Giovedì 27 giugno 2013 è stato presentato il volume di Aldo Giovanni Ricci, La magnifica illusione. Marx tra formule, dialettica e profezie, Palombi, 2013.
Il libro presenta l’avventura intellettuale di Marx come un lungo viaggio, sulla scia del pensiero hegeliano, alla ricerca dell’alienazione del mondo moderno, individuata nella proprietà privata e negli sviluppi che ne derivano nell’era del capitalismo. Marx, nel Capitale, ci mostra un “mondo a testa in giù”, per usare le sue parole, un mondo dove le merci prodotte vivono di vita propria e i salariati che le producono diventano mezzi del capitale per crescere su se stesso. Nell’alienazione della produzione di merci trovano le loro radici anche la separazione tra società civile e Stato politico, e le astrazioni della religione, dove l’uomo mette in Dio ciò che toglie a se stesso.
Il punto d’approdo della profezia di Marx è un mondo supersviluppato sul piano produttivo e scientifico. E’ la conclusione della storia nella salvezza universale e nella riconquista del paradiso perduto, con la fine di ogni contrasto e quindi con il venire meno dello Stato e della stessa politica. Ma il buio del secolo breve appena trascorso ha ampiamente dimostrato che la civitas Dei non è di questo mondo e che le risposte alla crisi della politica, almeno finché non vivremo in un mondo di puri spiriti, possono venire solo dalla politica stessa.