Giovedì 27 gennaio 2010, nell’ambito degli incontri “Un libro, un autore tra storia e attualità“, è stato presentato il volume di Lorenzo Cuocolo, Tempo e potere nel diritto costituzionale (Giuffré, 2009).
L’incontro è stato introdotto da Danilo Breschi, che ha sottolineato come il volume di Cuocolo, pur partendo da solide basi di diritto costituzionale, segua la strada intrapresa in età più matura da Kelsen e Carl Schmitt, mescolando varie discipline, tra cui diritto, storia, letteratura, sociologia e antropologia.
Prendendo la parola, Cuocolo ha spiegato di voler indagato lo stretto legame esistente tra tempo e potere, ipotizzando che se si vuole mantenere un tasso di costituzionalità costante, all’aumentare del potere occorre aumentare anche la garanzie costituzionali.
Per verificare l’esattezza di questo assunto, il libro ricostruisce innanzitutto dal punto di vista storico il rapporto tra tempo e potere, partendo dalla Magna Carta (1215). Con questo documento, emerge nella storia costituzionale il concetto di limitazione del potere sovrano mediante strumenti temporali di varia natura: dalle consuetudini a embrionali forme di disciplina dei procedimenti, che si contrappongono all'”istantaneità” e dunque all’arbitrarietà del potere sovrano. Un secondo importante passo per il rafforzamento delle garanzie temporali contro l’esercizio del potere fu compiuto sempre in Inghilterra nel 1641, con l’emanazione del Triennal Act, in base al quale il Parlamento sarebbe stato convocato ogni tre anni. Nell’ambito di questa ricostruzione storica l’Autore ha richiamato l’attenzione anche sull’esperienza francese, dove la mancata convocazione degli Stati generali dal 1614 al 1788 è ulteriore testimonianza dell’intimo legame tra garanzie temporali e rappresentanza politica. Cuocolo ha poi sottolineato che il fattore temporale è un elemento centrale anche del costituzionalismo nord americano, dove si stabilisce, ad esempio, la periodica rieleggibilità dei poteri esecutivo e legislativo. Un criterio che invece è assente nei regimi totalitari, legati ad una sorta di “eterno presente”.
Infine, Cuocolo ha toccato un aspetto di grande attualità, soffermandosi sul rapporto tra tempo e istituzioni alla luce della globalizzazione. Al riguardo, ha evidenziato come la forte accelerazione dei rapporti socio-economici caratteristica del nostro tempo contrasti con la tradizionale lentezza delle istituzioni, favorendo quelle spinte che chiedono una modifica delle forme di governo in senso presidenzialista e monocamerale.