Newsletter Novembre 2019

“Insegnare la complessità”. Il 7 novembre a Rieti convegno sul magistero di Renzo De Felice

“Insegnare la complessità. Magistero scientifico e impegno civile in Renzo De Felice”. Questo il tema del convegno che la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in collaborazione con il Comune di Rieti, organizza nel quadro delle iniziative di studio programmate nel novantesimo anniversario della nascita dello storico scomparso.
Il convegno si terrà nella città natale di De Felice giovedì 7 novembre 2019, con inizio alle 15.30, nella Sala della Biblioteca Comunale Paroniana, via San Pietro Martire, 28.
Il programma si apre con i saluti del sindaco di Rieti, Antonio Cicchetti, dell’assessore alla Cultura, Gianfranco Formichetti, e del vicepresidente della Fondazione, Gianni Scipione Rossi.
A seguire, gli interventi del giornalista e saggista Pasquale Chessa, del ricercatore Mario Ciampi, del presidente dell’Istituto Storico per il Pensiero Liberale Luigi Compagna, del giornalista e saggista Stefano Folli, editorialista de “la Repubblica”, dello storico Gianni Oliva e del giornalista e scrittore Marcello Veneziani. Le conclusioni saranno tratte dallo storico Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.  Modera Stefano Pozzovivo, conduttore di Radio Subasio.
Nato a Rieti nel 1929, prematuramente scomparso a Roma nel 1996, Renzo De Felice è stato uno dei maggiori storici italiani del Novecento. Laureatosi a Roma con Federico Chabod, professore universitario dal 1968, dal 1971 ha insegnato prima Storia dei partiti politici poi Storia contemporanea nell’università di Roma “La Sapienza”. Ha fondato e diretto dal 1970 la rivista Storia contemporanea.
Partito da studi sul giacobinismo in Italia, si è poi interessato di problemi di storia del fascismo. Trai suoi volumi: Storia degli ebrei in Italia sotto il fascismo (1961, 1977); Le interpretazioni del fascismo (1969, 1971), e una vasta biografia di Mussolini. Uscita tra il 1965 e il 1997, si compone di otto volumi (l’ultimo uscito postumo). Si è occupato anche di D’Annunzio politico (1978) e ne ha curato la pubblicazione degli epistolari con Mussolini (1971) e De Ambris (1966), degli scritti e dei discorsi fiumani (1974). Ha redatto la voce Fascismo per l’Enciclopedia del Novecento. Tra le sue ultime opere il saggio-intervista Rosso e nero (1995).
Presidente della Commissione scientifica della Fondazione Ugo Spirito dalla nascita, ha presieduto la Fondazione stessa dal 1992 fino alla morte. In omaggio al suo magistero scientifico, nel 2011 l’istituto ha assunto l’attuale denominazione di Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

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“Facciamo storia, non moralismo”.
Pubblicato il terzo volume
degli scritti giornalistici di Renzo De Felice

Nel novantesimo anniversario della nascita di Renzo De Felice è stato pubblicato il terzo volume dei suoi scritti giornalistici. Il libro, curato da Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, viene pubblicato in coedizione dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e da Luni Editrice con il titolo Scritti Giornalistici. «Facciamo storia, non moralismo» 1989-1996. Il volume completa la raccolta degli articoli e delle interviste che lo storico reatino ha pubblicato su riviste e giornali dal 1960 a poche settimane dalla scomparsa. Il primo volume – in due tomi – è apparso nel 2016, nel ventennale della morte. Il secondo – anch’esso in due tomi – nel 2017.
Questo terzo volume – un unico tomo di 352 pagine – raccoglie scritti e interviste che coprono un periodo storico molto intenso sia sul piano internazionale sia sul piano interno, che va dall’apertura del muro di Berlino – 9 novembre 1989 – al crollo della “prima repubblica” e alla contrastata nascita della “seconda”, passando nel 1992 per la firma trattato di Maastricht e la creazione dell’Unione Europea. In questo periodo De Felice ha presieduto la Commissione scientifica della Fondazione e ne è stato negli ultimi anni presidente.
Dagli scritti emerge un De Felice che conferma il suo forte impegno civile, la sua critica alla storiografia italiana e la preoccupazione per la inadeguatezza della classe politica.
Il volume, con una prefazione di Gianni Scipione Rossi, si apre con un intervento nel quarantesimo anniversario delle leggi razziali e si chiude con un testo di commento al volume Il passato di un’illusione di François Furet. «Giudicando il secolo – nota De Felice – non possiamo non dirci furettiani».
La pubblicazione avviene nel quadro delle iniziative che la Fondazione ha intrapreso nel quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e nel novantesimo della nascita di Renzo De Felice – con il sostegno della Legge di Bilancio 2019, ex art. 1, comma 416 – con l’obiettivo di promuovere studi e ricerche sull’opera dei due grandi intellettuali del Novecento ai quali la Fondazione stessa si intitola.Renzo De Felice, Scritti Giornalistici. «Facciamo storia, non moralismo» 1989-1996a cura di Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, prefazione di Gianni Scipione Rossi, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 352, € 25,00.Il libro può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:
info@www.fondazionespirito.it
www.lunieditrice@lunieditrice.com

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Dal 9 al 23 novembre ad Arezzo
mostra fotografica su Ugo Spirito
Sabato 9 novembre 2019, alle ore 17.30, sarà inaugurata ad Arezzo la mostra “La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore. L’opera e il pensiero di Ugo Spirito nel quarantennale della morte”.
La mostra è organizzata dal Comune di Arezzo, città natale del filosofo, in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, la Fondazione Guido D’Arezzo e la “Casa dell’energia – Urban Center”. La mostra verrà inaugurata alla presenza del Sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, del direttore della Fondazione Guido d’Arezzo Roberto Barbetti e dal presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice Giuseppe Parlato.
Per la Fondazione saranno presenti anche il consigliere di amministrazione Danilo Breschi e la responsabile dell’archivio e della biblioteca Alessandra Cavaterra.

La mostra si terrà nel centro convegni “Casa dell’energia – Urban Center” in via Leone Leoni, 1. In mostra fotografie inedite che rappresentano la vita pubblica e privata di Ugo Spirito in un periodo che intercorre tra gli anni Dieci e gli anni Settanta del Novecento. Una carrellata di immagini che, attraverso la vita del filosofo, costituiscono un importante documento della storia culturale italiana. Di particolare interesse le testimonianze della sua attività per l’Enciclopedia Italiana, nel mondo accademico e dei suoi viaggi in Unione Sovietica e in Cina.

La mostra, visitabile dal 9 al 23 novembre 2019 (ore 14.30-19.30, dal lunedì al sabato), fa parte delle iniziative di ricerca e studio che la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice ha in corso nel quadro del quarantennale della morte del filosofo aretino e del novantennale della nascita dello storico Renzo De Felice.

Per aperture e visite straordinarie in orario antimeridiano, riservate alle scuole, contattare il Centro Congressi Casa dell’Energia.

Ugo Spirito, nato ad Arezzo nel 1896, morto a Roma nel 1979, è stato uno dei massimi filosofi italiani del Novecento.
Dal 1933 al 1971 ha insegnato nelle Università di Pisa, Messina, Genova e poi Roma. Allievo di Giovanni Gentile, è stato redattore dell’Enciclopedia Italiana per la filosofia, l’economia e il diritto; redattore (1920) e poi (1947) direttore del Giornale critico della filosofia italiana; fondatore e direttore (1927-35), con A. Volpicelli, dei Nuovi studi di diritto, economia e politica. Socio nazionale dei Lincei (1969); presidente della Fondazione Giovanni Gentile per gli studi filosofici. Si è occupato in un primo periodo di problemi giuridici (Storia del diritto penale italiano, 1925, 3a ed. 1974; Il nuovo diritto penale, 1929) e di economia corporativa (Critica dell’economia liberale, 1930; I fondamenti dell’economia corporativa, 1932; Capitalismo e corporativismo, 1933; Dall’economia liberale al corporativismo, 1939). Successivamente si è dedicato sempre più alla ricerca teoretica, dapprima come seguace dell’attualismo, poi come critico di esso, pervenendo alla formulazione del problematicismo.
Tra le sue opere: La vita come ricerca; Scienza e filosofia; La vita come arte; Il problematicismo; La vita come amore; Critica della democrazia; Il comunismo; Dall’attualismo al problematicismo; Ho trovato Dio; Guerra rivoluzionaria.(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

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Il 21 novembre la Fondazione a Spaziolibero Tv – Rai3

La Fondazione sarà ospite giovedì 21 novembre 2019, alle ore 10.50 circa, della rubrica televisiva di Rai Parlamento Spaziolibero Tv. La rubrica andrà in onda su Rai3. Il tema, in relazione alle iniziative in corso per il quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e per il novantesimo della nascita di Renzo De Felice, sarà “Studi e ricerche su Ugo Spirito e Renzo De Felice”.
Immagini e interviste raccolte in occasione dell’apertura della mostra fotografica su Ugo Spirito ad Arezzo, dal 9 al 23 novembre, e del convegno sulla figura di Renzo De Felice in programma a Rieti il 7 novembre.

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Il 23 novembre ad Arezzo convegno su Ugo Spirito
a quarant’anni dalla scomparsa

“La vita come ricerca, la vita come arte, la vita come amore. L’opera e il pensiero di Ugo Spirito”. È il titolo del convegno di studi con il quale, nel quarantesimo anniversario della scomparsa, la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in collaborazione con il Comune di Arezzo, ricorderà il filosofo nella sua città natale. Il convegno si terrà sabato 23 novembre 2019, con inizio alle ore 16.00, nella sala della Casa dell’Energia – Urban Center di Arezzo (via Leone Leoni, 1). Nello stesso giorno si chiuderà la mostra fotografica in corso dal 9 novembre nella stessa sede, organizzata dal Comune in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e con la Fondazione Guido D’Arezzo. La mostra presenta per la prima volta una ampia scelta di fotografie conservate nell’archivio del filosofo: un affascinante percorso nella storia del Novecento attraverso la vita di un grande intellettuale.
Al convegno di studi porterà i saluti della città il sindaco Alessandro Ghinelli. Hervé A. Cavallera, professore onorario di Storia della pedagogia nell’Università del Salento, parlerà sul tema Spirito e l’arte. Il professor Rodolfo Sideri, responsabile dei corsi di formazione della Fondazione, sul tema Spirito e la filosofia. Danilo Breschi, professore associato di Storia delle dottrine politiche nella Unint di Roma e consigliere di amministrazione della Fondazione, sul tema Spirito e il ’68. Il presidente della Fondazione Giuseppe Parlato, professore ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, sul tema Spirito e la politica. La responsabile dell’archivio della Fondazione Alessandra Cavaterra sul tema L’archivio e la biblioteca del filosofo.

Il convegno si concluderà con la presentazione dell’inedito di Ugo Spirito Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, appena pubblicato dalla Fondazione in collaborazione con Luni Editrice.
Ne parlerà il curatore Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo, con Hervé A. Cavallera, autore della postfazione.
(L’iniziativa è finanziata dai fondi destinati dalla Legge di Bilancio 2019, art. 1, comma 416)

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Pubblicato il libro inedito di Ugo Spirito 

Nel quadro delle iniziative per i quarant’anni dalla morte di Ugo Spirito e i novant’anni dalla nascita di Renzo De Felice, è stato pubblicato l’inedito di Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione, a cura e con introduzione di Gianni Scipione Rossi e con una postfazione di Hervé A. Cavallera.

Il libro

Negli ultimi mesi di una vita segnata da una speculazione che tende a inverarsi nell’azione politica, Ugo Spirito ha lavorato a un volume sull’Iran governato da Mohammad Reza Pahlavi. Un libro rimasto inedito nella sua stesura integrale e oggetto, in tempi diversi, di manipolazioni e censure, Conservato nel suo archivio privato, a quarant’anni di distanza il testo appare per la prima volta nella sua versione originale, che rivela il reale pensiero del filosofo.
Lo sforzo compiuto da Spirito è stato volto, nell’autunno del 1978, a comprendere e illustrare criticamente le linee guida della “rivoluzione bianca” dello Scià – avviata nel 1963 – inquadrandole nella storia della Persia e valutandone le possibili evoluzioni, mentre il Paese era sconvolto dalle proteste di piazza sfociate nel 1979 nella rivoluzione islamica guidata dall’ayatollah Khomeyni.
Lo Scià appare a Ugo Spirito come un sovrano illuminato e ne valuta positivamente il sogno di trasformare l’Iran in una sorta di Città del Sole, nella quale regnino l’armonia e la collaborazione tra le classi sociali, nella prospettiva di un intenso sviluppo industriale. Una “città” laica, in cui non vi siano più sfruttatori e sfruttati, ricchi e poveri, proprietari e servi, secondo la tradizione socialista dalla quale, secondo Spirito, lo Scià ha tratto ispirazione per tracciare una “terza via” tra liberismo e comunismo. Per quanto illuminato, Spirito giudica il regime iraniano un dispotismo dittatoriale, errato sul piano teorico e fatalmente destinato a terminare con la scomparsa del suo protagonista.

Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, a cura di Gianni Scipione Rossi. Postfazione di Hervé A. Cavallera, Luni Editrice/Fondazione Ugo Spirito e a Renzo De Felice, Milano-Roma 2019, pp. 192, 22 €.
Il volume è acquistabile anche presso la sede della Fondazione.
Per ordinarlo: info@www.fondazionespirito.it; lunieditrice@lunieditrice.com; www.lunieditrice.com

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Piazza Fontana 1969-2019. La strage che cambiò l’Italia.
Il 27 novembre convegno in Fondazione

La data del 12 dicembre 1969, quando esplode a Milano la filiale della Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana, segna uno spartiacque politico e sociale per l’Italia. Si apre una crisi segnata da un persistente terrorismo diffuso di matrice sia di estrema sinistra sia di estrema destra. A cinquant’anni di distanza la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice organizza un convegno di studi per approfondire il significato di una data che ha cambiato la storia d’Italia, con un aggiornamento sugli studi relativi alla strage e una riflessione sulle conseguenze che essa ha determinato.
L’incontro si terrà nella sala della Fondazione (Piazza delle Muse, 25 – Roma) mercoledì 27 novembre 2019, con inizio alle ore 16.
Il presidente della Fondazione Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma presiederà i lavori. Intervengono il giornalista e saggista Paolo Morando, autore di Prima di Piazza Fontana. La prova generale (Laterza, Roma-Bari 2019), lo storico Gianni Oliva, autore di Anni di piombo e di tritolo. 1969-1980. Il terrorismo nero e il terrorismo rosso da piazza Fontana alla strage di Bologna (Mondadori, Milano 2019), il giornalista e saggista Nicola Rao, consigliere di amministrazione della Fondazione e autore della Trilogia della celtica. La vera storia del neofascismo italiano. La fiamma e la celtica. Il sangue e la celtica. Il piombo e la celtica (Sperling & Kupfer, Milano 2014), lo storico Vladimiro Satta, autore del libro I nemici della Repubblica. Storia degli anni di piombo (Rizzoli, Milano 2016), e Angelo Ventrone, ordinario di Storia contemporanea nell’Università di Macerata, autore di La strategia della paura. Eversione e stragismo nell’Italia del Novecento (Mondadori 2019) e curatore del volume L’Italia delle stragi. Le trame eversive nella ricostruzione dei magistrati protagonisti delle inchieste (1969-1980)(Donzelli, Roma 2019). Modera il vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi.
Il convegno, aperto al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole superiori, è realizzato con il contributo della Regione Lazio, Area Servizi Culturali, Promozione della Lettura e Osservatorio della Cultura, L.R. n. 42/1997, artt. 13-16.

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Fondazione a porte aperte.
Visite guidate all’Archivio e alla Biblioteca

La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice ha aderito all’iniziativa promossa dalla Regione Lazio al fine di incentivare la divulgazione e la conoscenza dei patrimoni culturali degli Istituti a una fascia di pubblico ampia e diversificata. L’iniziativa prevede alcune aperture straordinarie che si svolgeranno in orari diversi da quelli consueti. Queste le date: venerdì 11 ottobre 2019, dalle 15.30 alle 18.30 (visita guidata alle 16.30), sabato 9 novembre 2019, dalle 16.00 alle 19.00, e giovedì 5 dicembre 2019, dalle 18.00 alle 21.00.
Nell’ambito delle aperture straordinarie saranno effettuate visite guidate al ricco patrimonio archivistico e bibliografico conservato dalla Fondazione. Le visite saranno curate dalla responsabile dell’Archivio e della Biblioteca, dott.ssa Alessandra Cavaterra.

L’importante iniziativa si inserisce in un programma molto ampio per il sostegno e la salvaguardia degli Istituti Culturali di Roma e del Lazio, che ha previsto, fino a dicembre 2019, visite organizzate anche in altre istituzioni culturali quali, ad esempio, la Comunità Ebraica di Roma, l’Istituto Romano per la Storia d’Italia dal Fascismo alla Resistenza, l’Istituto per la storia dell’Azione cattolica e del movimento cattolico in Italia “Paolo VI”, la Fondazione Adriano Olivetti, la Fondazione Gramsci e la Fondazione Lelio e Lisli Basso.

Realizzato con il contributo della Regione Lazio, Area Servizi Culturali, Promozione della Lettura e Osservatorio della Cultura, legge regionale 42/1997, artt. 13-16

Tutte le informazioni e il programma dettagliato sono disponibili su:
http://www.regione.lazio.it/rl_cultura/?vw=newsDettaglio&id=529 .

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Presentazione del volume “Il filoarabismo nero”

Mercoledì 20 novembre 2019 alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (piazza delle Muse 25, Roma) si terrà la presentazione del volume di Elisa D’Annibale, Veronica De Sanctis e Beatrice Donati, Il filoarabismo nero. Note su neofascismo italiano e mondo arabo (1945-1973) (Edizioni Nuova Cultura, Roma 2019). Con le autrici ne parlano Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, Nicola Rao, consigliere di amministrazione della Fondazione e vicedirettore della Testata Giornalistica Regionale della Rai e Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo.

Il libro
Rilevata la scarsità di ricerche dedicate al nodo critico dei rapporti tra neofascismo italiano e mondo arabo nel secondo dopoguerra, i saggi qui raccolti offrono un primo sguardo d’insieme sia sulle posizioni espresse dal Movimento sociale italiano che su alcune delle istanze avanzate nella galassia del dissidentismo missino e delle riviste d’area. Prendendo le mosse dall’evoluzione della politica estera del Msi – dalla fondazione del partito fino ai primi anni Settanta –, ponendone in rilievo il graduale slittamento su posizioni filoisraeliane, si è in seguito proposta una disamina delle tesi filoarabe sostenute dalla corrente spiritualista, animata dalle teorie di Julius Evola. Inizialmente interna al Msi, se ne è ricostruita l’evoluzione fino alla nascita del Centro Studi Ordine Nuovo e alla conseguente fuoriuscita dal Partito. Volgendo lo sguardo alla pubblicistica neofascista, l’indagine approda infine sulle colonne delle riviste «L’Orologio» (1963-1973), espressione della sinistra nazionale, e «Corrispondenza repubblicana» (1966-1969), organo della Federazione nazionale degli ex combattenti della Rsi, analizzandone in maniera minuta gli articoli inerenti al mondo arabo.

Le autrici

Elisa D’Annibale ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Europa presso l’Università di Roma “Sapienza”. È autrice di saggi sulla diffusione del pensiero di Ernst Jünger in Italia e sulla politica culturale del fascismo e del nazionalsocialismo in relazione ad alcuni istituti di cultura.

Veronica De Sanctis ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Europa presso l’Università di Roma “Sapienza”. Si occupa di Grande Guerra e degli aspetti propagandistici, militari e culturali ad essa legati, sui quali ha pubblicato diversi articoli e contributi.

Beatrice Donati ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’Europa presso l’Università di Roma “Sapienza”. I suoi interessi vertono principalmente sulla Rivoluzione francese e sul Triennio repubblicano italiano (1796-1799).

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Todi, Giorno del Ricordo 2019:
le borse di studio assegnate a due liceali

Sono Simone Zampa e Assmaa Hamdoune i vincitori delle borse di studio messe in palio dal Comune di Todi, nel quadro dell’iniziativa di studio sul significato storico del “Giorno del ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata” organizzata in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
L’iniziativa è culminata il 9 febbraio 2019, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali della città umbra, in un convegno dedicato agli studenti delle scuole superiori. Sono intervenuti Michele Pigliucci, docente di Geografia economica e politica nell’Università di Sassari e direttore della Fondazione, Raffaella Rinaldi, coordinatore “Comitato 10 Febbraio” Umbria, Toni Concina, che ha portato la sua testimonianza di esule da Zara. L’attore Giuseppe Abramo ha curato alcune “letture dall’esodo”.
Hanno introdotto il sindaco di Todi Antonino Ruggiano e l’assessore alla Cultura Claudio Ranchicchio. Ha coordinato Gianni Scipione Rossi, giornalista e storico, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo.
Nell’occasione è stato emesso un bando per due borse di studio. Tra gli elaborati pervenuti, prescelti dall’Assessorato alla Cultura, d’intesa con il dirigente scolastico, la presidenza del Consiglio comunale e la Fondazione, quello di Simone Zampa, nato ad Assisi nel 2000 e residente a Todi, allievo del Liceo Classico Jacopone da Todi, ha vinto il premio da 500€ per un saggio breve sulla vicenda storica e sulla complessità della sua memoria nei decenni successivi. «Lavoro sintetico e preciso – recita la motivazione – affronta la tematica anche facendo emergere la propria opinione che si presenta però equilibrata e non priva di meritevole approfondimento personale. Emerge un amor di Patria consapevole e forte senza essere retorico».
Il secondo premio, di 250€, è stato vinto dalla studentessa del Liceo Linguistico Assmaa Hamdoune, nata a Marsciano nel 2000 e residente a Todi, che ha proposto una rilettura poetica del dramma delle foibe. «Poesia di tre strofe e di otto righe a versi sciolti – si legge nella motivazione – con una partecipazione umana molto vicina a chi ha sofferto di una morte atroce. Emerge una buona cultura letteraria, testimone di letture acquisite: “eterno silenzio”, “la nostra torre”, a certificare i buoni studi che la giovane sta terminando». Sia Simone sia Assmaa hanno nel frattempo superato l’esame di Stato.

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È disponibile il secondo fascicolo semestrale degli “Annali” della Fondazione (Anno I, n. 2/2019 XXXI, nuova serie).

Il fascicolo, ricco di contributi originali, si aprirà con una sezione di “Inediti e studi” dedicata, in occasione degli anniversari, a Ugo Spirito e Renzo De Felice. I contributi di presentazione e approfondimento sono di Giuseppe Parlato, Nota introduttiva a Validità della biografia nella ricerca storica, di Renzo De Felice; Rodolfo Sideri, Filosofia, politica, religione: le ultime lettere a Ugo Spirito (1976-1979); Danilo Breschi, con il saggio Morte della filosofia e sfondamento ontologico. Ugo Spirito in dialogo con Guido Calogero, presenta Guido Calogero e la filosofia del dialogo, di Ugo Spirito.

La seconda sezione conterrà gli Atti del Convegno di studi “La svolta del 1919”, tenutosi nella sede della Fondazione il 13 giugno 2019. Gli autori dei contributi sono: Giuseppe Parlato, Da San Sepolcro a Fiume; Giovanni Dessì, La nascita e il significato del Partito Popolare Italiano; Simonetta Bartolini, Il diciannovismo degli intellettuali; Silvio Berardi, Nitti e la proporzionale, con uno sguardo all’Europa; Andrea Ungari, Il ’19 del Re.

La sezione “Saggi” presenterà in questo secondo fascicolo una serie eterogenea di studi. Questi i titoli presenti: Il Partito repubblicano italiano e la caduta del Muro di Berlino, di Silvio Berardi; Antagonismo alla modernità in Europa sud-orientale: il nazionalismo romeno, di Stefano Santoro; Sozialreform e Berufständische Ordnung nell’opera di Johannes Messner, di Giovanni Franchi; L’evoluzione storica del sistema parlamentare austriaco, di Ulrike Haider-Quercia; Obiettivi e organizzazione della propaganda fascista nelle università inglesi, di Tamara Colacicco; Il fascismo e la mancata rivoluzione antiborghese, di Cristian Leone.
Protagonista della quarta sezione, curata da Gianni Scipione Rossi, sarà invece Attilio Tamaro e, in particolare, il suo rapporto con l’impresa di Fiume. Oltre al contributo introduttivo di Rossi, Giornalista e agitatore: la Dalmazia e il sogno infranto di Attilio Tamaro, la sezione conterrà, dall’Archivio della Fondazione, alcune pagine inedite di Tamaro: Trieste, Fiume, Zara: pagine inedite 1920-1921.
Nella sezione “Note sul Novecento”, Danilo Breschi pubblicherà Tieni a mente Tienanmen e Nicola Rao, La madre di tutte le stragi. Piazza Fontana cinquant’anni dopo.

Completeranno il fascicolo le recensioni, le segnalazioni librarie, la sezione “Dall’Archivio”, con Il Fondo Luigi Romersapresentato da Alessandra Cavaterra, e le notizie sull’attività della Fondazione.

Per leggere gli Annali è possibile acquistare il singolo articolo, il singolo volume o l’abbonamento annuale, a queste condizioni:
– Singolo articolo (versione pdf): 5,00 €
– Singolo volume (versione digitale): 10,00 €
– Singolo volume (versione cartacea): 20,00 €
– Abbonamento annuale (versione digitale): 20,00 €
– Abbonamento annuale (versione cartacea): 35,00 €
In caso di acquisto del volume cartaceo, l’invio avverrà all’indirizzo segnalato senza costi aggiuntivi.
È possibile pagare utilizzando Paypal, disponibile sul sito nella sezione Pubblicazioni, o attraverso bonifico bancario. Tutte le informazioni sono reperibili a questa pagina: http://www.fondazionespirito.it/annali-della-fondazione/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ricordo di Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa

Mercoledì 30 ottobre 2019, dalle ore 17, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (piazza delle Muse 25, Roma) si è tenuto l’incontro Un intellettuale del Novecento italiano: Gianni Baget Bozzo. Ricordi e testimonianze, in memoria di don Gianni Baget Bozzo nel decennale della scomparsa.

Il moderatore, prof. Danilo Breschi, ha aperto l’incontro introducendo il programma dei lavori.

L’introduzione, affidata allo storico Giovanni Tassani, è servita come inquadramento generale della figura, visti soprattutto i trascorsi e il rapporto di particolare amicizia con don Gianni Baget Bozzo. Tassani si è soffermato soprattutto sul rapporto di Baget Bozzo con l’universo giovanile, sempre tenuto in grande considerazione senza barriere di natura ideologica: era l’indagine profonda sulla natura degli ideali e non l’ideologia a interessarlo. Tassani ha inoltre sottolineato – il tema è presente in tutte le relazioni – il rapporto di Baget Bozzo con il cattolicesimo politico e con la DC, ponendo in evidenza le sue precoci, grandi delusioni: la fine del dossettismo e il fallimento della – non giudicata tale – “legge truffa” del ’53 (quindi di De Gasperi).

L’intervento del giornalista e saggista Nicola Guiso, partendo da un taglio personale, legato alle comuni esperienze interne alla DC, ha posto in evidenza due aspetti interessanti di don Gianni Baget Bozzo: l’attiva presenza nel dibattito delle riviste di cui si fece promotore e animatore e la poliedricità dei suoi interessi. Spaziava con grande lucidità, sin dall’età giovanile, dalla politica interna alla politica internazionale. Guiso ha inoltre sottolineato la ricchezza culturale di Baget Bozzo e la vivacità a quest’ultima strettamente correlata. In chiusura, ne ha ricordato la vena riflessiva, un’intimità profonda, esternata anche attraverso sonetti e poesie.

Il vaticanista Luigi Accattoli ha scelto invece per il suo intervento un taglio inedito. Muovendo dai primi anni de «la Repubblica» (1976) – un rapporto di collaborazione con Baget Bozzo durato poi vent’anni, fino al 1995 – e dai ricordi personali, Accattoli ha enfatizzato l’anticonformismo dell’intellettuale, riflettendo sui testi sulla omosessualità. Il tema è delicato per un uomo di Chiesa, ma Baget Bozzo, senza retoriche o perifrasi, ha sempre sostenuto le sue posizioni, ragionando su alcuni punti cardine: la necessità di una teologia del sesso e della omosessualità, di una rinnovata riflessione sul rapporto Chiesa-morale-omosessualità, del riconoscimento civile dell’unione omosessuale, ma non del matrimonio. Riflessioni ancora attuali, acute e stimolanti, derivate da convinzioni rimaste costanti per tutto l’arco della sua vita.

Paolo Sardos Albertini, presidente della Lega Nazionale, è tornato sul Baget Bozzo politico. Albertini ha descritto il suo incontro con l’attivismo di Baget Bozzo e con il mondo di «Ordine civile», rivista su cui saldò i suoi riferimenti culturali: l’intellettuale savonese, appunto, e Augusto Del Noce. Nell’individuare la matrice cristiana, e non democristiana, del pensiero di Gianni Baget Bozzo (due elementi che nella critica mossa da Tassani invece coesistono), Albertini ha ampliato la sua riflessione toccando un punto di grande interesse: il rapporto tra l’elettorato cattolico e l’“obbligo” di votare DC. «Liberare il voto dei cattolici», questa fu per Albertini la missione politica di Baget Bozzo, iniziata con la critica alla DC e l’adesione all’indirizzo craxiano (PSI) e realizzata nel ’94, con l’adesione al progetto liberal-popolare e di rottura sistemica di Silvio Berlusconi.

Anche il prof. Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione, si è occupato del Baget Bozzo politico, con particolare attenzione ai rapporti con Luigi Gedda, al Partito cristiano al potere – opera di centrale importanza –, e alle vicende del 1958-1959. Il sostegno di Baget Bozzo a Gedda si rese esplicito, nella ricostruzione di Parlato, nel momento in cui per fronteggiare le prospettive di un’apertura a sinistra prese forma l’idea di un secondo partito cattolico. Ma non era solo l’anticomunismo a guidare Baget Bozzo, vi era alla base di questo obiettivo anche il ruolo di Fanfani e una lotta a viso aperto contro laicismo e falso spiritualismo. Tutti temi riscontrabili tra le pagine di «Ordine civile». Nel progetto di Gedda subentrò però la voce importante del Cardinale Siri che bloccò la prospettiva del “secondo partito” richiamando la necessità di sostenere la DC dall’interno, riportandola alle origini. In questa chiave, il rafforzamento dei Comitati Civici doveva avere un ruolo determinante.

Dopo gli interventi previsti dal programma, altri ricordi ed esperienze hanno arricchito l’incontro. Gli interventi di Gianluca Marmorato, Valentina Meliadò, Pietro Giubilo, Domenico “Mimmo” De Sossi e Luciano Lanna hanno fornito infatti ulteriori elementi di riflessione, spunti di interesse per un progetto di analisi più ampio sulla figura e l’opera di don Gianni Baget Bozzo.

La registrazione integrale dell’evento è disponibile al seguente link: https://www.radioradicale.it/scheda/588543/gianni-baget-bozzo-un-intellettuale-del-novecento-italiano-ricordi-e-testimonianze-nel

Renzo De Felice: validità della biografia nella ricerca storica

Nota introduttiva di Giuseppe Parlato

//Dal gennaio al giugno 1982 si svolse alla Sapienza di Roma un seminario dal titolo “Teorie, tecniche e problemi della ricerca storica”, organizzato da un gruppo di studenti della Facoltà di Scienze Politiche. Vi parteciparono docenti di materie storiche provenienti da diverse Facoltà universitarie. Alcuni, successivamente, lasciarono dei contributi scritti, altri furono intervistati in merito al loro lavoro di storici, alle metodologie della ricerca, alle tecniche prese in considerazione e ai problemi incontrati durante il lavoro.
Gli studenti erano Marco De Nicolò, che poi ha proseguito il percorso di ricerca diventando a sua volta docente e che ringraziamo per averci permesso di pubblicare il testo defeliciano, Maria Letizia D’Autilia, anch’essa tuttora impegnata nell’ambito della ricerca storica, Modesto Panaro, Emmanuele Carboni e Roberto Andreini.
Furono coinvolti, tra i docenti, Alberto Monticone, ordinario di Storia moderna, Carlo Mongardini, ordinario di Scienza Politica, Pietro Pastorelli, ordinario di Storia delle relazioni internazionali, Antonio Parisella e Luigi Goglia, allora ricercatori di Storia contemporanea, e Ginevra Conti Odorisio, allora ricercatrice di Storia delle dottrine politiche, che diedero al volume che poi si pubblicò, un contributo scritto.
Furono poi anche intervistati altri ordinari: Gabriele De Rosa e Renzo De Felice, di Storia contemporanea, Mario Caravale, di Storia del diritto, Alberto Caracciolo, di Storia moderna, e Paolo Spriano, di Storia dei partiti politici, questi ultimi due della Facoltà di Lettere.
Ne venne fuori un volumetto agile ma molto intenso e interessante, avendo quegli studenti colto il significato più profondo delle caratteristiche della ricerca storica.
A De Felice gli studenti chiesero di parlare del genere biografico nella storia contemporanea italiana.

[…]

L’intervista a Renzo De Felice

D. Credo che si potrebbe iniziare questo incontro con una domanda.
In questo periodo le biografie imperversano; se però mettiamo un attimo da parte quest’ultima fase (anche se sarebbe interessante conoscere i motivi di tale rinascita del genere biografico), ci si può chiedere perché la storiografia italiana, soprattutto dopo il secondo dopoguerra, abbia avuto così pochi casi di opere storiche con impianto biografico; mentre la biografia non solo è un genere classico della storiografia anglosassone, ma anche un genere estremamente diffuso in altri Paesi come Francia e Germania, e con opere di altissimo livello.

R. Potrei rispondere dicendo che questo è avvenuto a causa del sommmarsi di due caratteri della storiografia italiana di questo dopoguerra. Da un lato abbiamo una tradizione di storia etico-politica che molto spesso, anche quando è storia politica, ha finito per privilegiare aspetti di storia della nascita, diffusione, trasformazione delle idee politiche, del loro rapporto con la coscienza dei popoli. Da un altro lato invece l’altra influenza, in gran parte tipica del periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, è l’influenza della storiografia marxista, e quindi l’accento portato sulle strutture, sulla vita sociale, e tutto il mondo di indagine tipico della storiografia marxista. Non è un caso infatti che esista un altro paese dove le biografie hanno avuto scarsa fortuna: l’Unione Sovietica. Questi i due motivi a mio parere determinanti lo scarso interesse italiano del dopoguerra per le biografie.

[…]

I testi integrali in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a.1, n. 2, 2019, nuova serie, a. XXXI, pp. 11-19.

 

 

 

Renzo De Felice e Augusto Del Noce: le nuove prospettive sulla interpretazione del fascismo

Nel quadro delle iniziative di studio e ricerca avviate dalla Fondazione per il quarantennale della morte di Ugo Spirito e il novantennale della nascita di Renzo De Felice, mercoledì 30 ottobre 2019, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuto il seminario interno dal titolo “Renzo De Felice e Augusto Del Noce. Le nuove prospettive sulla interpretazione del fascismo”.

Ne hanno discusso: Danilo Breschi, consigliere di amministrazione della Fondazione e professore associato di Storia delle dottrine politiche nella Unint di Roma, Giovanni Dessì, professore associato di Storia del pensiero politico contemporaneo all’Uni­versità Tor Vergata di Roma, Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione e professore ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, Paolo Sardos Albertini, avvocato e presidente della Lega Nazionale, Rodolfo Sideri, direttore dei Corsi di formazione della Fondazione e professore di storia e filosofia nei Licei, e Giovanni Tassani, storico.

Lo storico reatino e il filosofo di scuola torinese, partendo da esperienze e sensibilità diverse hanno fornito due delle più significative interpretazioni del fascismo avutesi nel corso del secondo Novecento.

Divisi nel metodo di indagine, ma uniti nel rigore analitico, De Felice e Del Noce hanno consegnato agli studiosi a loro successivi una chiave di valutazione densa di suggestioni e di originali spunti di ricerca. I relatori del seminario si sono confrontati, in base ai rispettivi settori di competenza, sulle nuove prospettive di interpretazione del fascismo, interrogandosi su un’analisi coltivata nel tempo e ancora foriera di un fruttuoso confronto scientifico e, più in generale, culturale.

L’unica via è il pensiero, omaggio a Vincenzo Pirro

Nel decennale della prematura scomparsa, estimatori e amici hanno deciso di rendere omaggio a Vincenzo Pirro (1938-2009), con un volume collettaneo che, seguendo diverse tracce, ripercorre gli interessi del grande studioso che ha onorato la cultura italiana operando a Terni, sua città d’adozione.

Il volume – L’unica via è il pensiero – esce con la cura del professor Hervé A. Cavallera e grazie alla dedizione dell’architetto Danilo Sergio Pirro, che guida la delegazione umbra dell’Associazione Amici della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ha curato la postfazione. 

Cavallera, membro della Commissione scientifica della Fondazione e del Comitato scientifico dei suoi “Annali”, nell’introdurre il volume, sottolinea come gli sia <sempre rimasta nei […] ricordi la sua osservazione che se lo storico ha una formazione speculativa l’indagine non può che volgersi al meglio, e Vincenzo Pirro è stato filosofo e storico, segnalandosi altresì come instancabile organizzatore di convegni. In fondo, è sempre stato fedele, sotto tale profilo, al taglio storico/teoretico che egli ha ricevuto dalla scuola neoidealistica entro cui il suo pensiero si inserisce anche mediante i rapporti personali con Ugo Spirito, Luigi Volpicelli, Salvatore Valitutti>.

L’omaggio di Terni a Vincenzo Pirro

<Come filosofo e storico della filosofia – chiarisce Cavallera – la ricerca di Vincenzo Pirro si è svolta particolarmente all’interno del pensiero neoidealista ed egli ha saputo lasciare contributi che contano nella letteratura critica pertinente. Come cultore di storia patria i suoi interessi di studioso si sono estesi dal Risorgimento alla storia contemporanea, indagando temi poco trattati e talvolta omessi, sempre in nome di una chiarificazione che servisse alla conoscenza della verità>?

<Il testo, infatti, – si legge nella prefazione – è diviso in due sezioni, una di filosofia e l’altra di storia, rispecchiando le materie che Vincenzo Pirro ha prediletto. La sezione filosofica comprende contributi su filosofi (Gentile, Spirito, Calogero) a cui Pirro è stato legato. La sezione storica, assai articolata, oltre a studi di analisi politica (collegio elettorale di Terni, missione militare in Germania) affronta luoghi e monumenti di grande interesse (Villa Palma, il monastero delle Clarisse di Montecastrilli, la fontana di Piazza Tacito e così via), facendo anche emergere personaggi di un passato lontano (Antonello di Stroncone, Bonifacio VIII, i Nicoletti e tant’altro). Infine, sì che la Persona onorata non sia estranea nel libro che gli è dedicato, un inedito di Vincenzo Pirro>.

Il volume presenta contributi di: Sara Durantini, Tiziano Sensi, Rodolfo Sideri, Roberto Stopponi, Marco Angelosanti, Massimo Bartolini, Sergio Bini, Marco Corradi, Francesco Canali, Stefano Fabei, Valentina Leonelli, Corrado Mazzoli, Vincenzo G. Pacifici, Erika Persichetti, Roberto Rago, Cristina Ranucci, Marco Squadroni, Matteo Rossi, Francesco Pezzuto.

Il volume sarà presentato nelle prossime settimane a Terni.

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L’unica via è il pensiero. Scritti in memoria di Vincenzo Pirro

a cura di Hervé A. Cavallera

https://www.intermediaedizioni.it/

Orvieto 2019, pp. 632.

Il Partito Repubblicano Italiano e la caduta del muro di Berlino

di Silvio Berardi

//Nel corso del XXXVII Congresso del Partito repubblicano italiano, tenutosi a Rimini nel maggio del 1989, a poco meno di sei mesi dalla caduta del muro di Berlino, i temi di discussione che prevalsero riguardarono soprattutto le problematiche interne al paese, anche se le principali questioni di politica internazionale non vennero, in ogni caso, trascurate. Il segretario del Partito, Giorgio La Malfa, pur sostenendo il governo De Mita, auspicava, ad esempio, la formazione di un “quarto polo” politico: una federazione laica atta ad unire repubblicani, liberali e radicali a differenza di quanto accaduto «in molti altri paesi europei, nel […] dopoguerra», nei quali non si era ancora «sviluppata una forza espressione compiuta delle idee e delle posizioni democratiche in campo politico, istituzionale e economico».
Il Pri sembrava consapevole della graduale quanto inevitabile involuzione del blocco sovietico, anche se non aveva previsto una così rapida modificazione del contesto geopolitico dell’Europa orientale.

Il testo integrale del saggio in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. I, n. 2, 2019, nuova serie, a. XXXI, pp. 209-223.

 

 

Giovanni Gentile al Centro per la Filosofia Italiana

Si è tenuta il 25 ottobre 2018, presso il Centro per la filosofia italiana, in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, la presentazione degli Atti del Convegno “Gentile oggi”, pubblicati a cura ndi Rodolfo Sideri, negli “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a. XXXI, 2019.1, nuova serie. Al Tinello Borghese di Monte Compatri (Roma), con il curatore Sideri, direttore dei Corsi di formazione della Fondazione, sono intervenuti la prof.ssa Teresa Serra (Presidente onorario del Centro per la filosofia italiana), il prof. Luigi Punzo, il prof. Paolo Armellini (foto) e gli autori dei saggi. L’incontro, alla presenza di un pubblico di studiosi e non, è stato coordinato dalla vicepresidente del Centro per la filosofia italiana, prof.ssa Tina Paladini (foto), mentre la relazione principale è stata svolta dal prof. Paolo Armellini, ricercatore di Storia delle dottrine politiche alla Sapienza di Roma, il quale ha sottolineato la necessità di ripensare Gentile come lievito della speculazione del Novecento, italiana ed europea. I successivi interventi hanno rimarcato la necessità di un recupero della filosofia italiana come parte di un patrimonio culturale da non disperdere. In conclusione, il presidente del Centro, prof. Aldo Meccariello, ha confermato la volontà di continuare il lavoro di scavo della filosofia italiana in sinergia con la Fondazione.

 

“Facciamo storia, non moralismo”: pubblicato il terzo volume degli scritti giornalistici di Renzo De Felice

Questo terzo volume – un unico tomo di 352 pagine – raccoglie  scritti e interviste che coprono un periodo storico molto intenso sia sul piano internazionale sia sul piano interno, che va dall’apertura del muro di Berlino – 9 novembre 1989 – al crollo della “prima repubblica” e alla contrastata nascita della “seconda”, passando nel 1992 per la firma trattato di Maastricht e la creazione dell’Unione Europea. In questo periodo De Felice ha presieduto la Commissione scientifica della Fondazione e ne è stato negli ultimi anni presidente.

Dagli scritti emerge un De Felice che conferma il suo forte impegno civile,la sua critica alla storiografia italiana e la preoccupazione per la inadeguatezza della classe politica.

Il volume, con una prefazione di Gianni Scipione Rossi,  si apre con un intervento nel quarantesimo anniversario delle leggi razziali e si chiude con un testo di commento al volume Il passato di un’illusione di François Furet. <Giudicando il secolo – nota De Felice – non possiamo non dirci furettiani>

La pubblicazione avviane nel quadro delle iniziative che la Fondazione ha intrapreso nel quarantesimo anniversario della morte di Ugo Spirito e nel novantesimo della nascita di Renzo De Felice – con il sostegno della Legge di Bilancio 2019, ex art. 1, comma 416 – con l’obiettivo di promuovere studi e ricerche sull’opera dei due grandi intellettuali del Novecento ai quali la Fondazione stessa si intitola. 

Renzo De Felice, Scritti Giornalistici. <Facciamo storia, non moralismo> 1989-1996, a cura di Giuseppe Parlato e Giuliana Podda, prefazione di Gianni Scipione Rossi, Luni Editrice, Milano 2019, pp. 352, € 25,00.

Il libro può essere prenotato presso la Fondazione e l’editrice Luni:

info@www.fondazionespirito.it

www.lunieditrice@lunieditrice.com

Rassegna stampa

Ma De Felice oggi sarebbe censurato

Leggi anche:

http://www.fondazionespirito.it/insegnare-la-complessita-il-7-novembre-a-rieti-convegno-sul-magistero-di-renzo-de-felice/

 

Giornalista e agitatore: la Dalmazia e il sogno infranto di Attilio Tamaro

Lettera di Tamaro all’ammiraglio Millo

di Gianni Scipione Rossi

//Nel numero del 30 novembre 1920, Attilio Tamaro pubblica sulla rivista nazionalista “Politica” questa amara riflessione: «Perché l’organo del Fascismo, dopo aver agitato per due anni con la massima violenza la questione dalmatica, si piegò su se stesso, s’ammosciò, rinnegò la sua tesi, predicò la rassegnazione, abbandonò d’Annunzio, mentre ancora alla vigilia della firma del trattato aveva affermato che senza l’approvazione del Comandante il trattato non poteva avere alcun valore».
L’organo del Fascismo è naturalmente “Il Popolo d’Italia” diretto da Benito Mussolini. Il «trattato» è quello firmato – dopo un difficile negoziato – dal Regno d’Italia e dal Regno dei Serbi, dei Croati e degli Sloveni il 12 novembre del 1920 a Villa Spinola di San Michele di Pagana, vicino a Rapallo. Il trattato assegnò all’Italia Trieste, Gorizia, Gradisca, l’Istria, Postumia, Bisterza, Idria, Vipacco, Zara, le isole di Cherso, Lussino, Pelagosa, e Lagosta. Contestualmente fu decisa la creazione dello Stato Libero di Fiume, che prese vita nel gennaio del 1921.
Sia dalle colonne di “L’Idea Nazionale”, sia da quelle di “Politica”, Attilio Tamaro criticò duramente l’andamento delle trattative, denunciando il carattere rinunciatario del presidente del Consiglio Giovanni Giolitti e del ministro degli Esteri Carlo Sforza.

[…]

Attilio Tamaro
(Fototeca Civici Musei di Storia e Arte Trieste)

Trieste, Fiume, Zara: pagine inedite 1920-21
di Attilio Tamaro

Roma, 6 agosto 1920
I tre “vedovi di paglia”. Monicelli, Coppola, e io siamo stati all’Adriano. Era con noi anche l’editore Quattrini. Finita la rappresentazione, con Coppola sono ritornato a casa a piedi: vi siamo giunti che era più vicina la mattina che la sera, conversando con passione di politica e di storia. Coppola ha sempre una visione profonda e originale dei problemi politici. È un maestro. Abbiamo comune l’angoscia di vedere la politica estera in mano di pavidi, d’ignoranti o di un uomo quasi turpe come Sforza, sottomessa interamente alla politica interna. Abbiamo parlato molto della Russia e della Polonia. Più ancora dell’Albania, dove ieri, a Tirana, l’Italia di Vittorio Veneto si è resa a discrezione ai banditi albanesi.

[…]

Il saggio introduttivo e gli inediti di Attilio Tamaro in “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, a.I, n. 2, 2019, a. XXXI, pp. 347-371.

 

Rileggere l’Italia unita: incontro con Domenico Fisichella

Mercoledì 23 ottobre 2019, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuto l’interessante incontro con il prof. Domenico Fisichella, in occasione della pubblicazione di tre libri, editi da Pagine di Roma, Il Risorgimento. Tra virtù e fortuna – La formazione dell’Italia unita e l’Europa (2018), Dal Risorgimento al Fascismo. 1861-1922 (2019), Dittatura e monarchia. L’Italia tra le due guerre (2019).

L’introduzione, affidata al presidente della Fondazione prof. Giuseppe Parlato, è servita da introduzione al percorso di analisi compiuto nei tre volumi da Fisichella. Partendo dall’attenzione riservata al momento fondativo dello Stato italiano (1861) e passando per la rivalutazione dell’operato della Destra Storica, Parlato ha posto in evidenza come nel “filo azzurro” seguito nelle tre opere (dal Risorgimento al fascismo) sia presente e centrale, dall’origine, il problema non solo dell’Unità – letta in chiave europea –, ma anche della nazione italiana. In chiusura dell’intervento, il professore ha ricordato il ruolo del Fisichella politico nella storia della destra italiana.

L’intervento di Nicola Benedizione, consigliere della Fondazione, è stato di natura personale, memore di molte esperienze, culturali e umane, vissute negli anni di Fisichella da ministro e senatore.

Il prof. Fisichella, riprendendo le sollecitazioni derivanti dagli altri interventi, ha rinnovato i ringraziamenti alla Fondazione e ha presentato i suoi volumi con un approccio tematico di ampio respiro. L’oggetto della prima parte della relazione è stato il rapporto, discusso e problematizzato, tra storia e metodo scientifico, un incontro che intreccia la capacità di studio e di ricerca con la qualità della selezione e della comparazione, elemento quest’ultimo tenuto in particolare risalto dal professore.
La seconda parte del discorso ha preso le mosse dalle teorie sulla sovranità e dal trinomio popolo-nazione-Stato, importanti chiavi di lettura relative ai libri presentati. Dalla riflessione sulle rivoluzioni, su quelle mancate in Italia e sulla correlata storia delle costituzioni octroyée, tra cui lo Statuto albertino, Fisichella ha individuato tramite esempi i sei passi – compiuti, seppure non in maniera ordinata, da tutti i paesi europei – atti a costruire la modernità: legittimità, partecipazione, secolarizzazione, industrializzazione, urbanizzazione e distribuzione del reddito.

Fisichella ha riservato, per l’ultima parte dell’intervento, l’interessante riflessione sull’interclas­sismo insito nel corporativismo fascista e sul binomio tecnocrazia-positivismo sociale, risultato di uno dei molteplici compromessi storici.

La presentazione si è conclusa con le domande e le osservazioni dell’uditorio presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tante tematiche trattate.