Bloccato da Mussolini nel 1941, compare qui uno degli inediti più significativi del filosofo. Guerra rivoluzionaria fu scritto da Spirito per contribuire a rafforzare la consapevolezza degli intellettuali italiani nel secondo conflitto mondiale. Questo volume, che si giova di una ampia e critica introduzione di Gaetano Rasi, costituisce un passaggio fondamentale per comprendere l’evoluzione del filosofo negli anni Quaranta, fissando i presupposti per coglierne gli sviluppi nel dopoguerra.
Francesca Garello, Lucia R. Petese (a cura di), Giuseppe Parlato (introduzione di), “Le carte di Concetto Pettinato tra giornalismo e politica” [2005], Euro 15,00 [3]
La documentazione conservata nel fondo è relativa all’attività di Pettinato come uomo di cultura e giornalista accreditato in Italia e in massima misura all’estero. Copre un arco cronologico assai ampio, dal 1900 al 1975; ha una consistenza di 33 buste e conta circa 13.000 documenti, di cui 7.967 lettere, 2.372 ritagli stampa e 102 fotografie. La parte più cospicua del materiale documentario è quindi la corrispondenza; esclusi i ritagli stampa e le foto, il resto delle carte è materiale eterogeneo raccolto e prodotto sia in seguito alle attività professionali di Concetto Pettinato, sia in conseguenza dei ricchi e fecondi rapporti personali con esponenti del mondo intellettuale internazionale.
Lucia R. Petese (a cura di), Guido Melis (introduzione di), “Camillo Pellizzi: il percorso di un intellettuale tra fascismo e Repubblica” [2003], Euro 15,00 [2]
La documentazione conservata presso l’archivio storico della Fondazione Ugo Spirito è relativa all’attività di Pellizzi e copre un arco cronologico che va dal 1916 al 1979.
Si tratta, per lo più, di manoscritti e dattiloscritti di articoli per riviste e quotidiani; studi e appunti; di progetti e stesure di lezioni universitarie; di radioconversazioni e di rapporti ufficiali; di taccuini di appunti vari e blocchi per note; e, in ultimo, ma con una valenza primaria, di una vastissima corrispondenza.
Simona Colini, Francesca Garello (a cura di), “Le carte di Giuseppe Di Nardi nell’archivio storico della Fondazione Spirito” [2003], Euro 15,00 [1]
La documentazione conservata presso la Fondazione Ugo Spirito è relativa alla lunga e feconda attività di Di Nardi come economista, studioso e docente universitario e copre un arco cronologico piuttosto ampio, dal 1931 al 1991. Si tratta di manoscritti e dattiloscritti di testi scientifici o di comunicazioni; di carteggi, relazioni, studi e appunti; di materiale di documentazione per i suoi studi; di tracce e schemi per le lezioni universitarie.
Giuseppe Parlato, Marco Zaganella (a cura di), “Fare gli italiani. Dalla costituzione dello Stato nazionale alla promulgazione della costituzione repubblicana (1861-1948)” [2012], Euro 14,00
Il volume raccoglie i contributi sviluppati a partire dalle lezioni tenute nel corso del secondo anno del progetto didattico “Verso il 150° dell’Unità d’Italia” (a.s. 2010-2011)
Giuseppe Parlato, Marco Zaganella (a cura di) “Il Risorgimento italiano. Le culture politiche che hanno fatto l’unità d’Italia” [2010], Euro 10,00
Il volume raccoglie le relazioni dei docenti partecipanti al primo ciclo di incontri del progetto didattico “Verso il 150° dell’Unità d’Italia”.
Giovanni Dessì (a cura di), “Etica e politica nell’Italia contemporanea” [2000], Euro 13,00
Il volume raccoglie le relazioni svolte durante il ciclo di incontri seminariali Etica e politica nell’Italia contemporanea. Quali fondamenti, organizzato dalla Fondazione Ugo Spirito nel 1998. I diversi interventi si misurano con il tema della crisi delle principali tradizioni culturali e politiche del paese, sottolineando in esse gli elementi di maggior rilievo per il presente.
Marco Zaganella (a cura di) “L’Aquila e l’Abruzzo nella storia d’Italia. Economia, società, dinamiche politiche” [2013], Euro 17,00 [16]
Terra lontana e di confine sinché parte del Regno delle Due Sicilie, con l’Unità l’Abruzzo diviene una regione cerniera tra il Nord e il Sud della penisola, che inoltre concentra in un territorio ridotto tutte le contraddizioni che caratterizzano il Mezzogiorno nel suo complesso. Una delle regioni con il tasso di crescita più alto dell’intero Paese nella seconda metà del Novecento, l’Abruzzo e in particolare l’area dell’Aquila costituiscono un osservatorio privilegiato per indagare le dinamiche che, a livello locale, hanno accompagnato gli sviluppi politici ed economici dello Stato unitario.
Emilio Gin, “L’ora segnata dal destino. Gli Alleati e Mussolini da Monaco all’intervento. Settembre 1938 – Giugno 1940” [2012], Euro 27,00 [15]
Il volume ripercorre le tappe che hanno portato al’entrata in guerra dell’Italia, il 10 giugno 1940. L’autore, sulla base di una imponente documentazione reperita negli archivi italiani ed esteri e della vasta letteratura sull’argomento rilegge i nove mesi della “non belligeranza” italiana attraverso la lente della natura pragmatica e poco ideologica della politica estera di Mussolini. Senza negare la vocazione imperialista dell’Italia fascista, la ricerca giunge a conclusioni innovative individuando nell’entrata in guerra l’ultimo e illusorio tentativo mussoliniano di ricondurre la questione sui binari della diplomazia e della trattativa.
Guido Jetti, “La destra prima della fiamma. La parabola del Partito fusionista italiano”, Prefazione di G. Parlato [2011], [10]
Pochi sanno che prima della nascita del Movimento Sociale Italiano, nella complessa e confusa area della destra italiana dell’immediato dopoguerra, fra tanti movimenti velleitari e con poco seguito, a Bari era sorto un partito strutturato e abbastanza organizzato, il Partito Fusionista Italiano. Era l’aprile del 1946, due mesi prima del referendum istituzionale e otto mesi prima della nascita del M.s.i.
Il Partito fusionista nasceva da un giornale, “Manifesto”, diretto da Pietro Marengo, uno dei più importanti giornalisti della destra pugliese, che vide la luce il 29 aprile 1945, il giorno dopo la fine del capo del fascismo. L’Autore, Guido Jetti, autorevole uomo di legge e studioso rigoroso della storia contemporanea (ricordiamo, fra l’altro, l’ottima ricerca su Camillo Corradini) ha fatto luce in maniera completa e suggestiva su questo piccolo ma non marginale esperimento finalizzato alla creazione di una ampia formazione di destra in Italia, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.