Presentato in Fondazione il volume di Mariella Zoppi e Carlo Carbone sulla legge urbanistica del ’42

Il 12 febbraio 2020, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuta l’interessante presentazione del volume di Mariella Zoppi e Carlo Carbone, La lunga vita della legge urbanistica del ’42, postfazione di Andrea Torricelli (Didapress 2018).

L’introduzione sul volume e sul lavoro svolto dall’autrice è stata affidata a Giuseppe Parlato che ha evidenziato come il titolo la “lunga vita” contenga già un’interpretazione, oltre ad aver ricordato il ruolo di Bottai, il complesso tema della continuità dello Stato (la nota tesi di Pavone) e l’impegno delle Regioni nella storia dell’urbanistica, declinata anche come storia politica e sociale dell’Italia.

L’intervento di Danilo Breschi ha invece sollevato una serie di significativi interrogativi, scaturiti sia dalla lettura del testo, sia dal retroterra personale di ricerca. Breschi, guardando nel complesso della storia dell’urbanistica, ha parlato del rapporto tra le città e i processi di modernizzazione, un lungo percorso che investe moltissime tematiche collaterali: la tutela del paesaggio, l’ambiente e il “governo del territorio”, quindi la dimensione socio-politica. Il tentativo di costruire tramite l’urbanistica una storia repubblicana deve dunque porsi in una prospettiva trasversale e prendere in considerazione conflittualità, punti di rottura, contraddizioni ed elementi di sviluppo su larga scala sia cronologica, sia territoriale.

Nel rispondere a queste sollecitazioni, l’autrice – Mariella Zoppi – ha rivisitato le tappe del percorso di ricerca e analizzato i maggiori temi presenti nel libro. Il punto fondamentale riguardante la legge del ’42 risiede nella peculiarità di aver posto il problema della necessità di un raccordo tra le politiche nazionali e i territori, tentativo programmatico rimasto in gran parte unico poiché sostanzialmente disatteso nella frammentaria legislazione del dopoguerra. L’autrice, con parole molto dirette, ha descritto la riforma urbanistica come “riforma impossibile”, soprattutto dopo la rinuncia alla programmazione, il punto più debole delle politiche regionali sull’urbanistica: si veda il caso ligure, discusso già dall’inizio degli anni Sessanta. In chiusura, è stata individuata nella legge dell’Emilia-Romagna del 2017 la “fine dell’epoca del sogno” e un contatto con la realtà che, si crede, possa influenzare positivamente i futuri sviluppi nazionali.

Tra le tante, si è segnalata la gradita presenza in sala del professor Valdo Spini, presidente dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane (AICI), alla quale aderisce la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

L’incontro si è concluso con il dibattito e le domande del pubblico presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tematiche trattate.

Il Giorno del Ricordo con gli studenti di Todi

In occasione del Giorno del Ricordo 2020, il Comune di Todi, in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e con il Comitato 10 Febbraio, ha organizzato un evento rivolto alla cittadinanza e agli studenti delle scuole superiori, con il titolo “Come vorrei essere un albero…”. L’iniziativa si è tenuta  martedì 11 febbraio, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali, presenti gli studenti delle scuole superiori della città.
Portando i suoi saluti il sindaco Antonino Ruggiano ha sottolineato l’importanza della Memoria e ha fatto positivo riferimento alla dichiarazione diffusa dal presidente della Repubblica Mattarella. ”La persecuzione – ha affermato il capo dello Stato – gli eccidi efferati di massa – culminati, ma non esauriti, nella cupa tragedia delle Foibe – l’esodo forzato degli italiani dell’Istria della Venezia Giulia e della Dalmazia fanno parte a pieno titolo della storia del nostro Paese e dell’Europa.”

“Si trattò di una sciagura nazionale alla quale i contemporanei non attribuirono – per superficialità o per calcolo – il dovuto rilievo. Questa penosa circostanza pesò ancor più sulle spalle dei profughi che conobbero nella loro Madrepatria, accanto a grandi solidarietà, anche comportamenti non isolati di incomprensione, indifferenza e persino di odiosa ostilità.”

“Si deve soprattutto alla lotta strenua degli esuli e dei loro discendenti se oggi, sia pure con lentezza e fatica, il triste capitolo delle Foibe e dell’esodo è uscito dal cono d’ombra ed è entrato a far parte della storia nazionale, accettata e condivisa. Conquistando, doverosamente, la dignità della memoria. Esistono ancora – ha riconosciuto Mattarella – piccole sacche di deprecabile negazionismo militante. Ma oggi il vero avversario da battere, più forte e più insidioso, è quello dell’indifferenza, del disinteresse, della noncuranza, che si nutrono spesso della mancata conoscenza della storia e dei suoi eventi. Questi ci insegnano che l’odio la vendetta, la discriminazione, a qualunque titolo esercitati, germinano solo altro odio e violenza”

Dopo i saluti dell’assessore alla Cultura di Todi  Claudio Ranchicchio, che ha insistito sull’impegno del Comune nel coinvolgimento delle scuole su questi temi, il vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi, ha spiegato il senso del titolo scelto per l’iniziativa, “Come vorrei essere un albero…”. Rivolto agli studenti ha detto: “A voi dice poco. Ed è difficile che ricordiate l’autore. È Sergio Endrigo, un bravissimo cantautore che nel 1969 scrisse una canzone che si intitola “1947” e si conclude con questi due versi: “Come vorrei essere un albero che sa/ Dove nasce e dove morirà”.

Sergio Endrigo nacque a Pola, in Istria, nel 1933, e fu tra gli esuli del 1947.” Anche la bambina ritratta nella foto della locandina, Egea Haffner, è nata a Pola, nel 1941. Oggi vive a Rovereto. Il 6 luglio 1946 fu anche per lei il giorno dell’esodo.

Il ricercatore Lorenzo Salimbeni ha poi esposto il quadro storico di riferimento, spiegando la complessità dei rapporti tra le diverse etnie e culture che hanno per secoli convissuto nell’alto Adriatico, che durante la seconda guerra mondiale sono esplose e hanno determinato la tragedia delle foibe e dell’esodo.

La ofessoressa Maria Ballarin della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli) ha poi illustrato le tappe e le problematiche del forzato abbandono delle loro case da parte dei giuliani, degli istriani e dei dalmati, costretti tra mille difficoltà a ricominciare a vivere nella madre Patria dopo aver perso tutto.  Marco Petrelli, giornalista e responsabile del Comitato 10 Febbraio Umbria, ha affrontato il tema dello scontro armato tra i partigiani jugoslavi di Tito, che puntavano a occupare tutti i territori italiani, compresa Trieste, e i partigiani italiani della brigata Osoppo, una storia spesso dimenticata o sottovalutata.

 

“Un paese in movimento”, presentazione del volume di Simona Colarizi

Mercoledì 26 febbraio 2020, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), sarà presentato il volume Un paese in movimento. L’Italia negli anni Sessanta e Settanta di Simona Colarizi (Laterza, Roma-Bari 2019).
Con l’autrice, ne parleranno: Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, e Danilo Breschi, professore associato di Storia delle dottrine politiche nella Unint di Roma e consigliere di amministrazione della Fondazione.Il libro

Nell’immaginario collettivo i Settanta sono rimasti impressi come gli “anni di piombo”. Ma chi ha vissuto quel decennio ha una memoria viva degli ‘altri’ anni Settanta, quelli della crescita civile del paese, quando una straordinaria mobilitazione di giovani e di donne – operai, studenti, borghesi – ha chiuso i conti col passato e costruito un’Italia democratica e moderna. A loro hanno fatto da sponda le élites politiche riformiste, i sindacati e le tante associazioni che hanno dato vita alla più ricca stagione di riforme dell’intera storia d’Italia: scuola, sanità, pensioni, Statuto dei lavoratori, divorzio, nuovo diritto di famiglia, solo per citarne alcune tra le tante. Il libro racconta questi italiani, di gran lunga maggioritari rispetto a coloro che si perdono nella spirale di violenza. Ben più numerosi sono infatti i giovani che legano la loro esistenza agli ideali di libertà, di diritti e di democrazia. Sono loro a impedire che il paese cada in mano alle forze della reazione o si perda nel caos della rivoluzione. Sono loro a realizzare una vera e propria rivoluzione culturale che ha cambiato l’intera società italiana, dal mondo del lavoro a quello delle imprese, delle scuole, delle università, delle professioni, del pubblico impiego, delle famiglie, della politica e della Chiesa.

L’autrice

Simona Colarizi è emerito di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma. È autrice di numerosi libri, tra cui: L’opinione degli italiani sotto il regime 1929-1943 (1992, 2009), Storia del Novecento italiano (2000), Il Corriere nell’età liberale (con L. Benadusi, 2011), La tela di Penelope. Storia della Seconda Repubblica (con M. Gervasoni, 2012), Novecento d’Europa (2015).

Presentazione del volume di Mariella Zoppi e Carlo Carbone sulla legge urbanistica del ‘42

Mercoledì 12 febbraio 2020, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), sarà presentato il volume La lunga vita della legge urbanistica del ‘42 di Mariella Zoppi e Carlo Carbone, postfazione di Andrea Torricelli (Didapress, Firenze 2018).
Con gli autori, ne parleranno: Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, e Danilo Breschi, professore associato di Storia delle dottrine politiche nella Unint di Roma e consigliere di amministrazione della Fondazione.Il libroQuesto non è un libro di storia e non è un libro di urbanistica. È il tentativo di ricostruire la singolare vicenda della longevità della legge urbanistica del 1942 per capire la logica della sua resilienza, trarre indicazioni per il presente e tentare di impostare ipotesi di lavoro, in un momento in cui l’Italia sembra, con oscillanti e sempre più tenui segnali di ripresa, incapace di dare risposte positive alle aspirazioni dei suoi cittadini.
Ripercorrendo le vicende della legge, gli autori ricompongono la sconcertante ciclicità delle situazioni e delle reazioni oscillanti fra grandi speranze e regressioni, contrassegnate da un’arretratezza sempre presente, che si manifesta in uno sfruttamento permanente del territorio che pur con modalità diverse, resta sempre uguale a sé stesso. In sintesi, c’è sempre qualcuno che ‘paga’: i contadini nel primo dopoguerra, gli operai nella successiva industrializzazione, i lavoratori a domicilio negli anni del boom delle piccole e medie imprese, i giovani costretti ad andare all’estero per realizzare le loro aspirazioni o quanti arrivano (donne e uomini senza rappresentanza) oggi.
L’ultimo rapporto Censis parla di un’Italia dei rancori, incapace di affrontare i grandi temi dai giovani all’ambiente, e di un paese ripetutamente ferito dai crolli di scuole, ponti, abitazioni. Un territorio fuori controllo e una disciplina sotto accusa, ma c’è un quesito che non si può eludere: ha fallito l’urbanistica come disciplina o ha fallito una politica che non ha saputo o voluto orientare quanto sul territorio andava manifestandosi?

Gli autori

Mariella Zoppi è ordinario emerito di Architettura del paesaggio nella Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, di cui è stata preside. Esperta nel campo della pianificazione urbanistica, ha redatto diversi piani regolatori, tra cui quelli di Reggio Emilia e di Perugia. È stata assessore regionale in Toscana, visiting professor a Berkeley CA (Usa) e progettista di alcuni parchi, tra cui quello del bacino remiero di Castelfedels per le Olimpiadi di Barcellona del 1992. È autrice di numerose pubblicazioni sui problemi urbanistici, sulla qualità della vita e dell’ambiente, sul verde urbano, sulla storia del giardino europeo.

Carlo Carbone, architetto, è stato ricercatore e docente nelle Università degli Studi di Firenze e di Parma. Si occupa di Urbanistica e Morfologia urbana oltre che di Analisi e Pianificazione territoriale. È autore di diversi studi su questi temi.

Newsletter Febbraio 2020

“Come vorrei essere un albero…”
La Fondazione a Todi per il Giorno del Ricordo

 

Nel biennio 1943-1945 migliaia di civili italiani furono massacrati dai partigiani jugoslavi e gettati – a volte ancora vivi – nelle doline carsiche chiamate foibe. Anche dopo la fine della guerra i massacri continuarono nelle terre ancora contese: i civili italiani venivano colpiti soltanto in quanto tali, con l’obiettivo di cancellare una presenza storica e in molte zone maggioritaria e condizionare così i negoziati sulla definizione del confine italo-jugoslavo. Con la firma del Trattato di pace del 10 febbraio 1947, Zara e l’Istria furono definitivamente assegnate alla Repubblica di Jugoslavia, ma il territorio intorno a Trieste rimase in uno stato di incertezza destinato a durare ancora anni, durante i quali le violenze continuarono fino all’ottobre del 1954, quando fu definito il confine. Da allora ebbe luogo il doloroso esodo di centinaia di migliaia di italiani che scelsero di rifugiarsi in Italia piuttosto che vivere da stranieri nella propria terra.
Per anni questa storia è stata spesso dimenticata fino a quando, nel 2004, il Parlamento Italiano ha deciso di istituire il “Giorno del Ricordo”, che riconosce la tragedia e impone a ciascuno di dedicare attenzione alla memoria di quelle tragedie, perché da essa non scaturisca rancore ma la consapevolezza necessaria alla costruzione di un percorso di comune appartenenza europea.
In occasione del Giorno del Ricordo 2020, il Comune di Todi, in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e con il Comitato 10 Febbraio, organizza un evento rivolto alla cittadinanza e agli studenti delle scuole superiori, con il titolo “Come vorrei essere un albero…”. L’iniziativa si terrà martedì 11 febbraio, alle ore 10.00, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali.
Portano i saluti il sindaco di Todi Antonino Ruggiano e l’assessore alla Cultura Claudio Ranchicchio. Modera Gianni Scipione Rossi, giornalista e storico, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo. Intervengono Antonio Ballarin, presidente della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli), Marco Petrelli, giornalista e responsabile del Comitato 10 Febbraio, e Lorenzo Salimbeni, ricercatore storico, Comitato 10 Febbraio.

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Presentazione del volume di Mariella Zoppi e Carlo Carbone

Mercoledì 12 febbraio 2020, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), sarà presentato il volume La lunga vita della legge urbanistica del ‘42 di Mariella Zoppi e Carlo Carbone, postfazione di Andrea Torricelli (Didapress, Firenze 2018).
Con gli autori, ne parleranno: Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, e Danilo Breschi, professore associato di Storia delle dottrine politiche nella Unint di Roma e consigliere di amministrazione della Fondazione.Il libroQuesto non è un libro di storia e non è un libro di urbanistica. È il tentativo di ricostruire la singolare vicenda della longevità della legge urbanistica del 1942 per capire la logica della sua resilienza, trarre indicazioni per il presente e tentare di impostare ipotesi di lavoro, in un momento in cui l’Italia sembra, con oscillanti e sempre più tenui segnali di ripresa, incapace di dare risposte positive alle aspirazioni dei suoi cittadini.
Ripercorrendo le vicende della legge, gli autori ricompongono la sconcertante ciclicità delle situazioni e delle reazioni oscillanti fra grandi speranze e regressioni, contrassegnate da un’arretratezza sempre presente, che si manifesta in uno sfruttamento permanente del territorio che pur con modalità diverse, resta sempre uguale a sé stesso. In sintesi, c’è sempre qualcuno che ‘paga’: i contadini nel primo dopoguerra, gli operai nella successiva industrializzazione, i lavoratori a domicilio negli anni del boom delle piccole e medie imprese, i giovani costretti ad andare all’estero per realizzare le loro aspirazioni o quanti arrivano (donne e uomini senza rappresentanza) oggi.
L’ultimo rapporto Censis parla di un’Italia dei rancori, incapace di affrontare i grandi temi dai giovani all’ambiente, e di un paese ripetutamente ferito dai crolli di scuole, ponti, abitazioni. Un territorio fuori controllo e una disciplina sotto accusa, ma c’è un quesito che non si può eludere: ha fallito l’urbanistica come disciplina o ha fallito una politica che non ha saputo o voluto orientare quanto sul territorio andava manifestandosi?Gli autoriMariella Zoppi è ordinario emerito di Architettura del paesaggio nella Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze, di cui è stata preside. Esperta nel campo della pianificazione urbanistica, ha redatto diversi piani regolatori, tra cui quelli di Reggio Emilia e di Perugia. È stata assessore regionale in Toscana, visiting professor a Berkeley CA (Usa) e progettista di alcuni parchi, tra cui quello del bacino remiero di Castelfedels per le Olimpiadi di Barcellona del 1992. È autrice di numerose pubblicazioni sui problemi urbanistici, sulla qualità della vita e dell’ambiente, sul verde urbano, sulla storia del giardino europeo.Carlo Carbone, architetto, è stato ricercatore e docente nelle Università degli Studi di Firenze e di Parma. Si occupa di Urbanistica e Morfologia urbana oltre che di Analisi e Pianificazione territoriale. È autore di diversi studi su questi temi.
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Presentazione del volume di Simona Colarizi
Mercoledì 26 febbraio 2020, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), sarà presentato il volume Un paese in movimento. L’Italia negli anni Sessanta e Settanta di Simona Colarizi (Laterza, Roma-Bari 2019).

Con l’autrice, ne parleranno: Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, e Danilo Breschi, professore associato di Storia delle dottrine politiche nella Unint di Roma e consigliere di amministrazione della Fondazione.

Il libro

Nell’immaginario collettivo i Settanta sono rimasti impressi come gli “anni di piombo”. Ma chi ha vissuto quel decennio ha una memoria viva degli ‘altri’ anni Settanta, quelli della crescita civile del paese, quando una straordinaria mobilitazione di giovani e di donne – operai, studenti, borghesi – ha chiuso i conti col passato e costruito un’Italia democratica e moderna. A loro hanno fatto da sponda le élites politiche riformiste, i sindacati e le tante associazioni che hanno dato vita alla più ricca stagione di riforme dell’intera storia d’Italia: scuola, sanità, pensioni, Statuto dei lavoratori, divorzio, nuovo diritto di famiglia, solo per citarne alcune tra le tante. Il libro racconta questi italiani, di gran lunga maggioritari rispetto a coloro che si perdono nella spirale di violenza. Ben più numerosi sono infatti i giovani che legano la loro esistenza agli ideali di libertà, di diritti e di democrazia. Sono loro a impedire che il paese cada in mano alle forze della reazione o si perda nel caos della rivoluzione. Sono loro a realizzare una vera e propria rivoluzione culturale che ha cambiato l’intera società italiana, dal mondo del lavoro a quello delle imprese, delle scuole, delle università, delle professioni, del pubblico impiego, delle famiglie, della politica e della Chiesa.

L’autrice

Simona Colarizi è emerito di Storia contemporanea alla Sapienza di Roma. È autrice di numerosi libri, tra cui: L’opinione degli italiani sotto il regime 1929-1943 (1992, 2009), Storia del Novecento italiano (2000), Il Corriere nell’età liberale (con L. Benadusi, 2011), La tela di Penelope. Storia della Seconda Repubblica (con M. Gervasoni, 2012), Novecento d’Europa (2015)

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Capire il Novecento”, il corso di formazione per
“docenti delle scuole superiori di tutta Italia.
La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice organizza, con l’Associazione Tokalon, il corso di formazione per docenti di scuola secondaria di I e II grado dal titolo “Capire il Novecento. Approfondimenti di ricerca per la didattica del Secolo breve”.
Si tratta di un programma di aggiornamento professionale che si propone di offrire ai docenti strumenti di approfondimento e valutazione delle principali tematiche legate alla storia del Novecento, ponendo particolare attenzione alle dinamiche storiche, geopolitiche ed economiche del periodo, e dedicando spazio alle correnti di pensiero filosofico-politiche alla base delle evoluzioni culturali intercorse nel Secolo breve.
L’iniziativa è rivolta ai docenti della scuola secondaria, ma è aperto, previa iscrizione, a tutti gli interessati.Il corso prevede 5 lezioni per un totale di 18 ore complessive, che si terranno a partire dal prossimo 25 febbraio 2020 secondo il calendario allegato. Sarà possibile frequentare il corso anche a distanza: dopo l’iscrizione, i docenti riceveranno una password con la quale potranno accedere alle registrazioni video delle lezioni anche in differita, organizzandosi autonomamente la frequenza secondo le proprie disponibilità di tempo.
Il corso potrà anche essere frequentato in presenza, presso la sede della Fondazione, in Piazza delle Muse 25 a Roma.I formatori del corso, che finirà a maggio 2020, saranno: Giuseppe Parlato, Rodolfo Sideri, Silvio Berardi, Danilo Breschi, Michele Pigliucci, Tiziano Sensi e Marco Zaganella.Il costo del corso, pari a 150,00€, potrà essere interamente pagato con la Carta del Docente.
La frequenza del 75% delle lezioni permetterà il riconoscimento di crediti formativi.
Per maggiori informazioni scrivere a segreteria@fondazionespirito.it
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Disponibile il secondo fascicolo 2019 degli “Annali” della Fondazione
È disponibile il secondo fascicolo semestrale degli “Annali” della Fondazione (Anno I, n. 2/2019 XXXI, nuova serie)

Il fascicolo, ricco di contributi originali, si aprirà con una sezione di “Inediti e studi” dedicata, in occasione degli anniversari, a Ugo Spirito e Renzo De Felice. I contributi di presentazione e approfondimento sono di Giuseppe Parlato, Nota introduttiva a Validità della biografia nella ricerca storica, di Renzo De Felice; Rodolfo Sideri, Filosofia, politica, religione: le ultime lettere a Ugo Spirito (1976-1979); Danilo Breschi, con il saggio Morte della filosofia e sfondamento ontologico. Ugo Spirito in dialogo con Guido Calogero, presenta Guido Calogero e la filosofia del dialogo, di Ugo Spirito.La seconda sezione conterrà gli Atti del Convegno di studi “La svolta del 1919”, tenutosi nella sede della Fondazione il 13 giugno 2019. Gli autori dei contributi sono: Giuseppe Parlato, Da San Sepolcro a Fiume; Giovanni Dessì, La nascita e il significato del Partito Popolare Italiano; Simonetta Bartolini, Il diciannovismo degli intellettuali; Silvio Berardi, Nitti e la proporzionale, con uno sguardo all’Europa; Andrea Ungari, Il ’19 del Re.

La sezione “Saggi” presenterà in questo secondo fascicolo una serie eterogenea di studi. Questi i titoli presenti: Il Partito repubblicano italiano e la caduta del Muro di Berlino, di Silvio Berardi; Antagonismo alla modernità in Europa sud-orientale: il nazionalismo romeno, di Stefano Santoro; Sozialreform e Berufständische Ordnung nell’opera di Johannes Messner, di Giovanni Franchi; L’evoluzione storica del sistema parlamentare austriaco, di Ulrike Haider-Quercia; Obiettivi e organizzazione della propaganda fascista nelle università inglesi, di Tamara Colacicco; Il fascismo e la mancata rivoluzione antiborghese, di Cristian Leone.
Protagonista della quarta sezione, curata da Gianni Scipione Rossi, sarà invece Attilio Tamaro e, in particolare, il suo rapporto con l’impresa di Fiume. Oltre al contributo introduttivo di Rossi, Giornalista e agitatore: la Dalmazia e il sogno infranto di Attilio Tamaro, la sezione conterrà, dall’Archivio della Fondazione, alcune pagine inedite di Tamaro: Trieste, Fiume, Zara: pagine inedite 1920-1921.
Nella sezione “Note sul Novecento”, Danilo Breschi pubblicherà Tieni a mente Tienanmen e Nicola Rao, La madre di tutte le stragi. Piazza Fontana cinquant’anni dopo.

Completeranno il fascicolo le recensioni, le segnalazioni librarie, la sezione “Dall’Archivio”, con Il Fondo Luigi Romersa presentato da Alessandra Cavaterra, e le notizie sull’attività della Fondazione.

Per leggere gli Annali è possibile acquistare il singolo articolo, il singolo volume o l’abbonamento annuale, a queste condizioni:
– Singolo articolo (versione pdf): 5,00 €
– Singolo volume (versione digitale): 10,00 €
– Singolo volume (versione cartacea): 20,00 €
– Abbonamento annuale (versione digitale): 20,00 €
– Abbonamento annuale (versione cartacea): 35,00 €
In caso di acquisto del volume cartaceo, l’invio avverrà all’indirizzo segnalato senza costi aggiuntivi.
È possibile pagare utilizzando Paypal, disponibile sul sito nella sezione Pubblicazioni, o attraverso bonifico bancario. Tutte le informazioni sono reperibili a questa pagina: http://fondazionespirito.it/annali-della-fondazione/

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In esaurimento il fascicolo 1/2019 (XXXI) degli “Annali”

 

Il fascicolo degli “Annali” 1/2019 (XXXI) è in esaurimento.

I filosofi Ugo Spirito e Giovanni Gentile e il sociologo Gino Germani sono i “protagonisti” del fascicolo 1/2019 degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito”, che ha aperto la nuova fase della rivista fondata nel 1989. Trentuno anni dopo, gli “Annali”, conservando le caratteristiche di rigore scientifico che li hanno fatti apprezzare nel tempo, diventano un periodico semestrale.
Nel quadro delle iniziative che la Fondazione ha in programma nel quarantennale della morte di Ugo Spirito e nel novantesimo anniversario della nascita di Renzo De Felice, il fascicolo si apre con una sezione dedicata al filosofo aretino, curata da Gianni Scipione Rossi. Contiene l’inedito Verso la grande civilizzazione, scritto da Spirito nel 1978, come appendice a un libro dedicato all’analisi e alle prospettive della “rivoluzione bianca” voluta in Iran dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi, rovesciato all’inizio del 1979 dalla rivoluzione islamista degli ayatollah. Il libro non è mai stato pubblicato in Italia nella sua integralità e fu al centro di un giallo bibliografico, che il saggio introduttivo intende finalmente chiarire sulla base di una approfondita analisi delle fonti archivistiche.
Nella seconda sezione, “Giovanni Gentile nella cultura italiana”, curata da Rodolfo Sideri e introdotta da Hervé A. Cavallera, trovano spazio gli atti del convegno tenuto in Fondazione sul pensiero del filosofo. Questi i saggi: Il soggetto gentiliano tra esistenzialismo e postmoderno di Rodolfo Sideri; Eternità e divenire dell’atto. La critica di Gentile al relativismo, di Hervé A. Cavallera; La Teoria generale dello spirito come atto puro e la costruzione dell’attualismo, di Massimo Piermarini; El desafío del devenir, di Francesc Moratò; L’ombra del pensato. La teoresi gentiliana dell’errore, di Giuseppe D’Acunto; Vae soli, attualismo e solipsismo, di Tiziano Sensi; L’Enciclopedia di Gentile, di Alessandra Cavaterra.
Gino Germani, un inedito e il suo archivio” è il titolo della sezione dedicata al sociologo italo-argentino nel quarantennale della morte. La sezione è introdotta dalla studiosa argentina Ana Grondona, con il saggio Autoritarismo(s), clases medias y el problema de las generaciones, che introduce lo scritto inedito di Gino Germani presente nel suo archivio, conservato dalla Fondazione: Ceti e generazioni alla vigilia della Marcia su Roma. La sezione è completata dal saggio Gino Germani: la sociología, los viajes, el exilio, nel quale lo studioso argentino Juan Ignacio Trovero dà conto analiticamente del contenuto dell’archivio Germani. Grondona e Trovero, che hanno a lungo esaminato le carte Germani presso la Fondazione, lavorano presso l’Università di Buenos Aires e nell’Instituto de Investigaciones Gino Germani attivo nella capitale argentina.
Il fascicolo presenta inoltre i saggi La genesi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (1915-1923), di Andrea Perrone; Il Capodanno perduto del 1947, di Leonardo Varasano; Il fascismo e l’europeismo di Gian Domenico Romagnosi, di Matteo Antonio Napolitano; Un guascone nel Novecento: Valerio Pignatelli di Cerchiara, di Andrea Cendali Pignatelli.
Nella nuova sezione “Note sul Novecento”, Danilo Breschi pubblica Quella voglia di libertà che da Praga brucia ancora e Nicola Rao, 20 luglio 1969, l’avventura che ci fece sognare.
Completano il fascicolo le recensioni, le segnalazioni librarie e le notizie sull’attività della Fondazione.

Per leggere gli Annali è possibile acquistare il singolo articolo, il singolo volume o l’abbonamento annuale, a queste condizioni:
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In caso di acquisto del volume cartaceo, l’invio avverrà all’indirizzo segnalato senza costi aggiuntivi.
È possibile pagare utilizzando Paypal, disponibile sul sito nella sezione Pubblicazioni, o attraverso bonifico bancario. Tutte le informazioni sono reperibili a questa pagina: http://fondazionespirito.it/annali-della-fondazione/

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I libri editi dalla Fondazione ancora disponibili

 

Sono disponibili, oltre agli “Annali”, anche le altre pubblicazioni della Fondazione, raccolte in varie collane arricchite nel corso degli anni.

Lo studio e la ricerca d’archivio rappresentano il centro propulsore delle attività promosse dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
La possibilità di accesso al ricco patrimonio bibliografico e alle numerose fonti archivistiche ha, sin dalle origini, permesso di porre in essere una serie di pubblicazioni curate dalla Fondazione.
La collana “Carte ’900” si propone di rendere viva la raccolta dei fondi archivistici presenti in Fondazione, fornendo non solo una ricognizione contenutistica, ma anche un commento ragionato e contestualizzato alle carte.
“La biblioteca scientifica”, divisa in due sezioni “Saggi” e “Strumenti”, accoglie pubblicazioni inerenti ai temi che gravitano intorno al multiforme universo culturale della Fondazione. Con un’attenzione particolare al Novecento e alle connessioni storico-filosofiche, la “biblioteca” si pone nell’ottica del continuo aggiornamento scientifico.
Gli “Inediti” vanno ad impreziosire il contenuto dell’Archivio, dimostrandone la ricchezza contenutistica e il primario interesse culturale. Le pubblicazioni accolte nella collana spaziano tra molte tematiche, dal piano economico a quello sindacale, fino ad arrivare alla filosofia.
La raccolta “Saggi e studi” si propone di indagare temi inerenti ad aspetti correlati agli interessi culturali della Fondazione con suggestioni di ampio respiro e inedite sul piano interpretativo.
L’attività di pubblicazione della Fondazione prevede inoltre una serie di titoli “Fuori collana” legati al patrimonio bibliografico e archivistico della Fondazione. Tra questi si segnala il recente inedito di Ugo Spirito, Filosofia della grande civilizzazione. La “rivoluzione bianca” dello Scià, curato e introdotto da Gianni Scipione Rossi, con postfazione di Hervé A. Cavallera.

Ulteriori informazioni e specifiche sono reperibili a questa pagina: http://fondazionespirito.it/pubblicazioni-3/

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Il canale YouTube della Fondazione
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“Capire il Novecento”, il corso di formazione per docenti delle scuole superiori di tutta Italia.

La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice organizza, con l’Associazione Tokalon, il corso di formazione per docenti di scuola secondaria di I e II grado dal titolo “Capire il Novecento. Approfondimenti di ricerca per la didattica del Secolo breve”.
Si tratta di un programma di aggiornamento professionale che si propone di offrire ai docenti strumenti di approfondimento e valutazione delle principali tematiche legate alla storia del Novecento, ponendo particolare attenzione alle dinamiche storiche, geopolitiche ed economiche del periodo, e dedicando spazio alle correnti di pensiero filosofico-politiche alla base delle evoluzioni culturali intercorse nel Secolo breve.
L’iniziativa è rivolta ai docenti della scuola secondaria, ma è aperto, previa iscrizione, a tutti gli interessati.
Il corso prevede 5 lezioni per un totale di 18 ore complessive, che si terranno a partire dal prossimo 25 febbraio 2020 secondo il calendario allegato. Sarà possibile frequentare il corso anche a distanza: dopo l’iscrizione, i docenti riceveranno una password con la quale potranno accedere alle registrazioni video delle lezioni anche in differita, organizzandosi autonomamente la frequenza secondo le proprie disponibilità di tempo.
Il corso potrà anche essere frequentato in presenza, presso la sede della Fondazione, in Piazza delle Muse 25 a Roma.
I formatori del corso, che finirà a maggio 2020, saranno: Giuseppe Parlato, Rodolfo Sideri, Silvio Berardi, Danilo Breschi, Michele Pigliucci, Tiziano Sensi e Marco Zaganella.
Il costo del corso, pari a 150,00€, potrà essere interamente pagato con la Carta del Docente.
La frequenza del 75% delle lezioni permetterà il riconoscimento di crediti formativi.
Per maggiori informazioni scrivere a segreteria@fondazionespirito.it

Il Giorno della Memoria con la Fondazione a Todi

“Antisemitismo tra storia e attualità”. Su questo tema il Comune di Todi, con la collaborazione della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e dell’Associazione Italia-Israele di Perugia, ha organizzato un incontro di studio e riflessione rivolto agli studenti e alla cittadinanza per il “Giorno della Memoria 2020”, che si è tenuto giovedì 30 gennaio nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali, con la partecipazione allievi delle ultime classi dei licei cittadini e di una terza media.
L’iniziativa è caduta nel ventennale del “Giorno della Memoria”, istituito dal Parlamento italiano nel 2000, cinque anni prima della risoluzione dell’Onu, “al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Fu scelta la data simbolica del 27 gennaio, il giorno del 1945 in cui furono aperti i cancelli del campo di concentramento e sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia. All’insegna del “passato che non passa” l’antisemitismo è ancora presente nella società italiana e a livello internazionale. Non solo ricordo, dunque, ma anche riflessione sulle radici e sul significato nell’iniziativa. Con un appassionato e coinvolgente intervento Riccardo Pacifici, componente dell’Executive Board dell’Israeli Jewish Congress, già presidente della Comunità Ebraica di Roma e consigliere della Fondazione Museo della Shoah, ha approfondito il significato del Giorno della Memoria anche in relazione all’attualità. Per il suo impegno civico, nel 2019, Riccardo Pacifici è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Un riconoscimento che ha voluto dedicare al nonno Riccardo Reuven, rabbino capo di Genova nominato Cavaliere della Corona da Vittorio Emanuele III, vittima, insieme alla moglie Wanda, prima delle leggi razziali e poi dell’Olocausto. È inoltre intervenuta l’antropologa Maria Luciana Buseghin, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Perugia, studiosa dell’ebraismo e delle conseguenze delle leggi razziali del 1938 in Umbria.
I saluti della città sono stati portati dall’assessore alla Cultura di Todi Claudio Ranchicchio, che ha promosso e sostenuto l’iniziativa. L’incontro è stato moderato da Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, direttore del Centro Italiano di Formazione in Giornalismo Radiotelevisivo, autore di monografie e saggi sull’antisemitismo italiano.

Presentati in Fondazione i volumi sui militari ebrei italiani di Giovanni Cecini

Il 29 gennaio 2020, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuta l’interessante presentazione dei volumi di Giovanni Cecini, Ebrei non più italiani e fascisti. Decorati, discriminati, perseguitati, vol. II (Nuova Cultura 2019) e Le leggi razziali e il valore militare. Antologia di testi e documenti, vol. III (Nuova Cultura 2019).

Il coordinamento dei lavori è stato affidato a Gianni Scipione Rossi che ha introdotto in termini generali i temi principali dei volumi, ricordando il significato del Giorno della Memoria e il “triplo tradimento” del governo fascista nei confronti dei militari ebrei italiani. Riallacciandosi alla sollecitazione di Rossi, l’autore – Giovanni Cecini – ha ricostruito il lungo percorso di ricerca effettuato a partire dal 2002 e evidenziato sia il problema della bibliografia disponibile, sia la centralità dell’elemento biografico nel tentativo di fornire un quadro completo del “trauma” portato dalle leggi razziali.

L’assurdità delle dinamiche che le stesse crearono sono state sottolineate anche da Rossi nel ricordo del singolare caso dell’Ammiraglio Esteba, datato 1946, come simbolo di un imbarazzo serpeggiante anche negli ambienti neofascisti, impegnati nella difesa “impossibile” della memoria di Mussolini.

Giancarlo Ramaccia ha posto in rilievo il ruolo di De Felice per lo studio della storia degli ebrei italiani durante il fascismo, in particolare sulla coesistenza nell’approccio alla stessa di un doppio aspetto morale e scientifico. Ramaccia si è poi soffermato sul problema della storia “di parte”, sul lungo lavoro di studio sul tema della giudeofobia (argomento del vol. I, non ancora pubblicato) e sulle condizioni di emarginazione della storia militare in Italia.

Partendo dalla centralità della raccolta di documenti, Andrea Ungari ha con attenzione analizzato la questione delle fonti per la storia dei militari ebrei italiani non solo durante il fascismo, ma nel periodo intercorso tra il 1848 e quest’ultimo. Ungari ha poi sottolineato un dato importante: l’integrazione degli ebrei italiani rappresenta un caso molto diverso – in positivo – rispetto al pesante clima discriminatorio vissuto in Francia, Germania, Europa orientale e Russia; proprio per questo, le leggi razziali sono state e restano una grave “ferita”.

L’intervento conclusivo di Virgilio Ilari ha tracciato un percorso all’interno delle contraddizioni insite nelle legislazioni razziali (anche in quella nazista) e nelle adesioni al sionismo, partendo da un punto di vista interessante e volto a porre in evidenza come l’alta borghesia ebraica europea – ancora di più l’aristocrazia – fosse disinteressata nei riguardi della possibilità di fondare uno Stato per gli ebrei o, in ogni caso, meno interessata rispetto ad esempio a coloro che fuggivano dai pogrom polacchi o russi.

L’incontro si è concluso con il dibattito e le domande del pubblico presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tematiche trattate.

“Come vorrei essere un albero…”. La Fondazione a Todi per il Giorno del Ricordo

Nel biennio 1943-1945 migliaia di civili italiani furono massacrati dai partigiani jugoslavi e gettati – a volte ancora vivi – nelle doline carsiche chiamate foibe. Anche dopo la fine della guerra i massacri continuarono nelle terre ancora contese: i civili italiani venivano colpiti soltanto in quanto tali, con l’obiettivo di cancellare una presenza storica e in molte zone maggioritaria e condizionare così i negoziati sulla definizione del confine italo-jugoslavo. Con la firma del Trattato di pace del 10 febbraio 1947, Zara e l’Istria furono definitivamente assegnate alla Repubblica di Jugoslavia, ma il territorio intorno a Trieste rimase in uno stato di incertezza destinato a durare ancora anni, durante i quali le violenze continuarono fino all’ottobre del 1954, quando fu definito il confine. Da allora ebbe luogo il doloroso esodo di centinaia di migliaia di italiani che scelsero di rifugiarsi in Italia piuttosto che vivere da stranieri nella propria terra. Per anni questa storia è stata spesso dimenticata fino a quando, nel 2004, il Parlamento Italiano ha deciso di istituire il “Giorno del Ricordo”, che riconosce la tragedia e impone a ciascuno di dedicare attenzione alla memoria di quelle tragedie, perché da essa non scaturisca rancore ma la consapevolezza necessaria alla costruzione di un percorso di comune appartenenza europea.

In occasione del Giorno del Ricordo 2020, il Comune di Todi, in collaborazione con la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e con il Comitato 10 Febbraio, organizza un evento rivolto alla cittadinanza e agli studenti delle scuole superiori, con il titolo “Come vorrei essere un albero…”. L’iniziativa si terrà martedì 11 febbraio, alle ore 10.00, nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali.
Portano i saluti il sindaco di Todi Antonino Ruggiano e l’assessore alla Cultura Claudio Ranchicchio. Modera Gianni Scipione Rossi, giornalista e storico, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e direttore del Centro Italiano di Studi Superiori per la Formazione e l’Aggiornamento in Giornalismo Radiotelevisivo. Intervengono Maria Ballarin della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani Fiumani e Dalmati (FederEsuli), Marco Petrelli, giornalista e responsabile del Comitato 10 Febbraio, e Lorenzo Salimbeni, ricercatore storico, Comitato 10 Febbraio.

“Antisemitismo tra storia e attualità”, la Fondazione a Todi per il Giorno della Memoria

“Antisemitismo tra storia e attualità”. Su questo tema il Comune di Todi, con la collaborazione della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e dell’Associazione Italia-Israele di Perugia, organizza un incontro di studio e riflessione rivolto agli studenti e alla cittadinanza per il “Giorno della Memoria 2020”, che si terrà giovedì 30 gennaio, con inizio alle ore 10.00 nella Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali.
L’iniziativa cade nel ventennale del “Giorno della Memoria”, istituito dal Parlamento italiano nel 2000, cinque anni prima della risoluzione dell’Onu, “al fine di ricordare la
Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati”.
Fu scelta la data simbolica del 27 gennaio, il giorno del 1945 in cui furono aperti i cancelli del campo di concentramento e sterminio nazista di Auschwitz, in Polonia. All’insegna del “passato che non passa” l’antisemitismo è ancora presente nella società italiana e a livello internazionale. Non solo ricordo, dunque, ma anche riflessione sulle radici e sul significato nell’iniziativa.
Interviene Riccardo Pacifici, componente dell’Executive Board dell’Israeli Jewish Congress, già presidente della Comunità Ebraica di Roma e consigliere della Fondazione Museo della Shoah. Per il suo impegno civico, nel 2019, Riccardo Pacifici è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana. Un riconoscimento che ha voluto dedicare al nonno Riccardo Reuven, rabbino capo di Genova nominato Cavaliere della Corona da Vittorio Emanuele III, vittima, insieme alla moglie Wanda, prima delle leggi razziali e poi dell’Olocausto. Interviene inoltre l’antropologa Maria Luciana Buseghin, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Perugia, studiosa dell’ebraismo e delle conseguenze delle leggi razziali del 1938 in Umbria.
I saluti della città saranno portati dal sindaco di Todi, avv. Antonino Ruggiano e dall’assessore alla Cultura Claudio Ranchicchio, che hanno promosso e sostenuto l’iniziativa. L’incontro sarà moderato da Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, direttore del Centro Italiano di Formazione in Giornalismo Radiotelevisivo, autore di monografie e saggi sull’antisemitismo italiano.