Restaurate tre collezioni di periodici dell’Emeroteca

Ѐ rientrato in sede il materiale di emeroteca sottoposto a operazioni di restauro, con il contributo della Soprintendenza archivistica e bibliografica del Lazio ai sensi degli artt. 31, 35 e 36 del d. lgs 42/2004, Annualità 2019, autorizzato con nota del 22 giugno 2020.
Si tratta di 230 fascicoli della collezione “Libro e moschetto”, dal 1939 al 1943, e quella de “Le Forze armate” a partire dal 1941 e conclusasi anch’essa nel luglio 1943, nonché di 237 fascicoli del periodico «L’Uomo Qualunque» per gli anni dal 1945 al 1953. I fascicoli sono stati collocati, ciascuno, in una cartella di carta da conservazione con riserva alcalina, e sono conservati in apposite scatole. Essi tornano dunque nella disponibilità degli studiosi.
Il restauro è stato effettuato dalla Società ImagoArte.

Acquisito dalla Fondazione l’epistolario del pittore russo Aleksandr Volkov a Eleonora Duse

La Fondazione ha acquisito le lettere scritte dal pittore e aristocratico russo Aleksandr Volkov a Eleonora Duse tra il 1891 e il 1893.
Il fondo consiste in 303 missive indirizzate alla Duse da Aleksandr Nikolaevič Volkov-Mouromtzov, pittore noto con il nome d’arte di A.N. Roussoff, durante il periodo della loro relazione (1890-1894). Le lettere furono consegnate nel 1923 dall’attrice all’amica Christiane Thun-Salm (1859-1935), che le custodì in una borsa da viaggio. Lasciate alla sua morte al figlio Paul Thun-Hohenstein (1884-1963) con il patto di non aprire la borsa per cinquanta anni, furono in seguito “scoperte” da Eleonore Thun-Hohenstein, figlia di Paul, che nel 1985 aprì la borsa trovandosi di fronte il prezioso lascito. Il fondo raccoglie lettere, telegrammi, biglietti scritti da Volkov ed è di estrema importanza per «ricostruire alcuni aspetti della recitazione della celebre attrice» (A. Sica, D’amore e d’arte. Le lettere a Eleonora Duse di Aleksandr Volkov nel lascito Thun-Salm e Thun-Hohenstein, Mimesis, Milano-Udine 2020, p. 36). Le lettere sono pubblicate nel citato volume curato dalla professoressa Anna Sica, e impreziosito da introduzioni che contestualizzano la vicenda. Le lettere e il volume con le loro trascrizioni sono a disposizione degli studiosi.
La documentazione è stata donata alla Fondazione dall’erede del fondo, Sophie Mensdorff-Pouilly, nipote di Eleonore Thun-Hohenstein,  il 17 maggio 2021.

Presentato a Roma “Attilio Tamaro: il diario di un italiano”

Grazie all’ospitalità della Casa delle Associazioni Regionali – UNAR, si è tenuta il 24 giungo a Roma la presentazione del volume  di Gianni Scipione Rossi Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), edito da Rubbettino Editore con il sostegno della Fondazione.  Con l’autore ne hanno parlato Alessandro Campi, ordinario di Storia delle dottrine politiche nella Università di Perugia e direttore della “Rivista di Politica”, Enrico Morbelli, giornalista e presidente dell’Associazione Piemontesi a Roma – Famija Piemontèisa e Francesco Pittoni, presidente del Fogolâr Furlan di Roma, presenti i nipoti di Tamaro, Attilio e Livia.
Ecco il video dell’incontro:
Il libro
Triestino di origine istriana, giornalista, storico, diplomatico, Attilio Tamaro (1884-1956) è stato uno dei massimi protagonisti dell’irredentismo giuliano. Autore prolifico di saggi storici e politici, ha lasciato inedito il suo diario privato, che si sviluppa dalla Trieste austroungarica del 1911 alla guerra vinta, attraversa il fascismo per superare la fine del regime e affacciarsi nella guerra civile e nella ricostruzione. Un grande e intenso affresco – privo di filtri – su quasi quarant’anni di storia italiana ed europea.
Di cultura nazional-patriottica, monarchico, volontario nella Grande Guerra, teorico del nazionalismo, aderì al fascismo nel 1922. Contrario all’antisemitismo, fu espulso dal Pnf nel 1943, non aderì alla Rsi e da neo-irredentista tornò a difendere l’italianità di Trieste e delle terre adriatiche.
Nel diario le sue analisi, i retroscena politici e gli incontri con centinaia di persone, da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai. E ancora, intellettuali, politici e diplomatici incrociati nel suo peregrinare tra Trieste, Roma, i Balcani, Vienna, Parigi, Londra, Fiume, Amburgo, Helsinki, Mosca, Leningrado e Berna.
Il diario è introdotto da una biografia basata sullo scandaglio di documenti e carteggi, presenti in diversi fondi archivistici. Ne emerge la complessa e tormentata personalità di un uomo di grande cultura, capace di dialogare a tutto campo. Margherita Sarfatti così gli dedica il suo Dux: «Ad Attilio Tamaro, italianissimo figlio di Trieste, nel nome di Trieste, madre della mia madre, offre con amicizia». «Ho letto – scrive Tamaro a Umberto Saba – le tre poesie con eguale piacere: mirabile mi sembra “La preghiera dell’angelo custode”, dove l’episodio è ricordato con arte purissima ed è poi elevato a una vasta significazione. Attendo vivamente l’annunciato volume di poesia».
Tamaro è in relazione con tutti i protagonisti dell’irredentismo triestino, istriano e dalmatico, in particolare Camillo Ara, Mario Alberti, Giorgio Pitacco, Salvatore Segré Sartorio, Fulvio Suvich, Francesco Salata. Intensi i suoi rapporti con Eugenio Balzan, Camillo Castiglioni, Francesco Coppola, Mario Missiroli, Giuseppe Volpi di Misurata. Feroci le sue critiche a Galeazzo Ciano – «satrapo orientale» – e a Mussolini che, dopo averlo ammirato, quando nasce la Rsi definisce «il farneticante di lassù».
Nella biografia emerge anche la figura del figlio di Tamaro, Tullio, che nel 1942 entra nel Pci clandestino milanese e con Emilio Sereni rappresenterà il partito nel Cln regionale lombardo.

Gianni Scipione Rossi, Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2021, pp. 1066, €49,00 (ISBN 978-88-498-6613-1)

https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/attilio-tamaro-il-diario-di-un-italiano-1911-1949/

“Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana”: mercoledì 23 giugno convegno Lumsa-Fondazione

Mercoledì 23 giugno 2021 si svolgerà, nella Sala “Giubileo” della Università Lumsa di Roma, in via di Porta Castello, 44, il Convegno “Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana”, organizzato dalla Lumsa e dalla Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e strutturato su due sessioni. La sessione mattutina, dalle ore 9.30, vedrà la partecipazione di Francesco Bonini, Rettore della Lumsa, ordinario di Storia delle istituzioni politiche e presidente della sessione, Anna Gianna Manca, associata di Storia delle istituzioni politiche nella Università di Trento, Fabrizio Rossi del Senato della Repubblica, Gerardo Nicolosi, associato di Storia contemporanea nella Università di Siena, Paolo Colombo, ordinario di Storia delle istituzioni politiche nella Università Cattolica di Milano, Marco Maria Aterrano, ricercatore di Storia contemporanea nella Università di Messina, Vera Capperucci, ricercatrice di Storia contemporanea nella Luiss-Guido Carli di Roma e Luigi Ciaurro del Senato della Repubblica e docente Lumsa. La sessione pomeridiana, dalle ore 15.00, presieduta da Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma e presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, vedrà la partecipazione del Rettore della Lumsa Francesco Bonini, di Felice Giuffré, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico nella Università di Catania, Giovanni Orsina, ordinario di Storia contemporanea nella Luiss-Guido Carli di Roma, Nicola Lupo, ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico nella Luiss-Guido Carli di Roma, Luigi Blanco, ordinario di Storia delle istituzioni politiche nella Università di Trento, Marco Olivetti, ordinario di Diritto costituzionale nella Lumsa di Roma, Antonella Meniconi, ordinario di Storia delle istituzioni politiche alla Sapienza di Roma, Solveig Cogliani, magistrato, consigliere della III Sez. del Consiglio di Stato, Antonio Varsori, ordinario di Storia delle relazioni internazionali nella Università di Padova, e Roberto Baratta, ordinario di diritto internazionale e di diritto dell’Unione europea nella Università di Roma Tre.
I lavori del Convegno, realizzato grazie al contributo concesso dalla Direzione generale Educazione, Ricerca e Istituti culturali, verranno trasmessi in streaming sui canali YouTube della Lumsa e della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice.
Per la partecipazione in presenza è necessario comunicare la propria adesione, entro il prossimo martedì 22 giugno, all’indirizzo: info@fondazionespirito.it

Martedì 22 giugno la Fondazione a Spaziolibero su Rai3

Martedì 22 giugno 2021, la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice è stata ospite di Spaziolibero, l’appuntamento di Rai Parlamento dedicato al mondo della cultura e della società. In trasmissione, il presidente Giuseppe Parlato e il vicepresidente Gianni Scipione Rossi.
Il programma è  in onda su Rai3 alle ore 11.00. Per vederlo, clicca sul link.

Il 24 giugno a Roma la presentazione del diario di Attilio Tamaro

Il volume di Gianni Scipione Rossi Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), Rubbettino 2021, sarà presentato giovedì 24 giugno 2021, alle ore 18.30, nella terrazza della Casa delle Associazioni Regionali – UNAR, in via Ulisse Aldovrandi, 16 a Roma.
Il volume contiene la biografia di Tamaro e il suo diario inedito, conservato nell’archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Con l’autore ne parleranno   Alessandro Campi, ordinario di Storia delle dottrine politiche nella Università di Perugia e direttore della “Rivista di Politica”, Enrico Morbelli, giornalista e presidente dell’Associazione Piemontesi a Roma – Famija Piemontèisa, e Giuseppe Parlato, ordinario di Storia contemporanea nella UNINT di Roma e presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Saranno presenti i nipoti di Attilio Tamaro.

NEL RISPETTO DELLE NORME SANITARIE È OBBLIGATORIA LA PRENOTAZIONE FINO A ESAURIMENTO POSTI ALLA SEGRETERIA DELLA “FAMIJA PIEMONTÈISA” ESCLUSIVAMENTE TRAMITE SMS O WHATSAPP AL NUMERO 349.5487626. (In caso di pioggia la presentazione si terrà nella Sala Italia)

Il libro
Triestino di origine istriana, giornalista, storico, diplomatico, Attilio Tamaro (1884-1956) è stato uno dei massimi protagonisti dell’irredentismo giuliano. Autore prolifico di saggi storici e politici, ha lasciato inedito il suo diario privato, che si sviluppa dalla Trieste austroungarica del 1911 alla guerra vinta, attraversa il fascismo per superare la fine del regime e affacciarsi nella guerra civile e nella ricostruzione. Un grande e intenso affresco – privo di filtri – su quasi quarant’anni di storia italiana ed europea.
Di cultura nazional-patriottica, monarchico, volontario nella Grande Guerra, teorico del nazionalismo, aderì al fascismo nel 1922. Contrario all’antisemitismo, fu espulso dal Pnf nel 1943, non aderì alla Rsi e da neo-irredentista tornò a difendere l’italianità di Trieste e delle terre adriatiche.
Nel diario le sue analisi, i retroscena politici e gli incontri con centinaia di persone, da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai. E ancora, intellettuali, politici e diplomatici incrociati nel suo peregrinare tra Trieste, Roma, i Balcani, Vienna, Parigi, Londra, Fiume, Amburgo, Helsinki, Mosca, Leningrado e Berna.
Il diario è introdotto da una biografia basata sullo scandaglio di documenti e carteggi, presenti in diversi fondi archivistici. Ne emerge la complessa e tormentata personalità di un uomo di grande cultura, capace di dialogare a tutto campo. Margherita Sarfatti così gli dedica il suo Dux: «Ad Attilio Tamaro, italianissimo figlio di Trieste, nel nome di Trieste, madre della mia madre, offre con amicizia». «Ho letto – scrive Tamaro a Umberto Saba – le tre poesie con eguale piacere: mirabile mi sembra “La preghiera dell’angelo custode”, dove l’episodio è ricordato con arte purissima ed è poi elevato a una vasta significazione. Attendo vivamente l’annunciato volume di poesia».
Tamaro è in relazione con tutti i protagonisti dell’irredentismo triestino, istriano e dalmatico, in particolare Camillo Ara, Mario Alberti, Giorgio Pitacco, Salvatore Segré Sartorio, Fulvio Suvich, Francesco Salata. Intensi i suoi rapporti con Eugenio Balzan, Camillo Castiglioni, Francesco Coppola, Mario Missiroli, Giuseppe Volpi di Misurata. Feroci le sue critiche a Galeazzo Ciano – «satrapo orientale» – e a Mussolini che, dopo averlo ammirato, quando nasce la Rsi definisce «il farneticante di lassù».
Nella biografia emerge anche la figura del figlio di Tamaro, Tullio, che nel 1942 entra nel Pci clandestino milanese e con Emilio Sereni rappresenterà il partito nel Cln regionale lombardo.
Gianni Scipione Rossi, Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2021, pp. 1066, €49,00 (ISBN 978-88-498-6613-1)

https://www.store.rubbettinoeditore.it/catalogo/attilio-tamaro-il-diario-di-un-italiano-1911-1949/

Donato alla Fondazione l’archivio di Domenico Giglio

Domenico Giglio, dirigente delle formazioni monarchiche che si sono succedute tra il 1946 e gli anni Settanta, ha donato alla Fondazione il suo archivio privato.

Domenico Giglio (Roma 1932) è stato dirigente del Fronte monarchico giovanile dell’Unione monarchica e successivamente del Movimento giovanile del Partito nazionale monarchico negli anni Cinquanta e Sessanta. Consigliere nazionale del Partito democratico italiano di unità monarchica (Pdium), nel 1972 si oppose alla fusione del Partito con il Movimento sociale italiano, costituendo il gruppo “Alleanza Monarchica” di cui fu Segretario nazionale fino al 1977, per poi divenirne Presidente. Dal 1969 ha fatto parte del Comitato direttivo del Circolo di cultura politica “Rex”, di cui dal 1983 è stato Vicepresidente e Presidente dal 2014. Nel periodo dal 1960 al 1975 è stato componente della Giunta esecutiva dell’Unione monarchica e tra il 1961 e il 1965 ha diretto il periodico “Critica monarchica”. Dal 1994 fa parte della Consulta dei Senatori del Regno.

L’archivio, attualmente custodito in cinque faldoni, conserva soprattutto documentazione della militanza di Giglio quale dirigente del settore giovanile delle formazioni politiche dei monarchici italiani. Numerosi sono i periodici dell’area di riferimento, che coprono un cospicuo lasso di tempo e raccontano le differenti posizioni assunte dai monarchici di fronte alle scelte politiche e sociali dell’Italia repubblicana. Ѐ presente corrispondenza tra iscritti, dirigenti, militanti. Tra le carte si trovano inoltre documenti congressuali, verbali, appunti. La documentazione copre gli anni Cinquanta-Sessanta.

In libreria il diario inedito di Attilio Tamaro

Curato da Gianni Scipione Rossi, che ne ha scritto la biografia, è in libreria il diario inedito di Attilio Tamaro, conservato nell’archivio della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice. Il volume è pubblicato da http://www.rubbettinoeditore.it, con il sostegno della Fondazione.

Scheda

Triestino di origine istriana, giornalista, storico, diplomatico, Attilio Tamaro (1884-1956) è stato uno dei massimi protagonisti dell’irredentismo giuliano. Autore prolifico di saggi storici e politici, ha lasciato inedito il suo diario privato, che si sviluppa dalla Trieste austroungarica del 1911 alla guerra vinta, attraversa il fascismo per superare la fine del regime e affacciarsi nella guerra civile e nella ricostruzione. Un grande e intenso affresco – privo di filtri – su quasi quarant’anni di storia italiana ed europea.
Di cultura nazional-patriottica, monarchico, volontario nella Grande Guerra, teorico del nazionalismo, aderì al fascismo nel 1922. Contrario all’antisemitismo, fu espulso dal Pnf nel 1943, non aderì alla Rsi e da neo-irredentista tornò a difendere l’italianità di Trieste e delle terre adriatiche.
Nel diario le sue analisi, i retroscena politici e gli incontri con centinaia di persone, da Giolitti a Salandra, da D’Annunzio a Mussolini, da Grandi a Federzoni, da Balbo a Bottai. E ancora, intellettuali, politici e diplomatici incrociati nel suo peregrinare tra Trieste, Roma, i Balcani, Vienna, Parigi, Londra, Fiume, Amburgo, Helsinki, Mosca, Leningrado e Berna.
Il diario è introdotto da una biografia basata sullo scandaglio di documenti e carteggi, presenti in diversi fondi archivistici. Ne emerge la complessa e tormentata personalità di un uomo di grande cultura, capace di dialogare a tutto campo. Margherita Sarfatti così gli dedica il suo Dux: «Ad Attilio Tamaro, italianissimo figlio di Trieste, nel nome di Trieste, madre della mia madre, offre con amicizia». «Ho letto – scrive Tamaro a Umberto Saba – le tre poesie con eguale piacere: mirabile mi sembra “La preghiera dell’angelo custode”, dove l’episodio è ricordato con arte purissima ed è poi elevato a una vasta significazione. Attendo vivamente l’annunciato volume di poesia».
Tamaro è in relazione con tutti i protagonisti dell’irredentismo triestino, istriano e dalmatico, in particolare Camillo Ara, Mario Alberti, Giorgio Pitacco, Salvatore Segré Sartorio, Fulvio Suvich, Francesco Salata. Intensi i suoi rapporti con Eugenio Balzan, Camillo Castiglioni, Francesco Coppola, Mario Missiroli, Giuseppe Volpi di Misurata. Feroci le sue critiche a Galeazzo Ciano – «satrapo orientale» – e a Mussolini che, dopo averlo ammirato, quando nasce la Rsi definisce «il farneticante di lassù».
Nella biografia emerge anche la figura del figlio di Tamaro, Tullio, che nel 1942 entra nel Pci clandestino milanese e con Emilio Sereni rappresenterà il partito nel Cln regionale lombardo.

Gianni Scipione Rossi, Attilio Tamaro: il diario di un italiano (1911-1949), Rubbettino Editore, Soveria Mannelli 2021, pp. 1066, €49,00 (ISBN 978-88-498-6613-1)

Gianni Scipione Rossi, giornalista, ha diretto l’informazione parlamentare della Rai, il Centro di formazione e la Scuola di giornalismo di Perugia. È vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ne dirige gli “Annali”. Tra i suoi libri: Cronache del virus (2020); Lo “squalo” e le leggi razziali (2017); Storia di Alice (2010); Cesira e Benito (2007); Il razzista totalitario (2007); Mussolini e il diplomatico (2005); La destra e gli ebrei (2003); Alternativa e doppiopetto (1992); Una scommessa per l’Europa (1987). Ha curato, tra gli altri, l’inedito Filosofia della grande civilizzazione di Ugo Spirito (2019); Ospedale da campo di Filippo Petroselli (2017); L’Islam e noi (2002).

 

 

“La storia maestra di vita”. La Fondazione a Todi per la Giornata della Memoria (webinar)

Come ormai tradizione, in collaborazione con il Comune di Todi, anche quest’anno la Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice organizza nella città umbra un incontro con le scuole per la Giornata della Memoria. Le regole imposte dall’emergenza sanitaria impediscono iniziative in presenza. Di conseguenza è stata organizzato un evento webinar, che si terrà lunedì 1 febbraio 2021, alle ore 10.00.

Relatore sarà Franco Perlasca, presidente della Fondazione Giorgio Perlasca, intitolata al Giusto delle Nazioni cherischiando la vita, riuscì nel 1944-1945 a salvare dallo sterminio nazista migliaia di ebrei ungheresi, inventandosi il ruolo di console spagnolo a Budapest, lui che non era né console né spagnolo ma un semplice commerciante italiano. A chi gli chiedeva perché lo avesse fatto, rispondeva semplicemente: “ma lei, avendo la possibilità di fare qualcosa, cosa avrebbe fatto vedendo uomini, donne e bambini massacrati senza un motivo se non l’odio e la violenza?”.
La relazione di Franco Perlasca sarà accompagna dall’intervista televisiva al padre Giorgio realizzata da Piero Angela.

L’incontro sarà introdotto dal vicepresidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice, Gianni Scipione Rossi, e moderato da Enrico Trizza.

Porteranno i loro saluti il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, e l’assessore alla cultura Claudio Ranchicchio. Interverranno il dirigente scolastico del Liceo Jacopone da Todi, Sergio Guarente, il dirigente scolastico della Scuola Chocchi-Aosta, Enrico Pasero, il dirigente scolastico dell’Isis Ciuffelli Einaudi, Marcello Rinaldi, e il presidente della Consulta Provinciale degli Studenti di Perugia, Samuele Tomasselli.

L’iniziativa si svolge con il patrocinio della Associazione Italia Israele di Perugia. Partecipano da remoto gli studenti delle scuole tuderti, ma il Convegno è aperto a tutti.

Per seguire l’incontro cliccare su questo link:

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Giunto in Fondazione l’Archivio di Giampaolo Pansa

La Fondazione ha ricevuto dalla signora Adele Grisendi, vedova di Giampaolo Pansa, l’archivio del marito relativo alle lettere inviate dai familiari delle vittime della guerra civile e soprattutto del lungo dopoguerra, uomini e donne “obbligati dai vincitori a un lungo silenzio”, come egli ebbe a scrivere, riscontrando la difficoltà di divulgare le vicende drammatiche di quanto era accaduto dopo il 25 aprile 1945. Lettere che rivelavano una realtà per troppo tempo nascosta e che gli hanno consentito di avvicinare quelle persone, attraverso la cui memoria ha ricostruito, in numerosi libri, le vicende degli “orrori della resa dei conti”. Questo impegno è costato a Pansa incomprensioni, accuse di revisionismo, talvolta aggressioni verbali e financo fisiche. L’ultimo libro di Pansa, uscito postumo con la cura di Adele Grisendi, è Il sangue degli italiani, Rizzoli 2020.

L’archivio, in formato digitale, è a disposizione degli studiosi.