Riapertura della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice riaprirà al pubblico lunedì 18 maggio, con orario provvisoriamente ridotto: dal lunedì al venerdì ore 10.30-14.30 e il giovedì ore 10.30-18.00 per garantire il rispetto degli standard di sicurezza per dipendenti e studiosi.
L’accesso alla Biblioteca e all’Archivio sarà consentito ad un numero contingentato di persone solamente su appuntamento, che sarà possibile fissare scrivendo via mail agli indirizzi: archivio@fondazionespirito.it; biblioteca@fondazionespirito.
L’attività di riproduzione dei testi è temporaneamente sospesa.
A ospiti e studiosi è fatto obbligo di mantenere comportamenti che garantiscano la sicurezza di tutti: saranno disponibili gel disinfettanti per le mani e le postazioni saranno disinfettate come da disposizione di legge.
All’interno dell’Istituto sarà obbligatorio l’uso della mascherina e il rispetto del distanziamento sociale di almeno un metro.
La quarantena da virus nel “Diario della decrescita infelice” di Gianni Scipione Rossi
Dal confinamento obbligatorio nascono anche analisi sul presente e sul possibile futuro, sia pure con qualche difficoltà causata dalle limitazioni imposte anche alla filiera editoriale. Tra le novità, anche questo volumetto pubblicato dal vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi: Cronache del virus. Diario della decrescita infelice, EFG, Gubbio 2020, pp. 124, €10.00. Il ricavato è destinato alla Caritas.
“Questo libriccino – scrive Rossi nell’introduzione – nasce per caso. È figlio della clausura. E di Facebook, la piazza virtuale che malamente sostituisce le piazze reali. Costretto all’isolamento, via via più stringente, ho cercato di fissare in qualche modo pensieri, sensazioni, riflessioni. Che stanno lì, nella bolla del web. E lì potevano finire. Disperdersi. Insieme al ricordo di una stagione triste, che ci ha colpiti singolarmente e collettivamente come non avremmo potuto im- maginare. Anzi, all’inizio, senza capire che cosa sarebbe successo”.
“In molti, durante la quarantena, – scrive l’autore in sede di conclusione – siamo stati costretti a parlarci telematicamente. Si sono fatte lezioni universitarie a distanza, e tante altre belle cose, compresi incontri collettivi per passare il tempo. Skype, Zoom o quel che volete voi sono utili. Ma sono surrogati. E io non voglio vivere di surrogati. C’è il tempo della solitudine, del raccoglimento. E c’è il tempo del confronto. Voglio vedere gente, stringere mani, discutere, litigare… guardando in faccia l’interlocutore. Voglio vivere, insomma. Non passare dall’alienazione di Charlot alla catena di montaggio di Tempi moderni all’alienazione dell’intelligenza artificiale. La quale è, appunto, artificiale”.
Cronache dal virus può essere acquistato richiedendolo a
oppure online su
Cultura, Valdo Spini (AICI): “Ampliare l’Art Bonus: la cultura non si ferma”
Roma, 29 aprile 2020 – Promuovere la cultura come “strumento essenziale per il rilancio del sistema paese”. La richiesta arriva dall’Associazione delle Istituzioni di cultura italiane (AICI), che comprende 120 tra fondazioni e istituti culturali, in concomitanza con l’assemblea dei suoi soci, che si è svolta via web ieri, martedì 28 aprile.
Per ripartire, dopo l’emergenza sanitaria, occorreranno dunque stanziamenti ad hoc. In particolare l’AICI allude “alla proposta, sostenuta da Federculture, di istituire un Fondo per la cultura, non alternativo al finanziamento pubblico e delle fondazioni bancarie, bensì integrativo – come ha spiegato Valdo Spini, presidente l’AICI, introducendo l’assemblea dell’associazione – . Aderiamo a questa iniziativa di #unfondoperlacultura, un appello che ha già raccolto migliaia di firme, e riteniamo necessario riportare l’attenzione sul tema del finanziamento della cultura nel dopo emergenza: basta tagli, servono invece nuovi investimenti su un comparto che sarà ancora più cruciale per l’Italia, la sua economia, la sua società, nei prossimi mesi”. Il fondo in questione avrebbe per oggetto prevalentemente le imprese culturali. “La nostra proposta, in particolare, – continua Spini – è quella di una misura specifica per gli enti attivi in ambito culturale, che mira all’allargamento dell’Art Bonus, (il credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano) proprio ad istituzioni come le nostre. Nella forma, si tratta di inserire, nell’art.1 del d.l. 83/2014, “le fondazioni e gli istituti culturali dotati di riconoscimento giuridico”, con lo scopo in sostanza di trovare le coperture necessarie ed incentivare il finanziamento privato alle nostre attività”.
“Per ciò che concerne i nostri appuntamenti – ha aggiunto Valdo Spini –, abbiamo deciso di rinviare alla primavera del 2021 la conferenza nazionale, che si terrà a Cagliari. Non appena vi saranno le condizioni, abbiamo inoltre intenzione di promuovere al più presto un incontro dal titolo “Riparti cultura”, un’iniziativa che vorremmo organizzare a Milano, nel territorio più colpito dalla pandemia, con la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e gli altri istituti della Lombardia (Istituto Parri, Fondazione Kuliscioff, Fondazione Micheletti e tutti gli altri)”.
La cultura non si ferma
Nel frattempo, anche in queste settimane di lockdown l’attività delle associazioni impegnate nella ricerca, nella conservazione e nella promozione della cultura in tutti i suoi aspetti, non si è mai fermata. “Molti istituti culturali – ha concluso il presidente dell’AICI – hanno attivato canali di comunicazione digitale per diffondere i loro contenuti, far conoscere e valorizzare il patrimonio collettivo. Anche il nostro sito ha registrato un flusso crescente di notizie dai soci e, sulla base della positiva esperienza del Dantedì, con i video realizzati dall’Accademia della Crusca, è stata aperta, nella sezione “Notizie dagli Istituti” una pagina ad hoc, dedicata ai video prodotti dagli associati. Vogliamo essere vicini ai cittadini, in queste settimane difficili, ricordando loro il contributo e il valore che la cultura italiana, in ogni suo aspetto, rappresenta”.
L’AICI, Associazione delle istituzioni di Cultura italiane, è stata costituita nel 1992 da un gruppo di associazioni, fondazioni e istituti culturali di grande prestigio e consolidata attività. I suoi 120 Soci, distribuiti sull’intero territorio nazionale, dall’Accademia della Crusca all’Istituto Italiano per gli Studi storici, svolgono attività di ricerca, conservazione e promozione nei più diversi ambiti della produzione culturale. La missione istituzionale dell’AICI, è “tutelare e valorizzare la funzione delle Istituzioni di cultura, nelle quali la Costituzione della Repubblica riconosce una componente essenziale della comunità nazionale”.
“Pausa dello spirito”, approfondimenti video sulla pagina Facebook
Oltre l’emergenza …
#laculturanonsiferma anche per la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice
La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice desidera affermare, con tutte le istituzioni culturali italiane, che #laculturanonsiferma e presenta la propria iniziativa on line.
In questo momento così difficile nel quale siamo costretti a restare a casa, la Fondazione intende mostrarsi attiva almeno dal punto di vista della formazione e della comunicazione. Se la sua sede è fisicamente chiusa, dal punto di vista operativo e degli uffici, vorremmo comunque dare uncontributo alla formazione a distanza attraverso brevi interventi che possano essere trasmessi in linea attraverso i canali oggi più diffusi della comunicazione via internet. Vorremmo lanciare un momento di pausa costruttiva, di riflessione, una Pausa dello Spirito che dovrebbe essere anche una pausa per lo spirito.
Si è pertanto pensato di realizzare brevi riflessioni, della durata massima di 15 minuti, relativi ad argomento di carattere vario, generalmente storico, filosofico, economico, geografico e giuridico, svolti da collaboratori e da amici della Fondazione su tematiche ad essi consone, brevi video che saranno in onda il mercoledì e la domenica alle ore 18.00, nella pagina Facebook della Fondazione, https://it-it.facebook.com/FondazioneSpirito
10 maggio, Davide Rossi, L’emergenza nelle Costituzioni
13 maggio, Ester Capuzzo, Il turismo in Italia tra le due guerre mondiali
17 maggio, Alessandra Cavaterra, Ottavio e Neos Dinale
20 maggio, Danilo Pirro, Cesare Bazzani fra modernismo e tradizione
24 maggio, Danilo Breschi, Furet e Il passato di una illusione
27 maggio, Rodolfo Sideri, Gentile e il Covid 19
L’adesione dell’Aici all’appello per il “Fondo per la Cultura”
Il presidente dell’Aici, Valdo Spini, con questa lettera pubblicata il 15 aprile dal “Corriere della Sera”, aderisce all’appello lanciato da quotidiano per la costituzione di un Fondo per la Cultura, a sostegno delle istituzioni messe in grandi difficoltà dall’emergenza. La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice aderisce all’Aici e concorda con l’iniziativa del suo presidente.
Di seguito la lettera di Valdo Spini.
Caro direttore, le scrivo come presidente dell’Associazione delle Istituzioni Culturali (Aici) forte di 116 soci tra fondazioni e istituti culturali del nostro Paese, che si sono unite in modo del tutto volontario, ma che di fatto coprono larga parte del settore, dall’Accademia della Crusca all’Istituto Italiano per gli Studi Storici, alle varie fondazioni intitolate ai protagonisti delle culture politiche della Repubblica, nonché fondazioni di cultura musicale, filosofica, industriale e identitaria di vari territori della nazione.
Abbiamo letto sul suo giornale dell’appello lanciato da Pierluigi Battista e rilanciato da Federculture e altri organismi del settore, perché in questa drammatica situazione di emergenza si proceda alla costituzione di un Fondo nazionale per la Cultura, uno strumento di investimento garantito dallo Stato, aperto alla partecipazione e ai contributi di tutte le cittadine e di tutti i cittadini.
La cultura, nelle sue differenziate accezioni, è un settore che può particolarmente soffrire sia per le conseguenze del distanziamento sociale che per il venir meno di finanziamenti e mecenatismi.
L’Aici non rappresenta le imprese culturali, bensì le istituzioni di ricerca, di conservazione di beni, di dibattito e di trasmissione di contenuti culturali che operano attraverso archivi, biblioteche, pubblicazioni nonché, spesso, con riviste culturali che molte delle nostre fondazioni editano. Anche queste attività, che hanno trovato peraltro il sostegno del Mibact, sono messe a rischio dalla pandemia Covid-19 e dai suoi effetti.
Per questo solidarizziamo con l’iniziativa e aderiamo alla proposta di un Fondo nazionale per la Cultura non alternativo al finanziamento pubblico (Stato, Regioni, Enti locali) e delle fondazioni bancarie, ma integrativo rispetto a questi e, soprattutto, in grado di mobilitare l’interesse e il concorso di quanti intendano sostenere la cultura italiana. Siamo naturalmente pronti a discuterne i contenuti e le articolazioni.
Valdo Spini
15 aprile 2020
Tre fondi librari dichiarati di eccezionale interesse
La Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio ha proceduto alla dichiarazione di eccezionale interesse di alcuni fondi librari conservati dalla Fondazione, le biblioteche di Ottavio Dinale (provv. 9 marzo 2020), Araldo di Crollalanza (provv. 10 marzo 2020) e Giuseppe Di Nardi (provv. 10 marzo 2020).
Araldo di Crollalanza fu giornalista, podestà di Bari dal 1926 al 1928, sottosegretario poi ministro dei Lavori pubblici negli anni Trenta, senatore della Repubblica per otto legislature, consigliere comunale di Bari dal 1956 al 1976. La sua biblioteca (1.600 volumi circa) comprende, prevalentemente, pubblicazioni (anche fotografiche) relative alle opere pubbliche in Italia negli anni Trenta/Quaranta, nonché interessanti volumi relativi all’Africa italiana. Di Araldo di Crollalanza la Fondazione possiede anche l’archivio.
Il Fondo librario Giuseppe Di Nardi, acquisito dalla Fondazione nel 1994, è composto di 2780 volumi e possiede una spiccata caratterizzazione economico-finanziaria, dovuta al suo produttore; economista, docente universitario e consulente di numerosi enti economici, pubblici e privati. La sua biblioteca contiene testi classici, edizioni rare, manuali e volumi antichi e moderni
La biblioteca di Ottavio Dinale, sindacalista rivoluzionario, giornalista, poi prefetto fascista, conserva volumi sul corporativismo, sul diritto corporativo e sul sindacalismo che riflettono il suo profondo interesse e la sua sollecitudine verso le problematiche del lavoro e delle condizioni di vita dei lavoratori.
Acquisito l’archivio dell’umorista e disegnatore Gianni Isidori
La Fondazione ha acquisito l’archivio di Gianni Isidori (1931-2019), umorista, disegnatore, sceneggiatore, pubblicista.
L’archivio, nella sua unitarietà, comprende documentazione prodotta principalmente tra la fine degli anni Quaranta e il primo decennio del Duemila, per un totale di circa 10 m.l., cui vanno aggiunti circa 20 cartelle porta disegni di grande formato, 25 volumi rilegati (e alcuni numeri non rilegati) del settimanale umoristico illustrato «Travaso delle idee» (1947-1959, con lacune). La documentazione, parzialmente inedita, è costituita in gran parte da tavole di vignette originali, pubblicate su vari quotidiani o riviste satiriche, disegni e storyboard, sceneggiature per programmi radiofonici e trasmissioni televisive, telecommedie, sketches, soggetti cinematografici e teatrali, copioni e testi letterari. I materiali, parzialmente inediti, sono raccolti entro cartelle originali e talvolta sono dotati dell’indicazione del contenuto; sono inoltre presenti anche rudimentali strumenti di ricerca a corredo dei fascicoli.
Il 27 marzo 2020 la Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio del Mibact ha avviato il procedimento per il riconoscimento dell’interesse storico particolarmente importante dell’archivio.
Formazione a distanza: attivo il Corso “Capire il ‘900”
Sospesa l’attività della Fondazione
Il protrarsi dell’emergenza sanitaria nel nostro Paese impone alla Fondazione di sospendere la sua attività fino a quando le disposizioni di legge non consentiranno di ripartire con la consueta programmazione.
La Fondazione è naturalmente dispiaciuta per quanto sta accadendo, che nei fatti nega la possibilità di realizzare le iniziative di breve periodo che erano state programmate prima della crisi, e anche quelle di più lunga prospettiva, comprese la convegnistica e l’attività editoriale.
Le ragioni della sicurezza pubblica, tuttavia, in questo momento non possono che prevalere.
Ci si augura, per il bene di tutti e dell’intero Paese, che si possa tornare alla normalità prima possibile.
Sarà nostra cura informare sulle novità quando si presenteranno.
È invece in atto l’attività online, in particolare il Corso di Formazione.