Francesco Fochetti (a cura di), Mario Roatta: Diario. 6 Settembre – 31 Dicembre 1943 (Mursia, 2017)

 

Giovedì 12 ottobre 2017, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità”, è stato presentato il volume Mario Roatta: Diario. 6 Settembre – 31 Dicembre 1943 a cura di Francesco Fochetti (Mursia, 2017).

Il volume ha origine dal ritrovamento dell’archivio di Mario Roatta, Capo di Stato maggiore dell’Esercito italiano, membro del Consiglio della Corona, tra i protagonisti più discussi del Ventennio e soprattutto dell’8 settembre e del periodo del Governo brindisino. Dalla pubblicazione della prima parte dei Diari, dedicata al 1943, emergono il caos dei comandi delle Forze Armate, le incertezze del Re pronto a smentire il governo sull’Armistizio, la mancanza di informazioni che i vertici militari e politici avevano su quello che stava avvenendo a Roma o nei Balcani dove si consumava, tra le altre, la tragedia di Cefalonia. E ancora: le trattative con Eisenhower per il cosiddetto «Armistizio lungo», i complicati rapporti con i nuovi alleati, i dettagli privati e quotidiani del governo provvisorio a Brindisi. Roatta assiste alla caduta di un mondo dalle cui rovine verrà travolto: il governo jugoslavo lo accusa di crimini di guerra. Il maresciallo Tito vuole la sua testa, gli alleati premono e Badoglio la servirà loro su un piatto d’argento.

Interventi di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice), il senatore Andrea Augello e Mauro Tosti Croce, soprintendente archivistico e bibliografico del Lazio.

 

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Gianni Scipione Rossi, Lo ‘squalo’ e le leggi razziali. Vita spericolata di Camillo Castiglioni (Rubbettino 2017)

 

Giovedì 13 luglio 2017, nell’ambito degli incontri “Un libro, un Autore, tra storia e attualità”, è stato presentato il volume di Gianni Scipione Rossi Lo ‘squalo’ e le leggi razziali. Vita spericolata di Camillo Castiglioni, (Rubbettino, 2017).

Una vita spericolata, che sembra un romanzo, quella del triestino Camillo Castiglioni (1879-1957), che da Vienna riuscì a edificare un impero industriale e finanziario tra i più rilevanti della sua epoca. Amico di Ferdinand Porsche ed Ernst Heinkel, porta al successo la Austro-Daimler e la Bmw, mentre costruisce aerei e dirigibili. Proprietario di banche, acciaierie, giornali, aziende elettriche, con la Comit di Giuseppe Toeplitz e la Fiat di Giovanni Agnelli partecipa all’espansione economica italiana nell’Europa centrale e balcanica dopo la Grande guerra.

Collezionista d’arte e mecenate, collabora con la diplomazia italiana e aderisce al fascismo ma, nonostante si appelli al duce, non ottiene la “discriminazione” dalle leggi antiebraiche né riesce a riparare negli Stati Uniti. Tra cadute e rinascite, lo “squalo” – sospettato di aver riciclato in Svizzera fondi neri di Mussolini e Ciano – s’inventa sempre nuove imprese. Fino a ingaggiare un epico duello legale con il maresciallo Tito. Attraverso una vita la complessità del Novecento.

Introduzione di: Giuseppe Parlato, Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Intervento di: Teodoro Katte Klitsche de la Grange, giurista, direttore della rivista Behemoth.

Gianni Scipione ROSSI, nato a Viterbo, vive e lavora tra Roma e Gubbio. Vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e giornalista della Rai, ha diretto le testate Rai Parlamento (2010-2016) e Gr Parlamento (2013-2014). Dal 2003 al 2016 ha curato la rubrica televisiva “Le pagine della politica”. Tra i suoi libri: Storia di Alice, 2010; Cesira e Benito, 2007; Il razzista totalitario, 2007; Mussolini e il diplomatico, 2005; La destra e gli ebrei, 2003; L’islam e noi, 2002; Alternativa e doppiopetto, 1992.

 

 

Recensioni

Giordano Bruno Guerri, Castiglioni, il mago dei motori che superò tutti i totalitarismi,
in “il Giornale”, 4 agosto 2017

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Dolby Presents: Silent, a Short Film

This beautiful animated film was designed to showcase Dolby’s partnership with the picture and sound industries over many decades. The story follows two street performers who dream of bringing their “Picture and Sound Show” to life. When they discover a magical contraption inside an old theatre, they embark on a cinematic adventure of sight and sound to find the audience they always wanted.

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Ida Magli e Giordano Bruno Guerri, Per una rivoluzione italiana (Bompiani, 2017)

 

Venerdì 23 giugno 2017 è stato presentato il volume “Per una rivoluzione italiana” di Ida Magli e Giordano Bruno Guerri (Bompiani, 2017).

Il libro pone delle domande apparentemente banali, come sempre appaiono le grandi questioni: viviamo davvero in una democrazia? I politici ci rappresentano davvero? Lo Stato pensa davvero al bene dei cittadini? La risposta degli autori è sempre no, il cittadino non possiede, in realtà, nessun potere, per cui l’intero progetto della vita sociale deve essere ripensato da un ”laboratorio per la rivoluzione” composto da studiosi che sostituiscano i politici. Pubblicato per la prima volta nel 1996, questo dialogo si mostra oggi in tutta la sua preveggenza, anticipando fatti come la nascita del MoVimento 5 Stelle, spronandoci a ripensare questioni cruciali come la cultura, i flussi migratori, la scuola e i mass media attraverso una difficile ma necessaria operazione di ”dissolvimento dell’ovvio”.

Introduzione a cura di: Giuseppe Parlato, Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Intervento di: Giordano Bruno Guerri.

Giordano Bruno Guerri, scrittore, giornalista e storico, è Presidente della Fondazione Vittoriale degli Italiani. Ha pubblicato, tra gli altri Il sangue del Sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio (2010) e Io d’Annunzio (2016).

Ida Magli, antropologa, scomparsa nel 2016, ha tra la sue ultime pubblicazioni La dittatura europea (2010), Dopo l’Occidente (2012) e Difendere l’Italia (2013).

 

 
 

Pier Franco Quaglieni, Figure dell’Italia Civile (Golem, Torino 2017).

Martedì 13 giugno 2017 è stato presentato, a cura del Comitato 10 Febbraio, il nuovo volume di Pier Franco Quaglieni (membro del Comitato scientifico del C10F) Figure dell’Italia Civile (Golem, Torino 2017).

Per accompagnare il lettore in un viaggio nella storia d’Italia del Novecento, secolo tanto complesso e ricco di sfaccettature, Pier Franco Quaglieni, Direttore Generale del Centro Pannunzio, di cui è stato tra i fondatori assieme ad Arrigo Olivetti e Mario Soldati, descrive alcuni dei protagonisti maggiormente significativi, provenienti dal mondo della storiografia, del giornalismo, dell’economia, della politica e delle istituzioni: figurano tra gli altri Rosario Romeo, Federico Chabod, Adriano Olivetti, Indro Montanelli e Giovanni Spadolini. La narrazione si snoda attraverso un’originale serie di biografie di italiane e di italiani e non mancheranno approfondimenti sulla storia del confine orientale italiano, a partire dalla tragedia di Norma Cossetto, studentessa dell’Ateneo di Padova di cui fu rettore Concetto Marchesi, per giungere alle conseguenze del Trattato di pace del 10 febbraio 1947 e al ricordo del Senatore Lucio Toth, punto di riferimento nel mondo della diaspora giuliano-dalmata recentemente venuto a mancare.

 

Introduzione a cura di: Michele Pigliucci (Comitato 10 febbraio).
Interventi di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo de Felice) e Pier Franco Quaglieni.
Moderatore: Arrigo Bonifacio (Comitato 10 Febbraio).

Mario Avagliano e Marco Palmieri, L’Italia di Salò (Il Mulino, 2017).

Giovedì 8 giugno 2017 è stato presentato il volume L’Italia di Salò, di Mario Avagliano e Marco Palmieri (Il Mulino, 2017).

Il volume pone una serie di interrogativi relativi alla storia della Rsi: quando cadde il regime mussoliniano e l’Italia si divise in due, quanti aderirono alla neonata Repubblica sociale e presero le armi? E quali erano le loro motivazioni e i loro sentimenti? Resoconti di polizia, corrispondenze intercettate dalla censura, diari, memorie e documenti editi e inediti consentono di ricostruire la storia dei fascisti di Salò: i volontari, i coscritti, gli internati in Germania che «optarono» per la Rsi, i prigionieri degli Alleati che rifiutarono di collaborare, le seimila ausiliarie e i fascisti che operarono nelle zone già liberate. In tutto oltre mezzo milione di aderenti, volontari o forzati, che vissero i venti mesi della guerra civile «dalla parte sbagliata».

Mario Avagliano, giornalista e storico, collabora alle pagine culturali del «Messaggero» e del «Mattino». Tra i suoi libri: Generazione ribelle. Diari e lettere dal 1943 al 1945 (Einaudi, 2006) e Il partigiano Montezemolo (Baldini & Castoldi, 2012); con il giornalista e storico Marco Palmieri ha pubblicato, Gli internati militari italiani (2009), Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia (2010), Voci dal lager (2012), tutti pubblicati da Einaudi, oltre a Di pura razza italiana. L’Italia “ariana” di fronte alle leggi razziali (Baldini & Castoldi, 2013) e, per il Mulino, Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte (2014).


Introduzione a cura di: Gianni Scipione Rossi (giornalista e Vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice).

 

  

Gianfranco de Turris, Julius Evola. Un filosofo in guerra 1943-1945 (Mursia, 2016) e Julius Evola e la sua eredità culturale (Edizioni Mediterranee 2017)

Giovedì 11 maggio 2017 sono stati presentati due volumi dedicati da Gianfranco de Turris a Julius Evola. Si tratta di Julius Evola. Un filosofo in guerra 1943-1945 (Mursia, 2016) e la curatela Julius Evola e la sua eredità culturale (Edizioni Mediterranee 2017).

Riportiamo l’articolo scritto da Lorenzo Salimbeni, Evola per sempre
apparso su “Il Giornale d’Italia” del 28 maggio 2017

Julius Evola sta lentamente guadagnando visibilità e considerazione nel panorama filosofico italiano anche per merito dell’infaticabile opera di Gianfranco de Turris, giornalista e segretario della Fondazione Evola, il quale ha recentemente illustrato le sue ultime fatiche letterarie presso la Fondazione Ugo Spirito e Renzo de Felice di Roma.
Ampio, approfondito ed appassionato è stato l’intervento di Rodolfo Sideri, il quale si è soffermato su “Julius Evola e la sua eredità culturale” (Mediterranee, Roma 2017), pubblicazione curata da de Turris che raccoglie gli atti di un convegno cui hanno aderito illustri relatori. A partire da Claudio Bonvecchio, che ha fornito un contributo capace di illuminare la mediazione di De Giorgio e Guenon nel percorso di Evola verso la tradizione di area mediterranea ed il mondo mitico delle origini. Giovanni Casadio, invece, ha ricordato come la lettura spirituale evoliana dell’alchimia sia avvenuta in anticipo rispetto agli studi di Jung, il quale nei suoi scritti in effetti citerà solo un testo in italiano e cioè “Psicologia alchemica” di Evola. Le riflessioni del Barone sull’Islam sono state al centro del saggio di Fabio Marco Fabbri.
“Evola – ha spiegato Sideri – riteneva che la società islamica fosse ben predisposta alla purezza e che fra le due guerre mondiali il concetto di Umma prevalesse sulla scissione fra sunniti e sciiti: deleteria sarebbe stata la decolonizzazione che avrebbe lasciato in eredità i concetti disgreganti di Patria e di Nazione”. Dal saggio di Mario Conetti emerge invece l’attitudine di Evola a privilegiare la dimensione sovrastorica, ma con la consapevolezza di quella storica, tanto che accenni di lavoro storiografico sono presenti in “Rivolta contro il mondo moderno” ed in “Il Mistero del Graal”.
Nel contributo del professor Giuseppe Parlato (moderatore dell’incontro in qualità di Presidente della Fondazione Spirito) viene poi delineato l’approccio politico di Evola, il quale riteneva che in Italia non vi fosse una vera Destra poiché mancava lo Stato gerarchico cui fare riferimento: una volta scissi il concetto di Destra e di Nazione e presentando una dimensione astorica, l’autore di “Orientamenti” esercitò una forte attrattiva verso i giovani della destra radicale.
Ed è firmata da Parlato anche la prefazione di “Julius Evola. Un filosofo in guerra 1943-1945” (Mursia, Milano 2016), accurata ricerca di de Turris, che ha voluto definire la figura storica di Evola, partendo da articoli in cui aveva occasionalmente affrontato alcuni aspetti: “Documenti della Croce Rossa e referti medici mi hanno consentito – ha affermato de Turris – di indicare con precisione la data del 20 gennaio 1945 come quella in cui avvenne il bombardamento in cui Evola rimase gravemente ferito al punto da restare paralizzato”. Prima di questa circostanza, Evola era riuscito a fuggire a piedi da Roma occupata dagli Alleati e a raggiungere, avendo come unico bagaglio una valigia contenente i fascicoli di Ur e di Krur, le zone ancora sotto controllo italo tedesco, ma soprattutto aveva rastrellato molti documenti in varie logge massoniche: era, infatti, suo intento ripristinare filologicamente i rituali dei liberi muratori.
Tornando agli Atti del convegno svoltosi il 29 novembre 2014 (nel quarantennale della morte del filosofo), De Turris ha spiegato di aver “voluto evidenziare come Evola ha influito sulla filosofia italiana, cosa è rimasto del suo insegnamento e cosa ha tramandato nonostante l’ostruzionismo di cui è stato oggetto”.
Rispondendo infine agli spunti forniti copiosamente dal pubblico, il segretario della Fondazione Evola ha quindi specificato che “Imperialismo pagano” non fu scritto come replica alla svolta cattolica del Fascismo rappresentata dalla firma del Concordato con il Vaticano, poiché si trattava di una raccolta di precedenti saggi. Con riferimento all’attualità, è stato poi ridimensionato il riferimento evoliano dell’ideologo di Trump Steve Bannon (“A prescindere dal fatto che Evola era antiamericano, si è trattato di una provocazione del New York Times, che mi ha intervistato usando poi a suo piacimento alcune mie affermazioni” ha spiegato il De Turris), laddove è ben più genuino l’interesse evoliano di Alexander Dugin, traduttore in russo di “Imperialismo pagano” e ritenuto vicino al Cremlino. Circostanza questa che dimostra come le idee di Evola non siano morte e circolino ancora.

Lorenzo Salimbeni

 

De Turris- Evola e la sua eredità culturale

   

   

Giuseppina Mellace, Storie di donne dimenticate. Racconti dalle foibe (Masso delle Fate, 2017).

Giovedì 27 aprile 2017 è stato presentato il nuovo libro di Giuseppina Mellace, con illustrazioni di Pier Toffoletti, Storie di donne dimenticate. Racconti dalle foibe (Masso delle Fate, 2017).

Attraverso parole ed immagini gli autori creano un “tutto” volto a raccontare, in forma delicata e poetica una serie di episodi drammatici vissuti in una delle pagine più tristi della nostra storia recente: le Foibe. Una serie di racconti, frutto della fantasia della scrittrice romana, che sfiorano le tante verità vissute in quei drammatici momenti e che ci introducono alla ipotetica vita di donne che vivranno successivamente la terribile esperienza delle Foibe. Ritratti dolci, quasi familiari dall’epilogo drammatico, illustrati sapientemente dalla mano dell’artista friulano.

Introduzione a cura di: Giuseppe Parlato e Lorenzo Salimbeni (Presidente e Segretario del Comitato scientifico del Comitato 10 Febbraio).

Giuseppina Mellace, insegnante, per la Newton Compton ha pubblicato nel 2014 Una grande tragedia dimenticata, sull’eccidio delle Foibe, con cui nello stesso anno ha vinto il premio “Il Convivio” per la sezione saggistica storica, Delitti e stragi dell’Italia fascista e L’oro del Duce.

 

Mario Mori, Oltre il terrorismo. Soluzioni alla minaccia del secolo (Risk, 2016).

Giovedì 20 aprile 2017 è stato presentato il volume di Mario Mori, Oltre il terrorismo. Soluzioni alla minaccia del secolo (Risk, 2016).
Il volume si focalizza in particolare sulla matrice islamista del fenomeno terroristico. Ripercorrendone la genesi, dai “pensatori del Jihad” d’inizio Novecento fino al Califfo Abu Bakr Al Baghdadi e agli altri principali protagonisti (con un’ampia sezione di schede biografiche e l’ausilio dei dati statistici), Mario Mori analizza i meccanismi all’origine della minaccia in Europa e Medio Oriente e rilegge l’evoluzione storica dei principali gruppi armati, proponendo al lettore soluzioni pratiche su come affrontare, contenere e superare d’ora in avanti questi sempre più pericolosi elementi eversivi.

Introduzione a cura di: Giuseppe Parlato e Silvio Berardi (Professore Associato di Storia contemporanea presso l’Università Niccolò Cusano).

Mario Mori, generale dei carabinieri, è stato capo del Sisde e tra i fondatori dei Ros. Ha pubblicato Servizi e Segreti. Introduzione allo studio dell’intelligence (2015).

Marco Gervasoni, La Francia in nero (Marsilio 2017)

Venerdì 7 aprile 2017 è stato presentato il volume di Marco Gervasoni, La Francia in nero (Marsilio 2017).

Dopo la crisi del 2008, e più di recente con la Brexit e con l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, spira nel mondo un vento favorevole a movimenti sbrigativamente catalogati come «populisti». Tra questi, il Front national è senza dubbio il più robusto e vicino al potere in un paese chiave del mondo. Non a caso. Di tutte le destre storiche, quella francese può infatti vantare una continuità senza eguali. Tanto che – sostiene Marco Gervasoni – «non è Marine Le Pen ad aver imitato i populisti europei, semmai è il contrario».

Per capire la cultura politica di cui il lepenismo è l’erede occorre risalire al 1789, l’anno cruciale da cui tutto prende avvio. Dalla Rivoluzione francese, la «matrice della politica contemporanea» che definisce il senso degli schieramenti, si dipana il filo rosso che porta da Napoleone III alla «destra rivoluzionaria» del 1914, con l’ondata di antisemitismo e nazionalismo, dal fascismo francese al collaborazionismo, dalle epurazioni alla guerra d’Algeria, dalla Nouvelle Droite alla nascita del lepenismo, fino alla sua crisi apparente e alla rinascita.

Introduzione a cura di: Giuseppe Parlato (Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice) e Simona Colarizi (Professore Emerito di Storia contemporanea presso la Sapienza Università di Roma).

Marco Angelo Gervasoni è Professore ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università degli studi del Molise. Tra le sue pubblicazioni più recenti François Mitterrand. Una biografia politica e intellettuale (2007), La tela di Penelope. Storia della Seconda Repubblica (con S. Colarizi, 2012).