Gabriele Bagnoli, Cesare Amé e i suoi agenti. L’intelligence italiana nella Seconda guerra mondiale, Idrovolante Edizioni, Roma 2019
//Spionaggio e controspionaggio, battaglie aeronavali e terrestri, ammiragli e generali: variegato è il panorama che Bagnoli descrive in maniera appassionata nel suo libro fresco di stampa per i tipi di Idrovolante, Cesare Amé e i suoi agenti. L’intelligence italiana nella Seconda guerra mondiale. Volontario nella Marina militare, l’autore ripercorre attraverso la figura di Amé la storia del Servizio Informazioni Militare (SIM), il servizio segreto del Regio Esercito che ebbe un ruolo non secondario ma poco appariscente nelle dinamiche del conflitto in cui l’Italia entrò il 10 giugno 1940.
Attingendo all’autobiografia dell’ufficiale piemontese ed alle pubblicazioni dedicate all’argomento uscite dall’immediato dopoguerra a tempi più recenti, Bagnoli non fornisce clamorose novità, tuttavia delinea un panorama di azioni, intrighi ed incomprensioni che contribuiscono a chiarire i retroscena di molti episodi bellici. Dalle sue pagine emerge quindi ancora una volta, ben documentata attraverso singole vicende e dichiarazioni dei protagonisti, la confusione che condusse le truppe italiane alla disfatta militare. Ecco le rivalità all’interno degli alti comandi, l’incomunicabilità tra le diverse forze armate, la diffidenza nei confronti dei rapporti e delle indicazioni fornite dal SIM, che non venivano tuttavia mai sbugiardate dallo svolgimento delle operazioni, nonché il sovrapporsi di competenze e di missioni non coordinate far loro che facevano capo ai diversi servizi segreti dell’ambiente militare (Servizio Informazioni Segrete della Regia Marina, Servizio Informazioni Aeronautica, Centro di Controspionaggio Militare e Servizi Speciali facente capo al Ministero della Guerra) con i quali si intersecava pure l’operato dell’Organizzazione per la Vigilanza e la Repressione dell’Antifascismo. […] (Lorenzo Salimbeni)
Il testo integrale in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. I, n. 2, 2019, nuova serie, a. XXXI, pp. 414-416.