Prorogati all’8 marzo i termini di iscrizione al corso di formazione “Capire il Novecento”

Viste le tante richieste ricevute abbiamo deciso di posticipare il termine per l’iscrizione al corso di formazione “Capire il Novecento”: sarà possibile aderire fino all’8 marzo.

Si ricorda che il corso è aperto a tutti, può essere seguito da tutta Italia visualizzando in differita i video delle lezioni, e ha un costo di 150€.
I docenti delle scuole medie superiori potranno pagare con la Carta del docente e conseguire i crediti formativi.
Per maggiori informazioni: segreteria@fondazionespirito.it
Per iscriversi: https://associazionetokalon.com/corso/capire-il-900/

Presentato in Fondazione “Un paese in movimento”, il volume di Simona Colarizi sull’Italia negli anni Sessanta e Settanta

Mercoledì 26 febbraio 2020, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (Piazza delle Muse, 25), è stato presentato il volume Un paese in movimento. L’Italia negli anni Sessanta e Settanta di Simona Colarizi (Laterza, Roma-Bari 2019).

Un periodo di modernizzazione

Simona Colarizi ha affrontato il tema della modernizzazione del Paese studiando i due decenni cruciali degli anni Sessanta e Settanta. Anni contraddittori – il terrorismo d’ogni matrice insanguinò le strade del paese – ma densi di speranze e desideri che, tradotti in normative, comportamenti, ideali, portarono effettivamente l’Italia a un grado di modernizzazione pressoché sconosciuto fino ad allora. Divorzio, maggiore età a 18 anni, con il correlativo diritto di voto, statuto dei lavoratori, nazionalizzazione dell’energia elettrica, servizio sanitario nazionale, per citare alla rinfusa, furono provvedimenti di grande importanza che un po’ anticiparono, un po’ presero atto della maturazione democratica di larghi settori della società civile. L’Italia divenne protagonista anche sul piano internazionale, con l’adesione ai primi passi di comunità tra Stati europei.

Le conquiste sociali, dei diritti, l’apertura al mondo stavano conferendo al nostro paese caratteri di modernità pur nelle ombre dovute a un sistema partitico talvolta incapace di afferrare le spinte in avanti che dalla società sorgevano e si diffondevano.

Proprio per questo Simona Colarizi, ospite della Fondazione per la presentazione del suo libro, ha voluto dedicare a quegli anni il suo ultimo studio, accorgendosi della sottovalutazione storiografica del periodo 1960-1979, quando “i lasciti di un’Italia contadina sono spezzati” e si fa avanti una modalità antiautoritaria di affrontare le sfide imposte dalle nuove circostanze.

Le tante novità, la crescita oggettiva – economica, culturale – furono poi in parte vanificate nel decennio successivo, quando i grandi partiti, la Dc e il Pci, dopo aver teorizzato nel 1976 la “società debole”, che necessita dei partiti perché non in grado di creare soggetti politici autonomi, divennero invadenti e tutta una serie di aperture furono depotenziate, passando quindi a una società iperindividualista, lontana dalle suggestioni comunitarie che la stagione precedente aveva fatto immaginare come possibile scenario per il nostro paese.

Presentato in Fondazione il volume di Mariella Zoppi e Carlo Carbone sulla legge urbanistica del ’42

Il 12 febbraio 2020, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuta l’interessante presentazione del volume di Mariella Zoppi e Carlo Carbone, La lunga vita della legge urbanistica del ’42, postfazione di Andrea Torricelli (Didapress 2018).

L’introduzione sul volume e sul lavoro svolto dall’autrice è stata affidata a Giuseppe Parlato che ha evidenziato come il titolo la “lunga vita” contenga già un’interpretazione, oltre ad aver ricordato il ruolo di Bottai, il complesso tema della continuità dello Stato (la nota tesi di Pavone) e l’impegno delle Regioni nella storia dell’urbanistica, declinata anche come storia politica e sociale dell’Italia.

L’intervento di Danilo Breschi ha invece sollevato una serie di significativi interrogativi, scaturiti sia dalla lettura del testo, sia dal retroterra personale di ricerca. Breschi, guardando nel complesso della storia dell’urbanistica, ha parlato del rapporto tra le città e i processi di modernizzazione, un lungo percorso che investe moltissime tematiche collaterali: la tutela del paesaggio, l’ambiente e il “governo del territorio”, quindi la dimensione socio-politica. Il tentativo di costruire tramite l’urbanistica una storia repubblicana deve dunque porsi in una prospettiva trasversale e prendere in considerazione conflittualità, punti di rottura, contraddizioni ed elementi di sviluppo su larga scala sia cronologica, sia territoriale.

Nel rispondere a queste sollecitazioni, l’autrice – Mariella Zoppi – ha rivisitato le tappe del percorso di ricerca e analizzato i maggiori temi presenti nel libro. Il punto fondamentale riguardante la legge del ’42 risiede nella peculiarità di aver posto il problema della necessità di un raccordo tra le politiche nazionali e i territori, tentativo programmatico rimasto in gran parte unico poiché sostanzialmente disatteso nella frammentaria legislazione del dopoguerra. L’autrice, con parole molto dirette, ha descritto la riforma urbanistica come “riforma impossibile”, soprattutto dopo la rinuncia alla programmazione, il punto più debole delle politiche regionali sull’urbanistica: si veda il caso ligure, discusso già dall’inizio degli anni Sessanta. In chiusura, è stata individuata nella legge dell’Emilia-Romagna del 2017 la “fine dell’epoca del sogno” e un contatto con la realtà che, si crede, possa influenzare positivamente i futuri sviluppi nazionali.

Tra le tante, si è segnalata la gradita presenza in sala del professor Valdo Spini, presidente dell’Associazione delle Istituzioni di Cultura Italiane (AICI), alla quale aderisce la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

L’incontro si è concluso con il dibattito e le domande del pubblico presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tematiche trattate.

Presentati in Fondazione i volumi sui militari ebrei italiani di Giovanni Cecini

Il 29 gennaio 2020, nella sede della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, si è tenuta l’interessante presentazione dei volumi di Giovanni Cecini, Ebrei non più italiani e fascisti. Decorati, discriminati, perseguitati, vol. II (Nuova Cultura 2019) e Le leggi razziali e il valore militare. Antologia di testi e documenti, vol. III (Nuova Cultura 2019).

Il coordinamento dei lavori è stato affidato a Gianni Scipione Rossi che ha introdotto in termini generali i temi principali dei volumi, ricordando il significato del Giorno della Memoria e il “triplo tradimento” del governo fascista nei confronti dei militari ebrei italiani. Riallacciandosi alla sollecitazione di Rossi, l’autore – Giovanni Cecini – ha ricostruito il lungo percorso di ricerca effettuato a partire dal 2002 e evidenziato sia il problema della bibliografia disponibile, sia la centralità dell’elemento biografico nel tentativo di fornire un quadro completo del “trauma” portato dalle leggi razziali.

L’assurdità delle dinamiche che le stesse crearono sono state sottolineate anche da Rossi nel ricordo del singolare caso dell’Ammiraglio Esteba, datato 1946, come simbolo di un imbarazzo serpeggiante anche negli ambienti neofascisti, impegnati nella difesa “impossibile” della memoria di Mussolini.

Giancarlo Ramaccia ha posto in rilievo il ruolo di De Felice per lo studio della storia degli ebrei italiani durante il fascismo, in particolare sulla coesistenza nell’approccio alla stessa di un doppio aspetto morale e scientifico. Ramaccia si è poi soffermato sul problema della storia “di parte”, sul lungo lavoro di studio sul tema della giudeofobia (argomento del vol. I, non ancora pubblicato) e sulle condizioni di emarginazione della storia militare in Italia.

Partendo dalla centralità della raccolta di documenti, Andrea Ungari ha con attenzione analizzato la questione delle fonti per la storia dei militari ebrei italiani non solo durante il fascismo, ma nel periodo intercorso tra il 1848 e quest’ultimo. Ungari ha poi sottolineato un dato importante: l’integrazione degli ebrei italiani rappresenta un caso molto diverso – in positivo – rispetto al pesante clima discriminatorio vissuto in Francia, Germania, Europa orientale e Russia; proprio per questo, le leggi razziali sono state e restano una grave “ferita”.

L’intervento conclusivo di Virgilio Ilari ha tracciato un percorso all’interno delle contraddizioni insite nelle legislazioni razziali (anche in quella nazista) e nelle adesioni al sionismo, partendo da un punto di vista interessante e volto a porre in evidenza come l’alta borghesia ebraica europea – ancora di più l’aristocrazia – fosse disinteressata nei riguardi della possibilità di fondare uno Stato per gli ebrei o, in ogni caso, meno interessata rispetto ad esempio a coloro che fuggivano dai pogrom polacchi o russi.

L’incontro si è concluso con il dibattito e le domande del pubblico presente, occasione di ulteriore approfondimento delle tematiche trattate.

Gli Annali della Fondazione: una storia. 4/1992

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.

Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Il quarto fascicolo degli “Annali”. Il 1992

Il 1992 è un anno di passaggio sia per l’Italia, che con la fine della cosiddetta Prima Repubblica si avviava a vivere una stagione di profonda incertezza, sia per la Fondazione. La nuova presidenza di Renzo De Felice produrrà infatti un deciso cambiamento di rotta sul piano culturale e un ampliamento notevole delle prospettive scientifiche. Il fascicolo degli “Annali” in esame ne è una prima, importante dimostrazione.

Per il 1992, come indicato già nella Presentazione iniziale, il volume presenta «rispetto ai tre precedenti, alcune differenze sostanziali» (p. 9); la ragione principale è legata alla scelta di pubblicare integralmente gli Atti del Convegno “L’attualità di Ugo Spirito a cinquant’anni da La vita come arte” che, di conseguenza, ha implicato l’elisione delle sezioni Inediti e Ricerche. Risultano presenti invece le Note, le Recensioni – alle quali viene riservato un ampio spazio all’interno del fascicolo – e le consuete comunicazioni relative alle Iniziative della Fondazione.

Il cuore degli “Annali” 1992 è dunque costituito dai già richiamati Atti del Convegno su Spirito, i cui lavori si sono svolti a Napoli, nella prestigiosa sede dell’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il 1° e il 2 ottobre 1992. La sezione si compone di ben quattordici contributi e fornisce una lettura interpretativa, si potrebbe dire, olistica sulla Vita come arte di Ugo Spirito, in continuità con l’opera – più generica e ad ampio spettro – di aggiornamento e approfondimento avviata dagli studi presentati al Convegno internazionale del 1987 (organizzato dalla Fondazione e dall’Istituto della Enciclopedia Italiana, cfr. Gli Annali della Fondazione: una storia. 1/1989) sul filosofo aretino.

Dopo l’Introduzione, affidata ad Aldo Trione, seguono in ordine gli interventi di Armando Rigobello (Il trascendentale estetico tra arte e vita), Vittorio Stella (L’antinomia romantica ne “La vita come Arte”), Antimo Negri (Ugo Spirito: “Il corpo è tutta la nostra vita, tutta la nostra vita come arte”), Maria Lizzio (Rileggendo “La vita come arte”), Hervé A. Cavallera (La dissoluzione nell’arte e l’unificazione pedagogica. Lo emergere del postmoderno in Ugo Spirito), Antonio Russo (Ugo Spirito: da “La vita come ricerca” a “La vita come arte”), Clementina Gily Reda (La prima forma dell’onnicentrismo spiritiano: “La vita come arte”), Vittorio Mathieu (Lo stato etico di Ugo Spirito), Maria Luisa Cicalese (Il pensiero politico di Ugo Spirito negli anni Cinquanta: rivoluzione con cautela?), Gaetano Rasi (Etica, economia e mercato in Spirito e Polanyi), Massimo Finoia (Ugo Spirito e la scienza economica), Vincenzo Terenzio (Ugo Spirito e l’odierna coscienza filosofica), e Renato Testa (Ugo Spirito e la fine della metafisica).

All’ampia sezione dedicata agli Atti seguono le Note, per questo fascicolo con due contributi firmati da Pietro de Vitiis, L’attualismo e il superamento della metafisica del soggetto, e Giuseppe Parlato, Tra identità sindacale e ruolo politico: note e appunti in margine ad un recente volume sul movimento sindacale italiano (si trattava degli Atti di Convegno Operai e contadini tra bisogni e ideali. Il movimento sindacale in Italia dall’età liberale all’Europa unita, in «Incontri Meridionali», 1-2, Messina 1992).

Come anticipato in apertura, al fine di dimostrare «un’attenzione più puntuale – qualitativamente e quantitativamente – al dibattito culturale, sia nel campo filosofico, che in quelli storico ed economico» (p. 9), le Recensioni rappresentano, con gli Atti di Spirito, il fulcro principale del fascicolo 1992. Risulta evidente dallo scorrere delle eterogenee pagine, soprattutto per la maggiore presenza rispetto agli anni precedenti di titoli legati alla Storia contemporanea, la nuova impronta defeliciana.

Hervé A. Cavallera si è occupato di Antimo Negri, L’inquietudine del divenire. Giovanni Gentile (Le Lettere, Firenze 1992); Andrea Paris di Augusto Del Noce, Da Cartesio a Rosmini. Scritti vari, anche inediti, di filosofia e storia della filosofia (a cura di F. Mercadante e B. Casadei, Giuffrè, Milano 1992); Giovanni Dessì di Norberto Bobbio, Profilo ideologico del Novecento italiano (Garzanti, Milano 1992); Tommaso Dell’Era di Ernst Nolte, Dopo il comunismo. Contributi all’interpretazione della storia del XX secolo (Sansoni, Firenze 1992); Alessandra Tarquini di Giovanni Gentile, La mia religione e altri scritti (a cura di Hervé A. Cavallera, Le Lettere, Firenze 1992); Gisella Longo di Intellettuali e cultura antidemocratica tra le due guerre mondiali (in «Storia contemporanea», a. XXII, n. 6, dic. 1991, pp. 961-1198); Roberto Chierichini sia di Gilles Deleuze, Nietzsche e la filosofia (Feltrinelli, Milano 1992) che di Francesco Saverio Chesi, Gentile e Heidegger. Al di là del pensiero (Egea, Milano 1992); Pietro Neglie di Sergio Turone, Storia del sindacato in Italia. Dal 1943 al crollo del comunismo (Laterza, Roma-Bari 1992) e di Andrea Ciampani, Lo statuto del sindacato nuovo (1944-1951) (Edizioni Lavoro, Roma 1991); Ornella Cilona di Mauro Canali, Cesare Rossi: da rivoluzionario a eminenza grigia del fascismo (il Mulino, Bologna 1991); Costantino Rossi di Walter Laqueur, L’Europa del nostro tempo. Una storia (Rizzoli, Milano 1992); e Paolo Tamassia di Figure dell’erranza. Immaginario del percorso nel romanzo francese contemporaneo (a cura di Gianfranco Rubino, Bulzoni, Roma 1991).

Come per le annate precedenti, la parte finale è occupata dalle Iniziative della Fondazione. La sezione si apre con i testi delle relazioni presentate in occasione della Presentazione degli “Annali” 1991, tenutasi il 3 dicembre 1992 a Roma, Residenza di Ripetta. All’incontro hanno partecipato Gaetano Calabrò, Renzo De Felice, Gaetano Rasi e Vincenzo Saba. Tra le relazioni è presente anche quella di Bruno Bottai, prevista in programma con tema la figura di Riccardo Del Giudice, ma non presentata quel giorno per l’assenza dell’Ambasciatore, in quel periodo segretario generale del Ministero degli Affari Esteri. Per le attività, è presente una notizia convegnistica e varie su Archivio e Biblioteca. La prima notizia è relativa al Convegno bergamasco sulla figura di Pietro Capoferri (10-11 ottobre 1992, Biblioteca civica “Angelo Mai”), corredata di ampia rivisitazione dei contenuti; le altre sono invece relative alla continua opera di catalogazione dei fondi e all’inserimento nel Sistema Bibliotecario Nazionale dell’ampio patrimonio posseduto, un’esigenza che si accompagnava non solo alla dimensione organizzativa, ma anche a un fondamentale passaggio oggi consolidato e routinario, ma nel ’92 embrionale ed eccezionale (tanto da farne una notizia): la transizione dai sistemi di archiviazione cartacei all’automazione digitale.

 

Gli Annali della Fondazione: una storia. 3/1991

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.

Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Il terzo fascicolo: gli “Annali” del 1991

Con il 1991 entra nel vivo un decennio di profondo cambiamento sia sul piano internazionale, con il definitivo collasso dell’impero sovietico e la disgregazione del sistema dei “satelliti” – che molte questioni porrà al processo d’integrazione europea –, sia sul piano interno. Si avvicina infatti un altro “collasso”: quello del radicato sistema partitico conosciuto in Italia a partire dal cruciale biennio 1943-45.

Gli “Annali” si presentano con una nuova e più strutturata veste redazionale, invero, rispetto al 1989 e al 1990 – anni in cui, ferma restando la direzione di Gaetano Rasi, la redazione era composta da soli tre membri: Giuseppe Parlato, Gianni Scipione Rossi e Antonio Russo –, per il 1991, sempre sotto la direzione di Rasi, entrano nel comitato di redazione anche Gianni Dessì, Gisella Longo (come segretaria di redazione) e Pietro Neglie, in aggiunta ai già richiamati Parlato – che diviene coordinatore –, Rossi e Russo.

Sul piano contenutistico, l’ulteriore novità è costituita dall’introduzione della sezione Ricerche che completa un fascicolo molto corposo e composto dalle già note sezioni: Saggi, Inediti, Note, Recensioni e Iniziative.

I tre saggi presenti negli “Annali” 1991, tutti di ambito filosofico, si incentrano sulle figure di Ugo Spirito, Giovanni Gentile e Marino Gentile. Il primo, di Hervé A. Cavallera, tratta de L’idea di Roma nel pensiero di Giovanni Gentile e di Ugo Spirito; il secondo, di Clementina Gily Reda, analizza criticamente a distanza di cinquant’anni la Vita come arte di Ugo Spirito (titolo completo dall’indice: 1991: cinquant’anni dalla Vita come arte di Ugo Spirito); e il terzo, di Giovanni Romano Bacchin, esamina L’attualismo nel pensiero di Marino Gentile.

Lo spazio riservato agli Inediti, costante elemento di spicco per la valorizzazione dei fondi documentari acquisiti nel tempo, è occupato da un ampio scritto di Giuseppe Parlato, intitolato Riccardo Del Giudice: dal sindacato al governo, che funge da introduzione alle Memorie del sindacalista di Lucera, le cui carte arrivarono in Fondazione nel 1988.

Nella ricca parte dedicata alle Note, sono presenti cinque contributi di cui quattro su temi filosofici e uno, pubblicato da Rasi, di ambito economico. La sezione si apre proprio con il lavoro di Gaetano Rasi, intitolato Su due recenti collane sugli economisti italiani, per poi seguire con gli scritti di Gianni Dessì (Le origini della critica al razionalismo in Augusto Del Noce), Antonio Russo (In margine ad alcuni studi italiani su Vico), Roberto Chierichini (Il pensiero filosofico di Carlo Diano) e Giovanni Salmeri (Le scienze ontiche nel primo Heidegger. Ipotesi a partire da Phänomenologie und Theologie).

La nuova sezione Ricerche, inserita ai fini della categorizzazione di tematiche inerenti a percorsi di ricerca in itinere e multidisciplinari, presenta tre studi: uno, di Rossana Villani, su Popolazione, politica demografica, e pensiero economico in Italia fra le due guerre; il secondo, di Bianca Lucia Mazzei, su Il dibattito sulle forme di mercato in Italia negli anni Trenta; e l’ultimo, di Biagio Genovesi, su Il modello olistico di Ugo Spirito.

Lo spazio riservato alle Recensioni ospita, per il 1991, la revisione critica di tre testi: Felicita Di Vetta si è occupata del volume L’intelligenza della poesia. Baudelaire-Verga-L’ermetismo-Fubini (di Vittorio Stella, Bonacci Editore, Roma 1990); Anna Rita Guaitoli del libro Un’arte per lo Stato (di Alessandro Masi, Marotta, Napoli 1990); e Massimo Finoia del testo di De Felice Mussolini l’alleato. L’Italia in guerra, 1940-1943; vol. I, Dalla guerra “breve” alla guerra lunga e vol. II, Crisi e agonia del regime (Einaudi, Torino 1990).

All’interno del fascicolo, l’ultima parte, le Iniziative, si apre con il testo dei contributi esposti in occasione della Presentazione degli “Annali” 1990, tenutasi a Roma nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana il 7 maggio 1991. Le relazioni dell’incontro sono state di: Eugenio Viola, Gaetano Rasi, Marco Maria Olivetti, Luciano Pellicani, Giuseppe Vacca e Renzo De Felice. Per il 1991 si è poi optato per una generica voce di chiusura, sempre sotto Iniziative, denominata Attività della Fondazione. In tale breve paragrafo risultano: la cronaca della riunione della Commissione Scientifica della Fondazione (15 giugno 1991); una notizia sulla partecipazione della Fondazione ai convegni di Trento (gennaio 1991) e Capri (settembre 1991), rispettivamente su archivi dei partiti politici e archivi di famiglia; un aggiornamento d’archivio sulla prima fase di acquisizione delle carte in copia di Camillo Pellizzi (settembre 1991) e sulla donazione – sempre in copia – delle carte politiche e corporative di Giuseppe Bottai; i resoconti dell’Incontro con la Fondazione a Torino, con Rasi e Mathieu (libreria Fògola, 17 ottobre 1991) e della terza conferenza nazionale degli Istituti culturali (dicembre 1991); e un’importante nota sintetica sull’avvicendamento alla presidenza della Fondazione tra Luigi Coda Nunziante – eletto Presidente onorario – e Renzo De Felice, avvenuto nel CdA del 18 febbraio 1992. Una svolta di centrale importanza per il futuro della Fondazione e degli “Annali”.

Gli Annali della Fondazione: una storia. 2/1990

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.

Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Gli “Annali” del 1990

L’anno 1990 segnò una fase intermedia tra due estremi molto significativi del Novecento: il crollo del Muro di Berlino – datato 9 novembre 1989 – e la dissoluzione dell’Unione Sovietica, decretata da un fallito colpo di Stato contro Gorbačëv, nell’estate del 1991, e dal collasso definitivo del dicembre 1991. La sensazione data dalla “fine di un’epoca” non poteva non investire anche l’ambito filosofico, d’altro canto, secondo quanto sottolineato da Hervé A. Cavallera all’interno del fascicolo, «l’attenzione al presente» – non riferita, in questo caso, a un preciso “presente” – costitutiva «una delle caratteristiche principali del pensiero di Ugo Spirito» (p. 27).

Pur non essendovi riflessioni direttamente correlate alla stretta attualità del tempo, permane l’approccio problematico nei confronti dei problemi storico-filosofici, una nota metodologica funzionale all’impostazione critica per lo studio della contemporaneità, specialmente in un fondamentale passaggio verso il nuovo Millennio.

Gli “Annali” di apertura dell’ultimo decennio del XX secolo presentano una struttura invariata rispetto al precedente fascicolo; si riscontra, infatti, sempre una suddivisione in cinque sezioni. L’unica eccezione significativa è rappresentata dalla sostituzione delle Rassegne con le Note, che ospitano, come vedremo, tre contributi.

Il volume si apre con la sezione Saggi, occupata da due studi su Spirito: il primo, pubblicato dal filosofo Armando Rigobello e intitolato Ugo Spirito: dal problema all’affermazione, si soffermava nello specifico sul problematicismo spiritiano e sulla possibilità dell’affermazione testimoniata dall’opera Ho trovato Dio; il secondo, del già richiamato Hervé A. Cavallera, allievo del filosofo aretino, analizza invece L’occhio del pensiero: Ugo Spirito tra gli anni ’60 e gli anni ’70, un’ampia disamina delle tante, cruciali e diverse problematiche che Spirito si trovò ad osservare nell’arco temporale indicato (la costruzione del futuro, la velocità, le simmetrie, la funzione sociale dell’arte, l’educazione delle masse, l’umanesimo scientifico, il saper vivere, gli anni di piombo, il mondo di domani).

Per quanto concerne gli Inediti, frutto anche in questo caso della ricerca d’archivio, gli “Annali” 1990 contengono due importanti testi. Il primo, di Giuseppe Parlato, futuro presidente della Fondazione, relativo a Il convegno italo-francese di studi corporativi (1935), introduce gli Atti integrali dei prestigiosi incontri romani tenutisi tra il 20 e il 23 maggio 1935 nella Villa Aldobrandini, sede dell’Istituto internazionale per l’unificazione del diritto privato; il secondo, redatto da Vittorio Mathieu, presenta invece l’inedito «documento» spiritiano L’io e le sue implicazioni – si può aggiungere, seguendo la riflessione di Mathieu – «dell’oggi» (p. 265).

Le Note, novità del 1990, presentano come già accennato, tre scritti di cui due inerenti all’ambito filosofico e uno all’ambito storico. La nota di apertura della sezione, di Tommasina Mazzone, ha come titolo L’istituzione del giudice popolare valutata da Spirito ed esamina uno degli aspetti dell’interesse spiritiano per i temi giuridici e in particolare per il diritto penale; Pietro Neglie, in una nota di carattere storiografico, si interroga invece sul fascismo di sinistra (il titolo è, invero, Note e considerazioni in margine a una recente pubblicazione sul fascismo di sinistra) partendo dalla lettura critica del testo di Luca Leonello Rimbotti, Il fascismo di sinistra (Settimo Sigillo, Roma 1990); la terza nota, curata da Gianni Dessì, si sofferma su Augusto Del Noce e la modernità. Il momento genetico della riflessione delnociana, un rapporto complesso e nodale nel percorso intellettuale del filosofo pistoiese.

Lo spazio riservato alle Recensioni ospita per il 1990 cinque contributi di autori diversi: Matteo Monaco si è occupato del volume Il pensiero di Ugo Spirito (Atti del Convegno romano del 1987, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma 1988-1990); Carla Samperi dell’opera Economia e società in Alberto Bertolino (Atti del Convegno fiorentino del 1988, in «Studi e informazioni», Quaderni 29, supplemento n. 1 al n. 2/1990, Banca Toscana, Firenze 1990); Antonio Russo del libro Giovanni Gentile. Per una interpretazione filosofica della storia contemporanea (di Augusto Del Noce, il Mulino, Bologna 1990); Carlos E. Ezcurra del testo, prefato da Norberto Bobbio, Croce-Gentile. Dal sodalizio al dramma (di Jader Jacobelli, Rizzoli, Milano 1989); e Roberto Chierichini della pubblicazione Giovanni Gentile filosofo europeo (di Salvatore Natoli, Bollati Boringhieri, Torino 1989).

L’ultima parte della rivista, come per il 1989, è dedicata alle Iniziative della Fondazione. Negli “Annali” del 1990 trovano spazio tre presentazioni e la notizia riguardante il nuovo Statuto. In apertura si trova la cronaca de La presentazione degli Annali 1989: una tavola rotonda su Ugo Spirito, tenutasi a Roma – nella Residenza di Ripetta – il 9 febbraio 1990. La discussione ha visto protagonisti Luigi Coda Nunziante, Gaetano Rasi, Sabino Cassese, Lucio Colletti, Vittorio Mathieu e Renzo De Felice. La seconda iniziativa riportata è invece la Presentazione degli Atti del convegno internazionale del 1987 sul pensiero di Ugo Spirito; l’opera è stata illustrata da Vincenzo Cappelletti, Vittorio Mathieu e Gaetano Rasi – con un ricordo finale di Armando Rigobello – nella Sala Igea dell’Istituto della Enciclopedia Italiana il 16 maggio 1990. Per la Presentazione dell’inedito Ho trovato Dio di Ugo Spirito, terza iniziativa inserita nel fascicolo, nella libreria Croce di Roma, il 27 giugno 1990, sono intervenuti Marco Maria Olivetti, Armando Rigobello e, per i saluti introduttivi, Gaetano Rasi. In chiusura del ricco fascicolo, si riscontra il testo del Nuovo Statuto della Fondazione, approvato dal Consiglio di Amministrazione il 18 dicembre del 1990 e composto da 14 articoli.

Gli Annali della Fondazione: una storia. 1/1989

Nota introduttiva

L’iniziativa si propone di ricostruire, tramite schede sintetiche e seguendo il criterio cronologico, il contenuto dei fascicoli degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” pubblicati nel decennio compreso tra il 1989 e il 1999.
Il significato di questo percorso è celato dietro ai molti, importanti studiosi coinvolti e ai tanti titoli pubblicati, formule sintetiche e poco significanti quando isolate, ma che permettono invece nell’insieme di avere una visione prospettica sulla direzione seguita nell’arco temporale considerato, ricco di stimoli e corrispondente alla chiusura, non solo fattuale, di un secolo.

Il primo fascicolo: 1989

La storia degli “Annali della Fondazione Ugo Spirito” inizia trent’anni fa – nel 1989 – quando, su iniziativa dell’allora presidente della Commissione scientifica Renzo De Felice, si decise di affiancare alle numerose attività scientifiche e culturali la pubblicazione di una rivista che coniugasse la volontà di valorizzare l’opera e il pensiero di Spirito – scomparso dieci anni prima, nel 1979 – con un progetto di più ampio respiro, volto a problematizzare e ad aprire a diverse sensibilità l’interpretazione dei grandi temi della cultura italiana e internazionale.

Il fascicolo si apre con la Presentazione di De Felice e si compone di cinque sezioni: Saggi, Inediti, Rassegne, Recensioni e Iniziative.

La sezione Saggi si apre con un’articolata riflessione del filosofo varazzino Vittorio Mathieu sul tema dell’Unità d’ispirazione del pensiero di Ugo Spirito, un’introduzione per concetti-chiave alle grandi domande della filosofia spiritiana. Nella stessa sezione, Vittorio Stella ha ricostruito l’analisi di Spirito sul Realismo e astrattismo dell’arte contemporanea, partendo dalle «posizioni mature» del filosofo aretino «che scaturiscono da La vita come arte» (p. 49).

Gli Inediti, provenienti dall’Archivio di Ugo Spirito – donato dalla moglie, Gianna Saba, nel 1981 –, connotano appieno la missione della Fondazione in merito alla riscoperta degli studi spiritiani. Guerra rivoluzionaria, opera introdotta da un saggio di Gaetano Rasi – primo direttore responsabile degli “Annali” e fondatore con Ernesto Massi dell’Istituto di Studi Corporativi – su La rivoluzione corporativa, e Ho trovato Dio, testo pubblicato con un’introduzione di Antonio Russo e una testimonianza di Cornelio Fabro, evidenziano in modo chiaro l’attenzione e la poliedrica capacità critica di osservazione di Ugo Spirito, curioso ed errabondo in molti campi del sapere umano.

Sempre sul piano della ricerca tematica relativa alle elaborazioni di Spirito, nella sezione Rassegne Massimo Finoia e Antonio Russo hanno rispettivamente tracciato un primo bilancio su I contributi alla scienza economica nella bibliografia di Ugo Spirito e sulle questioni del rapporto Gentile-Spirito e del corporativismo a dieci anni dalla morte del filosofo.

Uno spazio, conservatosi e consolidatosi poi nella tradizione scientifica della rivista, è riservato alle Recensioni e, dunque, alla necessaria opera di raccolta compiuta dagli studiosi, utile ai fini dell’aggiornamento. Sul fascicolo del 1989, tutte a firma A.R. (Antonio Russo), ne compaiono tre, sui seguenti titoli: Ugo Spirito, filosofo, giurista, economista (di Lino Di Stefano, Volpe Editore, Roma 1980); Problematicismo, ipotetismo e dissoluzione dell’io nella prospettiva filosofica di Ugo Spirito (di Giovanni D’Espinosa, Vittorietti Editore, Palermo 1983); e L’azione e il dubbio. Pedagogia e metafisica nel pensiero di Ugo Spirito (di Hervé A. Cavallera, Edizioni Magistero, Bologna 1988).

Farsi conoscere e soprattutto riconoscere come realtà scientifico-culturale di primo piano necessita di molti tasselli, tutti nel tempo fondamentali. L’ultima parte della rivista è invero dedicata alle Iniziative, titolo comprensivo non solo dei resoconti di convegni e presentazioni, ma anche delle attività di acquisizione, catalogazione e pubblicazione promosse dalla Fondazione. Per il primo fascicolo, trova spazio la cronaca de La presentazione della bibliografia di Spirito e i programmi della Fondazione – con contributi di Vincenzo Cappelletti (Ricordo di Ugo Spirito), Salvatore Valitutti (Presentazione dell’opera), Franco Tamassia (Caratteristiche e metodologia dell’opera) e Gaetano Rasi (I programmi della Fondazione) –; una dettagliata relazione sul Convegno internazionale «Il pensiero di Ugo Spirito» (Roma, Palazzo Mattei – Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 6-9 ottobre 1987); e la notizia relativa all’acquisizione, nel 1988, delle carte di Riccardo Del Giudice e Arnaldo Volpicelli.

Lo studio della Storia contemporanea in Italia: le Fondazioni a confronto a Palazzo Giustiniani

Nel settantesimo anniversario della fondazione dell’Istituto nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia (Insmli), l’Istituto Nazionale “Ferruccio Parri” ha organizzato un incontro tra le istituzioni culturali per la presentazione del progetto “Guerra in Italia 1943-1945. Guerra civile, occupazione, Resistenza”, realizzato in collaborazione con l’Istituto Storico Germanico di Roma.

L’iniziativa si svolge in due momenti separati, con sede a Milano il 9 dicembre 2019 e a Roma il 10 dicembre. A Milano l’Istituto Parri incontra i suoi omologhi degli altri paesi europei e in generale i suoi partner stranieri; a Roma si confronta con gli altri grandi istituti culturali italiani che si occupano di storia del Novecento. La Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice partecipa con il presidente Giuseppe Parlato a questo secondo appuntamento che si tiene al Senato, nella Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani.

“Guerra in Italia 1943-1945. Guerra civile, occupazione, Resistenza” è un metaportale, un nuovo strumento digitale che permette l’interrogazione simultanea e incrociata di quattro database: Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, Stampa Clandestina, Presenza militare tedesca in Italia e Stampa della Repubblica sociale italiana. Mette quindi a disposizione di studiosi e pubblico migliaia di informazioni sulla Seconda guerra mondiale in Italia, rimandando direttamente alle fonti e consentendo così inediti percorsi di approfondimento e di formazione.

A Milano, nella sessione della mattina, sono previsti gli interventi dei seguenti istituti: Institut für Zeitgeschichte di Monaco; Institut d’Histoire du Temps Présent di Parigi; Fondation de la Résistance di Parigi; Centre d’Etudes et de documentation guerre et sociétés contemporaines di Bruxelles; International Institute of Social History di Amsterdam. Nella sessione pomeridiana, per la presentazione del portale, saranno presenti il Memorial Democratic di Barcellona, il Memorial di Mosca, l’European Network Remembrance and Solidarity di Varsavia, la House of European History di Bruxelles.

A Roma, sul tema Le Fondazioni e lo studio della storia contemporanea in Italia, nella sessione antimeridiana sono in programma gli interventi dei seguenti istituti; Giunta centrale per gli studi storici; Istituto per la storia moderna e contemporanea; Fondazione Gramsci; Istituto Luigi Sturzo; Fondazione Basso; Fondazione La Malfa; Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Nel pomeriggio il portale sarà presentato con la presenza anche di Aici/Fondazione Rosselli di Firenze; Fondazione Turati di Firenze; Fondazione Feltrinelli di Milano; Fondazione Croce di Napoli; Fondazione Einaudi di Torino.

Erano già nati, a livello regionale e territoriale, istituti analoghi e altri ne sarebbero nati nei decenni successivi, anche grazie alla spinta dell’Insmli. Nasceva la più grande rete di istituti storici sul territorio nazionale, e l’unica dedicata al Ventesimo secolo.

In questi sette decenni la storia dell’Istituto nazionale è stata quella di un intreccio di ricerca scrupolosa e di didattica della storia del Novecento, di conservazione delle carte della Resistenza italiana e man mano di tanti altri enti ed associazioni operanti nel Paese. Sono stati decenni in cui la più rigorosa ricerca storica sul Novecento si è coniugata ad un forte impegno a difesa della democrazia repubblicana e della Costituzione e di promozione dei suoi valori.

L’Istituto nazionale Ferruccio Parri. Rete degli istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea (Infp), denominazione assunta nel 2017 dall’Insmli, vuole guardare a questo suo Settantesimo assieme alle maggiori Istituzioni e Fondazioni di studi storici operanti in Italia, e ad alcune grandi fondazioni operanti in Europa, con cui è da sempre in contatto. Intendiamo con questo confrontare le storie, diverse ma convergenti, delle grandi istituzioni di studi storici di questo Paese, e con alcune delle maggiori in Europa, che come l’Insmli-Infp abbiano incrociato storia e impegno.