A Giuseppe Pardini il Premio Acqui Storia 2019

A Giuseppe Pardini, professore di Storia contemporanea nell’Universita’ del Molise e componente del Comitato scientifico degli Annali della Fondazione Ugo Spirito, è stato assegnato il Premio Acqui Storia 2019 nella sezione scientifica per il volume  Prove tecniche di rivoluzione. L’attentato a Togliatti, luglio 1948, Luni Editrice. Nella medesima sezione è stato premiato anche Nicholas Stargardt con il volume La guerra tedesca. Una nazione sotto le armi, 1939 – 1945, Neri Pozza Editore.

Il Premio è nato nel 1968 per onorare il ricordo della “Divisione Acqui”e i caduti di Cefalonia nel settembre 1943. Nel tempo è divenuto uno dei più importanti riconoscimenti europei nell’ambito della storiografia scientifica e divulgativa, del romanzo storico e della storia al cinema ed in televisione, ottenendo un importante rilancio scientifico, culturale e mediatico ed una grande visibilità internazionale.

La Giuria della sezione storico-divulgativa ha decretato la vittoria di Gian Piero Piretto con il volume “Quando c’era l’Urss. 70 anni di storia culturale sovietica”, Raffaello Cortina Editore. Mattia Bernardo Bagnoli, con “Ricorda il colore della notte“, Piemme ha vinto i 6500 euro in palio per la sezione del Romanzo Storico, cui erano giunte 60 opere letterarie.

Una menzione speciale verrà inoltre riconosciuta a Roberto Riccardi, autore del volume “Detective dell’arte. Dai Monuments Men ai Carabinieri della Cultura”, Rizzoli. Questo testo illustra casi risolti, e non furti di opere d’arte, lasciando intravedere la complessa realtà del Comando per la tutela del Patrimonio culturale: competenze tecniche, intuiti raffinati e strategie militari. Con la dimestichezza propria di un esperto in materia, l’autore-protagonista accompagna il lettore in un vissuto che non smette di stupire.

Liliana Segre

La senatrice Liliana Segre, il filosofo Stefano Zecchi e l’antropologo e geografo americano Jared Diamond, docente alla Luiss di Roma, sono i “Testimoni del Tempo” del Premio Acqui Storia 2019. Il riconoscimento verrà assegnato ad Acqui Terme il 19 ottobre.

Ugo Spirito e l’Iran dello Scià: il 25 settembre incontro sull’inedito pubblicato per la prima volta in versione integrale

Nel quadro delle iniziative di studio e ricerca avviate dalla Fondazione nel quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito, mercoledì 25 settembre 2019, alle 18.00, si tiene a Roma, nella sede di Piazza delle Muse 25, un incontro sulle riflessioni dedicate nel 1978 dal filosofo alle prospettive del regime iraniano guidato dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi.
Sulla base dell’inedito Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, pubblicato per la prima volta nella sua versione integrale da Luni Editrice in coedizione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, ne discutono Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione e curatore del volume, Hervé A. Cavallera, professore onorario nell’Università del Salento e autore della postfazione, e Rodolfo Sideri, direttore dei Corsi di formazione della Fondazione.

La IV di copertina: Spirito
nella residenza estiva di Todi

Il libro
Negli ultimi mesi di una vita segnata da una speculazione che tende a inverarsi nell’azione politica, Ugo Spirito ha lavorato a un volume sull’Iran governato da Mohammad Reza Pahlavi. Un libro rimasto inedito nella sua stesura integrale e oggetto, in tempi diversi, di manipolazioni e censure. Conservato nel suo archivio privato, a quarant’anni di distanza il testo appare per la prima volta nella sua versione originale, che rivela il reale pensiero del filosofo.
Lo sforzo compiuto da Spirito è stato volto, nell’autunno del 1978, a comprendere e illustrare criticamente le linee guida della “rivoluzione bianca” dello Scià – avviata nel 1963 – inquadrandole nella storia della Persia e valutandone le possibili evoluzioni, mentre il Paese era sconvolto dalle proteste di piazza sfociate nel 1979 nella rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeyni.

Lo Scià appare a Ugo Spirito come un sovrano illuminato e ne valuta positivamente il sogno di trasformare l’Iran in una sorta di Città del Sole, nella quale regnino l’armonia e la collaborazione tra le classi sociali, nella prospettiva di un intenso sviluppo industriale. Una “città” laica, in cui non vi siano più sfruttatori e sfruttati, ricchi e poveri, proprietari e servi, secondo la tradizione socialista dalla quale, secondo Spirito, lo Scià ha tratto ispirazione per tracciare una “terza via” tra liberismo e comunismo.

Per quanto illuminato, Spirito giudica il regime iraniano un dispotismo dittatoriale, errato sul piano teorico e fatalmente destinato a terminare con la scomparsa del suo protagonista.

Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi. Postfazione di Hervé A. Cavallera, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 192, € 22.00


info@www.fondazionespirito.it
lunieditrice@lunieditrice.com
www.lunieditrice.com

Evento organizzato nell’ambito delle celebrazioni del quarantesimo anno dalla scomparsa di Ugo Spirito, e del novantesimo anno dalla nascita di Renzo De Felice, con il contributo previsto dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1 co. 416.

Le decisioni della Commissione Scientifica per le ricerche su Spirito e De Felice

In merito alla selezione indetta dalla Fondazione per nuove ricerche sull’opera di Ugo Spirito e Renzo De Felice, a conclusione dei lavori, la Commissione Scientifica istituita per le attività relative agli anniversari, presieduta dal prof. Hervé A. Cavallera e composta dai professori Paolo Simoncelli e Umberto Gentiloni Silveri, nonché dai professori Danilo Breschi, Giuseppe Parlato e Gaetano Sabatini, quali componenti interni della Fondazione, ha selezionato cinque progetti di ricerca.

Ricordiamo che la selezione era riservata a cittadini italiani in possesso di laurea specialistica o magistrale conseguita a partire dal 1° gennaio 2015 al luglio 2019.

I temi esaminati e scelti dalla Commissione nei due indirizzi di studio, storico e filosofico, sono i seguenti: “La vita come ricerca” e la cultura giovanile fascista di Ugo Spirito; L’altro Turati. Storia di Augusto, segretario del PNF; Ugo Spirito e la critica al marginalismo economico; Fenomenologia della sinistra fascista (1946-1989) a partire dall’esegesi di Renzo De Felice; Il tema del comunismo in Ugo Spirito tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta.

Maria Teresa Giusti, Gli Internati militari italiani: dai Balcani, in Germania e nell’Urss. 1943-1945 (Rodorigo Editore 2019)

Il 17 settembre 2019, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuta l’interessante presentazione del volume di Maria Teresa Giusti, Gli Internati militari italiani: dai Balcani, in Germania e nell’Urss. 1943-1945 (Rodorigo Editore 2019).

L’introduzione, affidata al presidente della Fondazione prof. Giuseppe Parlato, è servita come necessaria introduzione al tema degli IMI (Internati militari italiani) sia dal punto di vista dell’interpretazione storiografica, sia in relazione alle complesse dinamiche del biennio 1943-1945.

L’intervento del prof. Luciano Zani della Sapienza di Roma si è soffermato sulla ricostruzione del percorso di ricerca della prof.ssa Maria Teresa Giusti e su alcuni rilevanti spunti di riflessione. Partendo dai documenti donati dalla Bielorussia (è stato in realtà possibile consultare solo uno dei quattro faldoni arrivati) al governo italiano nel 2009, invero, il testo risulta arricchito da testimonianze dirette in merito alle dure condizioni di vita durante la prigionia; che le contingenze si sarebbero rivelate drammatiche, d’altro canto, fu molto chiaro sin dall’8 settembre: da quella fatidica data infatti, non solo le reazioni e le ragioni dei militari non vennero comprese, ma si crearono i presupposti per lasciarle quasi del tutto inascoltate.

Il secondo intervento, affidato al Colonnello Franco di Santo dell’Ufficio Storico dell’Esercito, oltre a ribadire come gli IMI fossero stati “traditi, maltrattati e dimenticati” e a passare in rassegna alcune delle principali pubblicazioni sul tema, è stato incentrato sull’atteggiamento tedesco – con citazioni precise sui dati – e sui problemi del fronte russo. Molto interessante la chiusura, momento che il Colonnello ha deciso di dedicare alla figura del soldato Fanetti, una delle tante storie nella Storia, deceduto durante un’operazione ordinaria.

Il prof. Andrea Ungari dell’Università Guglielmo Marconi di Roma è tornato sull’interpretazione storiografica mettendo in evidenza non soltanto i già richiamati aspetti brutali e disumanizzanti della detenzione, ma soprattutto il problema del “ritorno” in patria dopo il fascismo: la rinascita democratica dell’Italia, invero, coincise purtroppo con l’oblio – storiografico e non – sul tema degli IMI.

In risposta alle suggestioni derivanti dai precedenti interventi, l’autrice ha ricostruito la genesi della sua ricerca, puntualizzando alcuni importanti passaggi. La prof.ssa Giusti ha infatti sottolineato, ad esempio e tra i tanti argomenti: il dramma di un esercito lasciato “senza ordini” e le conseguenze di quello smarrimento; il fatto che la figura dell’Internato militare fosse il frutto di un’invenzione di Hitler seguita all’armistizio; le indagini del KGB a Minsk di inizio anni Sessanta, fondamentali per aprire un varco in questo complicato tema e le principali differenze – pur trattandosi sempre di trattamenti sfavorevoli – tra l’approccio sovietico e tedesco. La professoressa ha tracciato, inoltre e in conclusione, alcune linee generali per gli sviluppi futuri degli studi sugli IMI.

Tra le tante, si è segnalata la gradita presenza in sala della storica Elena Aga Rossi. La presentazione si è conclusa con le domande e le osservazioni dell’uditorio, occasione di ulteriore approfondimento delle tante tematiche trattate.

Gli istituti culturali del Lazio: le iniziative della Regione

Nei giorni 25 settembre e 3 ottobre 2019, con due eventi promossi dalla Regione Lazio, verrà presentata alla cittadinanza la realtà degli istituti culturali riconosciuti a livello regionale.

Il primo evento si terrà il prossimo 25 settembre, dalle ore 17, presso il Castello Caetani di Sermoneta, in provincia di Latina, mentre il secondo avrà luogo a Roma il 3 ottobre, sempre dalle ore 17, nei locali della Società Geografica Italiana di via della Navicella, 12.

Chi volesse partecipare agli eventi può prenotarsi scrivendo una mail a info@www.fondazionespirito.it, entro il 23 settembre 2019 per l’evento del 25 ed entro il 1° ottobre 2019 per l’evento del 3.

Acquisito dalla Biblioteca il fondo di Bartolo Gallitto

 

Uno dei volumi del fondo Gallitto

La Biblioteca della Fondazione ha acquisito, donata dagli eredi,  parte del fondo librario di Bartolo Gallitto (Floridia 1921, Val di Fiemme 2009). Avvocato specialista in diritto del lavoro, ex marò del Battaglione Nuotatori Paracadutisti nella Rsi e già presidente dell’Associazione combattenti X Mas, è stato consigliere d’amministrazione di vari Enti pubblici quali Inail e Inps e componente laico del Consiglio Superiore della Magistratura, consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Roma e presidente dell’Enas. Esponente storico del MSI romano e poi di Alleanza Nazionale, alla nascita del PDL fu membro del Comitato dei garanti. Il lascito arricchisce, con molti volumi di difficile reperibilità, la sezione della Biblioteca relativa alla storia della destra. Il fondo librario sarà catalogato e messo a disposizione degli studiosi. Read more

Da San Sepolcro a Fiume

di Giuseppe Parlato

[…]

Ma fu senza dubbio l’impresa di Fiume a suscitare in Mussolini una forte prospettiva politica. Nel giugno 1919, da poco costituiti i Fasci, si era messo a disposizione di Gabriele d’Annunzio: in quel momento il futuro duce non era così famoso e aveva tutto da guadagnare da un saldo legame con il Vate. Detto ciò, tuttavia, Mussolini non faceva parte del gruppo più vicino al Comandante e di conseguenza non ebbe parte nel concepimento e nella preparazione dell’impresa fiumana.
«Il Popolo d’Italia» salutò con entusiasmo e ardore patriottico l’arrivo di d’Annunzio a Fiume. Tuttavia, l’impresa di Fiume aveva una forte connotazione nazionalista, visto che l’Associazione Nazionalista Italiana era riuscita a inserire un uomo come Giovanni Giuriati quale capogabinetto del Comandante. La stragrande maggioranza degli ex combattenti vide positivamente la spedizione su Fiume. Mussolini era d’accordo con il Vate e promise la forza dei suoi militanti, che in verità non erano molti. Sia Mussolini, sia D’Annunzio auspicavano che la “rivoluzione nazionale” si estendesse da Fiume a tutta Italia, ma così non avvenne.
Di qui incominciarono a incrinarsi i rapporti fra i due: ne è testimonianza una famosa lettera di D’Annunzio nella quale lo sdegnato Comandante insulto’ il futuro duce e tutto il popolo italiano per non essere insorto; divenne ancora più furibondo quando lesse la sua lettera pubblicata sul quotidiano di Mussolini, emendata da tutti gli insulti.

[…]

Si anticipa un brano del saggio Da San Sepolcro a Fiume, in pubblicazione negli “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. I, n. 2, 2019, nuova serie (XXXI), pp. 89-115. Il saggio è compreso negli atti del convegno La svolta del 1919, svoltosi il 13 giugno 2019 nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. La sezione (pp. 87-163) comprende anche saggi di Simonetta Bartolini, Silvio Berardi, Giovanni Dessì, Andrea Ungari.

In preparazione il secondo fascicolo 2019 degli “Annali”: prenotate la vostra copia

È in preparazione il secondo fascicolo semestrale degli “Annali” della Fondazione (Anno I, n. 2/2019 XXXI, nuova serie).
Il fascicolo, ricco di contributi originali, si aprirà con una sezione di “Inediti e studi” dedicata, in occasione degli anniversari, a Ugo Spirito e Renzo De Felice. I contributi di presentazione e approfondimento sono di Giuseppe Parlato, Nota introduttiva a Validità della biografia nella ricerca storica, di Renzo De Felice; Rodolfo Sideri, Filosofia, politica, religione: le ultime lettere a Ugo Spirito (1976-1979); Danilo Breschi, con il saggio Morte della filosofia e sfondamento ontologico. Ugo Spirito in dialogo con Guido Calogero, presenta Guido Calogero e la filosofia del dialogo, di Ugo Spirito.

La seconda sezione conterrà gli Atti del Convegno di studi “La svolta del 1919”, tenutosi nella sede della Fondazione il 13 giugno 2019. Gli autori dei contributi sono: Giuseppe Parlato, Da San Sepolcro a Fiume; Giovanni Dessì, La nascita e il significato del Partito Popolare Italiano; Simonetta Bartolini, Il diciannovismo degli intellettuali; Silvio Berardi, Nitti e la proporzionale, con uno sguardo all’Europa; Andrea Ungari, Il ’19 del Re.

La sezione “Saggi” presenterà in questo secondo fascicolo una serie eterogenea di studi. Questi i titoli presenti: Il Partito repubblicano italiano e la caduta del Muro di Berlino, di Silvio Berardi; Antagonismo alla modernità in Europa sud-orientale: il nazionalismo romeno, di Stefano Santoro; Sozialreform e Berufständische Ordnungnell’opera di Johannes Messner, di Giovanni Franchi; L’evoluzione storica del sistema parlamentare austriaco, di Ulrike Haider-Quercia; Obiettivi e organizzazione della propaganda fascista nelle università inglesi, di Tamara Colacicco; Il fascismo e la mancata rivoluzione antiborghese, di Cristian Leone.
Protagonista della quarta sezione, curata da Gianni Scipione Rossi, sarà invece Attilio Tamaro e, in particolare, il suo rapporto con l’impresa di Fiume. Oltre al contributo introduttivo di Rossi, Giornalista e agitatore: la Dalmazia e il sogno infranto di Attilio Tamaro, la sezione conterrà, dall’Archivio della Fondazione, alcune pagine inedite di Tamaro: Trieste, Fiume, Zara: pagine inedite 1920-1921.
Nella sezione “Note sul Novecento”, Danilo Breschi pubblicherà Tieni a mente Tienanmen e Nicola Rao, La madre di tutte le stragi. Piazza Fontana cinquant’anni dopo.

Completeranno il fascicolo le recensioni, le segnalazioni librarie, la sezione “Dall’Archivio”, con Il Fondo Luigi Romersa presentato da Alessandra Cavaterra, e le notizie sull’attività della Fondazione.

Per leggere gli Annali è possibile acquistare il singolo articolo, il singolo volume o l’abbonamento annuale, a queste condizioni:
– Singolo articolo (versione pdf): 5,00 €
– Singolo volume (versione digitale): 10,00 €
– Singolo volume (versione cartacea): 20,00 €
– Abbonamento annuale (versione digitale): 20,00 €
– Abbonamento annuale (versione cartacea): 35,00 €
In caso di acquisto del volume cartaceo, l’invio avverrà all’indirizzo segnalato senza costi aggiuntivi.
È possibile pagare utilizzando Paypal, disponibile sul sito nella sezione Pubblicazioni, o attraverso bonifico bancario. Tutte le informazioni sono reperibili a questa pagina: http://www.fondazionespirito.it/annali-della-fondazione/

Acquisita la collezione 1940-1945 de “L’Illustrazione italiana”

L’emeroteca della Fondazione ha acquisito la collezione de “L’Illustrazione italiana” dal 10 giugno 1940 al 25 aprile 1945, che copre dunque l’intero arco cronologico della partecipazione italiana alla Seconda guerra mondiale.

La rivista, “settimanale degli avvenimenti e personaggi contemporanei sopra la storia del giorno, la vita pubblica e sociale, scienze, belle arti, geografia e viaggi, teatri, musica, mode”, ma in seguito con diversa periodicità, fondata nel 1875, era la continuazione della «Nuova illustrazione universale» della casa editrice Treves.

Pubblicata fino al 1962, fu ripresa in seguito da diversi editori, Bramante, Guanda, Media press, ed è tuttora aperta e appare con cadenza varia.

Il fascismo e l’europeismo di Gian Domenico Romagnosi

di Matteo Antonio Napolitano

//Secondo quanto scritto da Gisella Longo, «ancora oggi appare difficile dire se vi sia stata una idea d’Europa privilegiata dal fascismo». Questa significativa affermazione deriva non solo dalla complessità del tema, ma anche dall’atteggiamento non sempre chiaro e costante del regime nei confronti dello stesso. Ad ogni modo, sottolinea sempre la Longo, l’argomento «non fu trascurato e […], nel sia pur minimo spazio riservatogli, emersero a volte elementi di estremo interesse per cogliere la complessità dell’atteggiamento fascista rispetto all’assetto internazionale». Una parte di questa complessità di approccio risiede anche nella ricezione di alcuni aspetti dell’europeismo di Gian Domenico Romagnosi.
In un articolo datato 5 gennaio 1921, precedente quindi di circa due anni rispetto all’arrivo di Mussolini al potere, con l’eredità ancora molto viva del primo conflitto mondiale e nel clima delle discussioni sulle conseguenze dello stesso, Sergio Panunzio – in quel periodo, come ravvisabile dalla firma posta in fondo all’articolo, libero docente di filosofia del diritto presso l’Ateneo bolognese – analizzò, tra le pagine del quindicinale «La Vita Internazionale», l’interessante e contestualizzato tema de La Società delle Nazioni nel pensiero di Romagnosi.
Nella parte finale del breve scritto, Panunzio mise in forte evidenza quanto in Romagnosi fosse forte l’elemento nazionale, ma anche come, al contempo, persistesse nella sua elaborazione una particolare attenzione ai legami tra le nazioni, frutto di una maturità conseguita nel costante progredire sulla via dell’incivilimento:

«nessuno scrittore – chiarì Panunzio – […] più e meglio del Romagnosi ha sostenuto […] il concetto “giuridico” di Nazione; ma non esclude che oltre la Nazione possano generarsi e determinarsi, per effetto del processo dell’incivilimento, rapporti e vincoli di comunicazione fra Nazione e Nazione».

Ad ogni modo, i vincoli e i rapporti generici tra le nazioni, sottolineati nel lavoro di Panunzio, in Romagnosi trovarono una loro specificità soprattutto nel contesto europeo, in particolare nella dimensione coesiva dello stesso.
Nelle parole dell’intellettuale salsese ritroviamo infatti il caso peculiare dell’Europa, chiamata a dare una forma più complessa e definita alla sua unità:

«la conformazion geografica e quindi morale e politica dell’Europa, nella quale la natura sembra chiamare le nazioni a formare una grande famiglia unita per comunione d’interessi economici morali e politici, i progressi della coltura interna, del commercio esterno che sospingono incessantemente alla moralità, e ad un regime equo, ed alla pace tra di loro, sono pure cagioni possenti a prepararle or più or meno al governo della ragione. La forza quindi dell’opinione, e degli interessi degli stati inciviliti diviene ogni giorno più la forza delle genti europee».

 

Il saggio integrale in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. 2019, n. 1, nuova serie, a. XXXI, pp. 207-225.