di Ugo Spirito e Renzo De Felice
La biblioteca di Spirito contiene numerose testate di riviste di contenuto filosofico, storico, economico, italiane e straniere, che arricchiscono la già pregevole raccolta di monografie. Oltre a presenze immaginabili, come il gentiliano «Giornale critico della filosofia italiana», che Spirito, dopo esserne stato segretario di redazione, diresse dal 1951, e «La Critica» di Benedetto Croce, dai contenuti imprescindibili per un giovane filosofo, vi troviamo periodici meno diffusi e conosciuti quali gli «Annali del seminario giuridico-economico» della Regia Università di Bari, gli «Annali di economia» dell’Università commerciale Luigi Bocconi; ancora, «Studi nelle scienze giuridiche e sociali» pubblicati dall’Istituto di esercitazioni presso la facoltà di Giurisprudenza della R. Università di Pavia (1927; 1930-1933), «China Reconstructs» del China Walfare Institut (1957; 1961-1964) e diverse altre riviste internazionali sulla Cina (si ricorderà il suo interesse per quel grande Paese), «Rivista di biologia» dell’Università di Perugia (1949-1974), «Orientamento scolastico e professionale» dell’Associazione italiana di orientamento scolastico professionale (1979-1981).
Dei risultati della catalogazione sarà data notizia sul sito della Fondazione.
La Commissione, presieduta dal prof. Hervé A. Cavallera e composta dai professori Paolo Simoncelli e Umberto Gentiloni Silveri, nonché dai professori Danilo Breschi, Giuseppe Parlato e Gaetano Sabatini, quali componenti interni della Fondazione, ha approvato il piano delle iniziative da svolgersi nel biennio 2019-2020 in merito al doppio anniversario: un convegno a Rieti (su De Felice) e uno ad Arezzo (su Spirito) entro l’anno in corso e due convegni, uno dedicato al filosofo e l’altro allo storico, nel 2020. In una prossima riunione saranno definiti i relatori dei vari convegni.
Contemporaneamente, la Commissione ha approvato il bando di ricerca per studi sul filosofo e sullo storico. Il bando sarà disponibile sul sito della Fondazione: www.www.fondazionespirito.it .
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La Fondazione a Trieste per la mostra su Camillo Castiglioni
La mostra, curata da Mauro Martinenzi e Susanna Ognibene, si terrà dal 29 giugno al 21 luglio nella sala Attilio Selva di Palazzo Gopcevich, via G. Rossini, 4.
L’inaugurazione è fissata in concomitanza con l’arrivo a Trieste del “Fiva world motorcycle” il più importante evento mondiale di moto d’epoca, che quest’anno si svolge in Slovenia e Croazia, con tappa finale in Piazza Unità. Alla manifestazione saranno presenti anche moto provenienti dal Museo BMW di Monaco.
La mostra, allestita da Omniarem, si pone l’obiettivo di raccontare la straordinaria vita di Camillo Castiglioni, uno dei più grandi finanzieri e industriali europei negli anni Dieci e Venti del Novecento, con un particolare approfondimento relativo al periodo in cui come proprietario della BMW ne favorisce la trasformazione in una fabbrica motociclistica. L’intento è quello di realizzare un’esposizione che valorizzi e ponga in risalto sia la singolare storia umana del Castiglioni, che va oltre la connotazione politica dell’epoca, sia la società, il contesto culturale, politico ed economico attraverso cui il nostro personaggio si muove e vive, con particolare riferimento alle sue radici triestine ed ebraiche.
Camillo Castiglioni nacque a Trieste il 22 ottobre del 1879 da Vittorio, pedagogista ed ebraista (vice rabbino di Trieste, poi rabbino capo di Roma dal 1903 al 1911), e morì a Roma il 18 dicembre del 1957.
Il catalogo della mostra – Camillo Castiglioni e il mito della BMW, Goliardica Editrice, Trieste – è curato da Susanna Ognibene e Mauro Martinenzi, con introduzioni di Fred Jakobs, Head BMW Group Archiv, e di Gianni Scipione Rossi, autore della biografia Lo “squalo” e le leggi razziali. Vita spericolata di Camillo Castiglioni(Rubbettino, 2017).
Giovedì 4 luglio 2019, alle ore 17.30, nella Sala della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice (piazza delle Muse 25, Roma) sarà presentato il volume di Francesco Carlesi, La terza via italiana. Storia di un modello sociale, Castelvecchi 2018.
Con l’autore, interviene Giuseppe Parlato, presidente della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e ordinario di Storia contemporanea nella Unint di Roma.
Tra le due guerre, la teoria corporativa – che ambiva a realizzare la collaborazione di classe in nome della potenza nazionale – e il deciso intervento dello Stato nella vita economica – attraverso istituti come l’Iri e l’Agip – furono le diverse facce dell’«insubordinazione fondante» italiana nei confronti del liberalismo e degli imperi egemoni. Il corporativismo, con tutti i suoi limiti ancora al centro del dibattito storiografico, fu il peculiare messaggio tricolore nel momento del maggior ripensamento internazionale dei modelli economici classici. Il disastro del secondo conflitto mondiale non interruppe completamente il cammino di una «terza via italiana», presente sottotraccia in esperienze significative quali l’Eni di Mattei e l’Olivetti. Negli ultimi anni, la globalizzazione e la finanziarizzazione dell’economia hanno messo in crisi la proiezione internazionale e la tenuta sociale del Paese, invitandoci a rileggere le storie di uomini come Bottai, Beneduce, Fanfani e Craxi, capaci di accompagnare l’Italia verso lo sviluppo, tra le luci e le ombre della Storia.
L’autore
Francesco Carlesi è autore di numerosi saggi apparsi su «Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale», «Nuova Rivista Storica» e «Il Pensiero Storico». Ha scritto i libri Rivoluzione sociale (2015) e Craxi. L’ultimo statista italiano (2016) e ha collaborato a numerosi volumi, tra cui ricordiamo gli ultimi Rinascita di un Impero. La Russia di Vladimir Putin (2015), Eventi e Studi (2017) e L’economia nello Stato totalitario fascista (2017).
È disponibile il primo fascicolo semestrale degli “Annali” della Fondazione (Anno I, n. 1/2019 nuova serie)
Nel quadro delle iniziative che la Fondazione ha in programma nel quarantennale della morte di Ugo Spirito e nel novantesimo anniversario della nascita di Renzo De Felice, il fascicolo si apre con una sezione dedicata al filosofo aretino, curata da Gianni Scipione Rossi. Contiene l’inedito Verso la grande civilizzazione, scritto da Spirito nel 1978, come appendice a un libro dedicato all’analisi e alle prospettive della “rivoluzione bianca” voluta in Iran dallo Scià Mohammad Reza Pahlavi, rovesciato all’inizio del 1979 dalla rivoluzione islamista degli ayatollah. Il libro non è mai stato pubblicato in Italia nella sua integralità e fu al centro di un giallo bibliografico, che il saggio introduttivo intende finalmente chiarire sulla base di una approfondita analisi delle fonti archivistiche.
Nella seconda sezione, “Giovanni Gentile nella cultura italiana”, curata da Rodolfo Sideri e introdotta da Hervé A. Cavallera, trovano spazio gli atti del convegno tenuto in Fondazione sul pensiero del filosofo. Questi i saggi: Il soggetto gentiliano tra esistenzialismo e postmoderno di Rodolfo Sideri; Eternità e divenire dell’atto. La critica di Gentile al relativismo, di Hervé A. Cavallera; La Teoria generale dello spirito come atto puro e la costruzione dell’attualismo, di Massimo Piermarini; El desafío del devenir, di Francesc Moratò; L’ombra del pensato. La teoresi gentiliana dell’errore, di Giuseppe D’Acunto; Vae soli, attualismo e solipsismo, di Tiziano Sensi; L’Enciclopedia di Gentile, di Alessandra Cavaterra.
“Gino Germani, un inedito e il suo archivio” è il titolo della sezione dedicata al sociologo italo-argentino nel quarantennale della morte. La sezione è introdotta dalla studiosa argentina Ana Grondona, con il saggio Autoritarismo(s), clases medias y el problema de las generaciones , che introduce lo scritto inedito di Gino Germani presente nel suo archivio, conservato dalla Fondazione:Ceti e generazioni alla vigilia della Marcia su Roma. La sezione è completata dal saggio Gino Germani: la sociología, los viajes, el exilio, nel quale lo studioso argentino Juan Ignacio Trovero dà conto analiticamente del contenuto dell’archivio Germani. Grondona e Trovero, che hanno a lungo esaminato le carte Germani presso la Fondazione, lavorano presso l’Università di Buenos Aires e nell’Instituto de Investigaciones Gino Germani attivo nella capitale argentina.
Il fascicolo presenta inoltre i saggi La genesi del Consiglio Nazionale delle Ricerche (1915-1923), di Andrea Perrone; Il capodanno perduto del 1947, di Leonardo Varasano; Il fascismo e l’europeismo di Gian Domenico Romagnosi, di Matteo Antonio Napolitano; Un guascone nel Novecento: Valerio Pignatelli di Cerchiara, di Andrea Cendali Pignatelli.
Nella nuova sezione “Note sul Novecento”, Danilo Breschi pubblica Quella voglia di libertà che da Praga brucia ancora e Nicola Rao 20 luglio 1969, l’avventura che ci fece sognare.
Completano il fascicolo le recensioni, le segnalazioni librarie e le notizie sull’attività della Fondazione.
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