Il Fondo Antonio Teja (11 buste, 4 schedari, 1918-1965)
Antonio Teja (Zara, 5 novembre 1885 – Roma, 4 agosto 1967) è stato un docente all’Università Revoltella di Trieste nonché storico della Dalmazia.
Poliglotta, gli furono accessibili volumi scritti in varie lingue per approfondire la questione dell’italianità della Dalmazia, dallo studio dei quali pubblicò diversi testi, tra cui, con Bruno Dudan, L’italianità della Dalmazia negli ordinamenti e Statuti cittadini (Ispi, Milano 1943, ristampato in anastatica a cura dell’ANVGD di Udine nel 1991), e La Dalmazia Preveneta. Realtà storica e fantasie jugoslave sulla Dalmazia dei sec. VI-XV (Tipografia Dionisio Devoto, S. Margherita Ligure 1949).
Nel 1937, dopo aver insegnato all’Istituto Tecnico Commerciale, divenne direttore del Monte dei Pegni e Cassa di Risparmio di Zara.
Esule a Genova da Zara dopo il 1945, insegnò Tecnica bancaria in istituti privati, prima di trasferirsi a Roma dove morì.
Il suo archivio testimonia la sua militanza e la sua passione per la terra natale, lo studio accurato volto alla dimostrazione della diffusa cultura italiana nei territori dalmati e giuliani, con manoscritti, appunti, materiali di lavoro, pubblicazioni.
Insieme con l’archivio di Luigi Papo e in buona parte con quello di Attilio Tamaro, entrambi custoditi dalla Fondazione, costituisce un importante nucleo di documentazione per lo studio delle personalità e delle associazioni convinte assertrici della persistenza dell’identità italiana in quelle terre.
Delle carte Teja esiste un inventario sommario redatto dal nipote Domenico, che qui si fornisce, per orientarsi nella ricerca.
Si allegano inoltre un curriculum e un bilancio bibliografico redatti a mano dallo stesso Teja.