributi di autori diversi: Matteo Monaco si è occupato del volume Il pensiero di Ugo Spirito (Atti del Convegno romano del 1987, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1988-1990); Carla Samperi dell’opera Economia e società in Alberto Bertolino (Atti del Convegno fiorentino del 1988, in «Studi e informazioni», Quaderni 29, supplemento n. 1 al n. 2/1990, Banca Toscana, Firenze 1990); Antonio Russo del libro Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia contemporanea (di Augusto Del Noce, il Mulino, Bologna 1990); Carlos E. Ezcurra del testo, prefato da Norberto Bobbio, Croce-Gentile. Dal sodalizio al dramma (di Jader Jacobelli, Rizzoli, Milano 1989); e Roberto Chierichini della pubblicazione Giovanni Gentile filosofo europeo (di Salvatore Natoli, Bollati Boringhieri, Torino 1989).

L’ultima parte della rivista, come per il 1989, è dedicata alle Iniziative della Fondazione. Negli “Annali” del 1990 trovano spazio tre presentazioni e la notizia riguardante il nuovo Statuto. In apertura si trova la cronaca de La presentazione degli Annali 1989: una tavola rotonda su Ugo Spirito, tenutasi a Roma – nella Residenza di Ripetta – il 9 febbraio 1990. La discussione ha visto protagonisti Luigi Coda Nunziante, Gaetano Rasi, Sabino Cassese, Lucio Colletti, Vittorio Mathieu e Renzo De Felice. La seconda iniziativa riportata è invece la Presentazione degli Atti del convegno internazionale del 1987 sul pensiero di Ugo Spirito; l’opera è stata illustrata da Vincenzo Cappelletti, Vittorio Mathieu e Gaetano Rasi – con un ricordo finale di Armando Rigobello – nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana il 16 maggio 1990. Per la Presentazione dell’inedito Ho trovato Dio di Ugo Spirito, terza iniziativa inserita nel fascicolo, nella libreria Croce di Roma, il 27 giugno 1990, sono intervenuti Marco Maria Olivetti, Armando Rigobello e, per i saluti introduttivi, Gaetano Rasi. In chiusura del ricco fascicolo, si riscontra il testo del Nuovo Statuto della Fondazione, approvato dal Consiglio di Amministrazione il 18 dicembre del 1990 e composto da 14 articoli.

Gli Annali della Fondazione: una storia. 1/1989

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.
Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Il primo fascicolo: 1989

La storia degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” inizia trent’anni fa – nel 1989 – quando, su iniziativa dell’allora presidente della Commissione scientifica Renzo De Felice, si decise di affiancare alle numerose attività scientifiche e culturali la pubblicazione di una rivista che coniugasse la volontà di valorizzare l’opera e il pensiero di Spirito – scomparso dieci anni prima, nel 1979 – con un progetto di più ampio respiro, volto a problematizzare e ad aprire a diverse sensibilità l’interpretazione dei grandi temi della cultura italiana e internazionale.

Il fascicolo si apre con la Presentazione di De Felice e si compone di cinque sezioni: Saggi, Inediti, Rassegne, Recensioni e Iniziative.

La sezione Saggi si apre con un’articolata riflessione del filosofo varazzino Vittorio Mathieu sul tema dell’Unità d’ispirazione del pensiero di Ugo Spirito, un’introduzione per concetti-chiave alle grandi domande della filosofia spiritiana. Nella stessa sezione, Vittorio Stella ha ricostruito l’analisi di Spirito sul Realismo e astrattismo dell’arte contemporanea, partendo dalle «posizioni mature» del filosofo aretino «che scaturiscono da La vita come arte» (p. 49).

Gli Inediti, provenienti dall’Archivio di Ugo Spirito – donato dalla moglie, Gianna Saba, nel 1981 –, connotano appieno la missione della Fondazione in merito alla riscoperta degli studi spiritiani. Guerra rivoluzionaria, opera introdotta da un saggio di Gaetano Rasi – primo direttore responsabile degli “Annali” e fondatore con Ernesto Massi dell’Istituto di Studi Corporativi – su La rivoluzione corporativa, e Ho trovato Dio, testo pubblicato con un’introduzione di Antonio Russo e una testimonianza di Cornelio Fabro, evidenziano in modo chiaro l’attenzione e la poliedrica capacità critica di osservazione di Ugo Spirito, curioso ed errabondo in molti campi del sapere umano.

Sempre sul piano della ricerca tematica relativa alle elaborazioni di Spirito, nella sezione Rassegne Massimo Finoia e Antonio Russo hanno rispettivamente tracciato un primo bilancio su I contributi alla scienza economica nella bibliografia di Ugo Spirito e sulle questioni del rapporto Gentile-Spirito e del corporativismo a dieci anni dalla morte del filosofo.

Uno spazio, conservatosi e consolidatosi poi nella tradizione scientifica della rivista, è riservato alle Recensioni e, dunque, alla necessaria opera di raccolta compiuta dagli studiosi, utile ai fini dell’aggiornamento. Sul fascicolo del 1989, tutte a firma A.R. (Antonio Russo), ne compaiono tre, sui seguenti titoli: Ugo Spirito, filosofo, giurista, economista (di Lino Di Stefano, Volpe Editore, Roma 1980); Problematicismo, ipotetismo e dissoluzione dell’io nella prospettiva filosofica di Ugo Spirito (di Giovanni D’Espinosa, Vittorietti Editore, Palermo 1983); e L’azione e il dubbio. Pedagogia e metafisica nel pensiero di Ugo Spirito (di Hervé A. Cavallera, Edizioni Magistero, Bologna 1988).

Farsi conoscere e soprattutto riconoscere come realtà scientifico-culturale di primo piano necessita di molti tasselli, tutti nel tempo fondamentali. L’ultima parte della rivista è invero dedicata alle Iniziative, titolo comprensivo non solo dei resoconti di convegni e presentazioni, ma anche delle attività di acquisizione, catalogazione e pubblicazione promosse dalla Fondazione. Per il primo fascicolo, trova spazio la cronaca de La presentazione della bibliografia di Spirito e i programmi della Fondazione – con contributi di Vincenzo Cappelletti (Ricordo di Ugo Spirito), Salvatore Valitutti (Presentazione dell’opera), Franco Tamassia (Caratteristiche e metodologia dell’opera) e Gaetano Rasi (I programmi della Fondazione) –; una dettagliata relazione sul Convegno internazionale «Il pensiero di Ugo Spirito» (Roma, Palazzo Mattei – Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 6-9 ottobre 1987); e la notizia relativa all’acquisizione, nel 1988, delle carte di Riccardo Del Giudice e Arnaldo Volpicelli.

Il 21 novembre la Fondazione a Spaziolibero Tv – Rai3

La Fondazione è stata ospite giovedì 21 novembre 2019, alle ore 10.50 circa, della rubrica televisiva di Rai Parlamento Spaziolibero. La rubrica è andata in onda su Rai3. Il tema, in relazione alle iniziative in corso per il quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e per il novantesimo della nascita di Renzo De Felice, è stato “Studi e ricerche su Ugo Spirito e Renzo De Felice”.
Ha introdotto Annamaria Baccarelli. Il servizio è stato realizzato da Nubia Martini, con immagini e interviste raccolte in occasione dell’apertura della mostra fotografica su Ugo Spirito ad Arezzo, dal 9 al 23 novembre, e del convegno sulla figura di Renzo De Felice tenutosi a Rieti il 7 novembre. Nel programma anche interventi di Giuseppe Parlato, Danilo Breschi, Gianni Oliva e Hervé A. Cavallera.

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Storiografia e impegno civile: Rieti ricorda Renzo De Felice

“Insegnare la complessità. Magistero scientifico e impegno civile in Renzo De Felice”. Questo il tema del convegno che la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in collaborazione con il Comune di Rieti, organizza nel quadro delle iniziative di studio programmate nel novantesimo anniversario della nascita dello storico scomparso.
Il convegno si terrà nella città natale di De Felice giovedì 7 novembre 2019, con inizio alle 15.30, nella Sala della Biblioteca Comunale Paroniana, via San Pietro Martire, 28.
Il programma si apre con i saluti del sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, dell’assessore alla Cultura, Gianfranco Formichetti, e del vicepresidente della Fondazione, Gianni Scipione Rossi.
A seguire, gli interventi del giornalista e saggista Pasquale Chessa, del ricercatore Mario Ciampi, del presidente dell’Istituto Storico per il Pensiero Liberale Luigi Compagna, del giornalista e saggista Stefano Folli, editorialista de “la Repubblica”, dello storico Gianni Oliva e del giornalista e scrittore Marcello Veneziani. Le conclusioni saranno tratte dallo storico Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.  Modera Stefano Pozzovivo, conduttore di Radio Subasio.

Nato a Rieti nel 1929, prematuramente scomparso a Roma nel 1996, Renzo De Felice è stato uno dei maggiori storici italiani del Novecento. Laureatosi a Roma con Federico Chabod, professore universitario dal 1968, dal 1971 ha insegnato prima Storia dei partiti politici poi Storia contemporanea nell’università di Roma “La Sapienza”. Ha fondato e diretto dal 1970 la rivista Storia contemporanea.

Partito da studi sul giacobinismo in Italia, si è poi interessato di problemi di storia del fascismo. Trai suoi volumi: Storia degli ebrei in Italia sotto il fascismo (1961, 1977); Le interpretazioni del fascismo (1969, 1971), e una vasta biografia di Mussolini. Uscita tra il 1965 e il 1997, si compone di otto volumi (l’ultimo uscito postumo). Si è occupato anche di D’Annunzio politico (1978) e ne ha curato la pubblicazione degli epistolari con Mussolini (1971) e De Ambris (1966), degli scritti e dei discorsi fiumani (1974). Ha redatto la voce Fascismo per l’Enciclopedia del Novecento. Tra le sue ultime opere il saggio-intervista Rosso e nero (1995).
Presidente della Commissione scientifica della Fondazione Ugo Spirito dalla nascita, ha presieduto la Fondazione stessa dal 1992 fino alla morte. In omaggio al suo magistero scientifico, nel 2011 l’istituto ha assunto l’attuale denominazione di Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

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Renzo De Felice: validità della biografia nella ricerca storica

Nota introduttiva di Giuseppe Parlato

//Dal gennaio al giugno 1982 si svolse alla Sapienza di Roma un seminario dal titolo “Teorie, tecniche e problemi della ricerca storica”, organizzato da un gruppo di studenti della Facoltà di Scienze Politiche. Vi parteciparono docenti di materie storiche provenienti da diverse Facoltà universitarie. Alcuni, successivamente, lasciarono dei contributi scritti, altri furono intervistati in merito al loro lavoro di storici, alle metodologie della ricerca, alle tecniche prese in considerazione e ai problemi incontrati durante il lavoro.
Gli studenti erano Marco De Nicolò, che poi ha proseguito il percorso di ricerca diventando a sua volta docente e che ringraziamo per averci permesso di pubblicare il testo defeliciano, Maria Letizia D’Autilia, anch’essa tuttora impegnata nell’ambito della ricerca storica, Modesto Panaro, Emmanuele Carboni e Roberto Andreini.
Furono coinvolti, tra i docenti, Alberto Monticone, ordinario di Storia moderna, Carlo Mongardini, ordinario di Scienza Politica, Pietro Pastorelli, ordinario di Storia delle relazioni internazionali, Antonio Parisella e Luigi Goglia, allora ricercatori di Storia contemporanea, e Ginevra Conti Odorisio, allora ricercatrice di Storia delle dottrine politiche, che diedero al volume che poi si pubblicò, un contributo scritto.
Furono poi anche intervistati altri ordinari: Gabriele De Rosa e Renzo De Felice, di Storia contemporanea, Mario Caravale, di Storia del diritto, Alberto Caracciolo, di Storia moderna, e Paolo Spriano, di Storia dei partiti politici, questi ultimi due della Facoltà di Lettere.
Ne venne fuori un volumetto agile ma molto intenso e interessante, avendo quegli studenti colto il significato più profondo delle caratteristiche della ricerca storica.
A De Felice gli studenti chiesero di parlare del genere biografico nella storia contemporanea italiana.

[…]

L’intervista a Renzo De Felice

D. Credo che si potrebbe iniziare questo incontro con una domanda.
In questo periodo le biografie imperversano; se però mettiamo un attimo da parte quest’ultima fase (anche se sarebbe interessante conoscere i motivi di tale rinascita del genere biografico), ci si può chiedere perché la storiografia italiana, soprattutto dopo il secondo dopoguerra, abbia avuto così pochi casi di opere storiche con impianto biografico; mentre la biografia non solo è un genere classico della storiografia anglosassone, ma anche un genere estremamente diffuso in altri Paesi come Francia e Germania, e con opere di altissimo livello.

R. Potrei rispondere dicendo che questo è avvenuto a causa del sommmarsi di due caratteri della storiografia italiana di questo dopoguerra. Da un lato abbiamo una tradizione di storia etico-politica che molto spesso, anche quando è storia politica, ha finito per privilegiare aspetti di storia della nascita, diffusione, trasformazione delle idee politiche, del loro rapporto con la coscienza dei popoli. Da un altro lato invece l’altra influenza, in gran parte tipica del periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, è l’influenza della storiografia marxista, e quindi l’accento portato sulle strutture, sulla vita sociale, e tutto il mondo di indagine tipico della storiografia marxista. Non è un caso infatti che esista un altro paese dove le biografie hanno avuto scarsa fortuna: l’Unione Sovietica. Questi i due motivi a mio parere determinanti lo scarso interesse italiano del dopoguerra per le biografie.

[…]

I testi integrali in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a.1, n. 2, 2019, nuova serie, a. XXXI, pp. 11-19.