Todi, Giornata del Ricordo 2019: le borse di studio assegnate a due liceali

Sono Simone Zampa e Assmaa Hamdoune i vincitori delle borse di studio messe in palio dal Comune di Todi, nel quadro dell’iniziativa di studio sul significato storico del Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata” organizzata in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
L’iniziativa è culminata il 9 febbraio 2019, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali della città umbra, in un convegno dedicato agli studenti delle scuole superiori. Sono intervenuti Michele Pigliucci, docente di Geografia economica e politica nell’Università di Sassari e direttore della Fondazione, Raffaella Rinaldi, coordinatore “Comitato 10 Febbraio” Umbria, Toni Concina, che ha portato la sua testimonianza di esule da Zara. L’attore Giuseppe Abramo ha curato alcune “letture dall’esodo”.
Hanno introdotto il sindaco di Todi Antonino Ruggiano e l’assessore alla Cultura Claudio Ranchicchio. Ha coordinato Gianni Scipione Rossi, giornalista e storico, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo.

Gli studenti tuderti nella Sala
del Consiglio il 9 febbraio 2019

Nell’occasione è stato emesso un bando per due borse di studio. Tra gli elaborati pervenuti, prescelti dall’Assessorato alla Cultura,d’intesa con il dirigente scolastico, la presidenza del Consiglio comunale e la Fondazione, quello di Simone Zampa, nato ad Assisi nel 2000 e residente a Todi, allievo del Liceo Classico Jacopone da Todi, ha vinto il premio da 500€ per un saggio breve sulla vicenda storica e sulla complessità della sua memoria nei decenni successivi. <Lavoro sintetico e preciso – recita la motivazione – affronta la tematica anche facendo emergere la propria opinione che si presenta però equilibrata e non priva di meritevole approfondimento personale. Emerge un amor di Patria consapevole e forte senza essere retorico>.

Il secondo premio, di 250€, è stato vinto dalla studentessa del Liceo Linguistico Assmaa Hamdoune, nata a Marsciano nel 2000 e residente a Todi, che ha proposto una rilettura poetica del dramma delle foibe. <Poesia di tre strofe e di otto righe a versi sciolti – si legge nella motivazione – con una partecipazione umana molto vicina a chi ha sofferto di una morte atroce. Emerge una buona cultura letteraria, testimone di letture acquisite: “eterno silenzio”, “la nostra torre”, a certificare i buoni studi che la giovane sta terminando>. Sia Simone sia Assmaa hanno nel frattempo superato l’esame di Stato.

Di seguito la poesia di Assmaa:

Persi nel nulla: il nulla eterno

di Assmaa Hamdoune

Legati a formare una catena umana,

schierati sugli argini delle foibe

con un filo spinato che ci cingeva le mani.

Gettati come rifiuti in quel buco nero,

proprio quello una voragine infernale:

inghiottiti da un eterno silenzio.

O terra nostra, terra di guerra,

cadiamo tra le tue ardite braccia.

 

La nostra torre crollava rovinosamente.

Siamo rimasti soli, sopra ossa spezzate,

come uccelli rinchiusi in gabbia.

Alcuni dei nostri occhi brillavano di luce,

una luce effimera, destinata a svanire.

Urlavamo, gridavamo, straziati dal dolore,

in condizioni atroci, sperando in un aiuto,

in un aiuto, o forse in un miracolo. Illusi.

 

E se la morte non incombeva su di noi

Dopo giorni di tortura, al buio, al freddo,

ci pensava dall’alto una forza superiore

con in mano le redini della nostra vita.

Una bomba a mano scagliata dall’alto

Ci bruciò in quel fondo della foiba.

Ciò che rimase…un pugno di cenere.

Che si dissolse nel nulla eterno.

Todi, 2019

 

 

Sergio Panunzio rettore della Regia Università di Perugia

Nel ricco archivio di Sergio Panunzio (1886-1944), conservato in copia digitale dalla Fondazione, sono rintracciabili non solo le complesse tracce del rapporto tra il fascismo e gli intellettuali, ma anche il cambiamento intervenuto all’interno del sistema universitario italiano dell’epoca.

Panunzio, figura di spicco e maestro di una generazione di importanti giuristi, divenne rettore dell’Ateneo perugino nel febbraio del 1927, generando – come dimostrano i documenti allegati – un consenso diffuso intorno al suo nome e alla sua caratura culturale.

Molto attivo anche a Roma, il giurista originario di Molfetta si prodigò per la riforma universitaria e, in particolare, per le Facoltà di Scienze politiche che, nella trasformazione radicale della nuova classe dirigente – promossa dal regime, ma rimasta incompiuta dopo gli eventi del 1943-1945 –, dovevano giocare un ruolo di centrale rilievo.

Riferimento archivistico dei documenti: Archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Fondo Sergio Panunzio, Serie 1, Attività accademica, 1912 ago.-1944 lug., b. 1, f. 1, Nomine accademiche (Napoli-Perugia-Roma).

Trieste, ancora pochi giorni per visitare la mostra su Camillo Castiglioni a Palazzo Gopcevich

Trieste – Ancora pochi giorni – fino  a domenica 21 luglio – per ammirare la mostra Camillo Castiglioni e il mito della BMW, organizzata dalla Fondazione Franco Bardelli e dal Comune di Trieste con la collaborazione di BMW Group Archiv e della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. La mostra, curata da Mauro Martinenzi e Susanna Ognibene, si è aperta sabato 29 giugno. Notevole nelle prime due settimane di apertura l’afflusso del pubblico, interessato a scoprire la figura del grande imprenditore e finanziere triestino nella sala Attilio Selva di Palazzo Gopcevich, via G. Rossini 4 (orario 10.00-17.00, ingresso gratuito).

La mostra si pone l’obiettivo di raccontare – dopo decenni di oblio –  la straordinaria vita di Camillo Castiglioni, uno dei più grandi finanzieri e industriali europei negli anni Dieci e Venti del Novecento, con un particolare approfondimento relativo al periodo in cui come proprietario della BMW ne favorisce la trasformazione in una fabbrica motociclistica. L’intento è stato quello di realizzare un’esposizione che valorizzasse e ponesse in risalto sia la singolare storia umana del Castiglioni, che va oltre la connotazione politica dell’epoca, sia la società, il contesto culturale, politico ed economico attraverso cui il nostro personaggio si muove e vive, con particolare riferimento alle sue radici triestine ed ebraiche. In mostra numerosi pannelli illustrano l’intera vicenda umana di Castiglioni e, grazie, alla ricerca effettuata negli archivi e nei musei triestini, il fortissimo legame con la città natale. Camillo Castiglioni nacque infatti a Trieste il 22 ottobre del 1879 da Vittorio, pedagogista ed ebraista, (vice rabbino di Trieste, poi rabbino capo di Roma dal 1903 al 1911), e morì a Roma il 18 dicembre del 1957.

La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice partecipa con il prestito di numerosi e rilevanti documenti, conservati nel Fondo Archivistico dello storico e diplomatico triestino Attilio Tamaro, fin da giovane amico di Castiglioni, con il quale ha intrattenuto per anni una fitta corrispondenza. Altri documenti provengono dall’archivio BMW di Monaco di Baviera, così come la motocicletta voluta e commercializzata da Castiglioni nel 1923. Dal Museo Revoltella proviene uno splendido quadro di Nomellini, donato dal finanziere nel 1927. Il catalogo della mostra – Camillo Castiglioni e il mito della BMW, Goliardica Editrice, Trieste – è curato da Susanna Ognibene e Mauro Martinenzi, con introduzioni di Fred Jakobs, Head BMW Group Archiv, e di Gianni Scipione Rossi, autore della biografia Lo “squalo” e le leggi razziali. Vita spericolata di Camillo Castiglioni (Rubbettino, 2017).