Presentato in Fondazione il volume sugli italiani nei gulag

Lunedì 6 marzo 2023 è stato presentato a Roma, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), il volume Il libro nero degli italiani nei gulag curato da Francesco Bigazzi (LEG, Gorizia 2022). La presentazione è stata organizzata dalla Fondazione Bettino Craxi ETS e dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Con il curatore ne hanno discusso Giovanni Orsina, Presidente del Comitato storico-scientifico della Fondazione Bettino Craxi ETS, professore ordinario di Storia contemporanea e Dean della School of Government della Luiss di Roma, Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione e già professore ordinario di Storia contemporanea nella Università degli Studi Internazionali – UNINT di Roma e Ugo Intini, giornalista e saggista. Ha coordinato l’incontro Stefano Mensurati, giornalista e conduttore di RadioUno Rai.
L’incontro verrà trasmesso in streaming sui canali web e social degli Istituti. L’accreditamento è aperto al seguente linkhttps://www.eventbrite.com/e/biglietti-presentazione-del-volume-il-libro-nero-degli-italiani-nei-gulag-529188054717?aff=ebdssbdestsearch&keep_tld=1, oppure tramite i contatti delle Fondazioni: segreteria@fondazionecraxi.org (tel. 068550811), segreteria@fondazionespirito.it (tel. 064743779).

Il libro

Restituire i nomi delle vittime italiane dello stalinismo; raccontare la storia e le persecuzioni di comunisti, antifascisti ed emigrati italiani che, attratti dal mito del Primo Stato dei Soviet, sono scomparsi nell’Arcipelago Gulag; ricostruire il destino degli italiani di Crimea, delle genti provenienti dal Bel Paese che, da secoli naturalizzate in Russia, all’improvviso hanno scoperto di essere il nemico pubblico numero uno dell’URSS: questi gli obiettivi che si prefigge il lavoro di Francesco Bigazzi, curatore di questo importante volume sulla storia degli italiani deportati nei gulag sovietici. Un’opera unica nel suo genere, che raccoglie un ricchissimo elenco nominativo dei prigionieri italiani. Ridare loro un nome, ricomporre le loro storie, rischiava però di divenire una ricerca fine a se stessa. Ecco che, per tentare di colmare i vuoti rimasti, alla voce di Bigazzi si aggiungono i contributi di altri autorevoli studiosi della materia. Dario Fertilio segue gli “Italiani nel sistema concentrazionario sovietico”, Ugo Intini svela “L’imbarazzo del Pci e le reticenze mai superate”; per la prima volta Aldo G. Ricci denuncia “Come Mussolini sorvegliava l’emigrazione politica” ed Elena Parkhomenko stupisce con la scoperta di “Le spie del Pci nel Psi e nella concentrazione antifascista a Parigi”. L’intervento di Stefano Mensurati è indispensabile per svelare aspetti inediti nel dramma degli “Italiani di Crimea”, mentre Giovanni Di Girolamo spiega l’ecatombe de “I soldati dell’ARMIR nei campi di prigionia sovietici”; un argomento sul quale fino ad oggi le reticenze restano più forti è quello affrontato da Fiorenzo Reati in “La persecuzione del clero cattolico in URSS”. Infine, il monito di Anatoli Razumov che dà un nome, una ad una, alle vittime delle repressioni comuniste ne “Il cimitero Memorial ‘Levashovo’ di San Pietroburgo: proibito dimenticare”.

Il curatore

Francesco Bigazzi, giornalista e scrittore, è uno dei massimi esperti italiani dell’Europa dell’Est. È stato capo ufficio ANSA in Polonia e in Russia, corrispondente del quotidiano “Il Giorno” e del settimanale “Panorama” per la Russia e l’Europa dell’Est. Ha dedicato numerose pubblicazioni al tema del dissenso nell’Est, tra le quali ricordiamo le più recenti: Il viaggio di Falcone a Mosca, con Valentin Stepankov (Mondadori 2015); Il primo Gulag. Le isole Solowki (Pagliai Editore 2017); Guerra in Cecenia: diario del rapimento di Mauro Galligani (Pagliai Editore 2019); Il Dottor Zhivago: Il giallo letterario del Novecento (Pagliai Editore 2020); Berlinguer e il diavolo (Paesi Edizioni 2021) con Dario Fertilio.

“La PSDC a 30 anni dal Trattato di Maastricht”. Il Convegno internazionale patrocinato dalla Fondazione

Giovedì 24 e venerdì 25 novembre 2022 all’Università Guglielmo Marconi di Roma (via Plinio, 44) si terrà il Convegno internazionale “La PSDC a 30 anni dal Trattato di Maastricht. Storia, attualità e prospettive”, organizzato dal Dipartimento di Scienze Giuridiche e Politiche dell’Università Guglielmo Marconi di Roma, dalla Université Paris-Est Créteil – Institut d’études politiques de Fontainebleau e dal Laboratoire interdisciplinaire d’étude du politique Hannah Arendt (LIPHA – Paris Est) e patrocinato dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e dalla Rivista Europea.

Il primo panel, dedicato agli “Elementi politico-giuridici della PSDC da un punto di vista storico” e previsto per il pomeriggio del 24 novembre in orario 30-18.30, vedrà la partecipazione di: Raffele Chiarelli per i saluti iniziali, Andrea Ungari in qualità di moderatore, Antonio Varsori (Dalla CED alla PESC), Silvio Berardi (Alle origini della difesa europea. Yvon Delbos tra CED e politica estera comunitaria (1950-1956)), Paolo Wulzer (Prove fallite di politica estera europea: l’UE e le crisi del Medio Oriente 1990-2003), Christian Franck (La saga des traités et la construction de la PESC), Daniele Pasquinucci (Tempi difficili. L’evoluzione della Politica di Sicurezza e Difesa Comune 2014-2022) e Federico Pace nel ruolo di discussant.

Il secondo panel, previsto invece per il 25 novembre in orario 00-13.00 e intitolato “Prospettive politiche e militari sul presente e il futuro della difesa europea”, vedrà alternarsi, sotto il coordinamento di Ulrike Haider-Quercia, i seguenti relatori: Guillaume de Rougé (« L’économie politique » de la planification de défense européenne : La France face à la « boite noire » du processus politico-militaire européen), Pierre Haroche (La communautarisation progressive de la défense européenne), Paolo Quercia (The transformation of CSDP mission and operations in the future strategic environment), Salvatore Farina (EU Strategic Compass: actions to be implemented, commitments to be strengthen), Marcello Ciola (Crisisification process and long-term policies in PSDC. Complementarity or incompatibility? Considerations after Russian invasion of Ukraine and the adoption of Strategic Compass) e, in qualità di discussantGaetano Zauner.

 

Sarà possibile seguire in diretta streaming i lavori delle due sessioni al seguente link:

https://usgm.link/psdc (accessibile anche tramite il QR Code riportato sulla locandina)

“Cent’anni dopo. Il fascismo nella storia d’Italia”: il programma del Convegno di ottobre

Nei giorni 1421 e 28 ottobre 2022 si terrà, in tre distinte sessioni, il Convegno “Cent’anni dopo. Il fascismo nella storia d’Italia”, promosso dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, dall’Università di Siena, dall’Università Guglielmo Marconi di Roma e dal Centro di Ricerca Interdisciplinare sulla nascita, sviluppo e caduta dei Totalitarismi Europei del ’900 (CRITE) della UNINT di Roma. L’iniziativa è patrocinata dal Comune di Roma e realizzata grazie al contributo della Direzione generale Educazione, Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura.

La prima sessione, intitolata “Gli Interlocutori e i Temi”, si terrà a Roma, nella Sala conferenze della Fondazione in Piazza delle Muse, 25, il 14 ottobre. La prima parte (ore 9,30), su “Gli Interlocutori”, vedrà, sotto la presidenza di Giuseppe Parlato, la partecipazione di: Gerardo Nicolosi (Il Liberalismo), Andrea Ungari (La Monarchia), Giovanna Tosatti (Lo Stato) e Andrea Ciampani (La Chiesa). La seconda parte (ore 15,00) su “I Temi”, presieduta da Gianni Scipione Rossi, vedrà la partecipazione di: Paolo Nello (La politica estera), Fabrizio Amore Bianco (Il Corporativismo e l’economia), Mario Toscano (Razzismo e antisemitismo: un bilancio storiografico), Francesco Perfetti (Dallo Statuto alla Camera dei Fasci) e Giuseppe Parlato (Destra/Sinistra: l’essere e il voler essere).

La seconda sessione, “La Cultura e i suoi Protagonisti, l’Eredità”, si terrà all’Università di Siena il 21 ottobre. La prima parte (ore 9,30), su “La Cultura e i suoi Protagonisti”, vedrà la partecipazione di: Gerardo Nicolosi, a presiedere i lavori, Giovanni Belardelli (La cultura italiana e il fascismo), Alessandra Tarquini (Giovanni Gentile e il fascismo), Nicola D’Elia (Giuseppe Bottai, le Leggi razziali e i rapporti italo-tedeschi), Danilo Breschi (Il fascismo secondo Ugo Spirito) e Barbara Bracco (Gioacchino Volpe e la contemporaneità nell’Italia fascista). Per la seconda parte (ore 15,00) su “L’Eredità”, presieduta da Patrizia Gabrielli, parteciperanno: Simona Colarizi (La transizione dalla dittatura alla democrazia), Antonio Varsori (I diplomatici italiani dal fascismo alla Repubblica: continuità o rottura?), Giovanni Orsina (Il “vario anti-fascismo” nell’Italia repubblicana), Giuseppe Pardini (Il neofascismo) e Roberto Chiarini (L’irrisolta conciliazione di memoria e identità nella destra italiana).

La terza e ultima sessione, intitolata “Le Interpretazioni Oggi”, prevede per il 28 ottobre alle ore 9,30, all’Università Guglielmo Marconi di Roma, una tavola rotonda che vedrà dialogare, sotto la presidenza di Andrea UngariAlessandro CampiErnesto Galli della LoggiaDino CofrancescoGianfranco PasquinoGiuseppe Vacca e Renato Moro.

Gli eventi saranno trasmessi in diretta streaming sui canali social delle rispettive istituzioni e tutti sul canale YouTube della Fondazione.

 

 

Giuseppe Parlato confermato presidente della Fondazione

Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, riunito il 23 luglio 2022 per deliberare nei termini statutari il rinnovo delle cariche in scadenza,  sotto la presidenza del vicepresidente Nicola Benedizione, ha proceduto alla rielezione nel Consiglio di Giuseppe Parlato e Gianni Scipione Rossi. Il Consiglio ha quindi rieletto all’unanimità Parlato Presidente della Fondazione e Rossi vicepresidente vicario.
Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, è entrato nel Consiglio nel 1989, con Luigi Coda Nunziante presidente e Renzo De Felice presidente della Commissione scientifica della Fus. Nel 1991 assume anche la Direzione. Nel 2006 è eletto vicepresidente con la presidenza di Gaetano Rasi. Nel 2008 viene eletto Presidente, confermato nei mandati successivi.
Gianni Scipione Rossi, giornalista, è entrato nel Consiglio nel 2006. Nel 2008 è eletto vicepresidente, confermato nei mandati successivi. Nel 2021, con la modifica statutaria che ha portato a due le vicepresidenze, assume il vicariato.

Presentato il libro di Mariuccia Salvati su Camillo Pellizzi

Mercoledì 20 aprile 2022, alle ore 18.00, è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume Camillo Pellizzi. Un intellettuale nell’Europa del Novecento di Mariuccia Salvati (il Mulino, Bologna 2021). Con l’autrice ne hanno discusso Danilo Breschi e Gisella Longo, autori del volume Camillo Pellizzi. La ricerca delle élites tra politica e sociologia (Rubbettino, Soveria Mannelli 2003).

Il libro

Camillo Pellizzi (1896-1979), dopo la Grande Guerra e l’università, aderì al fascismo, contribuendo alla sua definizione politico-teorica nella scia di Gentile. Trasferitosi per studio e lavoro in Inghilterra, fu tra i fondatori del Fascio londinese. Nel 1924 entrò come docente allo University College of London rimanendovi fino al 1939, anno in cui, rientrato in Italia, prese servizio come professore all’Università di Firenze. Nel 1941 accettò l’incarico di presidente dell’Istituto nazionale di cultura fascista che tenne fino all’inizio del ’43. Dopo il 25 luglio, non avendo aderito alla Repubblica sociale italiana, visse in clandestinità fino alla Liberazione: seguirono anni di epurazione e di isolamento fino al 1950, quando ottenne la prima cattedra (a lungo unica) di Sociologia dell’università italiana. Intellettuale di spicco del fascismo, studioso del corporativismo, Pellizzi intercettò per tempo la rilevanza della disciplina sociologica; per la sua intensa attività di studioso, traduttore, saggista, poi fondatore e direttore della «Rassegna Italiana di Sociologia», rappresenta una figura di primo piano nello sviluppo delle scienze sociali nel nostro paese. Grazie alle fonti inglesi consultate, lo studio di Mariuccia Salvati ne restituisce il profilo intellettuale entro un contesto europeo finora parzialmente inedito.

L’autrice

Mariuccia Salvati ha insegnato Storia contemporanea dal 1975 al 2012 nel Dipartimento di Storia dell’Università di Bologna. Tra i suoi libri più recenti: «Passaggi. Italiani dal fascismo alla Repubblica» (Carocci, 2017), «Alfredo Reichlin. Una Vita» (a cura di, Treccani, 2019). Con Piero Costa ha curato la collana Carocci «La Costituzione. I principi fondamentali» di cui ha scritto il saggio sull’art. 4 (2018). Da sempre legata a Lelio Basso e alla sua Fondazione, dirige la rivista «Parole chiave».

La presentazione del volume di Rodolfo Sideri su Gentile: il 19 aprile a Terni

Martedì 19 aprile 2022, alle ore 17.00, nella Sala videoconferenze della Biblioteca comunale di Terni (Piazza della Repubblica, 1), verrà presentato il volume di Rodolfo Sideri, Con Mussolini e oltre. Giovanni Gentile da Marx alla destra postfascista (Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2020). Con l’autore ne discuteranno Paolo Cicchini, consigliere comunale di Terni, Pier Francesco Quaglietti dell’associazione Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Terni, e Jacopo Meccariello del Centro per la Filosofia italiana. Introdurrà l’incontro Danilo Sergio Pirro, presidente dell’associazione Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice di Terni.

Il libro

La letteratura sulla filosofia di Giovanni Gentile è un fiume che trova la sua sorgente già negli anni Venti del Novecento e giunge sempre più impetuoso fino ai giorni nostri. Tuttavia, nelle diverse interpretazioni dell’attualismo mancava ancora l’analisi della sua incidenza nella destra del dopoguerra; analisi che può gettare nuova luce sulle diverse esigenze e urgenze che quest’area politica, specialmente ma non solo giovanile, ha maturato e sta maturando a partire dagli anni Duemila. Si è voluto perciò ripercorrere il lungo itinerario politico del filosofo siciliano a partire dai primi studi su Rosmini, Gioberti e Marx, durante i quali già era maturato il concetto di prassi che, annullando la distinzione tra pensiero e azione, consentì al filosofo di elaborare una visione totalitaria della vita. In questo senso Gentile ritenne di poter incontrare il “suo” fascismo, al quale restò fedele fino alla tragica conclusione della sua esistenza. Con Mussolini, quindi, ma anche oltre Mussolini, per quella volontà di veder fondato uno Stato pienamente totalitario che non lasciasse fuori di sé alcun residuo, alcuna eccedenza spirituale, e che il fascismo non seppe o non volle realizzare. Il valore della politica, che per Gentile si identifica con la vita in tutte le sue espressioni, la concezione etico-religiosa, il senso dello Stato e del suo rapporto con la nazione, l’economia corporativistica costituiscono il patrimonio ideale che la destra italiana del dopoguerra ha, di volta in volta, fatto proprio, rifiutato, rielaborato in modalità diverse, fino a giungere all’irruzione nel dibattito odierno del tema del sovranismo che ha restituito al pensiero gentiliano tutta la sua carica rivoluzionaria.

L’autore

Rodolfo Sideri è docente di Filosofia e Storia nei Licei. Si è interessato particolarmente della cultura politica della destra italiana tra Otto e Novecento. Tra le sue pubblicazioni più recenti: La rivoluzione ideale di Alfredo Oriani, Roma, Settimo Sigillo 2011; Adriano Romualdi. L’uomo, l’opera e il suo tempo, Roma, Settimo Sigillo 2012; Platone nella cultura politica della destra italiana del Novecento, in Platone nel pensiero moderno e contemporaneo, IV, Villasanta, Limina-Mentis 2014; L’umanesimo nazionale di Carlo Costamagna, Roma, Settimo Sigillo 2015; “Il platonismo che non muore”: Platone e il platonismo nel pensiero di Giovanni Gentile, in Platone nel pensiero moderno e contemporaneo, V, Villasanta, Limina-Mentis, 2015; L’esigenza di Dio in Ugo Spirito, in Fede e ragione, Villasanta, Limina-Mentis, 2016; Fascisti prima di Mussolini. Il fascismo tra storia e rivoluzione, Roma, Settimo Sigillo, 2018.

Presentato in Fondazione il volume di Gianni Scipione Rossi su Attilio Tamaro

Martedì 5 aprile 2022 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume di Gianni Scipione Rossi, Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), Rubbettino, Soveria Mannelli 2021. Con l’autore ne hanno discusso Giovanni Belardelli, già professore ordinario di Storia delle dottrine politiche nella Università degli Studi di Perugia, e Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma e presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

L’incontro si terrà in presenza e verrà trasmesso in streaming sui canali Facebook e YouTube della Fondazione. In ottemperanza alla normativa in vigore, si ricorda che per partecipare in sala sarà obbligatorio esibire la certificazione verde rafforzata (super green pass) e indossare il dispositivo di protezione facciale Ffp2. L’accesso sarà consentito solo su prenotazione e fino al raggiungimento della capienza massima prevista (per info e prenotazioni: segreteria@fondazionespirito.it).

Il libro
Triestino di origine istriana, giornalista, storico, diplomatico, Attilio Tamaro (1884-1956) è stato uno dei massimi protagonisti dell’irredentismo giuliano. Autore prolifico di saggi storici e politici, ha lasciato inedito il suo diario privato, che si sviluppa dalla Trieste austroungarica del 1911 alla guerra vinta, attraversa il fascismo per superare la fine del regime e affacciarsi nella guerra civile e nella ricostruzione. Un grande e intenso affresco – privo di filtri – su quasi quarant’anni di storia italiana ed europea. Di cultura nazional-patriottica, monarchico, volontario nella Grande Guerra, teorico del nazionalismo, aderì al fascismo nel 1922. Contrario all’antisemitismo, fu espulso dal Pnf nel 1943, non aderì alla Rsi e da neo-irredentista tornò a difendere l’italianità di Trieste e delle terre adriatiche. Nel diario le sue analisi, i retroscena politici e gli incontri con centinaia di persone, da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai. E ancora, intellettuali, politici e diplomatici incrociati nel suo peregrinare tra Trieste, Roma, i Balcani, Vienna, Parigi, Londra, Fiume, Amburgo, Helsinki, Mosca, Leningrado e Berna.
Il diario è introdotto da una biografia basata sullo scandaglio di documenti e carteggi, presenti in diversi fondi archivistici. Ne emerge la complessa e tormentata personalità di un uomo di grande cultura, capace di dialogare a tutto campo. Margherita Sarfatti così gli dedica il suo Dux: «Ad Attilio Tamaro, italianissimo figlio di Trieste, nel nome di Trieste, madre della mia madre, offre con amicizia». «Ho letto – scrive Tamaro a Umberto Saba – le tre poesie con eguale piacere: mirabile mi sembra La preghiera dell’angelo custode dove l’episodio è ricordato con arte purissima ed è poi elevato a una vasta significazione. Attendo vivamente l’annunciato volume di poesia».
Tamaro è in relazione con tutti i protagonisti dell’irredentismo triestino, istriano e dalmatico, in particolare Camillo Ara, Mario Alberti, Giorgio Pitacco, Salvatore Segré Sartorio, Fulvio Suvich, Francesco Salata. Intensi i suoi rapporti con Eugenio Balzan, Camillo Castiglioni, Francesco Coppola, Mario Missiroli, Giuseppe Volpi di Misurata. Feroci le sue critiche a Galeazzo Ciano «satrapo orientale» – e a Mussolini che, dopo averlo ammirato, quando nasce la Rsi definisce «il farneticante di lassù». Nella biografia emerge anche la figura del figlio di Tamaro, Tullio, che nel 1942 entra nel Pci clandestino milanese e con Emilio Sereni rappresenterà il partito nel Cln regionale lombardo.

L’autore

 Gianni Scipione Rossi, giornalista, ha diretto l’informazione parlamentare della Rai, il Centro di formazione e la Scuola di giornalismo di Perugia, dove insegna giornalismo radiofonico. È vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e membro del Comitato Direttivo dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea. Tra i suoi libri: L’America di Margherita Sarfatti. L’ultima illusione, 2021; Attilio Tamaro: il diario di un italiano, 2021, Cronache del virus, 2020; Lo “squalo” e le leggi razziali, 2017; Storia di Alice, 2010; Cesira e Benito, 2007; Il razzista totalitario, 2007; Mussolini e il diplomatico, 2005; La destra e gli ebrei, 2003.

Disponibile al seguente link la registrazione integrale: https://youtu.be/RBVIeoSTNXs

La biografia e il diario di Attilio Tamaro visti dalla stampa

Presentato in Fondazione il libro di Elena Aga Rossi

Giovedì 31 marzo è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume L’Italia tra le grandi potenze. Dalla seconda guerra mondiale alla guerra fredda di Elena Aga Rossi (il Mulino, Bologna 2019). Con l’autrice ne ha discusso Silvio Berardi, professore ordinario di Storia delle relazioni internazionali nella Università degli Studi Niccolò Cusano di Roma.

In ottemperanza alla normativa in vigore, si ricorda che per partecipare in sala sarà obbligatorio esibire la esibire la certificazione verde rafforzata (super green pass) e indossare il dispositivo di protezione facciale Ffp2. L’accesso sarà consentito solo su prenotazione e fino al raggiungimento della capienza massima prevista (per info e prenotazioni: segreteria@fondazionespirito.it).

Il libro

Elena Aga Rossi è una delle maggiori studiose della politica e dell’intervento degli Alleati in Europa e soprattutto in Italia durante la guerra, e dell’influenza dell’Unione Sovietica in Italia. I suoi studi, che hanno spesso costituito punti di svolta nella ricerca storica sulla Campagna d’Italia e in generale sulla storia politica del nostro paese fra guerra e dopoguerra, trovano in questo volume una sistemazione fortemente unitaria che segue tre assi fondamentali: i piani per il futuro assetto dell’Europa elaborati dagli alleati durante la guerra; la politica angloamericana verso l’Italia durante la guerra e il primo dopoguerra; per gli stessi anni, i rapporti del Partito comunista italiano con l’Unione Sovietica e l’influenza sovietica nel nostro Paese. Nel complesso, un contributo di prima grandezza sugli aspetti cruciali che determinarono il futuro dell’Italia postfascista e la sua collocazione internazionale.

L’autrice

Elena Aga Rossi ha insegnato in diverse università e alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Tra le sue pubblicazioni: Gli Stati Uniti e le origini della guerra fredda (a cura di, il Mulino 1984), Una nazione allo sbando (il Mulino 1993, III ed. 2006), Togliatti e Stalin (con Victor Zaslavsky, il Mulino 1997, II ed. 2007), Una guerra a parte. I militari italiani nei Balcani 1940-1945 (con Maria Teresa Giusti, il Mulino 2011), Cefalonia. La resistenza, l’eccidio, il mito (il Mulino 2017).

Disponibile al seguente link la registrazione integrale: https://youtu.be/vyINXdmB9Iw

Presentato in Fondazione il libro di Guido Pescosolido su Rosario Romeo

Martedì 8 marzo è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume Rosario Romeo. Uno storico liberaldemocratico nell’Italia Repubblicana di Guido Pescosolido (Laterza, Roma-Bari 2021). Con l’autore ne ha discusso Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma e presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

Il libro

A oltre trent’anni dalla scomparsa di Rosario Romeo, questo libro intende riportare l’attenzione sull’attività storiografica e sull’impegno politico di uno dei maggiori esponenti della liberaldemocrazia italiana del secondo dopoguerra. Sul versante storiografico si intende verificare la tenuta scientifica delle sue opere più note e rilevanti ma anche porre in luce l’importanza che hanno assunto, nella recente critica storica, i suoi lavori medievistici e modernistici. Sul versante politico si richiama l’attenzione sul carattere progressista del suo liberalismo democratico ed europeista e sul concreto impegno come giornalista e parlamentare europeo in difesa della democrazia occidentale, del Mezzogiorno e nel contrasto al decadimento post-sessantottesco della vita universitaria italiana. Il libro si basa su un’attenta lettura della bibliografia esistente, nonché su numerosi documenti inediti in parte conservati dalla famiglia Romeo, in parte reperiti presso l’Archivio Centrale dello Stato, gli Archivi Storici delle Università di Catania e Roma La Sapienza e dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano.

L’autore

Guido Pescosolido ha insegnato Storia moderna nelle Università di Messina, della Tuscia, di Napoli Federico II, Roma Tre, Luiss e Sapienza di Roma. Tra le sue pubblicazioni sulla storia economica, sociale e politica dell’Italia dal secolo XVII ai nostri giorni, ricordiamo Terra e nobiltà. I Borghese. Secoli XVIII e XIX (Jouvence 1979), Agricoltura e industria nell’Italia unita (Laterza 1996), Nazione, sviluppo economico e questione meridionale in Italia (Rubbettino 2017) e La questione meridionale in breve. Centocinquant’anni di storia (Donzelli 2017).

Disponibile su YouTube la registrazione integrale dell’incontro.

La lunga storia del Confine Orientale: il podcast realizzato con Federesuli

La Fondazione, in collaborazione con Federesuli, ha realizzato un podcast dal titolo La lunga storia del Confine Orientale. Le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico (XIX-XX secolo). Nel podcast, contributi di Nicola Porro, Egidio Ivetich, Ester Capuzzo, Massimo de Leonardis, Giuseppe Parlato, Massimo Bucarelli, Raoul Pupo, Basilio Di Martino, Filippo Cappellano, Andrea Ungari, Giuseppe de Vergottini, Antonio Varsori, Enrico Miletto, Ida Caracciolo, Kristjan Knex, Luca Micheletta, Davide Rossi, Luciano Violante, Gianni Oliva e, con un intervento postumo, Giampaolo Pansa.
L’intento alla base dell’iniziativa è quello di creare uno strumento di approfondimento permanente e di facile fruizione, utile a interessati e studiosi, in occasione del Giorno del Ricordo 2022.

Il podcast è disponibile sui social e nel link qui sotto.
Questa è la presentazione del presidente di Federesuli Giuseppe de Vergottini e del presidente della Fondazione Giuseppe Parlato.

La Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati (FederEsuli), in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in occasione della celebrazione del Giorno del Ricordo 2022, propongono il podcast intitolato “Le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico (XIX-XX secolo)”, scaricabile al seguente link https://anchor.fm/federesuli. La scelta che ha mosso la FederEsuli, in collaborazione con la Fondazione Spirito-De Felice, è stata quella di realizzare uno strumento di comunicazione agile e nello stesso tempo approfondito scientificamente. Per questo motivo si è voluto chiedere a docenti universitari, esperti militari e a giornalisti, tra cui de Vergottini, Ivetic, Oliva, Parlato, Pansa, Porro, Pupo, Varsori e Violante, di realizzare, ciascuno secondo le proprie competenze, un testo che rappresenti un momento di riflessione e di conoscenza sui molteplici aspetti delle relazioni tra le due sponde dell’Adriatico. La presenza di studiosi di diversa sensibilità culturale e storiografica ha avuto l’obiettivo, speriamo riuscito, di offrire un variegato prisma delle vicende accadute nella frontiera orientale in un’ottica pluralistica e priva di connotazioni preconcette.
Solo in questo modo, riteniamo si possa superare un certo clima di scontro aprioristico che da alcune parti si scorge su queste tematiche, il quale non soltanto è contrario a una corretta impostazione scientifica ma soprattutto rischia di vanificare quanto di positivo in questi diciotto anni è stato fatto, di riaprire vecchie ferite, di offuscare gli sforzi delle istituzioni, a cominciare dall’incontro tra i due Capi di Stato, italiano e sloveno, i quali lo scorso anno hanno insieme reso omaggio alle vittime dei totalitarismi, in una suggestiva comunanza che non significa annullamento delle rispettive ragioni ma superamento, con il concorso della storia, di quelle divisioni che hanno insanguinato le due coste dell’Adriatico.
Giuseppe de Vergottini
Giuseppe Parlato