La presentazione del volume di Ugo Spirito curato da Danilo Breschi: il 26 ottobre a Terni

Mercoledì 26 ottobre 2022, alle ore 17.00, nella Sala videoconferenze della Biblioteca comunale di Terni (Piazza della Repubblica, 1), verrà presentato il volume di Ugo SpiritoL’avvenire della globalizzazione. Scritti giornalistici (1969-1979), a cura di Danilo Breschi (Luni, Milano 2022). Con il curatore ne discuteranno Luigi Cimmino, docente di Filosofia teoretica nella Università degli Studi di Perugia, e Danilo Sergio Pirro, presidente dell’associazione Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Terni.

Il libro

Danilo Breschi, con questa raccolta di articoli giornalistici scritti da Ugo Spirito negli ultimi dieci anni di vita (1969-1979), aggiunge un tassello importante nella ricostruzione del percorso umano e intellettuale del filosofo. Sono anni particolari. Il ’68 è passato e Spirito si è trovato, per la prima volta nella sua lunga vita, isolato dalla cultura “che conta”.

Lo Spirito che qui emerge discute di aborto e di inquinamento, di conformismo e di futurologia, di divorzio e di minoranze, di parità dei sessi e di rivolta delle carceri, di limiti della scienza e di debolezza della Costituzione: insomma, parla di temi che declina in termini filosofici, sorprendendo per la freschezza e la modernità delle analisi.

In particolare egli avverte la presenza di un fenomeno, che oggi chiamiamo globalizzazione, che non solo individua trent’anni prima che il concetto diventi cultura diffusa, ma ne prevede limiti e sviluppi con una lucidità impressionante.

La raccolta antologica, preceduta da una esaustiva introduzione di Danilo Breschi, si conclude con le interviste a quattro intellettuali, amici, colleghi e allievi, Giuseppe Bedeschi, Hervé A. Cavallera, Francesco Perfetti e Antonio Russo, che contribuiscono a completare il quadro intellettuale e umano del filosofo.

Ugo Spirito (Arezzo 1896 – Roma 1979), è stato uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento. Ha insegnato nelle università di Pisa, Messina, Genova e Roma. Accademico linceo, allievo di Giovanni Gentile, fu teorico del corporativismo ed elaborò il problematicismo. Tra le sue opere: I fondamenti dell’economia corporativa (1932); La vita come arte (1941); Il problematicismo (1948); La vita come amore (1953); Dal mito alla scienza (1966); Memorie di un incosciente (1977). In coedizione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Luni Editrice ha già pubblicato anche Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi, con postfazione di Hervé A. Cavallera (2019); La vita come ricerca, con prefazione di Francesco Perfetti e introduzione di Hervé A. Cavallera (2020); e Critica della democrazia, con prefazione di Francesco Perfetti (2020).

Danilo Breschi è professore associato Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT), dove insegna Teorie dei conflitti, Fondamenti di politologia ed Elementi di politica internazionale. È direttore scientifico del semestrale «Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee» e componente del Consiglio d’Amministrazione e del Comitato scientifico della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Fra le sue pubblicazioni: Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea (Mauro Pagliai Editore 2017); Mussolini e la città. Il fascismo tra antiurbanesimo e modernità (Luni 2018); Quale democrazia per la Repubblica? Culture politiche nell’Italia della transizione 1943-1946 (Luni 2020).

Il libro è disponibile e può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:

segreteria@fondazionespirito.it

lunieditrice@lunieditrice.com

Ugo Spirito, L’avvenire della globalizzazione. Scritti giornalistici (1969-1979), a cura di D. Breschi, Luni Editrice, Milano 2022, pp. 400, €25.00

Il volume è stato finanziato con il contributo previsto dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1 co. 416.

Presentato in Fondazione il volume su Cesare Merzagora di Silvio Berardi

Giovedì 4 novembre 2021 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume Cesare Merzagora. Un liberale europeista tra difesa dello Stato e anti-partitocrazia di Silvio Berardi (Luni Editrice, Milano 2021). Con l’autore ne ha discusso Gerardo Nicolosi, professore associato di Storia contemporanea nella Università degli Studi di Siena. Ha presentato l’incontro Andrea Ungari, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università “G. Marconi” di Roma e direttore della Fondazione.

Il libro

Nel panorama politico-istituzionale dell’Italia repubblicana, Cesare Merzagora simboleggia l’immagine di uno statista senza dubbio atipico poiché, pur tra i padri della rinascita del paese dopo il secondo conflitto mondiale, fu certamente tra coloro che denunciarono con veemenza la corruzione governativa. Personalità libera, non esitò mai a biasimare le gravi manchevolezze del sistema; antifascista, criticò sempre un certo tipo di antifascismo viscerale e di maniera. Il suo complesso percorso istituzionale di uomo liberale, liberista, europeista e anticomunista, fu contraddistinto dall’intransigente difesa dello Stato e dalla perentoria condanna del sistema partitocratico. Queste furono, accanto all’impegno per la costruzione di un’Europa politicamente unita, le direttrici perseguite da Merzagora nel corso di tutta l’esistenza, con tenacia e continuità, nelle quali confluirono le sue esperienze di economista, di industriale, di politico, di diplomatico, di giornalista, di musicista, di scrittore, di scultore, in una sintesi armonica ed equilibrata.

Fedele agli insegnamenti di Alcide De Gasperi e dunque contrario a ogni forma di nazionalismo, ritenne essenziale, per il paese, un ruolo da protagonista nel processo di integrazione europea.

Nel ridimensionamento dell’assemblea parlamentare, Merzagora scorgeva un grave pericolo per la democrazia del paese e si rammaricava che buona parte delle stesse forze antifasciste non sembrassero avvertire tale rischiosa situazione. Le sue preferenze furono sempre espresse per la costituzione di un governo centrista ed europeista, direttamente appoggiato dai partiti laici, in grado di dimostrarsi sensibile alle richieste del mondo produttivo e della borghesia, capace di accogliere al suo interno un elevato numero di tecnici.

L’autore

Silvio Berardi è professore associato di Storia delle Relazioni internazionali e docente di Storia dell’integrazione europea presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università Niccolò Cusano di Roma; è, inoltre, Fellow della Royal Historical Society. I suoi interessi di ricerca si soffermano principalmente sull’apporto offerto dal mondo repubblicano e liberale italiano al processo di integrazione europea e sulla decolonizzazione dell’Africa italiana. Tra le sue pubblicazioni: Cesare Merzagora. Un liberale europeista tra difesa dello Stato e anti-partitocrazia, Luni Editrice, Milano, 2021; Mary Tibaldi Chiesa. Tra integrazione europea e riforma delle Nazioni Unite, Aracne, Roma, 2018; Francesco Saverio Nitti. Dall’Unione Sovietica agli Stati Uniti d’Europa, Anicia, Roma, 2009.

 

Il video integrale della presentazione è disponibile al seguente link: https://youtu.be/mHkhdey3qC8

Presentazione online del volume di Ester Capuzzo

Giovedì 10 giugno 2021 è stato presentato, in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume «Italiani. Visitate l’Italia». Politiche e dinamiche turistiche in Italia tra le due guerre mondiali di Ester Capuzzo (Luni, Milano 2020). Con l’autrice ne hanno discusso Gianni Scipione Rossi, giornalista e vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice; Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma e presidente della Fondazione; e Maria Carmela Colaiacovo, presidente di Confindustria Alberghi.

Il libro

Il turismo costituisce un fenomeno che nel corso del Novecento ha assunto una dimensione globalizzante, richiamando nel nostro paese soltanto negli ultimi decenni l’attenzione degli storici interessati soprattutto alla ricostruzione dei caratteri dello sviluppo economico e dell’evoluzione dei consumi nell’età contemporanea, più raramente agli aspetti istituzionali delle politiche turistiche che durante il fascismo trasformarono questo settore in un’arma non secondaria per la ricerca del consenso all’interno e in una vetrina delle realizzazioni del regime sul piano internazionale. Di fronte all’emergere della società di massa, il fascismo cercò di dirigere e orientare la nuova disponibilità di tempo libero dei lavoratori verso forme di uso collettivo e familiare con i treni popolari, le gite domenicali al mare e in montagna in autobus o in bicicletta, le colonie estive per i bambini, le crociere nei territori oltremare e i viaggi patriottici sui campi di battaglia e nelle province ottenute alla fine della Prima guerra mondiale, abituando gli italiani alle vacanze e contribuendo, pur nel condizionamento ideologico, a modificarne l’orizzonte culturale e geografico. Modificazioni nei mezzi di trasporto, trasformazioni degli stili di vita e diversificazioni delle strutture dell’accoglienza si accompagnarono alla diffusione di pratiche turistiche sviluppatesi tra gli anni Venti e Trenta fra fasce di popolazione più ampie rispetto al periodo antebellico, sia con il supporto delle tradizionali organizzazioni turistiche nate in età liberale, sia con le organizzazioni di massa del regime. Durante gli anni Trenta il turismo divenne un comparto dello Stato imperniato su un’organizzazione istituzionale a forma piramidale, che rifletteva la chiara funzione politica attribuita al settore dal fascismo e finalizzata allo sviluppo, all’incremento e al sostegno ai viaggi e alle gite di quei segmenti sociali più ampi, soprattutto i ceti urbani e quello alto-borghese, che nell’età liberale aveva incarnato la facies del turista italiano.

L’autrice

Ester Capuzzo, professore ordinario di Storia contemporanea nella Sapienza Università di Roma, insegna anche Storia del Turismo. È stata Segretario Generale dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, attualmente è Vice-presidente della Società Dalmata di Storia Patria e membro del comitato scientifico della Casa del Ricordo e dell’Esodo degli Istriani, Fiumani e Dalmati del Comune di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Alla periferia dell’Impero. Terre italiane degli Asburgo tra storia e storiografia (XVIII-XX secolo), Edizioni Scientifiche Italiane, 2009 ed Ebrei italiani dal Risorgimento alla scelta sionista, Le Monnier, 2004. Recentemente ha curato il volume Società e istituzioni in Francia e in Italia durante la Prima guerra mondiale, Nuova Cultura, 2017.

Disponibile su YouTube la registrazione integrale della presentazione: https://youtu.be/JmV_OjyVH4E

“Critica della democrazia”: disponibile in Fondazione la nuova edizione pubblicata da Luni Editrice

Nel quadro delle iniziative di studio e ricerca avviate dalla Fondazione per il quarantennale della morte di Ugo Spirito, è stata pubblicata una nuova edizione di Critica della democrazia, edita da Luni Editrice e dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

Il libro

Pubblicato originariamente nel 1963, questo volume è tra i più significativi tra quelli scritti da Ugo Spirito nel secondo dopoguerra. Sotto il profilo filosofico, esso propone un tentativo di costruzione di una metafisica della scienza, mentre sotto il profilo della storia del pensiero politico e della filosofia politica offre un notevole contributo teorico al dibattito sull’istituto democratico e sulla prassi democratica. Il volume è, però, importante anche per la comprensione della storia italiana più recente perché suggerisce una lettura interpretativa del fascismo alla luce delle vicende dell’attualismo  e sottolinea la fecondità euristica di un approccio in chiave culturale e filosofica allo studio di quel periodo storico. Fra attualismo e fascismo, a parere di Spirito, si instaurò una sostanziale unità di natura speculativa, talmente forte da non consentire la separazione delle sorti dell’uno da quelle dell’altro. Il 1932, l’anno del convegno di studi sindacali e corporativi di Ferrara, viene presentato dal pensatore come un momento fondamentale nella storia del fascismo, perché in quella sede e in quella occasione, sarebbe esplosa la “tesi comunista” con la negazione della proprietà individuale e con la proposta dell’istituto della “corporazione proprietaria”, che avrebbe dato luogo a un vivace dibattito politico.

Ugo Spirito (Arezzo 1896 – Roma 1979), è stato uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento. Ha insegnato nelle università di Pisa, Messina, Genova e Roma. Accademico linceo, allievo di Giovanni Gentile, fu teorico del corporativismo ed elaborò il problematicismo. Tra le sue opere: I fondamenti dell’economia corporativa (1932); La vita come arte (1941); Il problematicismo (1948); La vita come amore (1953); Dal mito alla scienza (1966); Memorie di un incosciente (1977). In coedizione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Luni Editrice ha già pubblicato anche Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi, con postfazione di Hervé A. Cavallera (2019).

Il libro è disponibile e può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:

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lunieditrice@lunieditrice.com

Ugo Spirito, Critica della democrazia, prefazione di Francesco Perfetti, Luni Editrice, Milano 2020, pp. 160, €19.00

Nell’ambito delle celebrazioni del quarantesimo anno dalla scomparsa di Ugo Spirito, e del novantesimo anno dalla nascita di Renzo De Felice, il volume è stato finanziato con il contributo previsto dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1 co. 416.

“La vita come ricerca”: la nuova edizione pubblicata da Luni Editrice disponibile in Fondazione

Nel quadro delle iniziative di studio e ricerca avviate dalla Fondazione per il quarantennale della morte di Ugo Spirito, è stata pubblicata una nuova edizione de La vita come ricerca, edita da Luni Editrice e dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

Il libro

Pubblicato per la prima volta nel 1937, La vita come ricerca è uno dei volumi più importanti di Ugo Spirito e certamente quello che produce negli anni Trenta una svolta profonda nella storia dell’idealismo italiano. Opera complessa, in cui l’originale spessore teoretico è tutt’uno con la riflessione economico-politica e con l’analisi sociale, essa segna l’inizio del problematicismo di Spirito. Il confronto con l’attualismo e con il fascismo, che costituisce una delle linee di lettura del testo, non solo esprime le inquietudini di una generazione, ma apre il discorso speculativo ad una ricerca tra le più suggestive della filosofia contemporanea. Significativa, sotto il profilo della storia della filosofia, “La vita come ricerca” lo è anche sotto il profilo dell’interpretazione della storia contemporanea. In appendice a questa edizione sono riprodotti gli interventi critici di Delio Cantimori e Giovanni Gentile insieme alla replica dell’autore.

Ugo Spirito (Arezzo 1896 – Roma 1979), è stato uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento. Ha insegnato nelle università di Pisa, Messina, Genova e Roma. Accademico linceo, allievo di Giovanni Gentile, fu teorico del corporativismo ed elaborò il problematicismo. Tra le sue opere: I fondamenti dell’economia corporativa (1932); La vita come arte (1941); Il problematicismo (1948); La vita come amore (1953); Dal mito alla scienza (1966); Memorie di un incosciente (1977). In coedizione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Luni Editrice ha già pubblicato anche Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi, con postfazione di Hervé A. Cavallera (2019).

Il libro è disponibile e può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:

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Ugo Spirito, La vita come ricerca, prefazione di Francesco Perfetti, introduzione di Hervé A. Cavallera, Luni Editrice, Milano 2020, pp. 240, €22.00

Nell’ambito delle celebrazioni del quarantesimo anno dalla scomparsa di Ugo Spirito, e del novantesimo anno dalla nascita di Renzo De Felice, il volume è stato finanziato con il contributo previsto dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1 co. 416.

Il saggio di Ugo Spirito sull’Iran di Reza Pahlavi presentato a “Più libri più liberi”

Un pubblico attento e composto  soprattutto da giovani sabato 7 dicembre 2019 nella Sala Giove del Roma Convention Center – La Nuvola per la presentazione  alla rassegna “Più libri più liberi” dell’inedito di Ugo Spirito Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, curato da Gianni Scipione Rossi, con postfazione di Hervé A. Cavallera, pubblicato da Luni in co-edizione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, ha introdotto l’incontro illustrando le iniziative in corso nel quarantesimo anniversario della morte del filosofo aretino. Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo, si è soffermato sull’importanza del volume per comprendere la storia dell’Iran anche in relazione con le attuali vicende del Paese asiatico, sconvolto da proteste popolari contro il regime teocratico e dispotico instaurato da Khomeyni nel 1979, dopo il crollo della monarchia autoritaria guidata da Pahlavi. Rodolfo Sideri, docente di filosofia e storia e responsabile dei Corsi di formazione della Fondazione, ha inquadrato il testo ritrovato nel fluire del pensiero filosofico di Ugo Spirito, che nello stendere il saggio sull’Iran ha confermato la sua vocazione a porsi come “consigliere del principe”, delineando le possibili prospettive della sua “rivoluzione bianca”.

Il libro

Negli ultimi mesi di una vita segnata da una speculazione che tende a inverarsi nell’azione politica, Ugo Spirito ha lavorato a un volume sull’Iran governato da Mohammad Reza Pahlavi. Un libro rimasto inedito nella sua stesura integrale e oggetto, in tempi diversi, di manipolazioni e censure. Conservato nel suo archivio privato, a quarant’anni di distanza il testo appare per la prima volta nella sua versione originale, che rivela il reale pensiero del filosofo.
Lo sforzo compiuto da Spirito è stato volto, nell’autunno del 1978, a comprendere e illustrare criticamente le linee guida della “rivoluzione bianca” dello Scià – avviata nel 1963 – inquadrandole nella storia della Persia e valutandone le possibili evoluzioni, mentre il Paese era sconvolto dalle proteste di piazza sfociate nel 1979 nella rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeyni.

Lo Scià appare a Ugo Spirito come un sovrano illuminato e ne valuta positivamente il sogno di trasformare l’Iran in una sorta di Città del Sole, nella quale regnino l’armonia e la collaborazione tra le classi sociali, nella prospettiva di un intenso sviluppo industriale. Una “città” laica, in cui non vi siano più sfruttatori e sfruttati, ricchi” e poveri, proprietari e servi, secondo la tradizione socialista dalla quale, secondo Spirito, lo Scià ha tratto ispirazione per tracciare una “terza via” tra liberismo e comunismo.
Per quanto illuminato, Spirito giudica il regime iraniano un dispotismo dittatoriale, errato sul piano teorico e fatalmente destinato a terminare con la scomparsa del suo protagonista.

Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi. Postfazione di Hervé A. Cavallera, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 192, €22.00.

“Facciamo storia, non moralismo”: pubblicato il terzo volume degli scritti giornalistici di Renzo De Felice

Questo terzo volume – un unico tomo di 352 pagine – raccoglie  scritti e interviste che coprono un periodo storico molto intenso sia sul piano internazionale sia sul piano interno, che va dall’apertura del muro di Berlino – 9 novembre 1989 – al crollo della “prima repubblica” e alla contrastata nascita della “seconda”, passando nel 1992 per la firma trattato di Maastricht e la creazione dell’Unione Europea. In questo periodo De Felice ha presieduto la Commissione scientifica della Fondazione e ne è stato negli ultimi anni presidente.

Dagli scritti emerge un De Felice che conferma il suo forte impegno civile,la sua critica alla storiografia italiana e la preoccupazione per la inadeguatezza della classe politica.

Il volume, con una prefazione di Gianni Scipione Rossi,  si apre con un intervento nel quarantesimo anniversario delle leggi razziali e si chiude con un testo di commento al volume Il passato di un’illusione di François Furet. <Giudicando il secolo – nota De Felice – non possiamo non dirci furettiani>

La pubblicazione avviane nel quadro delle iniziative che la Fondazione ha intrapreso nel quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e nel novantesimo della nascita di Renzo De Felice – con il sostegno della Legge di Bilancio 2019, ex art. 1, comma 416 – con l’obiettivo di promuovere studi e ricerche sull’opera dei due grandi intellettuali del Novecento ai quali la Fondazione stessa si intitola. 

Renzo De Felice, Scritti Giornalistici. <Facciamo storia, non moralismo> 1989-1996, a cura di Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, prefazione di Gianni Scipione Rossi, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 352, € 25,00.

Il libro può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:

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www.lunieditrice@lunieditrice.com

Rassegna stampa

Ma De Felice oggi sarebbe censurato

Leggi anche:

http://www.fondazionespirito.it/insegnare-la-complessita-il-7-novembre-a-rieti-convegno-sul-magistero-di-renzo-de-felice/

 

“Facciamo storia, non moralismo”: in uscita il terzo volume degli scritti giornalistici di Renzo De Felice

Nel novantesimo anniversario della nascita di Renzo De Felice è in uscita il terzo volume dei suoi scritti giornalistici. Il libro, curato da Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, viene pubblicato in coedizione dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e da Luni Editrice con il titolo Scritti Giornalistici. <Facciamo storia, non moralismo> 1989-1996.

Il volume completa la raccolta degli articoli e delle interviste che lo storico reatino ha pubblicato su riviste e giornali dal 1960 a poche settimane dalla scomparsa. Il primo volume – in due tomi- è apparso nel 2016, nel ventennale della morte. Il secondo – anch’esso in due tomi – nel 2017.

Questo terzo volume – un unico tomo di 352 pagine – raccoglie  scritti e interviste che coprono un periodo storico molto intenso sia sul piano internazionale sia sul piano interno, che va dall’apertura del muro di Berlino – 9 novembre 1989 – al crollo della “prima repubblica” e alla contrastata nascita della “seconda”, passando nel 1992 per la firma trattato di Maastricht e la creazione dell’Unione Europea. In questo periodo De Felice ha presieduto la Commissione scientifica della Fondazione e ne è stato negli ultimi anni presidente.

Dagli scritti emerge un De Felice che conferma il suo forte impegno civile,  la sua critica alla storiografia italiana e la preoccupazione per la inadeguatezza della classe politica.

Il volume, con una prefazione di Gianni Scipione Rossi,  si apre con un intervento nel quarantesimo anniversario delle leggi razziali e si chiude con un testo di commento al volume Il passato di un’illusione di François Furet. <Giudicando il secolo – nota De Felice – non possiamo non dirci furettiani>

La pubblicazione avviane nel quadro delle iniziative che la Fondazione ha intrapreso nel quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e nel novantesimo della nascita di Renzo De Felice – con il sostegno della Legge di Bilancio 2019, ex art. 1, comma 416 – con l’obiettivo di promuovere studi e ricerche sull’opera dei due grandi intellettuali del Novecento ai quali la Fondazione stessa si intitola. 

Renzo De Felice, Scritti Giornalistici. <Facciamo storia, non moralismo> 1989-1996, a cura di Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, prefazione di Gianni Scipione Rossi, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 352, € 25,00.

Il libro può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:

info@www.fondazionespirito.it

www.lunieditrice@lunieditrice.com

Leggi anche:

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Ugo Spirito e l’Iran dello Scià: il 25 settembre incontro sull’inedito pubblicato per la prima volta in versione integrale

Nel quadro delle iniziative di studio e ricerca avviate dalla Fondazione nel quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito, mercoledì 25 settembre 2019, alle 18.00, si tiene a Roma, nella sede di Piazza delle Muse 25, un incontro sulle riflessioni dedicate nel 1978 dal filosofo alle prospettive del regime iraniano guidato dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi.
Sulla base dell’inedito Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, pubblicato per la prima volta nella sua versione integrale da Luni Editrice in coedizione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, ne discutono Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione e curatore del volume, Hervé A. Cavallera, professore onorario nell’Università del Salento e autore della postfazione, e Rodolfo Sideri, direttore dei Corsi di formazione della Fondazione.

La IV di copertina: Spirito
nella residenza estiva di Todi

Il libro
Negli ultimi mesi di una vita segnata da una speculazione che tende a inverarsi nell’azione politica, Ugo Spirito ha lavorato a un volume sull’Iran governato da Mohammad Reza Pahlavi. Un libro rimasto inedito nella sua stesura integrale e oggetto, in tempi diversi, di manipolazioni e censure. Conservato nel suo archivio privato, a quarant’anni di distanza il testo appare per la prima volta nella sua versione originale, che rivela il reale pensiero del filosofo.
Lo sforzo compiuto da Spirito è stato volto, nell’autunno del 1978, a comprendere e illustrare criticamente le linee guida della “rivoluzione bianca” dello Scià – avviata nel 1963 – inquadrandole nella storia della Persia e valutandone le possibili evoluzioni, mentre il Paese era sconvolto dalle proteste di piazza sfociate nel 1979 nella rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeyni.

Lo Scià appare a Ugo Spirito come un sovrano illuminato e ne valuta positivamente il sogno di trasformare l’Iran in una sorta di Città del Sole, nella quale regnino l’armonia e la collaborazione tra le classi sociali, nella prospettiva di un intenso sviluppo industriale. Una “città” laica, in cui non vi siano più sfruttatori e sfruttati, ricchi e poveri, proprietari e servi, secondo la tradizione socialista dalla quale, secondo Spirito, lo Scià ha tratto ispirazione per tracciare una “terza via” tra liberismo e comunismo.

Per quanto illuminato, Spirito giudica il regime iraniano un dispotismo dittatoriale, errato sul piano teorico e fatalmente destinato a terminare con la scomparsa del suo protagonista.

Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi. Postfazione di Hervé A. Cavallera, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 192, € 22.00


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Evento organizzato nell’ambito delle celebrazioni del quarantesimo anno dalla scomparsa di Ugo Spirito, e del novantesimo anno dalla nascita di Renzo De Felice, con il contributo previsto dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1 co. 416.

Ugo Spirito e l’Iran. In libreria l’inedito del filosofo

È disponibile nelle librerie tradizionali e online l’inedito di Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione, a cura e con introduzione di Gianni Scipione Rossi e con una postfazione di Hervé A. Cavallera.

Come sarebbe oggi l’Iran se quaranta anni fa, nel gennaio del 1979, lo Scia’ Mohammad Reza Pahlavi non fosse stato costretto all’esilio e non avesse vinto la rivoluzione islamica degli ayatollah? E quali sarebbero stati gli equilibri nella cruciale area geopolitica mediorientale? Domande senza risposta certa, naturalmente.
È invece oggi possibile sapere come Ugo Spirito avrebbe voluto che fosse, consapevole che il regime di Pahlavi non sarebbe potuto durare senza superare la lunga fase della tecnocrazia autoritaria.

Il libro

Negli ultimi mesi di una vita segnata da una speculazione che tende a inverarsi nell’azione politica, Ugo Spirito ha lavorato a un volume sull’Iran governato da Mohammad Reza Pahlavi. Un libro rimasto inedito nella sua stesura integrale e oggetto, in tempi diversi, di manipolazioni e censure, Conservato nel suo archivio privato, a quarant’anni di distanza il testo appare per la prima volta nella sua versione originale, che rivela il reale pensiero del filosofo.
Lo sforzo compiuto da Spirito è stato volto, nell’autunno del 1978, a comprendere e illustrare criticamente le linee guida della “rivoluzione bianca” dello Scià – avviata nel 1963 – inquadrandole nella storia della Persia e valutandone le possibili evoluzioni, mentre il Paese era sconvolto dalle proteste di piazza sfociate nel 1979 nella rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeyni.

1 febbraio 1979: Khomeyni
sbarca a Teheran

16 gennaio 1979: Reza Pahlavi
e Farah Diba lasciano Teheran

Lo Scià appare a Ugo Spirito come un sovrano illuminato e ne valuta positivamente il sogno di trasformare l’Iran in una sorta di Città del Sole, nella quale regnino l’armonia e la collaborazione tra le classi sociali, nella prospettiva di un intenso sviluppo industriale. Una “città” laica, in cui non vi siano più sfruttatori e sfruttati, ricchi e poveri, proprietari e servi, secondo la tradizione socialista dalla quale, secondo Spirito, lo Scià ha tratto ispirazione per tracciare una “terza via” tra liberismo e comunismo. Per quanto illuminato, Spirito giudica il regime iraniano un dispotismo dittatoriale, errato sul piano teorico e fatalmente destinato a terminare con la scomparsa del suo protagonista.

La IV di copertina: Spirito
nella residenza estiva di Todi

Ugo Spirito (Arezzo 1896 – Roma 1979), è stato uno dei maggiori filosofi italiani del Novecento. Ha insegnato nelle università di Pisa, Messina, Genova e Roma. Accademico linceo, allievo di Giovanni Gentile, fu teorico del corporativismo ed elaborò il problematicismo.
Tra le sue opere: I fondamenti dell’economia corporativa (1932); La vita come ricerca (1937); La vita come arte (1941); Il problematicismo (1948); La vita come amore (1953); Dal mito alla scienza (1966); Memorie di un incosciente (1977).

Gianni Scipione Rossi è direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione in Giornalismo Radiotelevisivo. È vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Tra i suoi libri: Lo “squalo” e le leggi razziali (2017); Storia di Alice (2010); Il razzista totalitario (2007); Mussolini e il diplomatico (2005).

Hervé A. Cavallera, già Professore ordinario di Storia della Pedagogia, è Professore onorario nell’Università del Salento. Ha curato le Opere complete di Giovanni Gentile.

Rassegna stampa

Rai GrParlamento

Intervista di Carlo Albertazzi

Radio Radicale

Intervista di Giuseppe Di Leo

Adnkronos

https://www.adnkronos.com/cultura/2019/09/12/dopo-caso-blue-girl-esce-rivoluzione-bianca-dello-scia-ugo-spirito_6wuQDRXxpj9sHc0SsLzmtL.html?fbclid=IwAR0aXaG5vIEo6W4a4aSY1qnC2–Mm_AaeRaM8JMuvIsYFDZxzWcMV8BECAc

Giustizia e Investigazione

http://www.giustiziaeinvestigazione.com/ugo-spirito-e-la-rivoluzione-bianca-dello-scia-reza-pahlavi/

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Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi. Postfazione di Hervé A. Cavallera, Luni Editrice/Fondazione Ugo Spirito e a Renzo De Felice, Milano-Roma 2019, pp. 192, 22 €.
Il volume è acquistabile anche presso la sede della Fondazione.
Per ordinarlo: info@www.fondazionespirito.it; lunieditrice@lunieditrice.comwww.lunieditrice.com