//di Alessandra Cavaterra
Una fotografia, conservata nell’archivio personale di Ugo Spirito, risalente al 10 gennaio 1931, ritrae, nell’ordine, da sinistra, Giovanni Treccani, Benito Mussolini, Calogero Tumminelli, Giovanni Gentile in occasione della visita del Duce all’Istituto Giovanni Treccani, promotore della Enciclopedia italiana. Accanto a Gentile, in primo piano a destra ma con l’immagine fuori fuoco, vi è Ugo Spirito. Questa rappresentazione è assai significativa del ruolo avuto da Spirito nella realizzazione dell’opera enciclopedica: i responsabili e fondatori dell’Istituto sono i soggetti principali (Treccani fu il finanziatore dell’impresa, Tumminelli ne era il direttore editoriale, Gentile, con la carica di direttore scientifico, il deus ex machina, l’ideatore e l’animatore princeps), ma il filosofo aretino, benché ritratto come un ectoplasma, era pur sempre immortalato con li superiori, accanto al suo maestro, il quale riponeva in lui la massima fiducia e ne aveva fatto il suo ambasciatore presso alcune figure di spicco della redazione dell’opera. Ma vale la pena dare un’occhiata all’organizzazione del complesso sistema editoriale enciclopedico, così come si era formato dopo la costituzione dell’Istituto, nel febbraio 1925, per inquadrare meglio il ruolo ricoperto da Spirito nel sistema Enciclopedia.
L’idea di una enciclopedia che avesse un fondamento scientifico era nata in Gentile, e in altri intellettuali, in particolar modo dopo la guerra e dopo l’avvento del fascismo, per celebrare la nuova Italia, l’italiano nuovo o rigenerato dalla guerra, dalla vittoria e dalla rivoluzione fascista. Non si può non ricordare le parole di Ugo Spirito che rievocano l’entusiasmo che percorse l’Italia all’avvento del nuovo regime: «Erano i primi anni dopo il 1918 e la confusione dei motivi postbellici non consentiva di avere idee chiare e orientatrici. Ma dappertutto era vivo il bisogno di un rinnovamento generale che fosse illuminato da una fede profonda e costruttrice. E nel bisogno erano unite la vecchia e la nuova generazione, in un’azione concorde che si esprimeva in programmi comuni. […]. Basta ricordare gli anni dal 1918 al 1924 per comprendere cosa significasse la fede fascista nella nuova classe dirigente […]». Sono parole sentite, spontanee, scritte molti anni dopo gli avvenimenti e dunque di ancor maggiore interesse. Descrivono bene il clima del momento, da cui tanti italiani si fecero coinvolgere, convinti di essere protagonisti di un passaggio epocale. Questo passaggio comprese nuove iniziative, grandi e piccole, nella costruzione di un nuovo modello di Stato come nella diffusione della cultura. L’Enciclopedia italiana rientra in iniziative, subito compresa nelle altre sfere come opera di spessore elevato, forse anche perché volle presentarsi fin dall’inizio come indipendente da qualunque influenza, politica, ideologica, sociale, religiosa, quindi credibile.
L’organizzazione interna prevedeva che le materie fossero raccolte in “sezioni”, affidate a un direttore, scelto tra i massimi esperti di ciascuna disciplina: per esemplificare, il direttore della sezione Storia medievale e moderna fu Gioacchino Volpe, la sezione Musica fu posta nelle mani di Ildebrando Pizzetti, della sezione Fisica fu responsabile Enrico Fermi. Gentile ricopriva la carica non solo di direttore scientifico, ma anche di direttore della sezione Filosofia e pedagogia e compilò alcune voci. I direttori davano l’impronta alla propria sezione, stabilivano le trattazioni necessarie e i relativi autori. Accanto ai direttori, vi erano i redattori, che avevano compiti di carattere scientifico quali la revisione dei manoscritti che giungevano dagli autori chiamati a compilare le voci, con il controllo della congruità del contenuto e dell’effettivo peso scientifico dell’argomento trattato. A Spirito fu affidata una vasta area redazionale, che comprendeva Filosofia e pedagogia, Economia e statistica, Materie ecclesiastiche e le quattro sezioni di diritto, cioè Diritto privato, Diritto e procedura penale, Diritto pubblico, Storia del diritto. Il suo ricordo gli fece dire in seguito di essere stato “segretario generale” dell’opera; alcuni studiosi lo definiscono “segretario particolare” di Gentile. Ma, al di là delle locuzioni che qualificano il suo compito, è indubbio che l’azione di Spirito nella redazione enciclopedica significò un contatto quotidiano con Gentile, con l’attuazione e talvolta l’interpretazione del pensiero del direttore scientifico circa l’impostazione da conferire alla complessa impresa editoriale. […]
Il testo completo in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. 2018, XXX