Sono aperte le iscrizioni al corso di formazione “Nuove prospettive storiografiche. L’idea d’Europa”, riconosciuto dall’Ufficio Scolastico Regionale (USR) del Lazio e aperto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado. È possibile iscriversi con Carta del Docente sulla piattaforma Sofia del Miur (codice: 57899, ID richiesta: 16604) oppure inviando un’email a segreteria@fondazionespirito.it. Il costo complessivo del corso è di 190€.
Il programma, volto ad analizzare gli sviluppi storico-filosofici legati all’idea di Europa tra il XIX e il XX secolo, vedrà la partecipazione – tra i formatori – del Presidente Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma, sul tema I nazionalismi e le guerre del Novecento; di Rodolfo Sideri, responsabile della formazione e docente di storia e filosofia nei licei, su L’idea di Europa nel pensiero del XIX e del XX secolo; di Danilo Breschi, consigliere di amministrazione della Fondazione e associato di Storia delle dottrine politiche nella UNINT di Roma, su L’Europa dei tre dopoguerra: dal Trattato di Versailles alla fine della guerra fredda; di Silvio Berardi, ordinario di Storia delle relazioni internazionali nella Università Niccolò Cusano di Roma, su Le grandi organizzazioni internazionali del Novecento e l’Europa; di Marco Zaganella, docente di Storia economica nella Università dell’Aquila, su L’economia dell’Europa nel XX secolo tra politiche di sviluppo nazionale e realizzazione del Mercato Comune; e di Matteo Antonio Napolitano, collaboratore della Fondazione e docente di Storia contemporanea nella Università Niccolò Cusano di Roma, su Lo sviluppo istituzionale europeo: dalla Ceca alla Ue. Il riconoscimento certifica, ancora una volta, la consolidata realtà della Fondazione come ente di formazione accreditato.
Pausa natalizia
In occasione della pausa natalizia, la Fondazione rimarrà chiusa dal 24 al 31 dicembre.
Buon Natale e felice Anno nuovo
“Dante Alighieri nella storia politica del Novecento italiano”, il Convegno in Fondazione
La prima sessione, presieduta da Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma e presidente della Fondazione, ha visto alternarsi: Fulvio Conti, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università di Firenze, con un intervento dal titolo Da simbolo nazionale a icona universale: mito e uso pubblico di Dante nell’Italia del Novecento; Simonetta Bartolini, professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea nella Unint di Roma, con una relazione su Il Dante profetico di Vittorio Cian; e Matteo Antonio Napolitano, docente a contratto di Storia contemporanea nella Università Niccolò Cusano di Roma, su La letteratura come coscienza della Nazione. Il contenuto politico delle Memorie inedite di Vittorio Cian. La seconda sessione, presieduta sempre da Giuseppe Parlato, ha visto la partecipazione di: Alessandro Masi, segretario generale della Società Dante Alighieri, sul tema La Società Dante Alighieri, tra nazionalismo e globalismo; Rodolfo Sideri, docente di Storia e Filosofia nei licei e responsabile Formazione della Fondazione, su La Lectura Dantis del fascismo; Alessandra Cavaterra, direttrice dell’Archivio della Fondazione, con un intervento su Dante nell’Enciclopedia Italiana; e Marcello Veneziani, giornalista e commentatore politico, su “La visione dell’Alighieri” nel ’900.
Presentato in Fondazione il volume “Le destre nell’Italia del secondo dopoguerra”, di Giuseppe Parlato e Andrea Ungari
Giovedì 2 dicembre 2021 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume Le destre nell’Italia del secondo dopoguerra. Dal qualunquismo ad Alleanza nazionale di Giuseppe Parlato e Andrea Ungari (Rubbettino, Soveria Mannelli 2021). Con gli autori ne ha discusso Umberto Gentiloni Silveri, professore ordinario di Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma.
Il libro
Il volume affronta analiticamente, nell’arco cronologico che va dal 1944 al 1994, le vicende di quei partiti, movimenti, politici e intellettuali che animarono l’azione politica della composita destra italiana. Partendo dall’esperienza dell’Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini, gli autori, da sempre impegnati nell’analisi della destra politica italiana del secondo dopoguerra, hanno ripercorso l’attività del Movimento Sociale Italiano e del Partito Nazionale Monarchico, ricostruendone i tentativi di realizzare una Grande Destra nel corso degli anni Cinquanta. Non è mancata, poi, la riflessione sulle testate giornalistiche che animarono il dibattito in campo conservatore, il «Candido» di Giovanni Guareschi e «Il Borghese» di Mario Tedeschi, evidenziandone l’atteggiamento nei confronti della questione di Trieste e nella valutazione della stagione del centro-sinistra e del compromesso storico.
Il volume si conclude con l’analisi del percorso che condusse il Msi a trasformarsi in Alleanza Nazionale e con una riflessione sul rapporto tra destra e neofascismo che costituisce uno degli elementi più caratterizzanti dell’esperienza della destra italiana nella Prima Repubblica.
Gli autori
Giuseppe Parlato è professore ordinario di Storia Contemporanea nella Università Internazionale (Unint) di Roma e presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Andrea Ungari è professore ordinario di Storia contemporanea nella Università Guglielmo Marconi di Roma e direttore della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Disponibile, al seguente link, la registrazione integrale: https://youtu.be/V0HNjBopGG0
La biografia e il diario di Attilio Tamaro visti dalla stampa
Si torna a parlare di Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), il volume di Gianni Scipione Rossi pubblicato da Rubbettino con il sostegno della Fondazione. L’autore e curatore è stato ospite il 9 dicembre di Giacomo Marinelli Andreoli, direttore di UmbriaTV, sia nel Tg sia nella trasmissione di approfondimento InUmbria. Lo spunto è stato l’appunto di Tamaro relativo alla confidenza del sottosegretario agli Esteri Giuseppe Bastianini, già capo del fascismo umbro, che afferma di aver preparato una “resistenza fascista” sull’Appennino umbro-marchigiano nel caso di tracollo del regime.
Se ne è parlato anche in relazione ai rapporti di Tamaro con Margherita Sarfatti, alla quale Rossi ha dedicato il saggio L’America di Margherita Sarfatti. L’ultima illusione (Rubbettino), nel sessantesimo anniversario della morte (30 ottobre 1961) dell’eclettica intellettuale veneziana, che nel 1934, dopo il suo lungo viaggio negli Stati Uniti e il suo incontro con il presidente Roosevelt, tentò di convincere Mussolini della necessità di stringere rapporti con l’America piuttosto che con la Germania hitleriana.
All’ormai non più inedito diario dell’irredentista e diplomatico triestino, la storica Cristina Baldassini ha dedicato il saggio Né con il Re né con Mussolini: l’altra “zona grigia” nel diario di Attilio Tamaro, pubblicato nel fascicolo 2/2021 degli Annali della Fondazione (pp. 251-261).
Pubblicato a fine giugno 2021, il volume di Rossi ha avuto larghi riscontri di stampa. Il 10 luglio Paolo Marcolin, sul quotidiano triestino Il Piccolo, del quale Tamaro fu redattore, ha ricordato che <Renzo De Felice considerava Tamaro una fonte ben informata e Rossi nota che Tamaro non fu un nostalgico, ma un critico spettatore degli avvenimenti e la sua narrazione trasmette lo spirito dell’epoca>, rappresentando in fondo <una sorta di biografia della nazione>.
In effetti <quello di Tamaro – ha sottolineato Stefano Folli nel supplemento culturale Robinson della Repubblica (17 luglio) – è un viaggio nella storia italiana ed europea persino più lungo dei 38 anni che scandiscono queste pagine dense di personaggi, eventi, profili psicologici. Grande politica e vita quotidiana, entrambe giudicate con spirito critico>. La pubblicazione del volume, chiosa Folli, ha <reso un buon servizio a quanti amano la storia del Novecento>.
Nel diario – ha scritto lo storico Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera (19 luglio) – <Tamaro registra con maniacale precisione fatti ed episodi appresi direttamente o attraverso la vasta rete delle sue conoscenze (impressionante, al riguardo, l’indice dei nomi di oltre sessanta pagine preparato dal curatore, che vi ha elencato tutte le persone citate, di ciascuna indicando la qualifica), sicché il volume si presenta come una fonte di rilievo per lo studio di quattro decenni di storia italiana>, al di là dell’irredentismo, che tuttavia <fu il filo conduttore> della sua vita. Irredentismo che, dopo la seconda guerra mondiale, si trasfigurerà in neo-irredentismo, con Tamaro impegnato su ogni fronte per il ritorno della sua Trieste all’Italia, come ha evidenziato al Tg2 (23 giugno) Gianni Scipione Rossi, intervistato da Adriano Monti Buzzetti. Delle radici triestine e istriane di un uomo di cultura, amico tra l’altro, del poeta Umberto Saba, ha parlato Francesca Vigori nell’intervista per la Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia (21 agosto).
Per quanto concerne il diario, Belardelli ha sottolineato come <certe parti – ad esempio, il resoconto di un viaggio a Mosca nel 1934, le pagine sulla città di Roma occupata dai tedeschi e poi liberata dagli Alleati – si facciano apprezzare anche per l’immediatezza di alcune descrizioni e per la qualità della scrittura>.
Dal volume – ha notato lo storico Alessandro Campi su Il Messaggero (7 agosto) – si <ricavano […] frammenti di vita e di storia di assoluto interesse, nella lunga transizione dall’implosione dell’impero austroungarico alle convulsioni dell’Italia liberale, dall’avvento, consolidamento e crollo del fascismo alla nascita della Repubblica: quattro regimi, quattro epoche, che Tamaro ha attraversato tenendo sempre la penna in mano, osservando con curiosità, avendo la fortuna di conoscere e incontrare tutti o quasi: da Joyce a Mussolini, da Margherita Sarfatti a Umbero Saba, da Camillo Castiglioni […] a Galeazzo Ciano>.
<Rossi, nel saggio introduttivo, – nota ancora Campi – spiega bene la natura del fascismo di Tamaro. Uomo d’ordine di formazione mitteleuropea, non credette mai agli impulsi rivoluzionari e misticheggianti di Mussolini. Vide il fascismo come un fenomeno tipicamente italiano, che non si poteva esportare>.
Hanno dato notizia della pubblicazione del volume i siti della Lega Nazionale di Trieste, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di Arcipelago Adriatico, e inoltre i quotidiani online umbri PerugiaToday (3 giugno), La Notizia Quotidiana (3 giugno) e TrgMedia (29 luglio). Quest’ultimo ha appunto evidenziato una annotazione del diario relativa a un’inedita iniziativa di “resistenza fascista” in caso di sconfitta dell’Asse, rivelata a Tamaro – come si è detto – nel marzo del 1943 dal perugino Giuseppe Bastianini.
Scrivendone su Il Foglio quotidiano (16 settembre), Vincenzo Pinto rileva che <la triestinita’ del biografato è elemento spesso richiamato dal curatore, perché il principale porto asburgico rappresenta un luogo di incontri, scontri e di “ibridazioni” far diverse temperie culturali del mondo mitteleuropeo e mediterraneo>. <Abile scrittore e giornalista>, <il lungo diario di Tamaro – sottolinea Pinto – contiene resoconti di incontri, discussioni e anche commenti personali sulle vicende più o meno elevate della politica italiana (e non) del periodo fascista. La tempra morale dell’uomo ci sembra l’aspettò su cui il curatore ha tentato di focalizzarci. Non parliamo di “umanità” e “coerenza”, ecc., quanto della capacità di mantenere la barra a dritta in anni molto difficili e tormentati della storia italiana>.
Nel segnalare il volume, Libero Quotidiano (24 settembre), evidenzia la complessa biografia dell’irredentista Tamaro e l’ampia rete dei suoi rapporti, <da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai>.
<Frutto di attente ricerche archivistiche e di uno scandaglio approfondito della letteratura memorialistica e storiografica – sottolinea lo storico Francesco Perfetti su Il Giornale (25 settembre) – il saggio di Gianni Scipione Rossi è un contributo importante per la conoscenza di un tipico intellettuale del mondo irredentista e nazionalista ma è, al tempo stesso, lo strumento migliore per introdurre la lettura del diario di Tamaro>.
Quanto al diario, scrive Perfetti, si tratta di <un documento fondamentale paragonabile, per la mole delle notizie e l’acutezza delle analisi, ad altri diari di gerarchi e personalità politiche, a cominciare da Ciano e Bottai>. <L’autore – pervaso dalla passione irredentistica è diviso tra giornalismo, ricerca storica e attività diplomatica – attraversò, si è detto, anche da protagonista, oltre che da osservatore, le fasi più significative del Novecento e, in particolare, gli anni di quel fascismo del quale, nel dopoguerra, si fece storico. Le sue annotazioni mettono dapprima in luce l’entusiasmo di un nazionalista, quale egli era, di fronte ai successi del fascismo in politica estera e in politica interna, ma poi, andando avanti nel tempo, descrivono in maniera impietosa il declinare del regime a causa di scelte sbagliate e l’affievolirsi del consenso>. Perfetti evidenzia un passaggio importante del diario, che riguarda i rapporti tra fascismo e nazismo: <Sono stato sempre contrario – scrive Tamaro – all’identificazione del fascismo con l’hitlerismo e ho sofferto quando ho veduto che per quella identificazione si faceva all’amore e non politica con la Germania>.
Scrivendone sulla goriziana rivista plurilingue di cultura mitteleuropea Kadmos (21 gennaio 2022), Alberto Castaldini ha notato che <volume, curato da Rossi con l’acribia dello studioso e la sensibilità del giornalista che osserva e rilegge i fatti di un passato per molti versi prossimo, restituisce così la complessa personalità di un uomo e di un intellettuale triestino, italiano, dalla prospettiva europea>.
Ecco i servizi televisivi sul volume del Tg2, della Tgr Rai FVG, di UmbriaTV, e il video della presentazione romana del 24 giugno 2021.
https://www.youtube.com/watch?v=m5MBjkrahqE&t=7s
https://www.youtube.com/watch?v=ZkfgLQ_Itr4&t=24s
https://www.youtube.com/watch?v=MA3Eu0HhFa8&t=16s
https://www.youtube.com/watch?v=yJVKg0KBkE0
Presentato in Fondazione il volume su Cesare Merzagora di Silvio Berardi
Giovedì 4 novembre 2021 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume Cesare Merzagora. Un liberale europeista tra difesa dello Stato e anti-partitocrazia di Silvio Berardi (Luni Editrice, Milano 2021). Con l’autore ne ha discusso Gerardo Nicolosi, professore associato di Storia contemporanea nella Università degli Studi di Siena. Ha presentato l’incontro Andrea Ungari, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università “G. Marconi” di Roma e direttore della Fondazione.
Il libro
Nel panorama politico-istituzionale dell’Italia repubblicana, Cesare Merzagora simboleggia l’immagine di uno statista senza dubbio atipico poiché, pur tra i padri della rinascita del paese dopo il secondo conflitto mondiale, fu certamente tra coloro che denunciarono con veemenza la corruzione governativa. Personalità libera, non esitò mai a biasimare le gravi manchevolezze del sistema; antifascista, criticò sempre un certo tipo di antifascismo viscerale e di maniera. Il suo complesso percorso istituzionale di uomo liberale, liberista, europeista e anticomunista, fu contraddistinto dall’intransigente difesa dello Stato e dalla perentoria condanna del sistema partitocratico. Queste furono, accanto all’impegno per la costruzione di un’Europa politicamente unita, le direttrici perseguite da Merzagora nel corso di tutta l’esistenza, con tenacia e continuità, nelle quali confluirono le sue esperienze di economista, di industriale, di politico, di diplomatico, di giornalista, di musicista, di scrittore, di scultore, in una sintesi armonica ed equilibrata.
Fedele agli insegnamenti di Alcide De Gasperi e dunque contrario a ogni forma di nazionalismo, ritenne essenziale, per il paese, un ruolo da protagonista nel processo di integrazione europea.
Nel ridimensionamento dell’assemblea parlamentare, Merzagora scorgeva un grave pericolo per la democrazia del paese e si rammaricava che buona parte delle stesse forze antifasciste non sembrassero avvertire tale rischiosa situazione. Le sue preferenze furono sempre espresse per la costituzione di un governo centrista ed europeista, direttamente appoggiato dai partiti laici, in grado di dimostrarsi sensibile alle richieste del mondo produttivo e della borghesia, capace di accogliere al suo interno un elevato numero di tecnici.
L’autore
Silvio Berardi è professore associato di Storia delle Relazioni internazionali e docente di Storia dell’integrazione europea presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università Niccolò Cusano di Roma; è, inoltre, Fellow della Royal Historical Society. I suoi interessi di ricerca si soffermano principalmente sull’apporto offerto dal mondo repubblicano e liberale italiano al processo di integrazione europea e sulla decolonizzazione dell’Africa italiana. Tra le sue pubblicazioni: Cesare Merzagora. Un liberale europeista tra difesa dello Stato e anti-partitocrazia, Luni Editrice, Milano, 2021; Mary Tibaldi Chiesa. Tra integrazione europea e riforma delle Nazioni Unite, Aracne, Roma, 2018; Francesco Saverio Nitti. Dall’Unione Sovietica agli Stati Uniti d’Europa, Anicia, Roma, 2009.
Il video integrale della presentazione è disponibile al seguente link: https://youtu.be/mHkhdey3qC8
Presentato in Fondazione il volume di Giovanni Orsina, “Antipolitica”
Mercoledì 17 novembre 2021 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook della Fondazione, il volume Antipolitica. Populisti, tecnocrati e altri dilettanti del potere di Giovanni Orsina (Luiss University Press, Roma 2021). Con l’autore ne hanno discusso Gianni Scipione Rossi, giornalista e vicepresidente della Fondazione, e Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma e presidente della Fondazione.
Il libro
Viviamo in tempi maledettamente complessi, più che interessanti. La modernità plasmata dalla globalizzazione spiazza le aspirazioni dell’individuo e scuote le fondamenta della collettività. La politica si ritrae. Questa mancanza di progettualità per il futuro e di fiducia nel governo della complessità ha conseguenze profonde nella tenuta delle democrazie occidentali. Lo sa bene l’Italia, che sta attraversando una lunga stagione di antipolitica e ne vede ormai le sue diramazioni in tutti i gangli più vitali della Repubblica: i partiti, le istituzioni dello Stato, la magistratura, le classi dirigenti e i media. Ma che cos’è l’antipolitica? Il sintomo di una crisi esistenziale, una reazione emotiva a promesse non mantenute, o una patologia cronica della vita democratica? Con Antipolitica Giovanni Orsina, storico e politologo, in dialogo con David Allegranti, giornalista e autore, ci aiutano a fare chiarezza sull’origine storico-concettuale, sui caratteri e sulle vicende più attuali che hanno contribuito a fare dell’antipolitica un tratto ormai pervasivo della società italiana. Dalle battaglie culturali del ’68 a Tangentopoli, passando per l’ascesa di Silvio Berlusconi e dei populisti fino ai governi tecnici, la rinuncia alla Politica ha avuto il suo corollario: il fallimento delle alternative che l’antipolitica ha prodotto. Meteore incandescenti nel glaciale universo del potere.
L’autore
Giovanni Orsina è professore ordinario di Storia Contemporanea e direttore della School of Government alla Luiss. Editorialista del quotidiano torinese «La Stampa», è autore, tra gli altri suoi lavori, di Il berlusconismo nella storia d’Italia (Marsilio, 2013) e La democrazia del narcisismo (Marsilio, 2018).
Disponibile al seguente link il video integrale della presentazione: https://youtu.be/aKjyQ1O_p1M
“Entrepreneurship and Culture”: il prossimo 29 settembre Convegno alla Link Campus University
In collaborazione con la Link Campus University di Roma e O-City Project, nell’ambito di “Culture.EDU – Culture Experiences through Digital environment Using” – progetto proposto dall’Associazione bulgara Piligrimi e dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e finanziato nell’ambito del programma Erasmus+ –, il prossimo 29 settembre 2021 si terrà il Convegno Entrepreneurship and Culture. Sustainable Innovation Opportunities in the Orange Economy Sector.
Dalle ore 10.00, nel Gymnasium della Link Campus University (Via del Casale di San Pio V, 44 – Roma) si alterneranno: Michele Pigliucci, professore associato di Geografia economica e politica nella Link Campus University, sul tema Cultural Heritage, Tourism and Territorial Development; Leonardo Cinardi, architetto e collaboratore della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, su The Culture.edu Project: Enhancing the Lesser-Known Cultural Heritage; Valentina Volpi, assegnista di ricerca nella Link Campus University e dottoranda dell’ISIA Roma Design, su Facilitating Collaboration between Public Administrations, University, and Cultural and Creative Industries: The O-City Project; Angela Dibenedetto e Adeline Compère, entrambe del Consorzio Materahub, sul tema Orange Economy and CCI to promote Sustainable Development and Cultural Heritage of Cities.
L’evento si svolgerà in modalità mista, sia in presenza che da remoto (Google Meet). Per la prenotazione dei posti in presenza, l’indirizzo email di riferimento è il seguente: research@unilink.it. Il link alla videoconferenza è accessibile direttamente dalla locandina.
Buone vacanze!
In occasione della pausa estiva, la Fondazione rimarrà chiusa dal 9 al 27 agosto.
Gli uffici riprenderanno le normali attività da lunedì 30 agosto. Cogliamo l’occasione per augurarvi buone vacanze.
Presentato sui canali online della Fondazione il volume di Giuseppe Parlato, “La Nazione dei nazionalisti”
Giovedì 20 maggio 2021 è stato presentato, in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume La Nazione dei nazionalisti. Liberalismo, conservatorismo, fascismo di Giuseppe Parlato (Fallone, Taranto 2020). Con l’autore ne ha discusso Andrea Ungari, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università degli Studi “G. Marconi” di Roma e direttore della Fondazione.
Il libro
Il presente volume, che contiene saggi pubblicati tra il 1983 e il 2020 con diverse integrazioni e uno inedito su Carlo Delcroix, attraverso una lettura asciutta e storicamente organizzata per tappe tematiche oltre che cronologiche, porta avanti una disamina storiografico-interpretativa del nazionalismo, nonché dei temi e dei personaggi che lo caratterizzarono, sia in funzione al suo legame con il liberalismo conservatore, sia nel rapporto non sempre facile con il fascismo, nel quale fu inglobato nel 1923. Per lungo tempo, infatti, fino almeno all’immediato dopoguerra, fu considerato prodromico e determinante del fascismo, ma con Mussolini i nazionalisti ebbero sempre un atteggiamento ambivalente: contribuirono con Rocco e Federzoni alla costruzione dello stato fascista, furono autoritari ma non totalitari, diffidenti rispetto alle sue prospettive rivoluzionarie e sociali, finirono con l’essere travolti dalle contraddizioni e dalle inefficienze della monarchia e dell’8 settembre.
L’autore
Giuseppe Parlato è professore ordinario di Storia contemporanea nella Università degli Studi Internazionali – UNINT di Roma e presidente della Fondazione. Si è occupato di storia del Risorgimento italiano e del fascismo e attualmente si occupa della storia della destra italiana. Tra le sue più recenti pubblicazioni: Fascisti senza Mussolini. Le origini del neofascismo in Italia (1943-1948) (il Mulino, Bologna 2006); Mezzo secolo di Fiume. Economia e società a Fiume nella prima metà del Novecento (Cantagalli, Siena 2009); Gli Italiani che hanno fatto l’Italia. 151 personaggi per la storia dell’Italia unita (Eri Rai, Roma 2011); La Fiamma dimezzata. Almirante e la scissione di Democrazia Nazionale (Luni, Milano 2017).
Disponibile su YouTube la registrazione integrale della presentazione: https://youtu.be/qGcqndFBI10