I Mille si raccontano

di Guido Palamenghi Crispi

L’impresa dei Mille rappresenta certamente l’evento più eroico del no- stro Risorgimento, uno dei suoi pochi momenti militari vittoriosi, fonte per questo di profonde emozioni e vastissima letteratura. In un ampio ventaglio di modalità, quasi tutti quelli che avevano sognato l’Unità si erano uniti ai Mille eroi partiti da Quarto. Al Volturno erano circa 25.000 e di ben pochi sappiamo i nomi. Può quindi sembrare quasi un assurdo che, pur conoscendo pochissimi nomi degli eroi dell’Esercito Meridionale, si conosca invece il nome di uno di quelli che scesero a Talamone rifiutandosi di combattere sotto la bandiera con la Croce Sabauda: Vincenzo Brusco Onnis, convinto mazziniano e futuro Direttore de “L’Unità Italiana”, foglio di assoluta fede mazziniana, sempre fedele al progetto repubblicano. Il tema della forma di Governo aveva serpeggiato in tutto il Risorgimento, spesso con gravi ripercussioni, in questo caso limitate all’abbandono della Spedizione del solo Onnis secondo alcune fonti, di lui e pochi altri secondo altre.
L’eco suscitata dall’impresa diede subito vita a una vasta letteratura e storiografia. Il primo libro uscì già nel 1861, a pochi mesi dalla conclusione della liberazione del Meridione. La Spedizione dei Mille, Storia documentata della Liberazione della Bassa Italia (Osvaldo Perini, F. Candiani, Milano 1861) è un libro importante soprattutto perché si basa, e sovente richiama, i diari dei volontari. La citazione dei diari, anche se a volte anonimi, rende questo volume prezioso per la ricostruzione degli eventi.
Molti dei primi volumi sui Mille sono a metà strada tra la riflessione storica e la letteratura epica, così come le testimonianze iconoclastiche spaziano da pitture apologetiche alla fredda realtà fotografica.
Non deve stupire quindi che, seppur con molte perplessità e con tempi molto lunghi, alcuni dei Mille trasformarono in libri i loro appunti, i loro ricordi; oltre le più famose testimonianze di Cesare Abba e Giuseppe Banti, si aggiungono quelle che altri dei Mille ci hanno lasciato, pur se meno cono- sciute. Fra di esse emerge quella che uno di loro definì la Spedizione “la mia gita di piacere”, ma su questo personaggio tornerò in seguito.
Prima di passare in una breve rassegna i contributi letterari, desidero soffermarmi sull’opera del poco conosciuto Giuseppe Nodari. Docente incaricato di medicina legale all’università di Padova, noto soprattutto per le sue tavole anatomiche estremamente curate e chiare, fu anche e soprattutto uno dei Mille.

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Il testo completo in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. 2012-2013, XXII-XXIII, pp. 19-30.

Terni, i garibaldini e la battaglia di Mentana

D.S. Pirro, F. Canali (a cura di), Correva l’anno 1867. Terni e l’impresa di Mentana nel 150esimo anniversario, Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Terni 2018

// Nel generale distacco della memoria storica nazionale dalle vicende del Risorgimento, il 150esimo anniversario della Campagna dell’Agro Romano è trascorso nella più generale indifferenza. Opportuno e meritevole, dunque, il Convegno tenutosi a Terni – città che vide raccogliersi i volontari garibaldini per tentare la conquista di Roma – il 7 ottobre 2017 che ha coinvolto anche il locale Liceo Classico “Tacito” e di cui sono stati pubblicati recentemente gli atti a cura della Delegazione di Terni degli Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Sia pure in dimensioni contenute, il volume consente di lumeggiare molti aspetti, non scontati, relativi alle res gestae che culminarono nella battaglia di Mentana; gli interventi riguardano infatti la situazione del Regno e dello Stato pontificio alla vigilia delle drammatiche vicende; la discussione in Parlamento prima, durante e dopo Mentana; il ruolo di Francesco Crispi nella Campagna; un ampio ritratto di un genius loci, il ternano Ottavio Coletti, patriota partecipe della spedizione e di molte altre vicende risorgimentali; infine un’interessante ricognizione dei monumenti garibaldini a Terni e provincia. Un volume che, fermo restando il carattere scientifico degli interventi, può essere un efficace strumento didattico per coltivare quelle che una volta si chiamavano le memorie della storia patria. (R.S.)

da “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. 2018, XXX