Fernando Riccardi, Klitsche de la Grange. Un colonnello prussiano contro la rivoluzione italiana (D’Amico Editore 2017)

 

Giovedì 18 gennaio 2018 nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità” è stato presentato il volume di Fernando RiccardiKlitsche de la Grange. Un colonnello prussiano contro la rivoluzione italiana (D’Amico Editore, 2017).

Un ufficiale prussiano, Teodoro Federico Klitsche de la Grange, che aveva combattuto contro Napoleone a Waterloo, decide di mettere la sua sciabola al servizio del Papa e poi del re delle Due Sicilie per combattere i fautori della “rivoluzione italiana”. Diventato “suddito napolitano” de la Grange sposa con entusiastico ardore la causa borbonica e si distingue sia nel delicato incarico di agente segreto che nelle incombenze propriamente militari.
Nell’ottobre del 1860, radunato un corpo di volontari, si inoltra nel territorio abruzzese e, dopo aver sconfitto i garibaldini a Civitella Roveto, giunge a minacciare molto da vicino L’Aquila. Ma la sconfitta di Scotti Douglas al Macerane (20 ottobre) lo costringe a retrocedere ed a ritornare sui suoi passi.
“Il di 6 Novembre entrai anche io nello Stato Pontificio. Fui l’ultimo a lasciare il Regno”: così commenta amaramente il colonnello nel suo “ragguaglio” sulla spedizione militare in terra d’Abruzzo. Ed è anche l’ultimo ad arrendersi dopo aver constatato che tutto era perduto e che quel Regno per il quale tanto aveva lottato era stato ormai ghermito dai “rivoluzionari dell’altra Italia”, da quelli del “paese al di là dei fiumi Uri e Tronto”.

Fernando Riccardi è giornalista e scrittore. Tra le due pubblicazioni: Brigantaggio postunitario. Una storia tutta da scrivere (2011).

Interventi di: Giuseppe Parlato (Ordinario di Storia Contemporanea e Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice),
Gianni Scipione Rossi (Giornalista e Vice Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice),
Teodoro Katte Klitsche de la Grange
 (avvocato, giurista e direttore della rivista “Behemoth”).
Sarà presente l’Autore.

L’incontro si è svolto presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in piazza delle Muse 25 (Roma) a partire dalle ore 17.30

Marco Francesconi, Il Movimento Sociale Italiano e il conflitto arabo-israeliano (1946-1973), Europa Edizioni 2017

Giovedì 30 novembre 2017 nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità” è stato presentato il volume di Marco Francesconi, Il Movimento Sociale Italiano e il conflitto arabo-israeliano (1946-1973) (Europa Edizioni, 2017).

Il conflitto arabo-israeliano, a partire dal secondo dopoguerra, rappresenta uno dei temi di politica internazionale più discussi e di difficile soluzione. L’inserimento del conflitto mediorientale nel contesto della guerra fredda, l’importanza strategica ed economica della regione, e la prossimità geografica con il nostro paese hanno reso questo tema di primaria importanza anche all’interno del dibattito politico italiano. […]
Ho cercato, in questa ricerca, di esaminare nel dettaglio l’unico ambito di questa complicata questione ancora relativamente poco studiata: la questione mediorientale nella destra italiana.

L’incontro si è svolto presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in piazza delle Muse 25 (Roma) a partire dalle ore 17.30

Introduzione di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice) e Gianni Scipione Rossi (Vice Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e giornalista della Rai).

 

___________________

 

 

 

Gianni Scipione Rossi (a cura di), Filippo Petroselli, Ospedale da campo. Memore di un medico cattolico dalla guerra di Libia a Caporetto (Rubbettino 2017)

 

Giovedì 9 novembre 2017, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità”, è stato presentato il volume Filippo Petroselli, Ospedale da campo. Memorie di un medico cattolico dalla guerra di Libia a Caporetto, a cura di Gianni Scipione Rossi (Rubbettino, 2017). 

Ottobre-novembre 1917, dodicesima battaglia dell’Isonzo, disfatta di Caporetto. Di quel tragico momento sente l’eco il giovane ufficiale medico Filippo Petroselli, appena trasferito con il suo reparto a Bassano del Grappa. «Non dite – avverte – che il soldato italiano ha tradito.» E nelle sue memorie ammonisce: «Ricordatelo! La guerra non purifica. È una menzogna! La guerra è una melma che tutto copre e imputridisce». Già in Libia con gli alpini, Petroselli ama la «santa immagine della patria». Ma è intriso di spirito cristiano, e in lui amor di patria e pietà per il costo umano della Grande Guerra si confondono in una lettura critica degli eventi. Scritte nel 1920-21, le sue memorie antiretoriche, talvolta ironiche, talvolta cupe, sempre realistiche, aprono uno spaccato sul clima culturale italiano del travagliato secondo decennio del Novecento. Risorgimentale “riluttante”, formatosi in un ambiente familiare e sociale clericale, il primo conflitto mondiale è stato per Petroselli l’«inutile strage» di Benedetto XV.

L’incontro si è svolto presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in piazza delle Muse 25 (Roma) a partire dalle ore 17.30

Introduzione di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice).

Gianni Scipione Rossi è vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e giornalista della Rai. Ha diretto le testate Rai Parlamento (2010-2016) e Gr Parlamento (2013-2014). Dal 2003 al 2016 ha curato la rubrica televisiva “Le pagine della politica”. Tra i suoi libri: Storia di Alice (2010); Cesira e Benito (2007); Il razzista totalitario (2007); Mussolini e il diplomatico(2005); La destra e gli ebrei (2003); L’islam e noi (2002); Alternativa e doppiopetto (1992).

 

Recensioni

Danilo Paolini, Il “controcanto” di Petroselli,
in “Avvenire”, 18 ottobre 2017

 

Simona Colarizi, Luigi Barzini. Una storia italiana (Marsilio 2017)

Giovedì 2 novembre 2017, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità”, è stato presentato il volume di Simona Colarizi, Luigi Barzini. Una storia italiana (Marsilio, 2017).

Professionista straordinario, da corrispondente per il «Corriere della Sera» Luigi Barzini ha raccontato i principali eventi del suo tempo: il volo dei fratelli Wright, il raid Pechino-Parigi del 1907, la rivolta dei Boxer in Cina, il fronte libico, la guerra civile in Messico. Antieroe per cultura, egli rappresenta anche, nei suoi pregi e difetti, la media borghesia italiana che al crollo dello Stato liberale si consegna al fascismo e fiancheggia la dittatura. La sua storia attraversa l’esperienza di Salò e l’immediato dopoguerra, restituendoci uno spaccato dell’Italia, prima liberale e poi fascista. In queste pagine a metà tra il saggio e il romanzo, Simona Colarizi ricostruisce gli ultimi tre giorni di vita di Barzini prima della tragica fine, tutt’oggi avvolta dal mistero.

Introduzione di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice) e Simonetta Bartolini (Università degli Studi Internazionali di Roma).

Simona Colarizi è professore emerito di Storia contemporanea all’Università di Roma «La Sapienza». Tra le sue pubblicazioni Novecento d’Europa (2015), La tela di Penelope. Storia della seconda Repubblica (2012, scritto insieme a Marco Gervasoni), Il Corriere nell’età liberale (2011), L’opinione degli italiani sotto il Regime 1929-1943 (2009), Storia politica della Repubblica 1943-2006 (2007).

______________________________

Giuseppina Mellace, L’oro del Duce. La vera storia dell’oro di Dongo e degli altri tesori occultati dal regime fascista (Newton Compton, 2017)

 

Giovedì 26 ottobre 2017 è stato presentato il volume di Giuseppina Mellace L’oro del Duce. La vera storia dell’oro di Dongo e degli altri tesori occultati dal regime fascista (Newton Compton, 2017).

Cosa accadde davvero gli ultimi giorni prima della caduta della Repubblica Sociale Italiana e della definitiva liberazione d’Italia? Questo pregevole saggio ricostruisce, con dovizia di particolari e una ricca documentazione, il contesto di quell’epoca, focalizzando l’attenzione sulla fuga del Duce da Milano, insieme ad alcuni gerarchi fascisti.

Una vicenda dai contorni misteriosi, dalla cattura all’esecuzione finale, in cui si inserisce la storia controversa dell’Oro di Dongo. Un tesoro che secondo alcune ricostruzioni consisteva in lingotti d’oro, gioielli e banconote italiane ed estere, una fortuna sottratta a molte famiglie ebree e non solo e che Mussolini portò con sé. Ma che fine fece una volta che il Duce venne catturato dai partigiani? Ha arricchito la popolazione locale? Ha rimpinguato le casse del PCI? È stato trafugato da agenti segreti stranieri?

 

________________________

 

Francesco Fochetti (a cura di), Mario Roatta: Diario. 6 Settembre – 31 Dicembre 1943 (Mursia, 2017)

 

Giovedì 12 ottobre 2017, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità”, è stato presentato il volume Mario Roatta: Diario. 6 Settembre – 31 Dicembre 1943 a cura di Francesco Fochetti (Mursia, 2017).

Il volume ha origine dal ritrovamento dell’archivio di Mario Roatta, Capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, membro del Consiglio della Corona, tra i protagonisti più discussi del Ventennio e soprattutto dell’8 settembre e del periodo del Governo brindisino. Dalla pubblicazione della prima parte dei Diari, dedicata al 1943, emergono il caos dei comandi delle Forze Armate, le incertezze del Re pronto a smentire il governo sull’Armistizio, la mancanza di informazioni che i vertici militari e politici avevano su quello che stava avvenendo a Roma o nei Balcani dove si consumava, tra le altre, la tragedia di Cefalonia. E ancora: le trattative con Eisenhower per il cosiddetto «Armistizio lungo», i complicati rapporti con i nuovi alleati, i dettagli privati e quotidiani del governo provvisorio a Brindisi. Roatta assiste alla caduta di un mondo dalle cui rovine verrà travolto: il governo jugoslavo lo accusa di crimini di guerra. Il maresciallo Tito vuole la sua testa, gli alleati premono e Badoglio la servirà loro su un piatto d’argento.

Interventi di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice), il senatore Andrea Augello e Mauro Tosti Croce, soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio.

 

_______________________________

 

 

 

 

  

  

Gianni Scipione Rossi, Lo ‘squalo’ e le leggi razziali. Vita spericolata di Camillo Castiglioni (Rubbettino 2017)

 

Giovedì 13 luglio 2017, nell’ambito degli incontri “Un libro, un Autore, tra storia e attualità”, è stato presentato il volume di Gianni Scipione Rossi Lo ‘squalo’ e le leggi razziali. Vita spericolata di Camillo Castiglioni, (Rubbettino, 2017).

Una vita spericolata, che sembra un romanzo, quella del triestino Camillo Castiglioni (1879-1957), che da Vienna riuscì a edificare un impero industriale e finanziario tra i più rilevanti della sua epoca. Amico di Ferdinand Porsche ed Ernst Heinkel, porta al successo la Austro-Daimler e la Bmw, mentre costruisce aerei e dirigibili. Proprietario di banche, acciaierie, giornali, aziende elettriche, con la Comit di Giuseppe Toeplitz e la Fiat di Giovanni Agnelli partecipa all’espansione economica italiana nell’Europa centrale e balcanica dopo la Grande guerra.

Collezionista d’arte e mecenate, collabora con la diplomazia italiana e aderisce al fascismo ma, nonostante si appelli al duce, non ottiene la “discriminazione” dalle leggi antiebraiche né riesce a riparare negli Stati Uniti. Tra cadute e rinascite, lo “squalo” – sospettato di aver riciclato in Svizzera fondi neri di Mussolini e Ciano – s’inventa sempre nuove imprese. Fino a ingaggiare un epico duello legale con il maresciallo Tito. Attraverso una vita la complessità del Novecento.

Introduzione di: Giuseppe Parlato, Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Intervento di: Teodoro Katte Klitsche de la Grange, giurista, direttore della rivista Behemoth.

Gianni Scipione ROSSI, nato a Viterbo, vive e lavora tra Roma e Gubbio. Vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e giornalista della Rai, ha diretto le testate Rai Parlamento (2010-2016) e Gr Parlamento (2013-2014). Dal 2003 al 2016 ha curato la rubrica televisiva “Le pagine della politica”. Tra i suoi libri: Storia di Alice, 2010; Cesira e Benito, 2007; Il razzista totalitario, 2007; Mussolini e il diplomatico, 2005; La destra e gli ebrei, 2003; L’islam e noi, 2002; Alternativa e doppiopetto, 1992.

 

 

Recensioni

Giordano Bruno Guerri, Castiglioni, il mago dei motori che superò tutti i totalitarismi,
in “il Giornale”, 4 agosto 2017

________________________________

 

 

Ida Magli e Giordano Bruno Guerri, Per una rivoluzione italiana (Bompiani, 2017)

 

Venerdì 23 giugno 2017 è stato presentato il volume “Per una rivoluzione italiana” di Ida Magli e Giordano Bruno Guerri (Bompiani, 2017).

Il libro pone delle domande apparentemente banali, come sempre appaiono le grandi questioni: viviamo davvero in una democrazia? I politici ci rappresentano davvero? Lo Stato pensa davvero al bene dei cittadini? La risposta degli autori è sempre no, il cittadino non possiede, in realtà, nessun potere, per cui l’intero progetto della vita sociale deve essere ripensato da un ”laboratorio per la rivoluzione” composto da studiosi che sostituiscano i politici. Pubblicato per la prima volta nel 1996, questo dialogo si mostra oggi in tutta la sua preveggenza, anticipando fatti come la nascita del MoVimento 5 Stelle, spronandoci a ripensare questioni cruciali come la cultura, i flussi migratori, la scuola e i mass media attraverso una difficile ma necessaria operazione di ”dissolvimento dell’ovvio”.

Introduzione a cura di: Giuseppe Parlato, Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Intervento di: Giordano Bruno Guerri.

Giordano Bruno Guerri, scrittore, giornalista e storico, è Presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani. Ha pubblicato, tra gli altri Il sangue del Sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio (2010) e Io d’Annunzio (2016).

Ida Magli, antropologa, scomparsa nel 2016, ha tra la sue ultime pubblicazioni La dittatura europea (2010), Dopo l’Occidente (2012) e Difendere l’Italia (2013).

 

 
 

Pier Franco Quaglieni, Figure dell’Italia Civile (Golem, Torino 2017).

Martedì 13 giugno 2017 è stato presentato, a cura del Comitato 10 Febbraio, il nuovo volume di Pier Franco Quaglieni (membro del Comitato scientifico del C10F) Figure dell’Italia Civile (Golem, Torino 2017).

Per accompagnare il lettore in un viaggio nella storia d’Italia del Novecento, secolo tanto complesso e ricco di sfaccettature, Pier Franco Quaglieni, Direttore Generale del Centro Pannunzio, di cui è stato tra i fondatori assieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati, descrive alcuni dei protagonisti maggiormente significativi, provenienti dal mondo della storiografia, del giornalismo, dell’economia, della politica e delle istituzioni: figurano tra gli altri Rosario Romeo, Federico Chabod, Adriano Olivetti, Indro Montanelli e Giovanni Spadolini. La narrazione si snoda attraverso un’originale serie di biografie di italiane e di italiani e non mancheranno approfondimenti sulla storia del confine orientale italiano, a partire dalla tragedia di Norma Cossetto, studentessa dell’Ateneo di Padova di cui fu rettore Concetto Marchesi, per giungere alle conseguenze del Trattato di pace del 10 febbraio 1947 e al ricordo del Senatore Lucio Toth, punto di riferimento nel mondo della diaspora giuliano-dalmata recentemente venuto a mancare.

 

Introduzione a cura di: Michele Pigliucci (Comitato 10 febbraio).
Interventi di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo de Felice) e Pier Franco Quaglieni.
Moderatore: Arrigo Bonifacio (Comitato 10 Febbraio).

Mario Avagliano e Marco Palmieri, L’Italia di Salò (Il Mulino, 2017).

Giovedì 8 giugno 2017 è stato presentato il volume L’Italia di Salò, di Mario Avagliano e Marco Palmieri (Il Mulino, 2017).

Il volume pone una serie di interrogativi relativi alla storia della Rsi: quando cadde il regime mussoliniano e l’Italia si divise in due, quanti aderirono alla neonata Repubblica sociale e presero le armi? E quali erano le loro motivazioni e i loro sentimenti? Resoconti di polizia, corrispondenze intercettate dalla censura, diari, memorie e documenti editi e inediti consentono di ricostruire la storia dei fascisti di Salò: i volontari, i coscritti, gli internati in Germania che «optarono» per la Rsi, i prigionieri degli Alleati che rifiutarono di collaborare, le seimila ausiliarie e i fascisti che operarono nelle zone già liberate. In tutto oltre mezzo milione di aderenti, volontari o forzati, che vissero i venti mesi della guerra civile «dalla parte sbagliata».

Mario Avagliano, giornalista e storico, collabora alle pagine culturali del «Messaggero» e del «Mattino». Tra i suoi libri: Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (Einaudi, 2006) e Il partigiano Montezemolo (Baldini & Castoldi, 2012); con il giornalista e storico Marco Palmieri ha pubblicato, Gli internati militari italiani (2009), Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010), Voci dal lager (2012), tutti pubblicati da Einaudi, oltre a Di pura razza italiana. L’Italia “ariana” di fronte alle leggi razziali (Baldini & Castoldi, 2013) e, per il Mulino, Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte (2014).


Introduzione a cura di: Gianni Scipione Rossi (giornalista e Vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice).