Il Fondo Ugo Spirito

La Biblioteca di Spirito, che comprende circa 10.000 volumi, è costituita prevalentemente da testi di carattere filosofico, economico e giuridico. Tuttavia, a differenza di molte altre biblioteche storiche, legate alla formazione di personaggi rilevanti della cultura, questa di Spirito presenta innanzitutto una caratteristica che la rende originale. In primo luogo non è una biblioteca monotematica, nel senso che non si esaurisce nella presenza di volumi dedicati ad un solo aspetto (o a pochi aspetti) della cultura; nel fondo Spirito infatti si trovano ampie sezioni relative alla letteratura italiana e straniera, all’arte, alla fotografia, al teatro, ai classici, al cinema. Ciò è dovuto alla innata curiosità dell’uomo, che non si limitava agli studi più legati alla professione universitaria, ma amava spaziare nello scibile, utilizzando poi tali conoscenze per rendere più attuale, più immediato e fortemente comunicativo il proprio messaggio culturale.
D’altra parte, la stessa produzione scientifica spiritiana non fu mai monotematica nel senso tradizionale del termine; dopo gli studi giuridici, passò a quelli filosofici, ma durante gli anni Trenta riuscì, da filosofo, ad impostare nuove proposte in campo economico che polemiche e dibattiti suscitarono nell’ambiente culturale italiano. Il suo essere intellettuale di frontiera si rifletté nella composizione della sua personale biblioteca, nella quale oltre ai volumi di carattere filosofico si trovano, non distanti dalle ampie ed aggiornate collezioni di economisti, i volumi relativi agli studi economici più aggiornati (si pensi agli studi sull’organizzazione aziendale), mentre la ricca sezione dedicata al corporativismo italiano e straniero testimonia la grande influenza che Spirito ebbe nella elaborazione della “terza via” tra capitalismo e comunismo. Allo stesso modo, notevole spazio occupa lo scaffale dedicato ai testi giuridici, mai frutto di un interesse erudito, ma sempre coniugato con la viva presenza nei dibattiti del paese.
Certamente la viva partecipazione di Spirito al dibattito filosofico italiano, dagli anni Venti fino alla sua morte, conferisce alla sua biblioteca un singolare valore, in quanto ne fa un utile strumento per ricostruire, appunto, le principali questioni che nell’arco di quasi un secolo hanno impegnato il pensiero filosofico italiano. Oltre alla raccolta delle opere degli autori, anche meno conosciuti, del neoidealismo italiano, essa include opere di filosofi dello spiritualismo cattolico, del marxismo, sino ai più recenti contributi sulla filosofia delle scienze e le scienze umane.
Proprio la concezione attualista di una filosofia non separata dall’esistenza, spingeva il filosofo aretino a seguire con attenzione le diverse discipline di carattere più pratico-scientifico che già dalla giovinezza lo avevano interessato: il diritto e l’economia.
Si possono infatti consultare, per quanto riguarda il diritto penale, le opere di Cesare Lombroso, Enrico Ferri, e numerosi altri studiosi; per quanto riguarda l’economia, oltre agli Annali dell’Economia Italiana, va ricordata la presenza delle principali opere degli economisti che negli anni Trenta parteciparono al dibattito sulla crisi. Sono inoltre consultabili numerose collane di periodici, difficilmente reperibili, sia del mondo intellettuale italiano degli anni Venti e Trenta, che più recenti. Ricordiamo tra di essi “La Critica”, “Il giornale critico della filosofia italiana”, “Leonardo”, “La Nuova politica liberale”, “Nuovi studi di diritto economia e politica”, “Civiltà fascista”. Inoltre, sono consultabili gli atti di numerosissimi convegni, ai quali Spirito partecipò regolarmente: dagli Atti dei Convegni di Gallarate a quelli della Società filosofica italiana, a molti altri.
Infine, è consultabile la raccolta di articoli che riguardano Spirito pubblicati su quotidiani italiani e stranieri, dal 1921 in poi. Si è proceduto
all’informatizzazione degli articoli pubblicati dal 1921 al 1966, che sono quindi utilizzabili dagli studiosi per ricerche specifiche e guidate.
Se la funzione di una biblioteca è quella non soltanto di consentire agli studiosi la consultazione di materiali spesso difficilmente reperibili, ma anche – e in qualche caso, soprattutto – di ricreare un clima culturale e umano antico e nuovo ad un tempo, quella di Spirito assolve pienamente – come le tante biblioteche legate ad un personaggio storico – a tale funzione. La presenza delle dediche degli autori dei volumi, le sottolineature di Spirito, discrete ma essenziali per cogliere i vari canali attraverso i quali si dipanavano lo studio e la ricerca del filosofo, la stessa disposizione delle opere nei vari scaffali – mantenuta intatta rispetto alla collocazione datagli dallo stesso Spirito – costituiscono momenti preziosi per il bibliofilo e per il ricercatore, poiché consentono di creare quella fusione tra documento archivistico, documento librario e indagine introspettiva dello studioso che rappresenta un momento essenziale per ogni ricerca e contribuisce a ridare sapore di attualità all’antico cammino dell’ingegno umano.
E’ stato realizzato un elenco informatizzato degli articoli e dei saggi di Ugo Spirito, scritti tra il 1915 e il 1979.
Si sta procedendo, altresì, nella riorganizzazione dei numerosi “estratti”, inviati al filosofo da esponenti della cultura italiana contemporanea con cui venne in contatto.