Giuseppe Pardini, Prove tecniche di rivoluzione (Luni Editrice, Milano 2018)

 

Mercoledì 20 marzo, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in piazza delle Muse 25, è stato presentato il volume di Giuseppe Pardini, Prove tecniche di rivoluzione. L’attentato a Togliatti, luglio 1948, Luni Editrice, Milano 2018.

Alla presentazione sono intervenuti oltre all’autore:

Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice;

Giovanni Cerchia, professore associato di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise.

Le giornate successive all’attentato compiuto da un giovane nazionalista contro Palmiro Togliatti, segretario generale del Partito comunista italiano, il 14 luglio 1948, misero in serio pericolo la tenuta del nuovo sistema democratico, ad appena tre mesi dall’avvio della prima legislatura repubblicana. Lo sciopero generale a tempo indeterminato proclamato dalla Cgil e le forti manifestazioni di protesta inscenate dai partiti del Fronte democratico popolare parvero creare un clima insurrezionale in diverse zone del Paese, preludio a una conquista violenta del potere da parte del Pci. Ma il governo di De Gasperi seppe reggere molto bene l’urto, e la dura contrapposizione, anche per un sagace intervento delle forze dell’ordine, scemò nelle 48 ore successive in un niente di fatto, lasciando tuttavia la situazione nazionale ancora in una grande incertezza politica e sotto l’incubo di una ipotetica insurrezione (il fantomatico «piano K») ad opera di quella struttura illegale che veniva definita Apparato paramilitare comunista. Il volume analizza le vicende connesse ai moti del 14-17 luglio 1948 alla luce di una nuova e ampia documentazione inedita, proveniente dal ministero degli Interni e, soprattutto, dal ministero della Difesa, e utilizza, per la prima volta, le importanti carte degli uffici di informazione dello Stato maggiore dell’esercito. Tale documentazione (che in virtù della sua rilevanza viene riprodotta diffusamente) permette di ricostruire molti di quegli avvenimenti in maniera assai diversa da quanto fatto sinora, di analizzare nel dettaglio territoriale le prospettive strategiche dell’insurrezione comunista e di aprire ulteriori interrogativi sulla prassi politica del partito di Togliatti e su altri nodi irrisolti dei primi complessi anni dell’Italia repubblicana.

Giuseppe Pardini, professore associato di Storia contemporanea all’Università degli Studi del Molise (Campobasso), insegna anche Storia dei movimenti e dei partiti politici e Storia del giornalismo. Socio dell’Accademia Pugliese delle Scienze (Bari) e dell’Accademia Lucchese di Scienze Lettere e Arti (Lucca), ha pubblicato i libri Roberto Farinacci ovvero della rivoluzione fascista (Le Lettere, 2007); Fascisti in democrazia. Uomini, idee, giornali, 1946-1958 (Le Lettere, 2009); Nazione, ordine e altri disegni. Vicende politiche nella destra italiana, 1948-1963 (Le Lettere, 2011); Quel che pensava e diceva la gente. Della guerra dell’Italia e della Marina militare nella censura postale, 1940-1945 (dell’Orso, 2015); Mussolini e il grande impero. L’espansionismo italiano nel miraggio della pace vittoriosa, 1940-1942 (dell’Orso, 2016) e per Luni Editrice, Curzio Malaparte, biografia politica (1998).

Giovanni Paoloni, Roberto Reali, L. Ronzon (a cura di) I “primati” della scienza

 

Giovedì 7 marzo 2019, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, in piazza delle Muse 25, è stato presentato il volume I «primati» della scienza. Documentare ed esporre scienza e tecnica tra fascismo e dopoguerra, a cura di Giovanni Paoloni, Roberto Reali, L. Ronzon, Hoepli, Milano 2019.

Alla presentazione sono intervenuti:

Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice;

Giovanni Paoloni, è docente di Archivistica generale presso la Facoltà di Filosofia, Lettere, Scienze Umanistiche e Studi Orientali alla Sapienza Università di Roma, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni archivistici e librari nello stesso Ateneo. È autore di numerose pubblicazioni sulle vicende storiche delle imprese e delle istituzioni di ricerca scientifica in Italia, dall’Unità al secondo dopoguerra.

Roberto Reali, tecnologo al CNR, afferisce al Dipartimento di Scienze bio-agroalimentari per gli studi sul Paesaggio agrario. Docente all’Università di Tor Vergata e alla Sapienza di Roma presso il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale.

Il volume raccoglie i risultati delle ricerche condotte sulla “Raccolta Documentaria dei Primati Scientifici e Tecnici Italiani”: documenti, oggetti, materiale bibliografico e giornalistico raccolti dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) per la partecipazione dell’Italia all’Esposizione Universale di Chicago “A Century of Progress” del 1933. La raccolta, voluta da Mussolini e Guglielmo Marconi, rappresenta, per l’importanza dei protagonisti coinvolti, il contributo ideale della scienza e della tecnica italiane nel mondo e il loro ruolo durante il regime fascista. Un’occasione importante per il governo del tempo, impegnato a promuovere il CNR come soggetto coordinatore della politica della ricerca scientifico-tecnologica, al servizio della modernizzazione. La “Raccolta Documentaria” dà origine nel 1937 a un Museo delle Scienze all’interno del nuovo palazzo del CNR a Roma e trova infine la sua definitiva collocazione, a partire dagli anni Cinquanta, nel Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, dove perde la connotazione originale e assume nuovi significati. Riflettere sulle vicende di questo patrimonio e sull’immagine pubblica della scienza nel Ventennio può contribuire a guardare a questa rappresentazione in senso meno retorico e più storico, con una prospettiva che vada oltre le categorie autocelebrative dei “primati nazionali” o del “pantheon della scienza” e abbracci nuovi percorsi interpretativi.

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Petra Di Laghi, Da profughi ad esuli, (Edizioni Accademiche Italiane, Genova 2018)

 

Mercoledì 13 febbraio 2019, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione, è stato presentato il volume di Petra Di Laghi, Da profughi a esuli. L’esodo Giuliano-dalmata tra cronaca e memoria, Edizioni Accademiche Italiane, Genova 2018.

Con l’autrice sono intervenuti:

Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice;
Marino Micich, segretario generale della Società di Studi Fiumani;
Lorenzo Salimbeni, ricercatore storico.

Tra la fine della seconda guerra mondiale e la seconda metà degli anni Cinquanta la comunità italiana dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia lascia le sponde dell’Altro Adriatico, spinta a tale scelta da un complesso di ragioni psicologiche, sociali, culturali, politiche ed economiche in seguito all’assegnazione di quelle terre alla federazione jugoslava. Nella storiografia e nella memoria italiana tale fenomeno assunse la denominazione di “esodo giuliano-dalmata”, un flusso continuo di partenze che si protrassero per circa un decennio riversando i profughi giuliano-dalmati per la maggioranza in Italia, oltre che all’estero.
Questa ricerca oltre a fornire una panoramica delle vicende storiche che interessarono i territori della Venezia Giulia (sia in chiave storiografica sia attraverso l’analisi della stampa periodica e dell’opinione pubblica italiana), approfondisce il tema dell’accoglienza e dell’assistenza offerta ai profughi giuliano-dalmati nella società italiana del secondo dopoguerra, analizzando nello specifico il programma assistenziale che la città di Genova attivò nei loro confronti nel periodo compreso tra il 1945 e il 1955.

Petra Di Laghi nata a Genova il 23 maggio 1992, dove, dopo aver conseguito la maturità classica, intraprende gli studi universitari e nel novembre 2014 si laurea al corso triennale di Storia presso l’Università degli studi di Genova. Continua la formazione universitaria iscrivendosi al corso magistrale di Scienze storiche dell’Università degli studi di Torino, dove il 12 luglio 2017 si laurea a pieni voti con la tesi L’esodo giuliano-dalmata tra emergenza e accoglienza: il caso di Genova (1945-1955). Dopo la laurea, si iscrive nell’ottobre 2017 al Master in Comunicazione storica presso l’Università di Bologna e nell’aprile 2018 pubblica il suo primo libro dal titolo Da profughi ad esuli: l’esodo giuliano-dalmata fra cronaca e memoria.

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Danilo Breschi, Mussolini e la città (Luni editrice 2018)

 

Giovedì 17 gennaio 2019, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione, è stato presentato il volume di Danilo Breschi, Mussolini e la città. Il fascismo tra antiurbanesimo e modernità, Luni Editrice, 2018.

Con l’autore sono intervenuti:

Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

Simone Misiani, docente di Storia contemporanea, Università di Teramo.

Rodolfo Sideri, docente di storia e filosofia, Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.


Il libro

Il fascismo fu moderno o anti-moderno? La sua ideologia, così come le sue decisioni politiche, furono una combinazione di modernità e di anti-modernità, oppure no? E se lo fu, quella ambivalenza va letta come il risultato di una consapevole strategia o piuttosto la conseguenza non voluta di scelte politiche adottate secondo circostanze casuali e necessità contingenti? Un’analisi del rapporto fra città e campagna durante il fascismo può dire qualcosa di più preciso sulla natura di quel particolare regime che fu il fascismo, se cioè si possa definire autoritario oppure totalitario?

A queste e ad altre domande risponde il volume di Danilo Breschi, frutto di una ricerca vasta e accurata. In sostanza, al centro del libro vi è il controverso rapporto fra il fascismo e la modernizzazione, letto attraverso il fenomeno dell’urbanesimo in Italia tra le due guerre mondiali, un processo di trasformazione che coinvolge e travolge costume, economia, cultura politica, antropologia e che segna, di fatto, il passaggio, spesso ancora contraddittorio e incerto, dalle comunità agricole tradizionali alla moderna società industriale.

Danilo Breschi è professore associato di Storia delle dottrine politiche presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma (UNINT), dove insegna anche Elementi di politica internazionale e Storia delle culture politiche. È membro del Research Network on the History of the Idea of Europe, del comitato direttivo della «Rivista di Politica» e del comitato scientifico dell’Istituto Storico per il Pensiero Liberale. Fra le sue pubblicazioni: Camillo Pellizzi. La ricerca delle élites tra politica e sociologia (1896-1979) (con G. Longo, Rubbettino 2003); Sognando la rivoluzione. La sinistra italiana e le origini del ’68 (Mauro Pagliai 2008); Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione (Rubbettino 2010); Meglio di niente. Le fondamenta della civiltà europea (Mauro Pagliai 2017).

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Andrea Ungari, La guerra del Re (Luni Editrice, 2018)

 

Mercoledì 7 novembre 2018, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione (Piazza delle Muse 25 – Roma), è stato presentato il volume di Andrea Ungari, La guerra del Re. Monarchia, sistema politico e forze armate nella Grande Guerra, Luni Editrice, 2018.

Con l’autore sono intervenuti: Antonio Varsori, professore di Storia delle relazioni internazionali, Università di Padova; Andrea Guiso, professore di Storia contemporanea, La Sapienza Università di Roma; Gianni Scipione Rossi, vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.


Il libro

Il ruolo di Vittorio Emanuele III rispetto alla Prima guerra mondiale è stato quello di un semplice notaio o è stato quello di un protagonista?
Attraverso una documentazione archivistica inedita e una copiosa bibliografia, la ricerca di Andrea Ungari fa emergere l’immagine di un sovrano che svolse un ruolo fondamentale nel condurre l’Italia prima alla decisione di entrare in guerra, poi alla vittoria.

Il penultimo re d’Italia appare l’effettivo perno del sistema politico italiano, al quale sia gli alleati sia la classe dirigente liberale si sono rivolti per tutta la durata del conflitto. In questo contesto, le complesse relazioni tra Monarchia, politica ed esercito costituiscono la parte più interessante e originale della ricerca: non a caso, i rapporti tra corona e sistema politico hanno trovato nel conflitto mondiale il momento di più acuta tensione dalla concessione dello Statuto Albertino in poi.
E di tale complessità, senza pregiudizi, questo volume dà conto sottolineando il ruolo di primo piano della istituzione monarchica e, naturalmente, del suo rappresentante.

Andrea Ungari (1971) è professore associato di Storia contemporanea presso l’Università Guglielmo Marconi e docente di Teoria e Storia dei Partiti presso la LUISS Guido Carli. Si occupa di storia politica italiana dal periodo liberale a quello repubblicano e di storia militare relativa alla Prima guerra mondiale. Tra i suoi lavori In nome del Re. I monarchici italiani dal 1943 al 1948 (2004), Un conservatore scomodo. Leo Longanesi dal fascismo alla Repubblica (2007), I monarchici e la politica estera italiana nel secondo dopoguerra (2012).

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Emanuele Merlino, Michele Pigliucci, Alessandro Voglino (a cura di). Eroi (Idrovolante Edizioni, 2018)

 

Mercoledì 24 ottobre 2018, alle 18.00, la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e il Comitato 10 febbraio hanno presentato il libro: EROI. Ventidue storie dalla Grande Guerra, Idrovolante Edizioni, 2018.
Ha introdotto il vicepresidente della Fondazione Gianni Scipione Rossi.
Ne hanno discusso gli autori Emanuele Merlino, Michele Pigliucci e Alessandro Voglino.
Ha concluso il presidente della Fondazione Giuseppe Parlato.

 

Il libro

Un eroe per ciascuna delle venti regioni d’Italia, uno per le terre irredente, uno per i figli dell’emigrazione. Memorie di gesta. Gesta da ricordare oggi che la Nazione è abbrutita nell’individualismo. In cui la rimozione di ciò che fece grande l’Italia è incessante. In cui i centenari che possono essere ricordati sono solo quelli delle sconfitte.
Perché si è deciso di cancellare il ricordo della Vittoria nella Prima Guerra mondiale?
Che fine ha fatto l’idea latina che Dulce et decorum est pro patria mori, «è dolce e decoroso morire per la Patria»? Queste sono le storie di italiani che avevano fatto propria quell’idea. Storie vere tra le migliaia e migliaia che hanno illuminato l’Italia durante la Grande Guerra. Storie che, se fossero ricordate, ci farebbero smettere d’essere meschini, rancorosi, autolesionisti e disfattisti.

Raccontare questi eroi ardimentosi, eroi riluttanti, eroi per caso serve a scrostarli dalla retorica deprimente. Raccontarli oltre il bronzo e il marmo di monumenti ormai dimenticati.
Farli diventare, a distanza di un secolo, quello che meritano e quello che volevano: essere esempio e mito.

Racconti di:
Carlomanno Adinolfi, Andrea Benzi, Antonio Alberto Capraro, Marco Cimmino, Daniele Dell’Orco, Fabio Massimo Frattale Mascioli, Federico Goglio, Emanuele Mastrangelo, Emanuele Merlino, Andrea Moi, Raoul Padroni, Enrico Petrucci, Michele Pigliucci, Fiorenza Piccolo, Pierluigi Romeo di Colloredo Mels, Roberto Roseano, Davide Rossi, Lorenzo Salimbeni, Chiara Stellati, Irene Tommasi, Alessandro Voglino.

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Tamara Colacicco, La propaganda fascista nelle università inglesi (Franco Angeli 2018)

 

Mercoledì 17 ottobre 2018, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità” è stato presentato il volume di Tamara Colacicco MariuzzoLa propaganda fascista nelle università inglesi. La diplomazia culturale di Mussolini in Gran Bretagna 1921-1940 (Franco Angeli, 2018).

Focalizzandosi sulla diplomazia culturale estera del fascismo, l’autrice si concentra sulcase study britannico valutando per la prima volta il ruolo svolto dai docenti universitari diItalian Studies nell’ambito della propaganda all’estero del regime. Grazie a un accurato lavoro d’archivio su fonti britanniche ed italiane finora inesplorate – in particolare i documenti del The National Archives di Londra, dell’Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri e dell’Archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice –, il libro ricostruisce l’attività politica di intellettuali “funzionari” e “militanti”, soffermandosi su personalità storiograficamente poco considerate in relazione al loro rapporto con il regime, quali Cesare Foligno, Alfredo Obertello e Pietro Rèbora.
Il risultato è la scoperta di un avvincente network che offre un contributo originale per esplorare l’esercizio della propaganda estera fascista e il problema degli italiani emigrati durante il Ventennio.

L’incontro è stato introdotto e moderato da Andrea Perrone della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Presente il Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Giuseppe Parlato.

Tamara Colacicco è ricercatrice in Storia contemporanea ed esperta in relazioni culturali e politiche anglo-italiane tra le due guerre. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Inghilterra (University of Reading) ed è stata assegnista di ricerca della University of London. Attualmente svolge attività di ricerca come Postdoctoral Fellow presso la University of London. Numerose le sue pubblicazioni su prestigiose riviste accademiche italiane, inglesi e americane.

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Andrea Cangini, La Camicia nera di mio padre (Minerva Edizioni 2018)

Lunedì 24 settembre 2018, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità” è stato presentato il volume a cura di Andrea CanginiLa Camicia nera di mio padre. Riflessioni sulla morte della patria (Minerva Edizioni 2018).

Le ultime volontà di un padre morente, gli interrogativi di un figlio, l’occasione, struggente, per dare risposta a domande rimosse: perché gli italiani furono fascisti e perché ci sono ancora tanti insospettabili che si considerano tali. Domande proscritte, che ne pongono pertanto fatalmente un’altra: l’aver rimosso il trauma dell’8 settembre 1943 ci ha resi più forti o più deboli? Attorno a questi temi essenziali e alla memoria di un uomo “normale” ragionano in questo volume il figlio del giornalista Franco Cangini, al quale il volume è dedicato, colleghi e amici, tra i quali Pierluigi Battista, Ernesto Galli Della Loggia, Roberto Gervaso, Walter Veltroni e Luciano Violante.

Con il curatore Andrea Cangini sono intervenuti nel dibattito Rodolfo SideriGiuseppe Parlato e Gianni Scipione Rossi.

Giornalista, direttore de “Il Resto del Carlino” e del “Quotidiano Nazionale” dal 2014 al 2018, Andrea Cangini è attualmente senatore della Repubblica.

Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice 2016-2017

 

Mercoledì 12 settembre 2018, si è tenuto presso i locali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice in Piazza delle Muse 25, Roma, a partire dalle ore 17,30, la presentazione dei nuovi Annali della Fondazione.

Il fascicolo 2016-2017 è dedicato in particolare alla figura del geo-economista Ernesto Massi. La sezione monografica, curata da Andrea Perrone, si intitola “Ernesto Massi fra geografia e politica”, e comprende saggi di Arrigo Bonifacio, Michele Pigliucci, Lorenzo Salimbeni, Rodolfo Sideri.

Bonifacio ha trattato della rivista “Geopolitica”, che Massi diresse insieme a Giorgio Roletto, con particolare riguardo alla questione delle terre irredente. Pigliucci si è occupato della centralità geopolitica della città di Trieste. Salimbeni dell’approccio geografico e militare Massi alla Seconda guerra mondiale. Sideri ha analizzato l’attività politica del geo-economista nel secondo dopoguerra nel quadro della cosiddetta Sinistra nazionale. L’attività scientifica di Massi, presso l’Istituto coloniale fascista di Milano, è stata sviluppata da Perrone. La sezione monografica si chiude con i ricordi di Gaetano Rasi e Gianni Scipione Rossi.

Nel medesimo fascicolo, di particolare interesse il saggio di Berardi su Edmondo De Amicis. Storie europee e internazionali di un giornalista positivista.

Da segnalare, nel fascicolo 2014-2015 il saggio di Matteo Antonio Napolitano sul geografoGian Domenico Romagnosi, il lavoro di Berardi sulla visione europeista di Carlo Cattaneo, lo studio di Federica Formiga sulla propaganda di guerra durante il primo conflitto mondiale.

In evidenza, nel fascicolo 2012-2013, il saggio di Guido Palamenghi Crispi sulla memoria della spedizione dei Mille.

Presenti i componenti del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione.

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Andrea Ciampani e Domenico Maria Bruni (a cura di), Istituzioni politiche e mobilitazioni di piazza (Rubbettino Università 2018)

 

Giovedì 21 giugno 2018 nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore, tra storia e attualità” è stato presentato il volume a cura di Andrea Ciampani e Domenico Maria Bruni Istituzioni politiche e mobilitazioni di piazza (Rubbettino Università 2018).

Le complesse dinamiche tra i “palazzi” della politica e l’intervento delle “piazze” che condussero alle “radiose giornate” del maggio 1915 e all’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra non costituiscono un fenomeno isolato della storia nazionale. Il volume ripercorre alcuni specifici e cruciali tornanti nella storia italiana in cui si è manifestata con particolare forza un’articolata interazione tra istituzioni nazionali e mobilitazioni dell’azione collettiva nella decisione politica: dal dibattito sull’esercito garibaldino dell’aprile 1861 all’attitudine della guardia nazionale nei confronti del Parlamento del maggio 1873; dallo stato d’assedio di Milano del 1898 allo svolgimento della “settimana rossa” del giugno 1914, fino alla marcia su Roma dell’ottobre 1922; dall’attentato a Togliatti del 1948 alle manifestazioni di Genova del 1960; dall’autunno caldo del 1969 alla contestazione universitaria del febbraio 1977; dalla marcia dei Quarantamila dell’ottobre 1980 al lancio delle monetine a Craxi del 1993. Ne esce un affresco interessante per ripensare tradizioni critiche e punti di forza dalla vita socio-politica e istituzionale dell’Italia unita.

Introduzione di Giuseppe ParlatoOrdinario di Storia Contemporanea e Presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.

Intervento a cura di Silvio BerardiUniversità Niccolò Cusano di Roma e Danilo BreschiUniversità degli Studi Internazionali di Roma.

L’incontro si è svolto presso i locali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice in Piazza delle Muse 25, Roma a partire dalle ore 17,30.

Andrea Ciampani è professore ordinario di Storia contemporanea presso la Libera Università Maria Ss. Assunta (LUMSA) di Roma. E’ chairman dello Scientific Board del network di ricerca “Encounters of European Elites in the 19th Century”. ha curato, tra l’altro, i volumi L’Unità d’Italia in Europa, 2013 e per Rubbettino, Alle origini dell’International Co-operative Alliance (1895-1913), con P. Acanfora, 2017.

Domenico Maria Bruni è assistant professor di Comparative Political History presso la scuola IMT Alti Studi Lucca. Si occupa di storia politica e delle istituzioni con particolare riferimento all’Italia e alla Gran Bretagna nei secoli XIX e XX. Tra i suoi lavori: “Con regolata indifferenza, con attenzione costante”. Parola stampata e potere politico nel Granducato di Toscana 1814-1847, 2015; ha curato, per Rubbettino, Il municipalismo democratico in età giolittianaLa giunta Nathan a Roma, 2010.

 

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