Dal confinamento obbligatorio nascono anche analisi sul presente e sul possibile futuro, sia pure con qualche difficoltà causata dalle limitazioni imposte anche alla filiera editoriale. Tra le novità, anche questo volumetto pubblicato dal vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi: Cronache del virus. Diario della decrescita infelice, EFG, Gubbio 2020, pp. 124, €10.00. Il ricavato è destinato alla Caritas.
“Questo libriccino – scrive Rossi nell’introduzione – nasce per caso. È figlio della clausura. E di Facebook, la piazza virtuale che malamente sostituisce le piazze reali. Costretto all’isolamento, via via più stringente, ho cercato di fissare in qualche modo pensieri, sensazioni, riflessioni. Che stanno lì, nella bolla del web. E lì potevano finire. Disperdersi. Insieme al ricordo di una stagione triste, che ci ha colpiti singolarmente e collettivamente come non avremmo potuto im- maginare. Anzi, all’inizio, senza capire che cosa sarebbe successo”.
“In molti, durante la quarantena, – scrive l’autore in sede di conclusione – siamo stati costretti a parlarci telematicamente. Si sono fatte lezioni universitarie a distanza, e tante altre belle cose, compresi incontri collettivi per passare il tempo. Skype, Zoom o quel che volete voi sono utili. Ma sono surrogati. E io non voglio vivere di surrogati. C’è il tempo della solitudine, del raccoglimento. E c’è il tempo del confronto. Voglio vedere gente, stringere mani, discutere, litigare… guardando in faccia l’interlocutore. Voglio vivere, insomma. Non passare dall’alienazione di Charlot alla catena di montaggio di Tempi moderni all’alienazione dell’intelligenza artificiale. La quale è, appunto, artificiale”.
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