“La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore”. Il Convegno di Arezzo sulla figura di Ugo Spirito

Sabato 23 novembre 2019, dalle ore 16.30, nella Sala Convegni della Casa dell’Energia – Urban Center di Arezzo (via Leone Leoni, 1) si è tenuto il convegno La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore. L’opera e il pensiero di Ugo Spirito nel quarantennale della morte, dedicato al filosofo aretino.

Con il coordinamento della giornalista Barbara Perissi, i lavori del convegno sono stati aperti dai saluti del sindaco di Arezzo, Alessandro Ghinelli. Il sindaco, partendo dalla testimonianza della mostra, ha ricordato l’importanza di approfondire gli studi sulla figura di Spirito e i legami con la città di nascita.

L’intervento di Rodolfo Sideri, responsabile dei corsi di formazione della Fondazione, ha toccato le fondamenta dell’attività spiritiana, analizzando – in un discorso di ampio respiro – le tendenze filosofiche seguite da Spirito nel corso della sua vita. Con l’intervento del presidente della Fondazione, Giuseppe Parlato, l’attenzione si è invece spostata sul rapporto tra Spirito e la politica, un incontro complesso e sempre problematizzato dal filosofo aretino sulla base dello sviluppo storico. Danilo Breschi, consigliere di amministrazione della Fondazione, ha approfondito l’analisi spiritiana del ’68, evidenziando come proprio in quella data si sia prodotta una rottura che avrebbe influenzato non solo la storia dell’uomo, ma anche la successiva produzione di Spirito, capace di individuare tendenze poi rimarcate anche da altri autori. La responsabile dell’archivio della Fondazione Alessandra Cavaterra ha illustrato ai presenti, con l’ausilio di fotografie ed esempi di documenti, l’organizzazione dell’Archivio Spirito, conservato presso la sede della Fondazione.

Le parole del vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi hanno dato modo agli ascoltatori di comprendere ancora meglio la poliedricità di Spirito che, negli ultimi anni della sua vita, si dedicò all’Iran dello Scià, un interesse che portò alla produzione di uno scritto rimasto inedito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, e appena pubblicato dalla Fondazione – a cura di Gianni Scipione Rossi, con postfazione di Hervé A. Cavallera – in collaborazione con Luni Editrice.

Il convegno si è chiuso con i ringraziamenti di Giuseppe Parlato e con la comunicazione di una proroga sulla chiusura della mostra che si concluderà il prossimo 30 novembre.

Il 21 novembre la Fondazione a Spaziolibero Tv – Rai3

La Fondazione è stata ospite giovedì 21 novembre 2019, alle ore 10.50 circa, della rubrica televisiva di Rai Parlamento Spaziolibero. La rubrica è andata in onda su Rai3. Il tema, in relazione alle iniziative in corso per il quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e per il novantesimo della nascita di Renzo De Felice, è stato “Studi e ricerche su Ugo Spirito e Renzo De Felice”.
Ha introdotto Annamaria Baccarelli. Il servizio è stato realizzato da Nubia Martini, con immagini e interviste raccolte in occasione dell’apertura della mostra fotografica su Ugo Spirito ad Arezzo, dal 9 al 23 novembre, e del convegno sulla figura di Renzo De Felice tenutosi a Rieti il 7 novembre. Nel programma anche interventi di Giuseppe Parlato, Danilo Breschi, Gianni Oliva e Hervé A. Cavallera.

Guarda il video

 

 

“Insegnare la complessità”. Il Convegno di Rieti sul magistero di Renzo De Felice

Giovedì 7 novembre 2019, dalle ore 15.30, nella Sala Convegni della Biblioteca Paroniana di Rieti (via San Pietro Martire 28) si è tenuto il convegno Insegnare la complessità. Magistero scientifico e impegno civile in Renzo De Felice a novant’anni dalla nascita.

Nell’aprire i lavori, il moderatore Stefano Pozzovivo, voce storica di Radio Subasio, ha ceduto la parola al sindaco di Rieti Antonio Cicchetti che, oltre ai saluti e ai ringraziamenti, ha ricordato sia la figura di Ugo Spirito, sia quella di Renzo De Felice, indicandoli come punti di riferimento per la sua formazione culturale. L’assessore alla Cultura Gianfranco Formichetti, nell’unirsi ai saluti e ai ringraziamenti, ha voluto sottolineare il significato culturale dell’iniziativa ospitata a Rieti. Il vicepresidente della Fondazione, Gianni Scipione Rossi, partendo dai saluti istituzionali, ha messo in evidenza il ruolo del ricordo di Renzo De Felice storico e intellettuale, spesso dimenticato soprattutto dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1996.

Dopo i saluti iniziali e la proiezione della video intervista inedita con Renzo De Felice realizzata dal giornalista Fernando Ferrigno il 19 gennaio 1995, in occasione della presentazione al Ministero degli Esteri della decima serie – 1943-1948 – dei Documenti Diplomatici Italiani, la relazione del presidente dell’Istituto Storico per il Pensiero Liberale Luigi Compagna ha aperto la serie di interventi prevista dal programma.

Compagna ha ricostruito alcune tappe distintive del percorso storiografico compiuto da Renzo De Felice, mettendo in particolare evidenza gli studi sull’interpretazione del fascismo. Il giornalista e saggista Pasquale Chessa si è invece soffermato sul significato del libro-intervista da lui curato Rosso e Nero (1995), una delle ultime testimonianze critiche di livello per rimarcare non solo il metodo, ma anche il carattere dello storico reatino. Marcello Veneziani, giornalista e scrittore, ha posto l’accento sull’eredità dell’approccio storiografico di Renzo De Felice per gli studi sulla destra e sulle culture politiche, un tema richiamato con altri spunti anche da Mario Ciampi, ricercatore e allievo di De Felice negli anni Novanta, e dallo storico Gianni Oliva, studioso noto per le sue osservazioni sui risvolti violenti dell’ideologia.

Il ricco susseguirsi delle relazioni si è concluso con le parole del presidente della Fondazione, il prof. Giuseppe Parlato, che ha tirato sinteticamente le somme della discussione, ricordando non solo lo storico De Felice, ma anche il maestro non convenzionale e l’uomo.

Il convegno si è concluso con le domande e le osservazioni del folto uditorio presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tante tematiche trattate. Tra gli altri sono intervenuti il prof. Giuseppe Giacalone e il giornalista Fidel Cesar Mbanga-Bauna Bohamba.

Nel link il video l’intervista inedita a Renzo De Felice realizzata dal giornalista Fernando Ferrigno.

L’intervista a Renzo De Felice

La videoregistrazione integrale del convegno

 

Anche un’intervista inedita nel convegno di Rieti su Renzo De Felice

“Insegnare la complessità. Magistero scientifico e impegno civile in Renzo De Felice”. Questo il tema del convegno che la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in collaborazione con il Comune di Rieti, organizza nel quadro delle iniziative di studio programmate nel novantesimo anniversario della nascita dello storico scomparso.
Il convegno si terrà nella città natale di De Felice giovedì 7 novembre 2019, con inizio alle 15.30, nella Sala della Biblioteca Comunale Paroniana, via San Pietro Martire, 28.
Il programma si apre con i saluti del sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, dell’assessore alla Cultura, Gianfranco Formichetti, e del vicepresidente della Fondazione, Gianni Scipione Rossi.
A seguire, gli interventi del giornalista e saggista Pasquale Chessa, del ricercatore Mario Ciampi, del presidente dell’Istituto Storico per il Pensiero Liberale Luigi Compagna, del giornalista e saggista Stefano Folli, editorialista de “la Repubblica”, dello storico Gianni Oliva e del giornalista e scrittore Marcello Veneziani. Le conclusioni saranno tratte dallo storico Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.  Modera Stefano Pozzovivo, conduttore di Radio Subasio.

Nell’occasione sarà presentata una video intervista inedita con Renzo De Felice realizzata dal giornalista Fernando Ferrigno il 19 gennaio 1995, in occasione della presentazione della pubblicazione al Ministero degli Esteri della decima serie – 1943-1948 – del Documenti Diplomatici Italiani. Lo storico reatino parla dell’importanza degli archivi italiani e inglesi per lo studio della seconda guerra mondiale.
Sarà disponibile in anteprima il terzo volume degli scritti giornalistici di De Felice, appena pubblicato dalla Fondazione con Luni Editrice, dopo i precedenti usciti nel 2016 e nel 2017.
Il libro, Scritti giornalistici. Vol. 3. “Facciamo storia, non moralismo”, raccoglie articoli e interviste del periodo 1989-1996, a cura di Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, con prefazione di Gianni Scipione Rossi.

Nato a Rieti nel 1929, prematuramente scomparso a Roma nel 1996, Renzo De Felice è stato uno dei maggiori storici italiani del Novecento. Laureatosi a Roma con Federico Chabod, professore universitario dal 1968, dal 1971 ha insegnato prima Storia dei partiti politici poi Storia contemporanea nell’università di Roma “La Sapienza”. Ha fondato e diretto dal 1970 la rivista Storia contemporanea.

Partito da studi sul giacobinismo in Italia, si è poi interessato di problemi di storia del fascismo. Trai suoi volumi: Storia degli ebrei in Italia sotto il fascismo (1961, 1977); Le interpretazioni del fascismo (1969, 1971), e una vasta biografia di Mussolini. Uscita tra il 1965 e il 1997, si compone di otto volumi (l’ultimo uscito postumo). Si è occupato anche di D’Annunzio politico (1978) e ne ha curato la pubblicazione degli epistolari con Mussolini (1971) e De Ambris (1966), degli scritti e dei discorsi fiumani (1974). Ha redatto la voce Fascismo per l’Enciclopedia del Novecento. Tra le sue ultime opere il saggio-intervista Rosso e nero (1995).
Presidente della Commissione scientifica della Fondazione Ugo Spirito dalla nascita, ha presieduto la Fondazione stessa dal 1992 fino alla morte. In omaggio al suo magistero scientifico, nel 2011 l’istituto ha assunto l’attuale denominazione di Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

 

Piazza Fontana 1969-2019: la strage che cambiò l’Italia

La data del 12 dicembre 1969, quando esplode a Milano la filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana, segna uno spartiacque politico e sociale per l’Italia. Si apre una crisi segnata da un persistente terrorismo diffuso di matrice sia di estrema sinistra sia di estrema destra. A cinquant’anni di distanza la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice organizza un convegno di studi per approfondire il significato di una data che ha cambiato la storia d’Italia, con un aggiornamento sugli studi relativi alla strage e una riflessione sulle conseguenze che essa ha determinato.
L’incontro si terrà nella sala della Fondazione (Piazza delle Muse, 25 – Roma) mercoledì 27 novembre 2019, con inizio alle ore 16.

Il convegno si svolge con il patrocinio dell’Assessorato alla Crescita culturale di Roma Capitale.
Il presidente della Fondazione Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma presiederà i lavori. Intervengono il giornalista e saggista Paolo Morando, autore di Prima di Piazza Fontana. La prova generale (Laterza, Roma-Bari 2019), lo storico Gianni Oliva, autore di Anni di piombo e di tritolo. 1969-1980. Il terrorismo nero e il terrorismo rosso da piazza Fontana alla strage di Bologna (Mondadori, Milano 2019), il giornalista e saggista Nicola Rao, consigliere di amministrazione della Fondazione e autore della Trilogia della celtica. La vera storia del neofascismo italiano. La fiamma e la celtica. Il sangue e la celtica. Il piombo e la celtica (Sperling & Kupfer, Milano 2014), lo storico Vladimiro Satta, autore del libro I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo (Rizzoli, Milano 2016), e Angelo Ventrone, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Macerata, autore di La strategia della paura. Eversione e stragismo nell’Italia del Novecento (Mondadori 2019) e curatore del volume L’Italia delle stragi. Le trame eversive nella ricostruzione dei magistrati protagonisti delle inchieste (1969-1980)(Donzelli, Roma 2019). Modera il vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi.

Il convegno, aperto al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole superiori, è realizzato con il contributo della Regione Lazio, Area Servizi Culturali, Promozione della Lettura e Osservatorio della Cultura, L.R. n. 42/1997, artt. 13-16.

Storiografia e impegno civile: Rieti ricorda Renzo De Felice

“Insegnare la complessità. Magistero scientifico e impegno civile in Renzo De Felice”. Questo il tema del convegno che la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in collaborazione con il Comune di Rieti, organizza nel quadro delle iniziative di studio programmate nel novantesimo anniversario della nascita dello storico scomparso.
Il convegno si terrà nella città natale di De Felice giovedì 7 novembre 2019, con inizio alle 15.30, nella Sala della Biblioteca Comunale Paroniana, via San Pietro Martire, 28.
Il programma si apre con i saluti del sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, dell’assessore alla Cultura, Gianfranco Formichetti, e del vicepresidente della Fondazione, Gianni Scipione Rossi.
A seguire, gli interventi del giornalista e saggista Pasquale Chessa, del ricercatore Mario Ciampi, del presidente dell’Istituto Storico per il Pensiero Liberale Luigi Compagna, del giornalista e saggista Stefano Folli, editorialista de “la Repubblica”, dello storico Gianni Oliva e del giornalista e scrittore Marcello Veneziani. Le conclusioni saranno tratte dallo storico Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.  Modera Stefano Pozzovivo, conduttore di Radio Subasio.

Nato a Rieti nel 1929, prematuramente scomparso a Roma nel 1996, Renzo De Felice è stato uno dei maggiori storici italiani del Novecento. Laureatosi a Roma con Federico Chabod, professore universitario dal 1968, dal 1971 ha insegnato prima Storia dei partiti politici poi Storia contemporanea nell’università di Roma “La Sapienza”. Ha fondato e diretto dal 1970 la rivista Storia contemporanea.

Partito da studi sul giacobinismo in Italia, si è poi interessato di problemi di storia del fascismo. Trai suoi volumi: Storia degli ebrei in Italia sotto il fascismo (1961, 1977); Le interpretazioni del fascismo (1969, 1971), e una vasta biografia di Mussolini. Uscita tra il 1965 e il 1997, si compone di otto volumi (l’ultimo uscito postumo). Si è occupato anche di D’Annunzio politico (1978) e ne ha curato la pubblicazione degli epistolari con Mussolini (1971) e De Ambris (1966), degli scritti e dei discorsi fiumani (1974). Ha redatto la voce Fascismo per l’Enciclopedia del Novecento. Tra le sue ultime opere il saggio-intervista Rosso e nero (1995).
Presidente della Commissione scientifica della Fondazione Ugo Spirito dalla nascita, ha presieduto la Fondazione stessa dal 1992 fino alla morte. In omaggio al suo magistero scientifico, nel 2011 l’istituto ha assunto l’attuale denominazione di Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

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“Facciamo storia, non moralismo”: pubblicato il terzo volume degli scritti giornalistici di Renzo De Felice

Ricordo di Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa

Mercoledì 30 ottobre 2019, dalle ore 17, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (piazza delle Muse 25, Roma) si è tenuto l’incontro Un intellettuale del Novecento italiano: Gianni Baget Bozzo. Ricordi e testimonianze, in memoria di don Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa.

Il moderatore, prof. Danilo Breschi, ha aperto l’incontro introducendo il programma dei lavori.

L’introduzione, affidata allo storico Giovanni Tassani, è servita come inquadramento generale della figura, visti soprattutto i trascorsi e il rapporto di particolare amicizia con don Gianni Baget Bozzo. Tassani si è soffermato soprattutto sul rapporto di Baget Bozzo con l’universo giovanile, sempre tenuto in grande considerazione senza barriere di natura ideologica: era l’indagine profonda sulla natura degli ideali e non l’ideologia a interessarlo. Tassani ha inoltre sottolineato – il tema è presente in tutte le relazioni – il rapporto di Baget Bozzo con il cattolicesimo politico e con la DC, ponendo in evidenza le sue precoci, grandi delusioni: la fine del dossettismo e il fallimento della – non giudicata tale – “legge truffa” del ’53 (quindi di De Gasperi).

L’intervento del giornalista e saggista Nicola Guiso, partendo da un taglio personale, legato alle comuni esperienze interne alla DC, ha posto in evidenza due aspetti interessanti di don Gianni Baget Bozzo: l’attiva presenza nel dibattito delle riviste di cui si fece promotore e animatore e la poliedricità dei suoi interessi. Spaziava con grande lucidità, sin dall’età giovanile, dalla politica interna alla politica internazionale. Guiso ha inoltre sottolineato la ricchezza culturale di Baget Bozzo e la vivacità a quest’ultima strettamente correlata. In chiusura, ne ha ricordato la vena riflessiva, un’intimità profonda, esternata anche attraverso sonetti e poesie.

Il vaticanista Luigi Accattoli ha scelto invece per il suo intervento un taglio inedito. Muovendo dai primi anni de «la Repubblica» (1976) – un rapporto di collaborazione con Baget Bozzo durato poi vent’anni, fino al 1995 – e dai ricordi personali, Accattoli ha enfatizzato l’anticonformismo dell’intellettuale, riflettendo sui testi sulla omosessualità. Il tema è delicato per un uomo di Chiesa, ma Baget Bozzo, senza retoriche o perifrasi, ha sempre sostenuto le sue posizioni, ragionando su alcuni punti cardine: la necessità di una teologia del sesso e della omosessualità, di una rinnovata riflessione sul rapporto Chiesa-morale-omosessualità, del riconoscimento civile dell’unione omosessuale, ma non del matrimonio. Riflessioni ancora attuali, acute e stimolanti, derivate da convinzioni rimaste costanti per tutto l’arco della sua vita.

Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale, è tornato sul Baget Bozzo politico. Albertini ha descritto il suo incontro con l’attivismo di Baget Bozzo e con il mondo di «Ordine civile», rivista su cui saldò i suoi riferimenti culturali: l’intellettuale savonese, appunto, e Augusto Del Noce. Nell’individuare la matrice cristiana, e non democristiana, del pensiero di Gianni Baget Bozzo (due elementi che nella critica mossa da Tassani invece coesistono), Albertini ha ampliato la sua riflessione toccando un punto di grande interesse: il rapporto tra l’elettorato cattolico e l’“obbligo” di votare DC. «Liberare il voto dei cattolici», questa fu per Albertini la missione politica di Baget Bozzo, iniziata con la critica alla DC e l’adesione all’indirizzo craxiano (PSI) e realizzata nel ’94, con l’adesione al progetto liberal-popolare e di rottura sistemica di Silvio Berlusconi.

Anche il prof. Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione, si è occupato del Baget Bozzo politico, con particolare attenzione ai rapporti con Luigi Gedda, al Partito cristiano al potere – opera di centrale importanza –, e alle vicende del 1958-1959. Il sostegno di Baget Bozzo a Gedda si rese esplicito, nella ricostruzione di Parlato, nel momento in cui per fronteggiare le prospettive di un’apertura a sinistra prese forma l’idea di un secondo partito cattolico. Ma non era solo l’anticomunismo a guidare Baget Bozzo, vi era alla base di questo obiettivo anche il ruolo di Fanfani e una lotta a viso aperto contro laicismo e falso spiritualismo. Tutti temi riscontrabili tra le pagine di «Ordine civile». Nel progetto di Gedda subentrò però la voce importante del Cardinale Siri che bloccò la prospettiva del “secondo partito” richiamando la necessità di sostenere la DC dall’interno, riportandola alle origini. In questa chiave, il rafforzamento dei Comitati Civici doveva avere un ruolo determinante.

Dopo gli interventi previsti dal programma, altri ricordi ed esperienze hanno arricchito l’incontro. Gli interventi di Gianluca Marmorato, Valentina Meliadò, Pietro Giubilo, Domenico “Mimmo” De Sossi e Luciano Lanna hanno fornito infatti ulteriori elementi di riflessione, spunti di interesse per un progetto di analisi più ampio sulla figura e l’opera di don Gianni Baget Bozzo.

La registrazione integrale dell’evento è disponibile al seguente link: https://www.radioradicale.it/scheda/588543/gianni-baget-bozzo-un-intellettuale-del-novecento-italiano-ricordi-e-testimonianze-nel

Rileggere l’Italia unita: incontro con Domenico Fisichella

Mercoledì 23 ottobre 2019, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuto l’interessante incontro con il prof. Domenico Fisichella, in occasione della pubblicazione di tre libri, editi da Pagine di Roma, Il Risorgimento. Tra virtù e fortuna – La formazione dell’Italia unita e l’Europa (2018), Dal Risorgimento al Fascismo. 1861-1922 (2019), Dittatura e monarchia. L’Italia tra le due guerre (2019).

L’introduzione, affidata al presidente della Fondazione prof. Giuseppe Parlato, è servita da introduzione al percorso di analisi compiuto nei tre volumi da Fisichella. Partendo dall’attenzione riservata al momento fondativo dello Stato italiano (1861) e passando per la rivalutazione dell’operato della Destra Storica, Parlato ha posto in evidenza come nel “filo azzurro” seguito nelle tre opere (dal Risorgimento al fascismo) sia presente e centrale, dall’origine, il problema non solo dell’Unità – letta in chiave europea –, ma anche della nazione italiana. In chiusura dell’intervento, il professore ha ricordato il ruolo del Fisichella politico nella storia della destra italiana.

L’intervento di Nicola Benedizione, consigliere della Fondazione, è stato di natura personale, memore di molte esperienze, culturali e umane, vissute negli anni di Fisichella da ministro e senatore.

Il prof. Fisichella, riprendendo le sollecitazioni derivanti dagli altri interventi, ha rinnovato i ringraziamenti alla Fondazione e ha presentato i suoi volumi con un approccio tematico di ampio respiro. L’oggetto della prima parte della relazione è stato il rapporto, discusso e problematizzato, tra storia e metodo scientifico, un incontro che intreccia la capacità di studio e di ricerca con la qualità della selezione e della comparazione, elemento quest’ultimo tenuto in particolare risalto dal professore.
La seconda parte del discorso ha preso le mosse dalle teorie sulla sovranità e dal trinomio popolo-nazione-Stato, importanti chiavi di lettura relative ai libri presentati. Dalla riflessione sulle rivoluzioni, su quelle mancate in Italia e sulla correlata storia delle costituzioni octroyée, tra cui lo Statuto albertino, Fisichella ha individuato tramite esempi i sei passi – compiuti, seppure non in maniera ordinata, da tutti i paesi europei – atti a costruire la modernità: legittimità, partecipazione, secolarizzazione, industrializzazione, urbanizzazione e distribuzione del reddito.

Fisichella ha riservato, per l’ultima parte dell’intervento, l’interessante riflessione sull’interclas­sismo insito nel corporativismo fascista e sul binomio tecnocrazia-positivismo sociale, risultato di uno dei molteplici compromessi storici.

La presentazione si è conclusa con le domande e le osservazioni dell’uditorio presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tante tematiche trattate.

Arezzo: “La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore”, dal 9 novembre mostra fotografica su Ugo Spirito

Sabato 9 novembre 2019, alle 17.30, sarà inaugurata ad Arezzo la mostra “La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore. L’opera e il pensiero di Ugo Spirito nel quarantennale della morte”.
La mostra è organizzata dal Comune di Arezzo, città natale del filosofo, in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, la Fondazione Guido D’Arezzo e la “Casa dell’energia – Urban Center”. La mostra verrà inaugurata alla presenza del Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, del direttore della Fondazione Guido d’Arezzo Roberto Barbetti e dal presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice Giuseppe Parlato.
Per la Fondazione saranno presenti anche il consigliere di amministrazione Danilo Breschi e la responsabile dell’archivio e della biblioteca Alessandra Cavaterra.
La mostra si terrà nel centro convegni “Casa dell’energia – Urban Center” in via Leone Leoni. In mostra fotografie inedite che rappresentano la vita pubblica e privata di Ugo Spirito in un periodo che intercorre tra gli anni Dieci e gli anni Settanta del Novecento. Una carrellata di immagini che, attraverso la vita del filosofo, costituiscono un importante documento della storia culturale italiana. Di particolare interesse le testimonianze della sua attività per l’Enciclopedia Italiana, nel mondo accademico e dei suoi viaggi in Unione Sovietica e in Cina.

La mostra, visitabile dal 9 al 23 novembre 2019 (0re 14.30-19.30, dal lunedì al sabato), fa parte delle iniziative di ricerca e studio che la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice ha in corso nel quadro del quarantennale della morte del filosofo aretino e del novantennale della nascita dello storico Renzo De Felice.

Per aperture e visite straordinarie in orario antimeridiano, riservate alle scuole, contattare il Centro Congressi Casa dell’Energia.

Nell’ultimo giorno della mostra, nella stessa sede, si terrà ad Arezzo un convegno sull’opera di Ugo Spirito. Terranno relazioni: Hervé A. Cavallera, Rodolfo Sideri, Danilo Breschi, Giuseppe Parlato, Alessandra Cavaterra.

Nell’occasione sarà presentato l’inedito di Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià (Luni Editrice, 2019), curato da Gianni Scipione Rossi con la postfazione di Hervé A. Cavallera.

Ugo Spirito, nato ad Arezzo nel 1896, morto a Roma nel 1979, è stato uno dei massimi filosofi italiani del Novecento.
Dal 1933 al 1971 ha insegnato nelle Università di Pisa, Messina, Genova e poi Roma. Allievo di Giovanni Gentile, è stato redattore dell’Enciclopedia Italiana per la filosofia, l’economia e il diritto; redattore (1920) e poi (1947) direttore del Giornale critico della filosofia italiana; fondatore e direttore (1927-35), con A. Volpicelli, dei Nuovi studi di diritto, economia e politica. Socio nazionale dei Lincei (1969); presidente della Fondazione Giovanni Gentile per gli studi filosofici. Si è occupato in un primo periodo di problemi giuridici (Storia del diritto penale italiano, 1925, 3a ed. 1974; Il nuovo diritto penale, 1929) e di economia corporativa (Critica dell’economia liberale, 1930; I fondamenti dell’economia corporativa, 1932; Capitalismo e corporativismo, 1933; Dall’economia liberale al corporativismo, 1939). Successivamente si è dedicato sempre più alla ricerca teoretica, dapprima come seguace dell’attualismo, poi come critico di esso, pervenendo alla formulazione del problematicismo.
Tra le sue opere: La vita come ricerca; Scienza e filosofia; La vita come arte; Il problematicismo; La vita come amore; Critica della democrazia; Il comunismo; Dall’attualismo al problematicismo; Ho trovato Dio; Guerra rivoluzionaria.

(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

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Ricordo di Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa

Mercoledì 30 ottobre 2019 alle ore 17, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (piazza delle Muse 25, Roma) si terrà l’incontro Un intellettuale del Novecento italiano: Gianni Baget Bozzo. Ricordi e testimonianze, in memoria di don Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa.
Intervengono il presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Un’intera di Roma, lo storico Giovanni Tassani, il giornalista e saggista Nicola Guiso, il vaticanista Luigi Accattoli, e Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega NazionaleCoordina Danilo Breschi, associato di Storia delle Dottrine politiche nella Unint di Roma e consigliere di amministrazione della Fondazione.

Gianni Baget Bozzo (1925-2009) è stato una figura di primissimo piano nel mondo ecclesiale e politico del secondo dopoguerra italiano. Presbitero e poi sacerdote, fin da studente di giurisprudenza iscritto alla FUCI genovese, si avvicinò al cattolicesimo politico e, alla fine della guerra, partecipo’ alle ultime fasi della Resistenza. Iscritto alla Dc, fa parte della componente sociale di Dossetti, La Pira e Fanfani. Collaborò in seguito con De Gasperi, Gedda e Tambroni animando, tra l’altro, le riviste “L’ordine civile” e “Lo Stato”. Critico degli esiti del Concilio Vaticano II, contrario prima all’apertura a sinistra della Democrazia Cristiana e poi al compromesso storico, negli anni Settanta, in funzione anticomunista, si avvicinò al PSI guidato da Bettino Craxi, nelle cui liste fu eletto per due legislature al Parlamento Europeo. Dopo il crollo della prima repubblica, fu tra i fondatori di Forza Italia. Teologo e analista di rara finezza, pubblicista e scrittore fecondo, è stato un protagonista del dibattito e dell’azione politica, senza mai dimenticare il suo essere sacerdote.

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