Venerdì 28 maggio 2010, la Fondazione Ugo Spirito ha organizzato una tavola rotonda a partire dal volume di Danilo Breschi, Spirito del Novecento. Il secolo di Ugo Spirito dal fascismo alla contestazione (Rubbettino, 2010).
Hanno partecipato Giuseppe Vacca e Luciano Pellicani. Ha introdotto l’incontro Giuseppe Parlato, che ha sottolineato come il libro completi una seconda fase di studi che la Fondazione ha dedicato al pensiero di Ugo Spirito.
Nella prima, grazie soprattutto ai contributi di Armando Rigobello e Vittorio Mathieu, era stata approfondita la dimensione prettamente filosofica dell’opera spiritiana. La seconda fase – nel cui ambito si colloca il volume di Breschi – ha prestato invece maggiore attenzione all’interpretazione politologica che Spirito ha fornito dell’evoluzione dei tempi e della società. Nel suo intervento, Giuseppe Vacca ha evidenziato la “tragicità” della figura di Spirito, determinata da un persistente ancoraggio ai paradigmi ideologici dell’attualismo delle origini che non erano adatti a comprendere il mutare della società di massa e ritardarono nel filosofo la comprensione del nichilismo insito nel movimento del ’68.
Luciano Pellicani ha inquadrato la figura di Spirito all’interno di uno schema tipicamente novecentesco che ha tentato di rispondere alla “morte di Dio” con l’elaborazione di religioni politiche anti-individualistiche ed ostili al capitalismo del mondo borghese.
Nell’intervento finale, Danilo Breschi ha preso spunto dalla figura di Spirito per trattare più in generale il ruolo dell’intellettuale tra il 1789 e il 1989, quando la filosofia si è strettamente collegata alla politica nel tentativo di pensare e trasformare il mondo.
Recensioni
Luciano Lanna, Ugo Spirito capì il ’68 quarant’anno prima,
in “Il Secolo d’Italia”, 8 giugno 2010