Marco Zaganella (a cura di) “L’Aquila e l’Abruzzo nella storia d’Italia. Economia, società, dinamiche politiche” [2013], Euro 17,00 [16]

Terra lontana e di confine sinché parte del Regno delle Due Sicilie, con l’Unità l’Abruzzo diviene una regione cerniera tra il Nord e il Sud della penisola, che inoltre concentra in un territorio ridotto tutte le contraddizioni che caratterizzano il Mezzogiorno nel suo complesso. Una delle regioni con il tasso di crescita più alto dell’intero Paese nella seconda metà del Novecento, l’Abruzzo e in particolare l’area dell’Aquila costituiscono un osservatorio privilegiato per indagare le dinamiche che, a livello locale, hanno accompagnato gli sviluppi politici ed economici dello Stato unitario.

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Emilio Gin, “L’ora segnata dal destino. Gli Alleati e Mussolini da Monaco all’intervento. Settembre 1938 – Giugno 1940” [2012], Euro 27,00 [15]

Il volume ripercorre le tappe che hanno portato al’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940. L’autore, sulla base di una imponente documentazione reperita negli archivi italiani ed esteri e della vasta letteratura sull’argomento rilegge i nove mesi della “non belligeranza” italiana attraverso la lente della natura pragmatica e poco ideologica della politica estera di Mussolini. Senza negare la vocazione imperialista dell’Italia fascista, la ricerca giunge a conclusioni innovative individuando nell’entrata in guerra l’ultimo e illusorio tentativo mussoliniano di ricondurre la questione sui binari della diplomazia e della trattativa.

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Guido Jetti, “La destra prima della fiamma. La parabola del Partito fusionista italiano”, Prefazione di G. Parlato [2011], [10]

Pochi sanno che prima della nascita del Movimento Sociale Italiano, nella complessa e confusa area della destra italiana dell’immediato dopoguerra, fra tanti movimenti velleitari e con poco seguito, a Bari era sorto un partito strutturato e abbastanza organizzato, il Partito Fusionista Italiano. Era l’aprile del 1946, due mesi prima del referendum istituzionale e otto mesi prima della nascita del M.s.i.

Il Partito fusionista nasceva da un giornale, “Manifesto”, diretto da Pietro Marengo, uno dei più importanti giornalisti della destra pugliese, che vide la luce il 29 aprile 1945, il giorno dopo la fine del capo del fascismo. L’Autore, Guido Jetti, autorevole uomo di legge e studioso rigoroso della storia contemporanea (ricordiamo, fra l’altro, l’ottima ricerca su Camillo Corradini) ha fatto luce in maniera completa e suggestiva su questo piccolo ma non marginale esperimento finalizzato alla creazione di una ampia formazione di destra in Italia, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

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Isabella Valentini, “Partitocrazia e compromesso storico. Salvatore Valitutti e la crisi dello Stato in “Nuovi Studi Politici” (1971-1979)” [2011], Euro 22,00 [9]

 

Allievo di Gentile e Croce, pedagogista e docente di Dottrina dello Stato, Salvatore Valitutti applicò alla politica per la scuola e alle dinamiche parlamentari, la dottrina liberale contestando il consociativismo, la partitocrazia e soprattutto il compromesso storico, non tanto per un viscerale anticomunismo che non gli fu mai proprio, ma per gli effetti che avrebbe avuto sul ruolo fondamentale dell’opposizione per la qualità della democrazia.

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Aldo G. Ricci, Pino Bongiorno, “La rinascita dei partiti in Italia. 1943-1948” [2009], Euro 22,00 [8]

Il saggio ricostruisce il lungo periodo della transizione tra la caduta del fascismo (25 luglio 1943) e le prime elezioni politiche (aprile 1948) in cui prende forma la struttura dei partiti e del sistema politico che avrebbe poi governato l’Italia per quasi mezzo secolo.

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H. A. Cavallera, F.S. Festa (a cura di), “Ugo Spirito tra attualismo e postmoderno” [2007], Euro 18,00 [7]

Il volume si compone di un insieme di scritti sul pensiero filosofico di Ugo Spirito ed i suoi rapporti con l’attualismo gentiliano. Infatti, raccoglie alcune relazioni che furono presentate al Convegno, svolto presso l’Università degli studi di Salerno nel 2003, dal titolo “Ugo Spirito e la Scuola Gentiliana”. Diversi gli autori dei saggi che compongono il volume: Fausto Baldassarre, Daniela Coli, Salvatore Rigione, Pasquale Serra e gli stessi curatori Cavallera e Festa. Particolarmente rilevante l’appendice del volume con l’intenso ricordo di Antimo Negri scritto da Mauro Fabi.

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Claudio Auria, “I provveditori agli studi dal fascismo alla democrazia” [2006], I Tomo Euro 12,50 – II Tomo Euro 12,50 [6]

Il volume ricostruisce le dinamiche e gli sviluppi della pubblica amministrazione del settore scolastico, prendendo a modello il caso dei provveditori agli studi nominati durante il periodo fascista. L’autore propone una puntuale analisi del problema scolastico in Italia a cavallo della Seconda guerra mondiale e correda tale analisi con un’ampia appendice nella quale sono illustrati dettagliatamente i percorsi dei singoli provveditori.

Dal libro emerge un significativo spaccato della classe dirigente italiana in uno dei periodi più delicati della storia nazionale recente.

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Giovanni Dessì e Giuseppe Parlato (a cura di), “Interpretazioni del Novecento italiano. Storiografia, cultura e politica” [2003], Euro 18,00 [5]

 

Il volume raccoglie gli interventi di un ciclo seminariale che la Fondazione Ugo Spirito ha organizzato nel 1999. Attraverso diverse relazioni si offre una ricostruzione delle principali linee della storiografia nell’Italia contemporanea. Il libro è un invito a riflettere sulle questioni centrali della storia italiana del Novecento e sulle letture che di essa sono state proposte.

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Giovanni Dessì, “Ugo Spirito. Filosofia e rivoluzione” [1999], Euro 18,00 [4]

 

L’itinerario intellettuale di Spirito è ricostruito focalizzando il peculiare rapporto che egli visse tra filosofia e politica, sia negli anni giovanili che successivamente, così da delineare una sorta di biografia filosofico-politica. Il ricchissimo epistolario di Spirito è ampiamente utilizzato dall’autore.

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Hervé A. Cavallera, “Riflessione e azione formativa: l’attualismo di Giovanni Gentile” [1996], Euro 18,00 [3]

La concezione della pedagogia del Gentile non riguarda solo il mondo scolastico stricto sensu, ma investe il più ampio problema della formazione civile. Il filosofo in tal modo non è solo l’artefice della più organica riforma della scuola italiana, non solo sollecita l’organizzazione didattica, valorizza la figura del docente, vivifica il rapporto educativo, ma concepisce tutta la filosofia sotto forma di processo formativo, di cui sono espressioni le grandi istituzioni culturali che Giovanni Gentile promuove e dirige negli anni Venti e Trenta.

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