Vincenzo Pirro, Italia e Germania nel Novecento, a cura di Rodolfo Sideri (CreateSpace Independent Publishing Platform, 2016).
Mercoledì 15 febbraio 2017 è stato presentato il nuovo libro postumo di Vincenzo Pirro. Il volume incentra l’attenzione sul rapporto tra due civiltà e culture che hanno iniziato ad amarsi-odiarsi fin dall’Alto Medioevo e hanno continuato a interagire ancora nel Novecento, quando hanno interpretato e tentato di risolvere in senso moderno la crisi dello Stato. In un’analisi che legge filosoficamente la storia e accerta storicamente il pensiero filosofico – secondo la grande lezione vichiana che invita ad accertare il vero e inverare il certo – l’Autore si spinge in un’attualità che in parte è ancora la nostra, in cui nazione e Stato si sono separati per perdersi entrambi. Morte della Patria, mancanza di senso civico, disonestà pubblica sono figli dell’incapacità di metabolizzare il fascismo come parte della storia italiana ed europea e nel conseguente rifiuto di conservare e continuare la nazionalizzazione delle masse da esso compiuta. Italia e Germania offrirono soluzioni diverse alla crisi del Novecento, che determinarono anche un diverso atteggiamento rispetto all’Europa. Temi, questi, che hanno il pregio di lumeggiare anche le dialettiche dei nostri tempi, in virtù della serietà “religiosa” con la quale Pirro è solito condurre le sue analisi.
Vincenzo Pirro (San Severo 1938 – Terni 2009) è stato allievo di Ugo Spirito e docente di Storia e Filosofia presso le Università e i Licei. Numerosi i suoi scritti pubblicati su Il Giornale Critico della Filosofia Italiana, Nuovi Studi Politici e I Problemi della Pedagogia. Imponente la mole di pubblicazioni realizzate che coprono una finestra di più di quarant’anni; tra le sue opere nel campo filosofico degli anni ’70 citiamo: Filosofia e politica in Giovanni Gentile (1970), Filosofia e politica in Benedetto Croce(1976), Cultura e politica in Benedetto Croce (1976), Filosofia e politica nel problematicismo di Ugo Spirito (1976) e Corpo e cosmo nell’attualismo di Giovanni Gentile (1977). A partire dagli anni ’80, si dedica anche agli studi di storia, con particolare passione per il Risorgimento.