Presentato in Fondazione il volume di Giovanni Orsina, “Antipolitica”

Mercoledì 17 novembre 2021 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook della Fondazione, il volume Antipolitica. Populisti, tecnocrati e altri dilettanti del potere di Giovanni Orsina (Luiss University Press, Roma 2021). Con l’autore ne hanno discusso Gianni Scipione Rossi, giornalista e vicepresidente della Fondazione, e Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma e presidente della Fondazione.

Il libro

Viviamo in tempi maledettamente complessi, più che interessanti. La modernità plasmata dalla globalizzazione spiazza le aspirazioni dell’individuo e scuote le fondamenta della collettività. La politica si ritrae. Questa mancanza di progettualità per il futuro e di fiducia nel governo della complessità ha conseguenze profonde nella tenuta delle democrazie occidentali. Lo sa bene l’Italia, che sta attraversando una lunga stagione di antipolitica e ne vede ormai le sue diramazioni in tutti i gangli più vitali della Repubblica: i partiti, le istituzioni dello Stato, la magistratura, le classi dirigenti e i media. Ma che cos’è l’antipolitica? Il sintomo di una crisi esistenziale, una reazione emotiva a promesse non mantenute, o una patologia cronica della vita democratica? Con Antipolitica Giovanni Orsina, storico e politologo, in dialogo con David Allegranti, giornalista e autore, ci aiutano a fare chiarezza sull’origine storico-concettuale, sui caratteri e sulle vicende più attuali che hanno contribuito a fare dell’antipolitica un tratto ormai pervasivo della società italiana. Dalle battaglie culturali del ’68 a Tangentopoli, passando per l’ascesa di Silvio Berlusconi e dei populisti fino ai governi tecnici, la rinuncia alla Politica ha avuto il suo corollario: il fallimento delle alternative che l’antipolitica ha prodotto. Meteore incandescenti nel glaciale universo del potere.

L’autore

Giovanni Orsina è professore ordinario di Storia Contemporanea e direttore della School of Government alla Luiss. Editorialista del quotidiano torinese «La Stampa», è autore, tra gli altri suoi lavori, di Il berlusconismo nella storia d’Italia (Marsilio, 2013) e La democrazia del narcisismo (Marsilio, 2018).

 

Disponibile al seguente link il video integrale della presentazione: https://youtu.be/aKjyQ1O_p1M

Presentato in Fondazione il volume “La sinistra italiana e gli ebrei”, di Alessandra Tarquini

Mercoledì 13 Ottobre 2021 è stato presentato, in presenza e in modalità streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della Fondazione, il volume La sinistra italiana e gli ebrei. Socialismo, sionismo e antisemitismo dal 1892 al 1992 di Alessandra Tarquini (il Mulino, Bologna 2020). Con l’autrice ne hanno discusso Carmine Pinto, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università degli Studi di Salerno, e Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella Università degli Studi Internazionali – UNINT di Roma e presidente della Fondazione.

In ottemperanza alle normative in vigore, ricordiamo che per partecipare in sala sarà obbligatorio esibire la certificazione verde per il Covid-19 (green pass). L’accesso sarà consentito solo su prenotazione e fino al raggiungimento della capienza massima prevista per le norme sul distanziamento interpersonale (info e prenotazioni: info@fondazionespirito.it).Il libro

Questo libro ricostruisce i rapporti fra la sinistra italiana e gli ebrei, dal 1892, quando nacque il Partito socialista, alla crisi della cosiddetta prima Repubblica. I protagonisti sono le donne e gli uomini che, in nome del socialismo di matrice marxista, aderirono ad alcune delle più importanti organizzazioni di massa del Novecento. E gli interrogativi a cui l’autrice cerca di rispondere sono i seguenti: chi sono stati e chi sono gli ebrei per i socialisti? Sono oppressi, e quindi insieme a tutti gli sfruttati del mondo partecipano alla lotta per l’avvento di una nuova civiltà, oppure ostacolano la realizzazione del socialismo? Accanto alla storia dei partiti, nella trattazione hanno ampio spazio gli intellettuali che vissero a stretto contatto con la politica. Da questo punto di vista, la rappresentazione dell’antisemitismo, del sionismo e del conflitto arabo-israeliano, negli scritti degli storici, dei filosofi e dei sociologi, ma anche nel cinema, nei romanzi e nella produzione della cultura di massa, aiuta ad approfondire la ragione delle scelte politiche. Nell’arco di un secolo, a delinearsi è una storia di relativa sottovalutazione della questione ebraica.

L’autrice

Alessandra Tarquini è professore associato di Storia contemporanea alla Sapienza Università di Roma. Tra le sue pubblicazioni: Il Gentile dei fascisti. Gentiliani e antigentiliani nel regime fascista (il Mulino, 2009), Storia della cultura fascista (il Mulino, 20162), tradotto recentemente in inglese (History of Italian fascist culture, Madison Wisconsin University Press, 2021), e la curatela del Carteggio Croce-Tilgher (il Mulino, 2004).

 

Disponibile, al seguente link, la registrazione integrale: https://youtu.be/shawICjb1-Q

“Entrepreneurship and Culture”: il prossimo 29 settembre Convegno alla Link Campus University

In collaborazione con la Link Campus University di Roma e O-City Project, nell’ambito di “Culture.EDU – Culture Experiences through Digital environment Using” – progetto proposto dall’Associazione bulgara Piligrimi e dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e finanziato nell’ambito del programma Erasmus+ –, il prossimo 29 settembre 2021 si terrà il Convegno Entrepreneurship and Culture. Sustainable Innovation Opportunities in the Orange Economy Sector.

Dalle ore 10.00, nel Gymnasium della Link Campus University (Via del Casale di San Pio V, 44 – Roma) si alterneranno: Michele Pigliucci, professore associato di Geografia economica e politica nella Link Campus University, sul tema Cultural Heritage, Tourism and Territorial Development; Leonardo Cinardi, architetto e collaboratore della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, su The Culture.edu Project: Enhancing the Lesser-Known Cultural Heritage; Valentina Volpi, assegnista di ricerca nella Link Campus University e dottoranda dell’ISIA Roma Design, su Facilitating Collaboration between Public Administrations, University, and Cultural and Creative Industries: The O-City Project; Angela Dibenedetto e Adeline Compère, entrambe del Consorzio Materahub, sul tema Orange Economy and CCI to promote Sustainable Development and Cultural Heritage of Cities.

L’evento si svolgerà in modalità mista, sia in presenza che da remoto (Google Meet). Per la prenotazione dei posti in presenza, l’indirizzo email di riferimento è il seguente: research@unilink.it. Il link alla videoconferenza è accessibile direttamente dalla locandina.

La biografia e il diario di Attilio Tamaro nei commenti della stampa

Ottima accoglienza stampa per Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), il volume di Gianni Scipione Rossi pubblicato da Rubbettino con il sostegno della Fondazione. Paolo Marcolin, sul quotidiano triestino Il Piccolo (10 luglio), del quale Tamaro fu redattore, ha ricordato che <Renzo De Felice considerava Tamaro una fonte ben informata e Rossi nota che Tamaro non fu un nostalgico, ma un critico spettatore degli avvenimenti e la sua narrazione trasmette lo spirito dell’epoca>, rappresentando in fondo <unasortadi biografia della nazione>.

In effetti <quello di Tamaro – ha sottolineato Stefano Folli nel supplemento culturale Robinson della Repubblica (17 luglio) – è un viaggio nella storia italiana ed europea persino più lungo dei 38 anni che scandiscono queste pagine dense di personaggi, eventi, profili psicologici. Grande politica e vita quotidiana, entrambe giudicate con spirito critico>. La pubblicazione del volume, chiosa Folli, ha <reso un buon servizio a quanti amano la storia del Novecento>.

Nel diario – ha scritto Giovanni Belardelli sul Corriere della Sera (19 luglio) – <Tamaro registra con maniacale precisione fatti ed episodi appresi direttamente o attraverso la vasta rete delle sue conoscenze (impressionante, al riguardo, l’indice dei nomi di oltre sessanta pagine preparato dal curatore, che vi ha elencato tutte le persone citate, di ciascuna indicando la qualifica), sicché il volume si presenta come una fonte di rilievo per lo studio di quattro decenni di storia italiana>, al di là dell’irredentismo, che tuttavia <fu il filo conduttore> della sua vita. Irredentismo che, dopo la seconda guerra mondiale, si trasfigurerà in neo-irredentismo, con Tamaro impegnato su ogni fronte per il ritorno della sua Trieste all’Italia, come ha evidenziato al Tg2 (23 giugno) Gianni Scipione Rossi, intervistato da Adriano Monti BuzzettiDelle radici triestine e istriane di un uomo di cultura, amico tra l’altro, del poeta Umberto Saba, ha parlato Francesca Vigori nell’intervista per la Tgr Rai del Friuli Venezia Giulia (21 agosto).

Per quanto concerne il diario, Belardelli ha sottolineato come <certe parti – ad esempio, il resoconto di un viaggio a Mosca nel 1934, le pagine sulla città di Roma occupata dai tedeschi e poi liberata dagli Alleati – si facciano apprezzare anche per l’immediatezza di alcune descrizioni e per la qualità della scrittura>.

Dal volume – ha notato Alessandro Campi su Il Messaggero (7 agosto) – si <ricavano […] frammenti di vita e di storia di assoluto interesse, nella lunga transizione dall’implosione dell’impero austroungarico alle convulsioni dell’Italia liberale, dall’avvento, consolidamento e crollo del fascismo alla nascita della Repubblica: quattro regimi, quattro epoche, che Tamaro ha attraversato tenendo sempre la penna in mano, osservando con curiosità, avendo la fortuna di conoscere e incontrare tutti o quasi: da Joyce a Mussolini, da Margherita Sarfatti a Umbero Saba, da Camillo Castiglioni […] a Galeazzo Ciano>.

<Rossi, nel saggio introduttivo, – nota ancora Campi – spiega bene la natura del fascismo di Tamaro. Uomo d’ordine di formazione mitteleuropea, non credette mai agli impulsi rivoluzionari e misticheggianti di Mussolini. Vide il fascismo come un fenomeno tipicamente italiano, che non si poteva esportare>.

Hanno dato notizia della pubblicazione del volume i siti della Lega Nazionale di Trieste, dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e di Arcipelago Adriatico, e inoltre i quotidiani online umbri PerugiaToday (3 giugno), La Notizia Quotidiana (3 giugno) e TrgMedia (29 luglio). Quest’ultimo ha evidenziato una annotazione del diario relativa a un’inedita iniziativa di “resistenza fascista” in caso di sconfitta dell’Asse, rivelata a Tamaro nel marzo del 1943 dal sottosegretario agli Esteri, il perugino Giuseppe Bastianini.

Scrivendone su Il Foglio quotidiano (16 settembre), Vincenzo Pinto rileva che <la triestinita’ del biografato è elemento spesso richiamato dal curatore, perché il principale porto asburgico rappresenta un luogo di incontri, scontri e di “ibridazioni” far diverse temperie culturali del mondo mitteleuropeo e mediterraneo>. <Abile scrittore e giornalista>, <il lungo diario di Tamaro – sottolinea Pinto – contiene resoconti di incontri, discussioni e anche commenti personali sulle vicende più o meno elevate della politica italiana (e non) del periodo fascista. La tempra morale dell’uomo ci sembra l’aspettò su cui il curatore ha tentato di focalizzarci. Non parliamo di “umanità” e “coerenza”, ecc., quanto della capacità di mantenere la barra a dritta in anni molto difficili e tormentati della storia italiana>.

Nel segnalare il volume, Libero Quotidiano (24 settembre), evidenzia la complessa biografia dell’irredentista Tamaro e l’ampia rete dei suoi rapporti, <da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai>.

<Frutto di attente ricerche archivistiche e di uno scandaglio approfondito della letteratura memorialistica e storiografica – sottolinea Francesco Perfetti su Il Giornale (25 settembre) – il saggio di Gianni Scipione Rossi è un contributo importante per la conoscenza di un tipico intellettuale del mondo irredentista e nazionalista ma è, al tempo stesso, lo strumento migliore per introdurre la lettura del diario di Tamaro>.
Quanto al diario, scrive Perfetti, si tratta di <un documento fondamentale paragonabile, per la mole delle notizie e l’acutezza delle analisi, ad altri diari di gerarchi e personalità politiche, a cominciare da Ciano e Bottai>. <L’autore – pervaso dalla passione irredentistica è diviso tra giornalismo, ricerca storica e attività diplomatica – attraversò, si è detto, anche da protagonista, oltre che da osservatore, le fasi più significative del Novecento e, in particolare, gli anni di quel fascismo del quale, nel dopoguerra, si fece storico. Le sue annotazioni mettono dapprima in luce l’entusiasmo di un nazionalista, quale egli era, di fronte ai successi del fascismo in politica estera e in politica interna, ma poi, andando avanti nel tempo, descrivono in maniera impietosa il declinare del regime a causa di scelte sbagliate e l’affievolirsi del consenso>. Perfetti evidenzia un passaggio importante del diario, che riguarda i rapporti tra fascismo e nazismo: <Sono stato sempre contrario – scrive Tamaro – all’identificazione del fascismo con l’hitlerismo e ho sofferto quando ho veduto che per quella identificazione si faceva all’amore e non politica con la Germania>.

Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949)

Formazione. Riconosciuto il corso “Nuove prospettive storiografiche. L’idea d’Europa”

Lo scorso 16 luglio, con decreto regionale n. 477/2021, l’Ufficio Scolastico Regionale (USR) del Lazio ha riconosciuto il corso di formazione, proposto dalla Fondazione e aperto ai docenti della scuola secondaria di primo e secondo grado, intitolato “Nuove prospettive storiografiche. L’idea d’Europa”. Il programma, in fase di definizione e volto ad analizzare gli sviluppi storico-filosofici legati all’idea di Europa tra il XIX e il XX secolo, vedrà la partecipazione – tra i formatori – del Presidente Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma, sul tema Nazionalismi e guerre nell’Europa del Novecento; di Rodolfo Sideri, responsabile della formazione e docente di storia e filosofia nei licei, su L’idea di Europa dalla Restaurazione alla fine del XIX secolo; di Danilo Breschi, consigliere di amministrazione della Fondazione e associato di Storia delle dottrine politiche nella UNINT di Roma, su L’Europa dei tre dopoguerra (1918-1945-1989); di Silvio Berardi, associato di Storia delle relazioni internazionali nella Università Niccolò Cusano di Roma, su Le grandi organizzazioni internazionali del Novecento in Europa; di Marco Zaganella, docente di Storia economica nella Università dell’Aquila, su L’economia dell’Europa nel XX secolo, tra politiche di sviluppo nazionale e realizzazione del mercato comune; e di Matteo Antonio Napolitano, collaboratore della Fondazione e docente di Storia contemporanea nella Università Niccolò Cusano di Roma, su Lo sviluppo istituzionale europeo: dalla Ceca alla Ue. Il riconoscimento certifica, ancora una volta, la consolidata realtà della Fondazione come ente di formazione accreditato.

Conclusa la prima attività del progetto Erasmus+ “Culture.EDU”

Si è conclusa con successo la prima attività del progetto “Culture.EDU – Culture Experiences through Digital environment Using”, proposto dalla dall’Associazione bulgara Piligrimi e dalla Fondazione e finanziato nell’ambito del programma Erasmus+. Nel mese di giugno 2021, otto ragazzi italiani selezionati dalla Fondazione hanno visitato alcuni dei principali luoghi del patrimonio culturale della Bulgaria con lo scopo di conoscere la cultura del Paese balcanico e raccogliere informazioni utili, in primo luogo, per presentare i siti e condividere idee per la socializzazione degli stessi e, in secondo, per implementare le soluzioni tecnologiche previste dalla proposta progettuale: in particolare, la realtà aumentata 3D e la realtà virtuale, insieme con strumenti di comunicazione audio-video. La prossima tappa si svolgerà nell’autunno prossimo, quando altrettanti ragazzi bulgari saranno impegnati in una visita in Italia dove parteciperanno ad attività di formazione sul patrimonio culturale, e in particolare su 15 siti culturali selezionati nel territorio della Regione Lazio.

La scomparsa di Domenico Giglio, animatore del Circolo Rex

E’ scomparso il 3 agosto a Roma un amico della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, l’ingegnere Domenico Giglio, che per anni ha partecipato alle iniziative della Fondazione. Sin da giovane fervente monarchico, egli animò a lungo il Fronte Monarchico Giovanile attraverso l’attività organizzativa e propagandistica in giro per l’Italia. Erano gli anni Cinquanta, quando il Pnm riscuoteva i suoi maggiori successi; a partire dal 1958 entrò a far parte della Direzione Nazionale del Pnm fino a quando, nel 1961, il partito si trasformò nel Pdium (Partito democratico italiano di unità monarchica). Passato all’opposizione del segretario nazionale Covelli, nel 1972, in seguito alla confluenza del Pdium nel Msi, abbandonò il partito e fondò l’Alleanza Monarchica un circolo culturale-politico che voleva mantenere in vita l’ideale monarchico. Nel 1960 entrò in uno dei più antichi circoli monarchici della capitale, il Circolo Rex fondato nel 1948, di cui divenne vicepresidente prima (1969) e presidente poi (2009). Il Circolo Rex ha animato per anni il panorama culturale romano con una serie di conferenze e pubblicazioni che hanno cercato, nel tempo, non solo di mantenere in vita l’afflato per la monarchia e i suoi rappresentanti, ma anche per quell’Italia liberale che aveva compiuto l’Unità, edificato un paese da zero e vinto una guerra mondiale. Ho avuto la fortuna di conoscere Domenico Giglio quando iniziai ad occuparmi del mondo monarchico, ormai più di venti anni fa, e con lui è rimasto sempre un legame di simpatia, se non di amicizia. Più volte mi ha invitato a parlare al Circolo Rex e più volte ci siamo confrontati sulle scelte del passato e su quelle del presente. Ci siamo visti l’ultima volta pochi mesi fa, quando decise di donare il suo archivio personale alla Fondazione. Un archivio importante che attesta la sua attività di dirigente del Pnm in un triennio cruciale come quello del 1958-61. A lui va la riconoscenza della Fondazione per questa donazione e quella mia personale per l’amicizia e la stima che ha avuto verso di me nel corso degli anni. Che la terra ti sia lieve caro Domenico.

Andrea Ungari

 

Restaurate tre collezioni di periodici dell’Emeroteca

Ѐ rientrato in sede il materiale di emeroteca sottoposto a operazioni di restauro, con il contributo della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio ai sensi degli artt. 31, 35 e 36 del d. lgs 42/2004, Annualità 2019, autorizzato con nota del 22 giugno 2020.
Si tratta di 230 fascicoli della collezione “Libro e moschetto”, dal 1939 al 1943, e quella de “Le Forze armate” a partire dal 1941 e conclusasi anch’essa nel luglio 1943, nonché di 237 fascicoli del periodico «L’Uomo Qualunque» per gli anni dal 1945 al 1953. I fascicoli sono stati collocati, ciascuno, in una cartella di carta da conservazione con riserva alcalina, e sono conservati in apposite scatole. Essi tornano dunque nella disponibilità degli studiosi.
Il restauro è stato effettuato dalla Società ImagoArte.