La Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio del Ministero dei beni e delle attività culturali, con provvedimento del 18 settembre 2019, ha dichiarato di interesse storico particolarmente importante l’archivio della Federazione provinciale di Rieti del Movimento sociale italiano di proprietà della Fondazione, perché esso “documenta l’attività del partito nella provincia di Rieti dai primi anni Cinquanta allo scioglimento del Msi, nel 1995”.
L’archivio, non ancora riordinato, è comunque in parte accessibile agli studiosi, e costituisce una fonte rilevante per lo studio di diversi temi inerenti alle questioni politiche, sociali e sindacali dell’Italia del dopoguerra.
Sergio Panunzio rettore della Regia Università di Perugia
Nel ricco archivio di Sergio Panunzio (1886-1944), conservato in copia digitale dalla Fondazione, sono rintracciabili non solo le complesse tracce del rapporto tra il fascismo e gli intellettuali, ma anche il cambiamento intervenuto all’interno del sistema universitario italiano dell’epoca.
Panunzio, figura di spicco e maestro di una generazione di importanti giuristi, divenne rettore dell’Ateneo perugino nel febbraio del 1927, generando – come dimostrano i documenti allegati – un consenso diffuso intorno al suo nome e alla sua caratura culturale.
Molto attivo anche a Roma, il giurista originario di Molfetta si prodigò per la riforma universitaria e, in particolare, per le Facoltà di Scienze politiche che, nella trasformazione radicale della nuova classe dirigente – promossa dal regime, ma rimasta incompiuta dopo gli eventi del 1943-1945 –, dovevano giocare un ruolo di centrale rilievo.
Riferimento archivistico dei documenti: Archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Fondo Sergio Panunzio, Serie 1, Attività accademica, 1912 ago.-1944 lug., b. 1, f. 1, Nomine accademiche (Napoli-Perugia-Roma).
Dichiarato di interesse storico il fondo archivistico del “Sindacato Sociale Scuola”
La Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio, con provvedimento del 28 agosto 2019, ha dichiarato di interesse storico particolarmente importante gli archivi del Sindacato Sociale Scuola, depositato nell’archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Il Sindacato Sociale Scuola fu costituito a Roma nel mese di marzo 1977, per scissione dal Sisme, il sindacato dei dipendenti del personale del Scuola media inferiore e superiore e dell’Università aderente alla Confederazione Cisnal. La Cisnal era all’epoca la Confederazione sindacale indipendente che aveva relazioni di vicinanza con il MSI-Dn. Il segretario generale era il deputato napoletano Giovanni Roberti, uno dei principali esponenti del partito della destra italiana. L’adesione di Roberti alla scissione che portò alla nascita del partito di Democrazia Nazionale fu all’origine dell’iniziativa sindacale da parte di alcuni esponenti critici della scelta di Roberti.
L’archivio del Sindacato Sociale Scuola comprende documentazione relativa al tesseramento, all’organizzazione, all’attività, ai rapporti intersindacali e politici intrattenuti sia dal Sindacato nel suo complesso sia da singoli inscritti; nutrita è la corrispondenza. Sono inoltre conservati gli atti costitutivi e una cospicua raccolta di pubblicistica attribuibile all’area culturale della destra italiana, tra cui periodici di difficile reperimento come «L’Ordine sociale» (1998-2002), «Politeia gnomes» (1995-1998), «Continuità ideale», «Nuovo Fronte» (1992-1998), nonché altri relativi agli italiani d’Africa, quali «Italiani di Libia» (2012-2018), «Il Reduce d’Africa» (2005-2007), «Africus» di Assiret (Associazione Italiani Residenti e Rimpatriati dall’Eritrea ed Etiopia).
Donato alla Fondazione l’archivio di Roberto Melchionda
La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice ha acquisito l’archivio di Roberto Melchionda, grazie alla donazione fatta dallo stesso studioso. L’archivio consta di 6 fascicoli di corrispondenza con moltissimi esponenti dell’area politica e culturale della Destra del Novecento, da Luciano Lucci Chiarissi a Primo Siena, da Giovanni Volpe a Fausto Gianfranceschi e ancora Attilio Mordini, Giano Accame, Fabio De Felice, Gian Franco Lami, Franco Cardini, Enzo Erra e molti altri. Tutt’altro che infrequente è imbattersi in minute dello stesso Melchionda, non sempre reperibili negli archivi privati, i cui produttori spesso non conservano proprie missive a terzi.
Nel fondo archivistico sono presenti anche suoi scritti, ritagli stampa, brochures di libri, inviti a convegni. Non c’è dubbio che lo studio di queste carte possa illuminare un ambiente, il milieu politico-intellettuale del tradizionalismo cattolico incrociantesi con l’area politica conservatrice, e un periodo, quello degli anni Cinquanta-Settanta del XX secolo, non di rado di difficile esplorazione, per ricostruire gli stati d’animo, i desideri, gli intendimenti e i sentimenti di uomini dediti allo studio in uno spazio culturale spesso ignorato.
Nato nel 1927, Roberto Melchionda ha collaborato con numerose testate giornalistiche, tra le quali sono da ricordare «Tabula rasa» e «Totalità». Nei suoi studi si è occupato in particolare del pensiero filosofico di Julius Evola.
Dall’Archivio: Ugo Spirito, Romagnosi e l’idealismo (1925)
L’Archivio di Ugo Spirito è comparabile a uno scrigno: contenitore del passato, ma custode del presente e del futuro. Tra le numerose carte e i molti estratti, questo breve scritto sul rapporto tra Gian Domenico Romagnosi e l’idealismo – pubblicato sul noto «Giornale critico della filosofia italiana», diretto da Giovanni Gentile – svela, con un’analisi obiettiva, rigorosa e critica, un tratto fondamentale della costruzione filosofica di Romagnosi. Sul finale, inoltre, Spirito si pose il non scontato problema della memoria del contributo romagnosiano nel suo tempo. Nella sintesi, dunque, molta sostanza.