Il nuovo libro di Gianni Scipione Rossi sull’antisemitismo: il 16 maggio in Fondazione

Giovedì 16 maggio 2024, alle ore 18.00, verrà presentato a Roma, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice – ETS (Piazza delle Muse, 25), il volume “Anche Israele però…”. L’ombra lunga dell’antisemitismo di Gianni Scipione Rossi (Intermedia Edizioni, Orvieto 2024). Ne discuterà con l’autore Emanuele Calò, direttore dell’Osservatorio Enzo Sereni. Presiederà i lavori Andrea Ungari, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università Guglielmo Marconi di Roma e direttore della Fondazione.

L’incontro verrà trasmesso in streaming sui canali web e social della Fondazione.

Il libro

7 ottobre 2023, Sukkot. I terroristi di Hamas attaccano Israele e fanno strage di ragazze, ragazzi e bambini. Israele reagisce. La mattanza è presto dimenticata. Si invertono i ruoli. L’aggredito viene dipinto come aggressore. Anche in Italia riaffiora un antisemitismo diffuso, soprattutto tra i giovani, tra gli studenti, nelle università. Invade i social. È stata un’illusione pensare che fosse ormai un fenomeno marginale. Si conferma che l’antisemitismo mascherato da antisionismo ha radici antiche, profonde, trasversali alle culture politiche. Non è più il tempo di voltarsi dall’altra parte, di rifugiarsi nel “tanto passerà”.

L’autore

Gianni Scipione Rossi (Viterbo, 1953), giornalista, ha diretto l’informa­zione parlamentare della Rai, il Centro di formazione e la Scuola di giornali­smo di Perugia. È vicepresidente vicario della Fondazione Ugo Spirito e Ren­zo De Felice, consigliere dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea e consigliere dell’Associazione Italia-Israele di Perugia. Tra i suoi libri: Ladri di biciclette. L’Italia occupata, la guerra civile 1943-1945, la memoria riluttante, 2023; Ritorno al Novecento, 2022; L’America di Margherita Sarfatti. L’ultima illusione, 2021; Attilio Tamaro: il diario di un italiano, 2021, Cronache del virus, 2020; Lo “squalo” e le leggi razziali. Vita spericolata di Ca­millo Castiglioni, 2017; Storia di Alice. La Giovanna d’Arco di Mussolini, 2010; Cesira e Benito. Storia segreta della governante di Mussolini, 2007; Il razzista totalitario. Evola e la leggenda dell’antisemitismo spirituale, 2007; Mussolini e il diplomatico. La vita e i diari di Serafino Mazzolini, un monarchico a Salò, 2005; La destra e gli ebrei. Una storia italiana, 2003.

Italia e Israele, storia di un rapporto complesso

Mario Toscano (a cura di), L’Italia racconta Israele 1948-2018, Viella, Roma 2018

È ben condivisibile l’auspicio del curatore Mario Toscano <che questo volume possa essere la base per ulteriori ricerche, volte ad ampliare la conoscenza di un capitolo della storia italiana recente e dei dibattiti appassionati svoltisi su un tema delicato> (p. 13). Perché un tema così delicato, e cioè come la politica, la stampa, la cultura italiana si siano rapportate alla nascita dello Stato d’Israele e alla sua storia ormai settantennale, merita più di una sia pur pregevole raccolta di saggi fatalmente orfani di un approccio organico. Il tema è infatti quanto mai complesso, alla luce dell’atteggiamento ondivago che politica, stampa e cultura hanno tenuto, nel loro complesso e spesso in palese e vivace dissenso, nei confronti della patria ebraica. Un atteggiamento che è via via cambiato col mutare del contesto internazionale e dell’orientamento politico delle leadership israeliane, per non dire della percezione della Shoah e delle leggi antiebraiche del 1938. Così, quando Israele nasce e sembra porsi in stretta relazione con il blocco sovietico, le sinistre italiane lo vedono con estremo favore, mentre Dc e moderati sono condizionati dall’atlantismo. Poi, di lustro in lustro, gli accadimenti determinano evoluzioni diverse, ferma restando la persistente linea filoaraba (con le eccezioni del caso) della politica estera italiana, almeno fino agli anni Ottanta del secolo scorso. Gli autori colgono e spiegano i mutamenti intorno alle date topiche, dal 1951 al 1967 (quando il Pci si schiera contro Israele), e poi al 1982, con l’invasione del Libano disposta dal premier del Likud Menachem Begin. Una svolta, questa, che determina conseguenze ancora non rimosse in una pubblicistica che tende a considerarla come conseguenza naturale della guerra dei sei giorni. Mentre viene rimosso, come nota Alberto Cavaglion, <Quello che è accaduto fra il 1948 e il 1967 [], nel quadro di un’analisi che estende la “brutalità” della politica israeliana a tutto il periodo precedente> (p. 197). Con gli inevitabili limiti d’insieme, il volume presenta saggi accurati che ben illustrano le posizioni dei diversi schieramenti politici e ambienti culturali italiani, con una eccezione difficilmente comprensibile, che riguarda il versante della destra. Guri Schwarz lamenta l’assenza di <studi approfonditi e seri> (p. 155n)) sull’evoluzione del postfascismo finiano su questi temi. C’è del vero, ma nel volume manca qualsivoglia riferimento anche alle posizioni della destra precedente al biennio 1993/1994, forse perché ritenuta politicamente ininfluente, il che – per alcuni periodi – non corrisponde storiograficamente al vero.

Un lavoro più organico non potrebbe che tener conto non solo del citato La destra e gli ebrei di Gianni Scipione Rossi (Rubbettino, Soveria Mannelli 2003), ma almeno della ricerca condotta da Marco Francesconi sui periodici conservati nella emeroteca della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Il Movimento Sociale Italiano e il conflitto arabo-israeliano 1946-1973, Europa Edizioni, Roma 2017), e del saggio di Giuseppe Parlato, Neofascismo Italiano e questione razziale, in G. Resta, V. Zeno-Zencovich (a cura di), Leggi razziali. Passato e presente, RomaTre-Press, Roma 2015.

da “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, n.1, 2019 (nuova serie), a. XXXI